Meglio il cane o il gatto2-800x400

Meglio il cane o il gatto?

Fido ci comprende e ci ama più di Felix, ma quest’ultimo vive più a lungo ed è più abile nella caccia. Parola di scienziati.

Uno dice: “I cani sono più affettuosi”. L’altro replica: “Non è vero, i gatti sono più indipendenti”. “Fido è superintelligente”. “Macché, Felix è così astuto che se ne infischia di dimostrarlo”.

Non se ne esce: o stai da una parte, o dall’altra.

Come destra e sinistra, atei e credenti, vegetariani e carnivori, il mondo è spaccato tra due schieramenti opposti che da sempre s’azzuffano su quale sia il miglior animale domestico.

Una sfida forse impossibile dato che loro, gli eterni rivali quadrupedi, sono due specie così diverse da sfuggire a facili comparazioni.

Ma, al di là delle preferenze personali (per cui il cucciolo di casa resterà comunque insuperabile), che cosa dice la scienza?

Abbiamo analizzato cani e gatti da diverse angolazioni, alla luce delle più recenti ricerche. Ciascuna fazione troverà valide argomentazioni pro domo sua.

Ma alla fine di questo duello all’ultima zampa, abbiamo decretato che il vincitore è…

1. Intelligenza e legame affettivo

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  • Intelligenza
    Esistono centinaia di studi sulle abilità cognitive dei cani.
    Nei test di matematica, dimostrano di distinguere le quantità, afferrano semplici concetti di aritmetica, si accorgono di errori come 1+1=1, o 1+1=3.
    Quando gli viene indicato un oggetto tra due vicini, s’indirizzano verso quello giusto (gli scimpanzé, per esempio, falliscono miseramente questo esercizio); sono capaci di formulare pensieri astratti, come distinguere differenti categorie di immagini (paesaggi o altri animali).
    Intuiscono le emozioni altrui, per esempio riconoscono se un viso è arrabbiato o felice, e percepiscono persino l’intonazione nel linguaggio.
    Non c’è dubbio: a confronto con i cani, i gatti sembrano più tonti.
    Un esperimento condotto da Ádám Miklósi, etologo ungherese e pioniere negli studi della mente animale, ha messo alla prova la rispettiva capacità di risolvere problemi: di fronte a una cloche di cibo incastrata sotto uno sgabello, cani e gatti intuivano che dovevano spingerla fuori per sollevarla e mangiare.
    In un secondo momento, la cloche è stata legata ai piedi della sedia. I cani, dopo qualche tentativo, capivano che il compito era impossibile e guardavano i ricercatori in cerca di aiuto.
    I gatti continuavano imperterriti ad adoperarsi per raggiungere la pappa, invano. Tuttavia, secondo Miklósi, la mente dei gatti sarebbe ancora una scatola chiusa per la scienza e la loro intelligenza tutta da capire.
    Quando vogliono, del resto, a questi felini l’astuzia non manca.
    Come ha scoperto Karen McComb, ricercatrice della University of Sussex, per soddisfare i propri desideri, i mici manipolano i loro padroni, esibendosi in un miagolio misto a fusa che ricorda il pianto prolungato del neonato e risulta “irresistibile” per l’orecchio umano. E subito si vedono riempire la ciotola di croccantini.
    Come ha insegnato Charles Darwin, l’intelligenza è una funzione adattativa, cioè ciascuna specie si specializza in ciò di cui ha bisogno per sopravvivere.
    Cani e gatti, però, brillano per propensioni differenti. In un labirinto i cani trovano facilmente la via d’uscita, motivati dall’aspettativa della ricompensa.
    Ai gatti non importa niente, ogni vicolo cieco potrebbe nascondere una potenziale preda. Però, in un test per cavare un ragno dal buco, i cani uscirebbero miseramente sconfitti. Come per le persone, insomma, non esiste una sola forma d’intelligenza.
  • Legame affettivo
    Guaisce se te ne vai, ti aspetta mogio sulla porta, e finalmente, quando rientri, ti lecca, scodinzola e fa le feste. Secondo molti esperti, il rapporto tra il cane e il padrone è simile a quello di un bimbo verso la mamma.
    I gatti, si sa, ostentano maggiore indifferenza. Ciò non significa che siano meno affezionati. O forse sì?
    Secondo una ricerca condotta da Paul Zak, neuroscienziato della Claremont Graduate University, negli Stati Uniti, in effetti i cani ci amerebbero cinque volte di più dei piccoli felini.
    A stabilirlo sono i livelli di ossitocina nel sangue, l’ormone dell’attaccamento: dopo aver giocato con i loro padroni, il prelievo ematico nei cani registra il 57% di ossitocina in più, contro “appena” il 12% dei gatti.

