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Portogallo: 5 giorni importanti che hanno cambiato il paese

Situato all’estremità sud ovest dell’Europa, tra l’Atlantico ed il Mediterraneo, il Portogallo è un paese meraviglioso, vivo e vibrante, vario e amichevole, con un patrimonio culturale unico; pensate che la presenza di esseri umani in Portogallo 30.000 anni fa, è attestata da incisioni rupestri; un paese che ha saputo svilupparsi pur conservando il senso della propria storia e delle proprie tradizioni.

Il nome Portogallo, come forse si evince, deriva dal nome romano della città di Porto Cale, attuale Porto. Da secoli pur così piccolo il Portogallo gioca un ruolo nella storia del mondo. Favorito da questa particolare posizione nel corso dei secoli, il piccolo regno del Portogallo riuscì ad acquisire una notevole esperienza marinara che gli permise di costruire un vasto dominio coloniale, con possedimenti in tutti i continenti.

Il Portogallo è anche un paese di bella musica, ottimo vino, persone ospitali, patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO e dove la passione dei portoghesi è assaporare la vita lentamente. Un luogo che non si può non visitare almeno una volta nella vita.

Ma vediamo da vicino 5 giorni storici e di primaria importanza che hanno contribuito a formare l'essenza di questo straordinario paese.

Nome ufficiale: República Portuguesa, República Pertuesa
Nome completo: Repubblica Portoghese
Forma di governo: Repubblica parlamentare
Capitale: Lisbona  (547.631 abitanti)
Superficie: 92.391 km²
Popolazione: 10.487.289 abitanti
Densità: 113,50 ab./km²
Lingua: portoghese e mirandese (lingua co-ufficiale assieme al portoghese nel Distretto di Bragança, parte della regione del Trás-os-Montes e Alto Douro)
Religione: Cattolici 81% e altri 19%
Moneta: Euro

1. Battaglia di Aljubarrota - 14 Agosto 1385

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La battaglia di Aljubarrota nel Portogallo centrale, combattuta il 14 agosto 1385, è considerata dai portoghesi la più importante della loro storia. Giunse in un momento in cui era a rischio l'esistenza stessa del Portogallo come regno indipendente: re Ferdinando di Borgogna, detto O Formoso od O Belo (il Bello, per la bellezza física) era morto nel 1383, lasciando la figlia Beatrice come unica erede legittima.

Il marito di Beatrice, re Giovanni (Juan) di Castiglia, reclamò l'annessione del Portogallo. Temendo il dominio castigliano, molti portoghesi appoggiarono la candidatura alternativa di un fratello illegittimo di Fernando, Giovanni (João), Gran Maestro dei cavalieri di Aviz. La contesa si legò alla Guerra dei cent'anni: l'Inghilterra sostenne João, la Francia invece si schierò con Juan.

L'esercito portoghese comprendeva anche soldati e arcieri inglesi e, poiché a fianco dei castigliani avanzavano i cavalieri francesi, non sorprende che il corso della battaglia abbia seguito da vicino quello degli scontri anglo-francesi di Crécy e di Poitiers. Il generale di João Nuno Alvarez Pereira si attestò in formazione difensiva, con i fanti al centro e gli archi lunghi sui fianchi. Una serie di fossati davanti alle linee le proteggevano dalle cariche di cavalleria.

I francesi caricarono comunque, con esito disastroso. In serata, le sorti della battaglia volgevano a favore dei portoghesi. La ritirata castigliana si tramutò in rotta quando le truppe vennero aggredite dai contadini locali. João ottenne la corona del Portogallo e fondò la dinastia d'Aviz, che governò il paese per i 3 secoli successivi.

