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La pesca sportiva in mare

La pesca viene essenzialmente intesa come "cattura" degli animali acquatici.

Nella preistoria, gli uomini primitivi, per catturare i pesci, non avendo altri mezzi "artificiali", si servivano delle mani.

Chiaramente la mano dell'uomo, benché allenata, è adatta solo alla cattura di una cera specie di pesci, come ad esempio i molluschi, soprattutto gasteropodi (chiocciole) e lamellibranchi (ostriche, mitili, canestrelli), che si muovono poco nei fiumi e sui litoranei marini o che si trovano attaccati alle rocce. La prima arma usata dall'uomo primitivo, fu il "pugno", che egli usò sia per la pesca, che per la caccia.

Il pugno è formato da un blocco di selce di forma ovale; si pensa che venisse lanciato contro i pesci nuotanti in superficie. L'uomo delle caverne cominciò ad usare selci sempre più appuntite ed affilate fissate alle estremità di aste di legno, assumendo diverse lunghezze e forme.

Ma la scoperta che rivoluzionò il campo della pesca fu l'invenzione dell'amo. I primi ami furono di selce a forma di losanga, oppure di osso, con un foro per il filo. La punta dell'amo veniva coperta da un'esca, che, una volta mangiata dal pesce, gli si conficcava nella bocca.

Sembra che le prime esche siano state dei pezzi di conchiglia o di osso, lavorati in modo tale da assumere le sembianze di un piccolo pesce. All'epoca delle abitazioni su palafitte, non solo si perfezionarono gli ami, ma si elaborò anche una trappola per catturare i pesci vivi: la rete. In seguito si costituì un'altra trappola, più ingegnosa della rete: la nassa.

Con queste ultime due invenzioni si piazzavano degli sbarramenti nei fiumi per costringere i pesci ad incapparci dentro. Questa potrebbe essere stata l'origine della pesca industriale o produttiva a favore di gruppi di famiglia.

Ancora oggi vengono tutte adoperate queste scoperte primitive di "armi" da pesca. C'è da dire però, che, mentre allora la pesca costituiva una delle principali fonti di sostentamento, oggi si pratica anche per sport.

Oggi, infatti, parleremo proprio di pesca sportiva in mare, cioè quella che si pratica usando determinati attrezzi e subordinando il metodo di pesca ad una certa etica e disciplina; la pesca dilettantistica, cioè quella praticata per diletto o passatempo.

1. La pesca sportiva

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Il significato di pesca sportiva è quello di prendere i pesci con un determinato tipo di attrezzatura.

Una volta, gli antichi si servivano solo bella canna, della lenza e dell'amo, che erano i 3 elementi basilari. Oggi, invece, si è aggiunto un altro componente: il mulinello. Pertanto la pesca sportiva è quella che viene effettuata con canna, lenza, ami e mulinello nei canoni ben precisi di uno sport.

Per il pescatore sportivo, quindi, la cosa più importante non è la cattura del pesce di per sé ma che il pesce sia stato catturato in un determinato modo, seguendo le regole dello sport. È pure importante che il pesce sia un pesce sportivo, il che vuol dire valido agli effetti dello sport, tenendo conto delle sue dimensioni e delle sue qualità combattive.

Tutte le tecniche di pesca sportiva in mare provengono dagli Stati Uniti e così anche le moderne attrezzature e l'inquadramento dato ai vari metodi di pesca sportiva.

La pesca sportiva in mare, nella forma corretta, si articola oggi nelle seguenti categorie:
a) pesca dalla riva o dalla terraferma che include i seguenti metodi: il lancio normale che può essere del tipo spinning o casting a seconda che il lancio venga praticato usando un mulinello a tamburo fisso, o un mulinello a tamburo rotante; il lancio del tipo surf-fishing, cioè quello di lanciare esche dal surf; il lancio con attrezzi da mosca da mare; la pesca di posta di fondo o di posta di deriva;
b) pesca dall'imbarcazione costiera, che include i seguenti sistemi: pesca di lancio normale; pesca di lancio con la mosca; pesca di lancio di tipo surf-fishing; pesca alla traina di superficie e di fondo; pesca di posta fissa o di posta di deriva;
c) pesca dall'imbarcazione alturiera, che si divide in 2 rami fondamentali: il big game fishing e l'offshore fishing e si articola inoltre nelle 3 seguenti tecniche:

  1. pesca alla traina;
  2. pesca di posta fissa;
  3. pesca di posta di deriva.

2. Pesca dalla riva (lancio normale) e Surf-fishing

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La pesca dalla riva viene esercitata con canne da lancio di due tipi, ossia spinning e casting, che generalmente sono canne che si adoperano in acque dolci ed hanno una potenza pari varia.

