Cani e gatti anziani: consigli per accompagnarli verso una serena vecchiaia

Gli ultimi cinquanta anni sono stati caratterizzati da una serie di progressi – sia nel campo della medicina sia in quello dell’alimentazione – che hanno allungato notevolmente la vita dei nostri cani e gatti.

Oggi, infatti, non è raro imbattersi in ultraquindicenni: un traguardo che, qualche decennio fa, quando gli animali vivevano in ambiente prevalentemente contadino, sarebbe stato quasi impensabile.

Ma quando un cane o un gatto diventano anziani ufficialmente? C’è un’età specifica e che cosa significa diventare anziani?

I nostri animali domestici invecchiano, ma non sempre è facile capire i cambiamenti fisici e del comportamento che li riguardano. Ecco come dare loro una… terza età serena.

1. Che cos’è l’anzianità in numeri

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L’anzianità è, in generale, un periodo della vita in cui cane o gatto sperimentano una serie di cambiamenti fisici e del comportamento dovuti al fatto che corpo e mente iniziano a funzionare in modo meno efficiente.

La medicina veterinaria tende a distinguere due periodi successivi di anzianità: l’età senile e quella geriatrica.

L’età senile è caratterizzata dai primi acciacchi della vecchiaia, i primi dolori articolari e, a volte, anche le prime difficoltà nel ragionamento e nella memoria (i così detti deficit cognitivi).

L’età geriatrica è quella successiva ed è l’anzianità profonda, in cui l’animale spesso ha difficoltà a muoversi e ha bisogno di assistenza costante.

Nel gatto, l’età senile va circa dagli 11 ai 14 anni; si parla invece di età geriatrica dai quindici in poi. Per il cane le cose sono un po’ più articolate perché il modo in cui invecchia dipende anche dalla taglia e/o dalla razza.

Così, mentre per un cane di piccola taglia si parla di età senile a partire, mediamente, dagli 11 anni fino ai 15-16, per un cane di media taglia ci siamo già a 8-9 anni fino ai 12-13, per una taglia grande dai 6-7 fino agli 11-12 e infine, per una taglia gigante dai 6 fino gli 8-9! Queste statistiche sono utili in ambienti medici.

Nella realtà quotidiana, ogni animale vive l’anzianità in modo diverso: ci sono cani e gatti sedicenni che si mostrano arzilli e vivaci come “giovanotti” di 8-9 anni e ci sono animali che a 11 anni mostrano già molte delle limitazioni del tempo.

Ogni individuo è diverso e curare bene i nostri amici durante tutto il corso della vita è importante per aiutarli a raggiungere l’anzianità nel miglior modo possibile.

2. Quando il cane e il gatto invecchiano

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La parola chiave dell’anzianità è dunque cambiamento. E, in effetti, seppure il vostro compagno dovesse presentare una salute perfetta, ciò che potreste notare con l’avvicinarsi della senilità sono proprio una serie di piccoli cambiamenti progressivi.

Potreste notare, per esempio, che il cane non si lancia più come un siluro nelle passeggiate, non si dedica più a corse sfrenate, tende a mantenere lo stesso passo e magari non tira nemmeno più al guinzaglio.

Potreste anche accorgervi che si stende o si alza dalla cuccia più lentamente oppure che, appena sveglio, tende a zoppicare per un pochino.

Alcuni cani diventano un po’ più selettivi col cibo, evitando consistenze che fanno dolere i loro denti ingialliti, l’alito può farsi maleodorante. Il vostro amico potrebbe anche essere più restio a rispondere al richiamo, ma solo perché l’udito non è più quello di un tempo.

Nel gatto, uno dei più comuni segnali di anzianità lo si può riconoscere nella prudenza usata nei salti. Potreste accorgervi che il micio tentenna più a lungo quando deve salire su una sedia o sul divano (cosa che un tempo non gli provocava alcun turbamento) o, addirittura, potreste vederlo rinunciare a salirci.

Nelle sue uscite quotidiane potrebbe rimanere nei dintorni di casa, o anche non abbandonare affatto il giardino e potrebbe trascorrere molte più ore a sonnecchiare e a dormire in casa, in un posto asciutto e morbido.

Come accade al cane, anche il gatto anziano può sperimentare dolori alle anche e alle articolazioni, tanto da mostrare rigidità nei movimenti oppure una leggera zoppìa, soprattutto appena sveglio.

Un gatto potrebbe anche avere difficoltà a pulirsi per bene e a raggiungere tutte le zone del suo corpo, presentando perciò un pelo un po’ unto e annodato; potrebbe perdere parzialmente o totalmente l’udito, miagolare per casa come fosse disorientato e, in alcuni casi, potrebbe avere difficoltà a raggiungere la cassetta con la sabbia.

3. Un corretto stile di vita

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Per fortuna c’è il modo di aiutare il cane o il gatto in questa fase della vita in cui gli acciacchi e il tempo che passa li rendono più vulnerabili.