2. Trattato di Tordesillas - 7 giugno 1494

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Fu un gesto di portata e presunzione straordinarie quello che il 7 giugno 1494 ripartì i diritti sul Nuovo Mondo secondo una linea arbitraria, tracciata da un polo all'altro attraverso l'oceano Atlantico. A suscitarlo  erano stati Colombo e la sua lingua lunga: il genovese aveva schernito re Giovanni II del Portogallo per aver lasciato che i rivali Ferdinando e Isabella di Spagna patrocinassero la sua grande impresa.

Temendo che gli spagnoli potessero minacciare il suo progetto di tracciare una rotta africana per il commercio delle spezie, Giovanni allestì in fretta una spedizione verso il Nuovo Mondo. Il re venne però anticipato da Ferdinando e Isabella, che il 3 maggio 1493 chiesero che ottennero da papa Alessandro VI una garanzia sul possesso delle nuove terre scoperte da Colombo. Il Papa tracciò un confine immaginario 100 leghe (ca. 480 chilometri) a ovest delle isole di Capo Verde, e dichiarò la Spagna unica titolare dei territori a ovest di quella linea.

Giovanni si infuriò, ma rispose con la diplomazia, invece che con le armi. Avviò contatti con i rivali iberici per spostare il confine di altre 270 leghe (ca. 1296 chilometri) a occidente. Nei negoziati a Tordesillas, la delegazione portoghese includeva marinai e un cartografo, mentre quella spagnola era formata da cortigiani che sapevano ben poco dell'Atlantico.

L'accordo finale sullo spostamento della linea tutelò, in effetti, gli interessi portoghesi: grazie alle misurazioni cartografiche  del tutto inaffidabili, riuscirono a strappare la parte del Nuovo Mondo in cui ricadde la futura colonia del Brasile.

3. Battaglia di Alcantara - 25 agosto 1580

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Dopo la vittoria decisiva riportata dalla Spagna ad Alcantara nell'Agosto del 1580, il Portogallo andò ad aggiungersi alla lunga lista di possedimenti di Filippo II, che in quel periodo spaziavano dal Perù alle Filippine, dalla Patagonia al Mare del Nord. Nel 1578 re Sebastiano del Portogallo era rimasto ucciso in un'avventata crociata contro il regno islamico del Marocco, senza lasciare eredi. L'anziano zio Enrico ascese al trono, ma diversi pretendenti contestarono la successione, incluso Filippo II.

Filippo si servì di pressioni e intrighi di corte per favorire le proprie aspirazioni, ma questo non fece che irrigidire l'opposizione portoghese nei suoi confronti. Alla morte improvvisa di Enrico, Filippo ricorse a Fernando Álvarez de Toledo, generale e duca d'Alba per conquistare con la forza ciò che non era riuscito a ottenere con la corruzione.

Il 27 giugno, un possente esercito di 23.000 uomini, si mise in marcia da Badajoz alla volta di Lisbona, mentre 157 navi spagnole salparono da Cadice per bloccare un'eventuale ritirata lungo il Tago. Le truppe di d'Alba e la flotta incontrarono scarsa resistenza. Il duca arrivò ad appena 10 chilometri da Lisbona prima di essere finalmente affrontato, sulla sponda ovest del fiume Alcantara, da Don Antonio priore di Crato, un altro aspirante al trono, con un esercito che includeva 5.000 cittadini di Lisbona.

Nella battaglia che seguì le forze portoghesi furono sbaragliate, lasciando sul terreno 4.000 uomini, di cui 1.000 morti, contro i soli 500 degli spagnoli. Due giorni dopo, il duca d'Alba entrava a Lisbona, e dietro di lui un convoglio di merci e spezie indiane, Il priore di Crato riuscì a fuggire, ma entro la fine del 1580 quasi tutto il Portogallo era sotto il controllo spagnolo. Il 25 marzo 1581 Filippo II fu incoronato re del Portogallo, ma l'unione fra i 2 paesi, durata 60 anni, accrebbe l'ostilità fra la Castiglia e il Portogallo, anziché diminuirla.