La differenza tra le due canne sta nel fatto che la canna da spinning è idonea ad essere adoperata con il mulinello da lancio a tamburo fisso, mentre la canna da casting è indicata invece per lanciare con un mulinello a tamburo rotante.

La canna da casting è diversa da quella da spinning, perché ha il manico corto e una lunghezza minore del cimino. Questa canna è particolarmente adatta per lanciare esche con il mulinello da lancio a tamburo rotante. La suddetta attrezzatura è molto comune in America, in Inghilterra e nei paesi scandinavi; è invece sconosciuta nell'Europa continentale: italia, Francia, Germania eccetera.

Ciò si deve alla notevoli difficoltà che presenta il lancio con il mulinello a tamburo rotante, che equivale al lancio di tipo casting. Infatti, l'attrezzatura da casting può essere usata in modo corretto dopo una notevole esperienza, che si ottiene solo dopo un lungo addestramento.

La pesca di lancio prevede l'uso di esche artificiali di vario tipo; subito dopo aver eseguito il lancio, la lenza viene recuperata nel mulinello, in modo che all'esca sia impresso quel necessario movimento che le consente di apparire interessante agli occhi del pesce.

Nel Mar Mediterraneo, la pesca di lancio non viene molto impiegata, a differenza delle acque tropicali e sub-tropicali. In tali acque si possono catturare pesci in grandi quantità di svariate dimensioni, con spigole, trote, barracuda ecc.

Il Surf-fishing è uno dei più importanti tipi di pesca, sia sotto il profilo sportivo, che atletico, poiché impegna parecchio il pescatore. Il metodo del Surf-fishing consiste nel lanciare un'esca in zona Surf, cioè quella fascia di mare di fronte la riva dove si forma l'onda, che poi si estingue sulla battigia.

L'avvicendarsi delle onde, le correnti che esse provocano sul fondale e la concomitante presenza delle maree, provocano sul fondo una costante turbolenza che dà origine alla famosa catena alimentare marina.

Il fondo stesso e ciò che risiede su di esso, crostacei, molluschi, piccoli pesci ecc., vengono trascinati in un moto vorticoso; la presenza di questi piccoli animali marini attrae i pesci un po' più grandi, che trovano condizioni favorevoli per cibarsi.

Gli attrezzi del metodo Surf-fishing consistono in una canna da lancio particolarmente lunga con un manico ugualmente lungo (da 75 a 85 cm), con doppia impugnatura, in quanto il lancio viene sempre seguito con 2 mani. Esistono due tipi di canne dal lancio: quella per il lancio di tipo casting, che si accompagna al mulinello a tamburo rotante e quella per il lancio di tipo spinning, che si accompagna al mulinello a tamburo fisso.

La differenza riguarda gli anelli guida delle canne che nello spinning sono più grandi e inoltre la posizione della sede per il mulinello; infatti, il mulinello a tamburo rotante lavora sopra la canna, mentre quello a tamburo fisso lavora sotto.

Al Surf-fishing appartengono 3 categorie di attrezzi: la leggera, la media e la pesante, che a loro volta determinano omonime classi differenti.

Il Surf-fishing, preferibilmente, viene praticato sulle spiagge, dove vi è un fondale sabbioso o cosparso di ciottoli e si rivela più favorevole se vi sono delle buche, degli avvallamenti, dei canali o delle secche. Con il Surf-fishing, possono essere catturati merluzzi, ricciole, sgombri giganti, tonni da branco, spigole giganti ed altri. Le esche possono essere naturali o, in alcuni casi, anche artificiali.

3. Pesca con mosca dalla terraferma, pesca di fondo e di posta di deriva, e pesca costiera dall'imbarcazione

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Di solito il metodo di pesca con mosca dalla terraferma viene praticato dal bordo di un'imbarcazione, ma in certe acque si possono ottenere buoni risultati anche pescando dalla riva.

Le canne sono come quelle usate, di solito, per la pesca nelle acque dolci per catturare i salmoni, con la differenza di essere più robuste e costruite esclusivamente per il mare. I mulinelli sono più grossi di quelli adoperati per i salmoni sono dotati di freno. La coda di topo è di un modello speciale che può essere del tipo affondante, che è il più usato, o del tipo galleggiante.

Questa coda di topo ha il peso distribuito in avanti per rassicurare lanci più rapidi e più lunghi; misura generalmente una decina di metri ed è seguita da una certa quantità di lenza di dacron, chiamata "backing line". I terminali, chiamati "setali" sono lunghi circa 70 - 80 cm e sono costruiti in monofilo di nylon.

