Siamo soliti pensare che Adolf Hitler sia l’unico responsabile dell’orrore nazista, del genocidio della popolazione ebraica e dello sterminio di milioni di persone, delle sventurate decisioni militari della Seconda guerra mondiale.
Non è così. Attorno a lui, infatti, si era ritrovato un gruppo di uomini altrettanto temibili e determinati ed è a loro che si devono molte delle più crudeli disposizioni del nazismo.
Secondo alcuni studiosi, inoltre, senza gli appoggi, le competenze tecniche e le protezioni all’interno degli ambienti di potere e dell’esercito di cui godevano queste persone, la parabola di Hitler si sarebbe arrestata molto prima e il mondo, forse, non avrebbe conosciuto la barbarie nazista.
Il dittatore tedesco, invece, seppe circondarsi di personaggi meticolosi ed efficienti (spesso al limite del fanatismo), solerti nell’eseguire anche i suoi ordini più spietati e abili nell’ideare soluzioni per concretizzare i suoi deliri propagandistici.
Molti di essi, prima di conoscere Hitler, avevano prospettive di carriera mediocri ed erano insoddisfatti della propria esistenza; il nazismo, invece, offrì loro una ragione di vita e di successo. Chi erano, dunque, i collaboratori più stretti del Führer? Scopriamoli insieme.
Nella foto sotto, scattata a Monaco tre anni prima che Adolf Hitler prendesse il potere nel 1933, il futuro Führer (1) è circondato da alcuni dei suoi più famosi collaboratori: Heinrich Himmler (2), futuro capo delle SS; Wilhelm Frick (3), ministro dell’Interno dal 1933 al 1943; Franz Ritter von Epp (4), governatore della Baviera; Hermann Göring (5), futuro capo della Luftwaffe (aviazione). Dietro vi sono Martin Mutschmann (6), capo del partito nazista in Sassonia; Theodor Fritsch (7), editore antisemita; Joseph Goebbels (8), ministro della Propaganda, e Julius Schaub (9), assistente di Hitler.
1. GOEBBELS: CON HITLER FINO ALLA MORTE
Joseph Goebbels (1897-1945) è forse il collaboratore più stretto e fedele.
Nato in una famiglia cattolica (religione che rigetterà in età adulta), da piccolo è colpito da una grave malattia che gli lascia problemi nel camminare e gli impedisce di partecipare alla Prima guerra mondiale (spargerà, però, la voce che la sua invalidità sia stata causata da una ferita riportata in combattimento).
Nel 1921 consegue il dottorato in letteratura (è, insieme a Speer, l’unico ministro laureato) e si avvicina alla politica partecipando ai primi comizi del partito nazionalsocialista.
Hitler è colpito dalla cultura e dall’estremismo del giovane e nel 1933, quando sale al potere, lo nomina Ministro della propaganda e dell’informazione.
Cinema, musica, radio e letteratura sono sottoposti a una stringente censura; i libri considerati “proibiti” (le opere di scrittori ebrei o socialisti o pacifisti o americani...) sono bruciati nelle piazze e i principali simboli della propaganda, come la svastica e l’aquila, ripetuti ovunque.
Ferocemente antisemita e di straordinaria intelligenza e doti oratorie, Goebbels inculca nel popolo tedesco concetti come quello della superiorità della “razza ariana” (l’immaginario gruppo razziale a cui, secondo il nazismo, appartengono i veri tedeschi).
Alla fine, si rifugia, insieme a Hitler, nel bunker sotto la Cancelleria di Berlino e si suicida con la moglie dopo aver ucciso i loro sei figli.
2. GÖRING: PIACE AL FÜHRER PER I SUOI CONTATTI NELL’ALTA SOCIETÀ
Hermann Göring (1893-1946) nasce in Baviera in una famiglia agiata. Abile pilota, diventa ben presto un asso dell’aviazione.
Dopo la guerra lascia la carriera militare e fino al 1921 lavora come pilota civile in Svezia, dove conosce la futura moglie, una bellissima contessa già sposata.