2. Longevità

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Che abbiano sette vite è solo un detto, ma di certo i gatti vivono più a lungo dei loro avversari: 15 anni l’aspettativa media, contro i 12 dei cani.

Il record di anzianità l’ha battuto Creme Puff, un felino americano da Guinnes dei primati, morto alla venerandissima età di 38 anni, più del doppio dei suoi simili e ben oltre il matusalemme dei cani, Bluey, un australian cattle dog arrivato a 29.

La domanda è: perché? Come mai i gatti sono più longevi? Ci si aspetterebbe il contrario, poiché in generale teoria vuole che gli animali più grandi (in questo caso, i cani) tendano a vivere di più.

Del resto, è strano che i cagnolini di piccola taglia superino spesso in vecchiaia quelli di stazza maggiore: per esempio, il levriero irlandese, un gigante di 70 chili di pelo, raramente va oltre i 7 anni, invece il minuscolo papillon, con i suoi 4 chili scarsi, può giovarsi di 10 anni in più.

Steven Austad, studioso di biogerontologia (cioè, degli aspetti biologici legati all’invecchiamento) alla University of Alabama spiega così queste eccezioni alla regola.

I cani sarebbero svantaggiati perché i loro antenati, i lupi, sono animali sociali, che vivono in branco e rischiano più facilmente di trasmettersi malattie infettive che accorciano la vita, mentre i felini selvatici, da cui i gatti discendono, sono predatori solitari ed estremamente abili a guardarsi dai pericoli.

Le diverse longevità tra le razze canine (molte delle quali hanno meno di 200 anni, troppo poco per chiamare in causa pressioni evolutive) potrebbero invece dipendere da questioni ormonali.

Il fattore di crescita IGF-1, un ormone prodotto dal fegato e che è responsabile della grandezza dell’animale, è stato già collegato a un accorciamento della vita in altre specie.

Per di più, i cani grossi tendono a crescere in fretta e a sviluppare più problemi di salute, come la displasia dell’anca nei pastori tedeschi o i tumori, molto frequenti nei San Bernardo.

La buona notizia è che tutti, cani e gatti, godono oggi di vite più lunghe di quanto abbiano mai avuto: l’aspettativa dei cani è raddoppiata negli ultimi 40 anni e i mici domestici vivono quasi il doppio di quelli selvatici. Merito di una dieta migliore e delle premurose cure umane.