Le mosche sono anch'esse simili a quelle usate per i salmoni grossi, ed hanno colori singoli come bianco, rosso, giallo ed arancione, oppure sono bicolori (bianco-rosso). In Europa la pesca a mosca in mare è quasi sconosciuta; viene praticata, invece, in Inghilterra e in Irlanda da esperti pescatori professionisti.

La pesca di fondo e di posta di deriva viene praticata nei mari europei per la cattura di piccoli pesci, come cefali, orate, saraghi ecc. Questo tipo di pesca viene effettuata lungo le banchine dei moli, sulle dighe e sui promontori di facile accesso; gli attrezzi usati sono le lunghe canne usate nelle acque dolci e i mulinelli comuni a bobina fissa, anch'essi di acque dolci.

Le esche usate sono venni di sabbia o di fango, polpa di crostacei ecc. La pesca di posta è un tipo di piccola pesca che si effettua in due versioni, ossia sul fondo lanciando l'esca in mare con un piombo che la trascina sul fondale o in deriva, oppure lanciando la stessa esca e lanciandola poi andare alla deriva in superficie o a mezz'acqua con l'ausilio di un galleggiante.

Questa seconda versione è più indicata per catturare cefali e occhiate. La suddetta pesca ottiene maggiori e migliori risultati nei mari tropicali e subtropicali.

Per la pesca costiera dall'imbarcazione, gli attrezzi non si differiscono molto da quelli usati nella terraferma, ma la quantità dei pesci da catturare è maggiore e inoltre cambia anche la mole dei pesci, perché dalla barca si possono catturare pesci più grossi come: ricciole, barracuda, spigole, sgombri giganti ecc..

Una gamma, quindi, particolarmente vasta di pesci sportivi sia di habitat costiero come alturiero, che però nella stragrande maggioranza sono presenti in acque tropicali o subtropicali. In questo tipo di pesca si usa la tecnica del sali scendi dell'esca (jigging), che soprattutto viene praticata negli Stati Uniti.

4. Pesca di traina costiera, pesca costiera di fondo o di deriva dall'imbarcazione, e pesca sportiva d'altura

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La pesca di traina costiera viene effettuata sia in superficie, che a fondo. È chiamata pesca di traina perché si trascina, tramite la lenza, un'esca che può essere artificiale o naturale, a poppa di un'imbarcazione facendola lavorare in superficie o in profondità.

Se si vuole usare un'esca artificiale, basta montare un pesce intero su uno o due ami. La pesca costiera di traina praticata nel Mediterraneo, riguarda pesci di piccola taglia, quali aguglie, occhiate, sgombri ecc. 

La traina di tipo costiero di superficie si pratica, presso a poco, a distanze inferiori alle 5 miglia dalla costa, servendosi di canne da traina di tipo leggero sulle 12-2030 libbre di potenza, lenze con carico di rottura equivalente e mulinelli non superiori alla misura 4/0.

Per la traina la in profondità, invece, si usano lenze metalliche in acciaio inossidabile (monel) oppure, certi apparecchi chiamati "outrigger" subacquei, che in entrambi i casi portano le esche a lavorare in profondità fra il 20 e i 40 metri. Con questo tipo di pesca si possono catturare dentici, cernie (che sono pesci che vivono solo sul fondo), spigole, ricciole ecc.
 

La pesca costiera di fondo o di deriva dall'imbarcazione è un settore che riguarda la pesca di tipo dilettantistico con lenze a mano. Con questo tipo di pesca, nel Mediterraneo, possiamo catturare pesci di piccola taglia, come: orate, saraghi, occhiate, fragolini ecc.
 

La pesca sportiva d'altura si divide in 2 rami: il big game fishing, dove si catturano pesci al di sopra dei 100 kg e l'offshore fishing, che si pratica in alto mare, dove si catturano pesci al di sotto dei 100 kg.

Nella categoria del big game fishing rientrano i suddetti tipi di pesce: i tonni giganti, i pesci vela del Pacifico, i grossi Marlin azzurri e neri, gli squali di grossa taglia, certe cernie giganti del peso di vari quintali e i pesci spada.

Invece, nella categoria dei pesci che alimentano la pesca sportiva d'alto mare rientrano: i tonni da branco di varie specie, le lampughe, i wahoo, i pesci vela dell'Atlantico, i Marlin bianchi e quelli a strisce, alcune specie di squali che non hanno enormi dimensioni, le aguglie imperiali ed altri pesci di varie specie.

In sostanza, la pesca d'altura si distingue dalle altre, non per la lontananza da cui si deve praticare, ma per la mole dei pesci che essa si prefigge di insidiare. Questo tipo di pesca nacque in California verso la fine del 1800, infatti è da ritenere uno sport prettamente statunitense.