Tornato in Germania, Göring si iscrive all’università a Monaco e incontra Hitler; il futuro dittatore ha bisogno delle conoscenze nell’alta società di Göring per convincere anche le classi più elevate del folle progetto nazionalsocialista.
Partecipa con Hitler al tentativo fallito del colpo di stato del 1923 (il cosiddetto putsch della birreria di Monaco) in cui viene ferito.
Riesce a scappare dalla Germania vivendo in esilio per i successivi quattro anni (si nasconde anche in Italia); a causa delle ferite riportate durante il putsch, gli viene somministrata dai medici della morfina da cui poi rimarrà dipendente per tutta la vita.
Nel 1927, grazie a un’amnistia, può tornare in Germania. Allo scoppio della guerra è nominato Maresciallo del Reich, capo dell’Aviazione e successore designato di Hitler.
Vanitoso, amante del lusso e delle eccentricità (pesa più di cento chili a causa della ben nota ingordigia culinaria e indossa spesso pellicce e uniformi riccamente decorate) diventa uno dei personaggi più in vista del regime.
Ha un ruolo di primo piano nella confisca delle opere d’arte di proprietà delle famiglie ebree tedesche e francesi e, in quanto responsabile anche della politica economica del Reich, si trova a disporre di enormi ricchezze.
Con il fallimento della Battaglia d’Inghilterra nel 1941, tuttavia, il Führer perde fiducia nel suo antico amico. Göring si ritira in Baviera e, a causa delle invidie interne al partito, viene addirittura sospettato di tradimento e destituito dai suoi incarichi.
L’8 maggio 1945 si consegna agli americani e viene tratto immediatamente in arresto; condannato a morte al processo di Norimberga, chiede di poter esser fucilato da un militare ma la sua richiesta non è accolta.
La notte prima della sua impiccagione, quindi, si suicida con una capsula di cianuro che aveva tenuto nascosta.
3. HIMMLER: INVENTA I CAMPI DI CONCENTRAMENTO
Heinrich Himmler (1900- 1945), nato a Monaco in una famiglia legata alla corte imperiale, fin da piccolo è cresciuto come perfetto gentiluomo.
A causa del fisico gracile e della salute cagionevole, tuttavia, si sente spesso a disagio con gli altri e coltiva odi che non fanno che aumentare dopo la Prima Guerra mondiale.
La repubblica di Weimar, erede dell’impero tedesco sconfitto, non riesce a controllare la terribile situazione politico-economica: l’inflazione è alle stelle, la disoccupazione anche, le riparazioni di guerra da pagare sono ingenti e umilianti, le tensioni sociali incontrollabili.
Himmler, nonostante il diploma da chimico, non riesce a trovare un impiego soddisfacente e vorrebbe un colpevole per sfogare il proprio rancore; quando scopre l’ideologia nazista, grondante di rabbia, retorica antisemita e nazionalismo, è finalmente soddisfatto.
Hitler apprezza la sua meticolosità e gli chiede di organizzare le SS, le unità paramilitari del partito nazista. Sotto Himmler, che può finalmente sfogare i suoi sogni repressi di successo militare e prestanza fisica, le SS diventano il più temibile corpo d’élite tedesco.
Sostenitore della purezza della razza e fanatico dell’occulto, è a lui che si deve il progetto e l’attuazione dei campi di concentramento e di sterminio, ritenuti efficaci e ordinati strumenti per raggiungere il dominio della cosiddetta “razza ariana” di cui fanno parte i veri tedeschi.
Dopo la morte di Hitler tenta di fuggire dalla Germania in incognito ma il 22 maggio 1945 è catturato dagli inglesi vicino ad Amburgo e arrestato. Il giorno seguente è sottoposto a un interrogatorio e a una perquisizione; mentre i soldati inglesi lo stanno perquisendo, spezza con i denti la capsula di cianuro che aveva nascosto in bocca e si uccide.
4. SPEER: L’ARCHITETTO PERSONALE DI HITLER
Albert Speer (1905-1981) è stato soprannominato “l’architetto del diavolo” per il suo ruolo come architetto personale di Adolf Hitler.
Nonostante in gioventù volesse dedicarsi alla matematica, finì per seguire le orme paterne e del nonno e intraprese gli studi di architettura.