3. Super-sensi e cervello

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  • Super-sensi
    Il naso dei cani è formidabile, al punto che saprebbero fiutare tumori in fase precocissima.
    I segugi da caccia, il cui odorato è incredibilmente sviluppato, possiedono fino a 300 milioni di recettori olfattivi, contro appena 5 milioni di una persona.
    Tuttavia, i gatti si difendono alla grande: il loro musetto vanta circa 200 milioni di cellule olfattive, quanto (e spesso più) di molte razze canine.
    Per l’udito, invece, le “tigri” di casa non temono rivali. Detestano i rumori forti perché sentono a un volume triplicato rispetto a noi.
    La loro banda acustica va dai 45 hertz (corrispondente ai bassi musicali) fino 64 mila hertz (ultrasuoni, onde che viaggiano più veloci del suono, impossibili da captare per il timpano umano), mentre lo spettro di frequenze percepibili dal cane è più ristretto, da 65 a 45 mila hertz.
    Passiamo alla vista: entrambi gli animali distinguono poco e male i colori, tuttavia, da bravi cacciatori, sono straordinariamente abili nel rilevare i movimenti e mettere a fuoco in scarse condizioni di luce, grazie a un numero più elevato di fotorecettori chiamati bastoncelli.
    Un cane può seguire un’azione del suo padrone fino a 900 metri di distanza (mentre i gatti sono miopi e oltre i sei metri non riescono a mettere a fuoco).
    D’altra parte, grazie alle pupille flessibili e a una sorta di “specchietto riflettente” dietro la retina chiamato tapetum lucidum, al buio Felix è impareggiabile: vede sei volte meglio di un essere umano, mentre i cani “solo” cinque.
  • Cervello
    I cani hanno un cervello più grande, non solo in assoluto (64 grammi in media, contro appena 25 grammi dei rivali), ma anche in proporzione al corpo: mentre nel gatto la massa cerebrale rappresenta lo 0,9% di quella corporea, nel cane è l’1,2%.
    Un vantaggio intellettivo destinato ad accentuarsi sempre di più.
    Secondo una ricerca dell’Università di Oxford, la materia grigia dei cani (come di altri animali di gruppo: scimpanzé, delfini, cavalli...) è costantemente aumentata nel corso dell’evoluzione per via delle interazioni sociali, e il ritmo di crescita cerebrale sta accelerando da quando convivono con gli esseri umani.
    Sembra che niente alleni di più il cervello della (buona) compagnia.
    Al contrario, la testa dei gatti, individualisti per natura, abituati ad agire da soli, è rimasta immutata dalla domesticazione in poi.
    Tuttavia, i mici possono prendersi una rivincita, vantano circa il doppio dei neuroni nella corteccia cerebrale, la struttura deputata alle funzioni cognitive complesse: 300 milioni, contro appena 160 milioni di Fido. La sfida su chi sia il più intelligente è dunque aperta.

4. Capacità atletiche e comprensione linguistica

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  • Capacità atletiche
    Chiedersi chi sia fisicamente più prestante tra cani e gatti non ha senso.
    Sarebbe come stabilire se sia più atletico un maratoneta o un centometrista.
    Il cane è un animale di resistenza: per imprinting genetico si procaccia il cibo inseguendo la preda per lunghi tratti, fino a sfiancarla e assalirla.
    Al contrario il gatto, come tutti i felidi, è un animale di scatto e di velocità, che caccia avvicinandosi furtivo, per poi sferrare l’attacco in un batter d’occhio.
    Così, il gatto ha riflessi incredibilmente rapidi, con cui neppure il più sveglio dei cani può competere, ma non sopporterebbe mai le scorribande al parco o in spiaggia (né potrebbe importargliene di meno).
    I cani, invece, amano il jogging, al punto che recentemente a Elkmont, in Alabama, una femmina di bloodhound, vedendo un gruppo di corridori ai nastri di partenza, non ha resistito: si è unita e ha percorso tutta la mezza maratona con loro.
    È arrivata settima, tagliando il traguardo dopo quasi 22 chilometri in un’ora, 32 minuti e 56 secondi, e conquistandosi di diritto la sua medaglia.
    Sulle distanze orizzontali Fido vince, ma quando si tratta di arrampicarsi è Felix il migliore, un agile trapezista, dotato di efficienti sistemi di ammortamento e di un sofisticato organo dell’equilibrio. Sì, è vero: casca sempre in piedi.
  • Comprensione linguistica
    Non è un’impressione, il tuo cane capisce davvero quello che dici. In media, un qualsiasi esemplare può comprendere circa 165 parole, come un bambino di due anni, e i più dotati possono arrivare a 200-250 termini.
    A stracciare ogni record è stata Chaser, una genietta di border collie. Addestrata dai suoi padroni, due ricercatori del Wofford College di Spartanburg, in South Carolina, ha acquisito un vocabolario di ben 1.022 nomi: riusciva a recuperare qualsiasi oggetto in un mucchio di cose solo sentendolo pronunciare.
    E i gatti? Per la loro indole poco collaborativa e recalcitrante ai comandi, sono soggetti difficilissimi da studiare. È più facile istruire un pesce, che insegnare qualcosa ai piccoli felini.
    Secondo alcune stime, capirebbero alcune decine di parole. Tuttavia, si può star certi che Felix riconosce la voce del padrone (anche se sceglie di ignorarla finché non ha voglia di schiodarsi dal divano, per esempio).
    Un gruppo di ricercatori giapponesi ha monitorato le reazioni di 20 mici domestici mentre udivano le voci registrate di tre estranei e del loro proprietario.
    Analizzando i movimenti di testa, coda, zampe e orecchie, la dilatazione delle pupille, vocalizzi e miagolii, è emerso che distinguevano palesemente il richiamo del padrone. Bisogna accontentarsi, e non chiedere loro pure di obbedire.