5. La pesca dilettantistica

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La pesca dilettantistica viene praticata da persone che non sono dei professionisti ma che si dilettano, comunque, a pescare con attrezzi di estrazione commerciale. Lo scopo di questi pescatori sta nel catturare una grande quantità di pesci di alto valore commestibile, senza preoccuparsi del sistema con cui viene effettuata la cattura.

La maggior parte dei pescatori preferisce la pesca dilettantistica di pesce minuto, molto pregiato dal lato gastronomico, ma spesso di nessun valore sul piano sportivo. Gli attrezzi che usano questi pescatori non sono da elencare perché essi adoperano quelli che gli permettono di catturare il maggior numero di pesci e di rientrare nelle possibilità di maneggiarli, nonché nelle possibilità economiche di acquistarli e mantenerli.

Tutt'altro che facile si rileva, quindi, ogni tentativo di inquadrare organicamente questa attività e ci si deve giocoforza riferire ai metodi di pesca commerciale dei professionisti.

Possiamo elencare i metodi di pesca nel seguente ordine:

  • pesca con armi, che consiste nel colpire e uccidere il pesce generalmente con un'arma da taglio (prevede l'uso di armi costituite soprattutto da arponi ho fiocine di tipo manuale o arponi lanciati per mezzo di armi da fuoco).
  • pesca per mezzo di varie trappole, come ad esempio le nasse ho le tonnare.
  • pesca di attrazione data da una fonte luminosa accompagnata da cattura con reti di circuizione o di raccolta, ed anche con il fiocinamento del pesce.
  • pesca con ami e lenze, di tutti i tipi.
  • pesca con varie reti: di posta, di circuizione, di strascico, di lancio e di sollevamento.
  • pesca di stupefazione o pesca con elettricità, detta così perché avviene per mezzo di scariche elettriche.
  • pesca mediante animali addomesticati.
  • pesca con le mani.

 

I dilettanti si servono: della semplice lenza a mano munita di un finale con uno o più bracciali ed ami; dei palamiti sia di fondo che di superficie, basta che abbiano delle dimensioni ridotte; delle lenze a mano di traina rudimentali (usate soprattutto per la pesca di fondo); di reti con piccoli tramagli, reti di posta, reti di sollevamento e reti di lancio.

Molti sistemi di pesca praticati dai dilettanti, non si possono confrontare con quelli praticati dai professionisti, sia per l'alto costo del materiale che per la difficoltà di impiego; infatti, se come esempio prendiamo la pesca con reti di circuizione su grande scala, vediamo che non è possibile ai dilettanti, a meno che non si tratti di una piccola pesca con scafi di pochi metri (non grandi imbarcazioni come quelle professionali), muniti di lampare e reti di circuizione lunghe solo alcune decine di metri.

Per quanto riguarda i palamiti, fra i dilettanti, predominano quelli leggeri e poco complessi, lunghi qualche centinaio di metri, con i quali si catturano piccoli pesci di habitat costiero, particolarmente i saraghi.

Nel campo della pesca con semplici lenze ed ami, il panorama è dominato dal sistema del bolentino, contrariamente alla pesca dalla riva con lenza a mano, che una volta era molto popolare; oggi tende invece a scomparire (almeno nelle acque del Mediterraneo) data la sua scarsa produttività, dovuta forse anche all'inquinamento.

Nel campo della pesca con le reti, i dilettanti si servono soprattutto della rete di sollevamento chiamata "bilancia" e di piccoli tramagli o reti di posta. Alcune di queste bilance sono congegni estremamente sofisticati, aventi un sistema di elettrificazione totale che permette al pescatore di spingere solo il pulsante di un interruttore.

Per quanto riguarda i tramagli e altri tipi di reti da posta, vengono sistemati alla sera e ritirati all'alba per realizzare catture di saraghi, marmore e in genere pesci di scoglio.

Le reti a strascico sono anche usate dai dilettanti, pur essendo un attrezzo, dato il suo costo, riservato solo ai professionisti. Chiaramente, quelle usate dai dilettanti, hanno dimensioni modeste ma sempre molto costose; esse hanno bisogno di un peschereccio attrezzato per essere trainate.

Per quanto riguarda la pesca di stupefazione cioè pesca con l'elettricità, neanche a livello professionale è molto conosciuta nelle acque del Mediterraneo. La pesca con le mani non si può attuare nei mari europei, ma è possibile realizzarla negli atolli dell'oceano Pacifico, in acque tropicali o subtropicali.

Non è difficile perché durante il periodo dell'alta marea, i pesci entrano nelle insenature e vi rimangono imprigionati fino al periodo della bassa marea, quindi prenderli diventa molto facile. La pesca con ami è considerata un metodo di pesca estremamente difficile, però è sempre stata meta ambita dai pescatori dilettanti, soprattutto nel caso dell'arpione lanciato a mano.






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