Studiò sotto la guida di Heinrich Tessenow all'Istituto di Tecnologia di Berlino, diventandone anche l'assistente. Nel 1931 venne persuaso da alcuni suoi studenti a partecipare a una manifestazione del Partito Nazista.
Affascinato dalle parole di Adolf Hitler, nel giro di poche settimane entrò a far parte del partito. Il suo primo lavoro in qualità di membro del partito arrivò nel 1933, quando Joseph Goebbels gli chiese di rinnovare il Ministero della Propaganda.
Goebbels rimase impressionato dalla velocità e dalla qualità del suo lavoro e lo raccomandò a Hitler, che lo incaricò di aiutare Paul Troost a ristrutturare la Cancelleria di Berlino. L'opera più ragguardevole di Speer nell'ambito di quest'incarico fu la progettazione della famosa balconata.
Fu lui a progettare alcuni tra gli edifici più importanti del Reich, tra cui la nuova Cancelleria di Berlino (distrutta dai Russi nel 1945), lo Stadio Olimpico, il padiglione tedesco all’Esposizione Universale di Parigi del 1937.
Giovane, efficiente e brillante, è molto apprezzato da Hitler che, nel 1942, lo nomina ministro degli Armamenti e delle Munizioni (nonostante la sua totale inesperienza politica e militare).
Al processo di Norimberga dichiara di non sapere nulla del genocidio degli ebrei ed è l’unico a chiedere scusa per gli orrori nazisti; per questo viene condannato solo a 20 anni di reclusione.
Dopo la liberazione, tuttavia, vengono chiarite le sue effettive responsabilità; Speer, infatti, aveva ordinato di utilizzare per la produzione degli armamenti la manodopera gratuita dei prigionieri dei campi di concentramento ed era a conoscenza delle sorti degli internati.
Celebre la sua frase: "Per realizzare una grande opera venderei anche l'anima al diavolo, come Faust". Per queste parole e per il ruolo occupato all'interno del partito nazista fu soprannominato anche "L'architetto del diavolo".
5. HESS: IL SEGRETARIO
La storia personale di Rudolf Hess è uno strano miscuglio di avvenimenti improbabili, fatti inspiegabili, mezze verità, rivelazioni ad orologeria, segreti di stato, omissis sospetti, parziali ammissioni, verità nascoste, bugie.
Rudolf Hess è stato un uomo difficile da inquadrare, una figura complessa e dalle mille sfaccettature: nazista della prima ora (tessera del partito numero 16) e intimo di Adolf Hitler come pochi, ma anche esperto di cure omeopatiche e convinto assertore del veganesimo, tanto che potremmo definirlo anche una sorta di personaggio new age antelitteram.
Per non parlare del suo interesse per il mondo dell’occulto e dell’esoterismo, grazie anche alla sua profonda amicizia con Marthe Künzel, co-fondatrice dell’Ordo Templi Orientis Germanico e fedele seguace di Aleister Crowley.
La figura di Rudolph Hess (1894-1987) nasconde segreti non ancora svelati. Con Hitler fin dai tempi del tentativo fallito di colpo di stato del 1923 di Monaco, diviene in seguito il suo segretario e il secondo successore designato (dopo Göring).
Il 10 maggio 1941 Hess è protagonista di un misterioso volo sui cieli della Scozia; dopo essersi paracadutato al suolo è arrestato dagli inglesi e interrogato. È un tentativo individuale di negoziare un accordo con gli Alleati o è Hitler ad aver ordinato questa missione?
Inglesi e tedeschi mettono in discussione la sua sanità mentale e a Norimberga Hess viene condannato all’ergastolo (una condanna anch’essa fonte di numerose congetture poiché molto dura rispetto a quelle di altri gerarchi).
Nel 1987, alla vigilia di una sua probabile scarcerazione, Hess, ormai novantatreenne, viene trovato morto nella sua cella, forse suicida, forse ucciso.
Neppure sulla sua causa di morte, infatti, è stata fatta piena chiarezza. L'autopsia effettuata sul suo cadavere morto nel carcere berlinese di Spandau ha dimostrato che Rudolf Hess è morto per asfissia.