5. I cani danno più sex appeal al padrone, gatti (e cani) neri, and the winner is...

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  • I cani danno più sex appeal al padrone
    Se vuoi rimorchiare, fatti un cane. L’insolito suggerimento arriva dai ricercatori dell’Università del Nevada, secondo i quali avere un cagnolino renderebbe più sexy e attraenti, specialmente gli uomini.
    È emerso da un sondaggio che ha coinvolto più di 1.200 single in cerca dell’anima gemella, iscritti al sito di incontri Match.com.
    I risultati, riportati sulla rivista Anthrozoos, indicano che le donne si dichiarano doppiamente interessate a una storia romantica se lui possiede un amico a quattro zampe, perché lo considerano più affidabile e premuroso.
    L’interazione con Fido viene interpretata come una sorta di anticipazione sul futuro comportamento con i figli. I gatti non suscitano lo stesso interesse nelle potenziali corteggiatrici, forse perché non richiedono le stesse attenzioni dei cani.
    Alle donne, invece, un animale domestico fornisce meno potere seduttivo, ma la preferenza resta a favore delle signorine con il guinzaglio in mano.
  • Chi ha paura dei gatti (e dei cani) neri?
    La scaramanzia, purtroppo, può avere ripercussioni pesanti sui cuccioli che aspettano di trovare un padrone.
    Una ricerca americana, apparsa sul Journal of Applied Animal Welfare Sciences, ha analizzato le adozioni di quasi 900 mici in vendita, verificando che quelli con il pelo corvino ricevevano molti meno “like” e restavano più a lungo invenduti.
    In un altro studio dell’Università della California, a Berkeley, è emerso che le persone tendono a giudicare il carattere dei piccoli felini in base al colore del mantello: così, i gatti arancioni o bicolore sono ritenuti più amichevoli, quelli bianchi pigri, timidi e calmi, i tigrati intolleranti e quelli neri più misteriosi o asociali.
    I ricercatori, però, avvertono che questi stereotipi sono infondati. A lungo si è sospettato che questa forma di “razzismo quadrupede” colpisse anche i cani scuri, percepiti come più aggressivi di quelli beige o chiari, e quindi più spesso lasciati nei canili.
    Tuttavia, un’analisi di Christy Hoffman, esperta di comportamento animale del Canisius College americano, sembra fugare la paura: dopo aver analizzato per quattro anni più di 16 mila adozioni canine, non ha trovato riscontro alla cosiddetta “sindrome del cane nero”.
  • AND THE WINNER IS...
    Chi è meglio, allora, tra cani e gatti? Dipende. Ognuno dei due è il migliore a modo suo.
    Tuttavia, SE UN VINCITORE VA DECRETATO, LA NOSTRA SCELTA RICADE, EGOISTICAMENTE, SUI CANI. Perché sanno fare molte più cose.
    Che lo facciano per compiacerci o perché siano effettivamente più smart, che si rendano più utili rispetto ai gatti è un dato di fatto: sanno fare la guardia, tenere lontani i ladri, trovare tartufi, guidare un cieco, scovare bombe, esplosivi, droga e naturalmente prestare soccorso in situazioni estreme, come i terremoti.
    Opinabile, certo. Del resto, le fusa di un gatto accoccolato sulle gambe per molti non hanno prezzo...








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