Il lupo artico, l’essenza del freddo

Il lupo artico si è adattato perfettamente alle rigide condizioni climatiche delle regioni più settentrionali del pianeta.

Conosciuto anche come lupo polare, il lupo artico è una sottospecie del lupo grigio (Canis lupus), l’unico ad avere questa colorazione interamente bianca.

Vivendo in territori ricoperti di ghiaccio e neve per gran parte dell’anno, il lupo artico sopporta agevolmente temperature al di sotto dello zero.

Vivono in branchi di 8-9 individui, imparentati tra loro. Sono attivi sia di giorno che di notte, ma per lo più sono animali diurni.

1. IL LUPO

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Il lupo ha sempre avuto con l’uomo un legame stretto e ambivalente: si dice che “o lo ami o lo odi”, ma non può lasciare indifferenti.

Anche le antiche popolazioni umane hanno sicuramente avuto un rapporto di competizione con questo carnivoro, di paura e timore, ma anche di venerazione, soprattutto in certe parti del mondo.

Osservando la cartina della sua distribuzione attuale, si nota come sia ampiamente diffusa nell’emisfero boreale, in particolare nelle zone più fredde, ma con presenze anche in aree più a sud, tra le quali l’India (patria de Il libro della giungla, in cui un branco adotta un bambino orfano) e la Penisola Arabica.

Con una distribuzione così ampia, sono inevitabili grandi differenze tra lupi provenienti da zone molto distanti tra loro, e per questo motivo al giorno d’oggi i ricercatori riconoscono numerose sottospecie valide del lupo.

Tra queste si ricordano: il lupo grigio europeo (Canis lupus lupus), dal classico manto grigio; il lupo messicano (C. l. baileyi), minacciato di estinzione; il lupo della Columbia Britannica (C. l. columbianus), di cui alcuni branchi sono specializzati nella pesca dei pesci sulle coste; il lupo grigio nordoccidentale (C. l. occidentalis), famoso per il progetto di reintroduzione che lo ha riportato nel Parco di Yellowstone (Usa).

Tra tutti, sicuramente uno dei più particolari e belli è il lupo artico (Canis lupus arctos).

Carta d’identità
Nome comune: lupo artico
Nome scientifico: Canis lupus arctos
Dimensioni: corpo lungo circa 1,80 m coda inclusa, peso attorno ai 70 kg
Dove vive: la sua distribuzione comprende la parte più settentrionale del Canada, corrispondente all’arcipelago artico delle Isole della Regina Elisabetta, e la Groenlandia
Segni particolari: pelo completamente bianco, molto folto, testa allungata
Habitat: frequenta ambienti molto aperti, senza alberi, freddi e ghiacciati (tundra)
Cosa mangia: principalmente buoi muschiati, caribù e lepri artiche.

2. GRASSOTTELLO È MEGLIO

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Gli individui di questa sottospecie (lupo artico) presentano dimensioni medio-grandi, con un’altezza alla spalla di circa 80 cm e una lunghezza di circa 1,8 m nei maschi (che, come in molti altri casi, sono più grandi delle femmine).

La colorazione del mantello, sempre molto folto e lungo, è interamente bianca, con sfumature più grigie tra la fronte e gli occhi.

Osservando la morfologia di questi lupi, si nota come le orecchie siano piccole in proporzione al corpo: questo adattamento è legato al freddo, perché padiglioni auricolari più grandi disperderebbero più calore.

Il lupo artico infatti, come suggerisce il nome, è distribuito in maniera abbastanza localizzata nell’Artico canadese, in particolare nell’arcipelago delle Isole della Regina Elisabetta.

In queste zone l’ambiente è completamente aperto, una tundra sconfinata senza alberi e cespugli, ricoperta di ghiaccio per gran parte dell’anno, e da muschi e licheni nei brevi periodi di disgelo.

Proprio le condizioni climatiche particolarmente rigide favoriscono grandi dimensioni nei mammiferi: nei lupi, ma anche negli orsi per esempio, gli individui originari di zone calde e meridionali sono più snelli e piccoli rispetto a quelli di zone fredde e settentrionali.

Questo fenomeno, noto in ecologia come Regola di Bergmann, è dovuto al fatto che il rapporto tra superficie e volume dell’animale diventa più favorevole all’aumentare delle dimensioni, perché permette di ridurre la dispersione del calore.

3. PREDE GRANDI, DENTI GRANDI

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Abbiamo visto che il colore del lupo artico (detto non a caso anche “lupo polare”) è bianco, con pochissima variabilità.

In altre sottospecie nordamericane, invece, si osservano regolarmente individui grigi e neri frammisti a quelli candidi.

Si tratta di un ulteriore adattamento alla tundra: il pelo bianco risulta meno visibile in un deserto di ghiaccio senza alberi che possano offrire nascondigli.