L’ideale sarebbe arrivare a questa età avendo fatto una buona prevenzione fino a quel momento, avendo cioè assicurato ai nostri amici uno stile di vita salutare che significa movimento, cibo di buona qualità e buone relazioni.

Questi tre elementi sono la base per cercare di arrivare nelle migliori condizioni a questa stagione caratterizzata da una maggiore fragilità.

Come aiutarli? Ma possiamo fare anche altro, soprattutto considerando che alcuni adottano animali adulti o persino anziani: casi in cui, ovviamente, non è stato possibile gestire il loro stile di vita.

È importante tenere sempre a mente che il cane o il gatto anziano hanno una diversa percezione di se stessi, si rendono conto di essere “meno capaci” di fare certe cose che prima venivano più automatiche e questo potrebbe farli sentire vulnerabili e insicuri.

La prima forma di supporto, allora, è sempre l’accoglienza delle loro difficoltà: prestare loro attenzione, far sentire che comprendiamo la loro nuova situazione e che siamo disponibili ad aiutarli nel superarla è di sicuro un conforto che li sostiene.

Sul piano pratico, per esempio, al cane può essere offerta una passerella portatile per salire e scendere dall’auto, al gatto una scaletta accanto a letti e divani per evitare che debba fare salti troppo impegnativi per raggiungere i suoi luoghi di riposo preferiti.

Sembra poco, ma mettergli a disposizione dei supporti perché possano continuare a essere autonomi nelle loro abitudini è molto importante, anche per mantenere alto l’umore.

4. Un riposo rigenerante, passeggiate su misura e attenzione alle temperature

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Il riposo diventa fondamentale a questa età: gli animali anziani si affaticano più facilmente e ci mettono più tempo a riprendersi dagli sforzi; quindi, garantire la qualità del ristoro è una parte essenziale della loro salute fisica e mentale: la quantità e la qualità del sonno dovranno essere sempre rispettati, anche a costo di tenerli in casa un po’ più spesso.

Diventa importante anche programmare uscite e passeggiate compatibili con quelle che sono le reali necessità e capacità fisiche dei nostri amici. I gatti, in questo, sono molto bravi ad autodisciplinarsi per cui è sufficiente lasciare decidere loro quando uscire e per quanto.

Con i cani, invece, che generosamente ci accompagnerebbero ovunque, dovremo essere noi a calibrarne gli sforzi in base alle loro condizioni fisiche e mentali.

Una passeggiata lungo un sentiero impervio, per esempio, potrebbe rivelarsi un supplizio per un cane che soffra di dolori articolari, anche se la volontà lo spingerebbe a seguirci pure in capo al mondo! Dovremo perciò essere noi a capire in quali luoghi possiamo farci accompagnare e quanto tempo durerà l’uscita.

Gli animali anziani e i geriatrici, in particolare, possono avere più difficoltà ad adeguare la loro temperatura corporea con quella esterna: questo significa che potrebbero soffrire maggiormente il caldo oppure il freddo.

Quindi, in caso di temperature estreme, dovremo fare attenzione a non esporli a sbalzi eccessivi. I gatti, in particolare, diventano grandi amanti di dormite accanto a termosifoni o camini accesi: potete permetterglielo, ma sempre con un occhio di riguardo.





5. Regolare l’alimentazione e non smettere di stimolarli e incuriosirli

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Alcuni animali possono diventare più schizzinosi con l’età che avanza, oppure avere disturbi gastrointestinali e sviluppare sensibilità verso determinati alimenti.

In questi casi la cosa migliore è rivolgersi al veterinario, che prescriverà la dieta più adeguata in relazione sia all’età sia alle condizioni della dentatura. A volte, infatti, i cambi di “gusti” sono il segnale di dolori a denti o gengive, da curare subito.

Mai smettere di stimolarli e incuriosirli! In chiusura di questa lunga carrellata di consigli per accompagnare i nostri cani e gatti verso una serena vecchiaia, resta da fare un’importante raccomandazione.

Spesso si pensa che una volta raggiunta un’età avanzata, i nostri amici siano interessati solo alle coccole e perdano interesse per il gioco, per l’esplorazione e per le attività condivise perché sono anziani, perché sono stanchi e perché si affaticano. Questo è un enorme errore.

Come abbiamo visto, è vero che gli animali anziani sono più vulnerabili su tanti fronti, ma resta importante coltivare la loro curiosità, le relazioni sociali e la possibilità di sperimentare emozioni intense come l’entusiasmo, la sorpresa e la curiosità. E questo proprio per mantenere in salute la loro mente e per stimolarli a muoversi e rimanere attivi.

Una volta tenuto conto di quelle che sono le loro energie e le loro capacità fisiche, non c’è motivo per non continuare a fare con loro tutto quello che si faceva prima. E anche di più!








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