4. Il duca di Braganza viene acclamato re Giovanni IV di Portogallo - 1 dicembre 1640

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L'assorbimento del Portogallo all'interno dell'impero spagnolo - durato 60 anni, dopo l'incoronazione di Filippo II nel 1581 - ferì l'orgoglio portoghese ma non ebbe conseguenze di rilievo. Furono istituiti alcuni presidi, ma non ci fu una vera occupazione militare. I portoghesi non erano tenuti a contribuire al tesoro spagnolo, mentre la Spagna rinsaldava le difese costiere del Portogallo e la rotta atlantica verso il Brasile.

L'accesso all'economia ispano-americana fece la fortuna di molti portoghesi. Fintanto che la nobiltà pro-asburgica continuava a ricevere titoli, uffici e lauti guadagni dalla fusione fra le due corone, l'indipendenza nazionale passava in secondo piano. Le cose cambiarono quando Filippo IV tentò di assegnare ai nobili castigliani più cariche in Portogallo, per lenire le difficoltà seguite al peggioramento dell'economia transatlantica e al coinvolgimento della monarchia asburgica nelle guerre all'estero.

Gli interessi portoghesi ne risentirono, e per aggiungere al danno la beffa, furono imposte tasse per finanziare le guerre. Il popolo si sollevò nel 1637, ma la rivolta fu presto domata dalle truppe castigliane. Temendo un aumento della presenza spagnola, i nobili progettarono un colpo di stato. L'elemento scatenante fu la richiesta del conte-duca del Olivares a don João di Braganza, il maggior possidente terriero del Portogallo, di arruolare migliaia di portoghesi per contrastare l'insurrezione contadina in Catalogna.

I cospiratori - Antonio Vaz de Almada, Miguel de Almeida e João Pinto Ribeiro - fecero assassinare il segretario di stato Miguel de Vasconcelos e imprigionare la vice-regina del Portogallo Margherita di Savoia. Don João fu proclamato re con il nome di Giovanni IV, e le guarnigioni spagnole ricacciate in patria. La Spagna, con il suo esercito impegnato in Francia e Olanda, restò a guardare.



5. Rivoluzione dei garofani e fine della dittatura di Salazar - 25 aprile 1974

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Poco dopo la mezzanotte del 25 aprile 1974, la radio di stato portoghese trasmise Grandola, Vila Morena, una canzone del cantante Zeca Afonso, schierato da tempo contro il governo. Gli ascoltatori sintonizzati in quel momento, rimasero stupefatti: il governo di destra guidato da Marcelo Caetano aveva da tempo bandito dalle radio la musica di Afonso.

Per molti giovani ufficiali dell'esercito, tuttavia, quella canzone aveva un significato ben preciso: segnava l'inizio di un singolare colpo di stato in Portogallo. Nel corso della notte il Movimento das Forças ArmadasMovimento delle forze armate (MFA), occupò degli obiettivi strategici in tutto il paese.

La mattina seguente i cittadini portoghesi si svegliarono udendo l'annuncio del colpo di stato e un appello alla calma. Nonostante le forze golpiste avessero chiesto ai cittadini di rimanere nelle loro case, un'enorme folla si radunò nel centro di Lisbona. Molti di quei cittadini portavano con sé dei garofani rossi, che divennero il simbolo della rivoluzione portata a termine in modo pacifico.

Caetano fuggì in Brasile e il generale António Sebastião Riberio de Spínola assunse il potere. Per oltre 40 anni il Portogallo era guidato dal governo fascista di António de Oliveira Salazar, ancora profondamente legato al passato coloniale del suo paese. Alla sua morte, la transizione verso un nuovo tipo di governo non fu affatto facile, ma nel 1976, dopo un periodo molto turbolento, il Portogallo riuscì ad emergere dalla crisi. Insieme alla vicina Spagna, il Portogallo ritornava finalmente nell'alveo delle democrazie europee.






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