Altra caratteristica peculiare del lupo artico riguarda i suoi denti carnassiali, specializzati nello spezzare le ossa: sono mediamente più grandi di quelli di altri lupi, nonostante il muso appaia più snello e allungato (carattere quest’ultimo forse legato a ibridazione con il cane negli ultimi decenni).

Perché denti così grossi? La risposta sta nella sua dieta. I branchi di lupo artico, infatti, si spostano continuamente alla ricerca di prede, che sono spesso molto grandi.

Tra i principali obiettivi delle loro battute di caccia, infatti, si annoverano buoi muschiati, caribù e alci (e qualora li incontrino, anche giovani orsi polari), tutte prede particolarmente combattive e disposte a vendere cara la pelle.

Una volta abbattuta la preda, i lupi devono sfruttarla il più possibile, ed ecco che riuscire a spaccare anche i grossi femori con un morso permette di raggiungere fin l’ultimo frammento di midollo disponibile.

4. PERENNEMENTE IN MOVIMENTO

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Le dure condizioni ambientali della tundra non ostacolano solo i lupi, ma anche gli erbivori, che devono compiere lunghe migrazioni per trovare terreni con meno ghiaccio e neve, dove scavare alla ricerca di cibo.

I lunghi spostamenti delle prede, dunque, obbligano i predatori a seguirle di continuo, approfittando oltretutto di animali morti di stenti o di vecchiaia.

La conservazione di queste specie è strettamente legata alla loro dinamica di popolazione: quando aumentano i buoi muschiati, per esempio, i lupi si riproducono di più, mentre se i buoi muschiati diminuiscono, a causa magari di una stagione particolarmente rigida, anche i lupi ne risentono.

Recentemente, la loro fama di superpredatori è stata un po’ ridimensionata. Si nutrono ampiamente, infatti, anche di lepri artiche, lemming e uccelli di piccole dimensioni: un comportamento comprensibile per una specie opportunista che vive in un habitat ostile.

Come gli altri lupi, anche quelli artici vivono in branchi, in cui la coppia riproduttrice è l’unica a figliare, mentre gli altri individui, normalmente figli di cucciolate precedenti ormai cresciuti, fungono da helpers, cioè aiutanti nella caccia e nella crescita dei nuovi nati.

Vivendo in luoghi pianeggianti e privi di nascondigli sicuri, i lupi artici partoriscono normalmente i loro piccoli in cavità posizionate sotto grandi massi, che a volte vengono allargate scavando.

Quando i cuccioli diventano più grandi e abbandonano la tana, rimangono comunque nei dintorni, in un’area detta rendez-vous, cioè un luogo di ritrovo dove gli adulti portano pezzi di prede per alimentarli in vista dell’età adulta, quando tutti potranno spostarsi insieme.

Proprio per questo motivo, nel periodo riproduttivo i lupi diventano più stanziali, per poi ricominciare i propri spostamenti a largo raggio con l’arrivo dell’inverno, quando il sole non sorge mai.





5. CURIOSI PER NATURA

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In questi ambienti praticamente privi di uomini, i lupi non hanno avuto esperienze negative e quindi non li temono.

Esistono vari video su Internet in cui si vedono questi animali mentre si avvicinano alle persone, ci girano intorno e addirittura mordono oggetti negli accampamenti con curiosità.

Il famoso fotografo francese Vincent Munier (foto sotto) ha passato parecchio tempo con i lupi artici, che ispezionavano regolarmente il suo piccolo accampamento, facendosi fotografare anche da molto vicino.

In ogni caso si tratta di grandi carnivori, e come tali vanno rispettati e mantenuti a distanza: sono noti alcuni incidenti con ricercatori.

Un’ultima nota dai cartoni animati: in Balto, ispirato al cane che salvò un intero villaggio guidando le slitte a recuperare le medicine durante un’epidemia di difterite, si vede a un certo punto il protagonista disperso in una bufera di neve.

A un tratto compare un lupo artico, che come una sorta di spirito guida gli ricorda le sue origini lupine e lo incoraggia a continuare.

Balto, però, è ambientato a Nome, in Alaska, dove i lupi artici sono assenti. Sicuramente, però, la bellezza di questa sottospecie giustifica ampiamente la licenza poetica del lupo bianco nella tempesta.

 

CURIOSITA': IL LUPO DEI MONTI DI CASA NOSTRA
Il lupo appenninico (Canis lupus italicus, foto sotto) è la sottospecie presente in Italia: la sua colorazione non è mai bianca, ma grigia o al massimo rossastra; il corpo è meno massiccio e più slanciato.
Anche il peso è inferiore, arriva al massimo ai 45 kg circa, ma di solito è meno.
Il lupo appenninico è caratterizzato da una banda scura su ciascun arto anteriore, caratteristica che lo rende quasi unico tra tutte le popolazioni di lupo del mondo.








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