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Samoiedo: un orsacchiotto sorridente, intelligente e “malizioso”

Il nome Samoiedo deriva dalle Tribù Samoiedo nella Russia del Nord e della Siberia. Nelle parti meridionali della regione queste popolazioni usavano cani bianchi, neri e pluricolori come cani da pastore per le renne; nelle parti settentrionali i cani erano di un bianco puro, avevano un temperamento mite ed erano usati come cani da caccia e da slitta.

I cani Samoiedo vivevano a contatto con i loro padroni, dormivano anche con loro, poiché utilizzati come fonti di calore.

È sufficiente osservare attentamente il "volto" di un Samoiedo, fare attenzione alla sua fisionomia ridente, tuffarsi nei suoi occhi amichevoli, per comprendere che una sola parola riassume questo cane: malizioso.

Affettuoso, sensibile, intelligente, esso dialoga con il suo padrone più di quanto non lo ascolti, e accetta di obbedire senza comunque venir meno alla sua grande dignità. Come la maggior parte dei suoi parenti nordici, esso dà prova di eccellente disposizione verso l'uomo.

Affettuoso fino all'inverosimile, adora seguire i suoi padroni ovunque e reclama le loro carenze se solo ci si dimentica di fargliele. Molto dolce, il Samoiedo mostra una certa diffidenza verso gli estranei, da cui, in generale, accetta però volentieri le carezze. 

Scopriamo allora questa meravigliosa razza canina, il Samoiedo: un orsacchiotto sorridente, intelligente e "malizioso".

1. Origine

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Sul termine "Samoiedo" gli etnologi e i cinofili non sono ancora giunti a un accordo.

Secondo i primi designa popolazioni di origine mongola stabilitesi nel nord della Siberia occidentale, fra il corso inferiore dell'Ob e il fiume Enisej e, più a nord, sulla penisola di TaimyrI secondi chiamano Samoiedo un'antichissima e magnifica razza di cani nordici dal mantello bianco.

Chi ha ragione? Entrambi, perché i Samoiedi, questi allevatori di  renne di cultura sciamanica, avevano per compagni i cani Samoiedi, dalla folta pelliccia bianca.

Oltre 1000 anni prima di Cristo tribù originarie degli altopiani iranici si stabilirono nelle pianure situate a est dei monti Urali e fin nella tundra. Questi nomadi utilizzavano i propri cani per compiti diversi: li portavano a caccia e a pesca o li impiegavano per tirare le slitte; le tribù, che vivevano essenzialmente dell'allevamento delle renne, utilizzavano queste ultime come bestie da traino e affidavano ai loro cani la guardia del bestiame.

Il Samoiedo ha dunque avuto fin da tempi remoti una vocazione polivalente. I Samoiedi erano molto legati ai loro cani, al punto che i primi esploratori che desiderarono procurarsene qualche esemplare incontrarono grandi difficoltà. Si dice addirittura che alcuni si sarebbero separati più volentieri della loro donna piuttosto che da un buon cane!

Fu a partire dal 1870, dalle prime spedizioni polari, che gli occidentali cominciarono a interessarsi ai cani da traino, e al Samoiedo in particolare. Il norvegese Fridtjof Nansen fu il primo a utilizzarli, nel corso del suo tentativo di raggiungere il polo. Questo gigante scandinavo, un "vero Vichingo" scrisse Paul-Emile Victor, acquisì 34 di questi cani nel piccolo villaggio samoiedo di Khabarova, il 24 giugno 1893.

Il 9 ottobre, quando la temperatura raggiunse i -40°C, Nansen decise di abbandonare la propria nave intrappolata tra i ghiacci e di concludere la spedizione con slitte tirate da cani. Dopo aver notato che "4 cani possono tirare 2 uomini", partì per il polo.

Si fermò a 400 km dalla meta, l'8 aprile 1895. Al termine di un viaggio di ritorno terribilmente lento, i 2 ultimi cani, Kaiphas e Suggen, dovettero essere abbattuti. Il loro coraggio aveva salvato la spedizione e portato l'uomo sempre più vicino al polo.

Gli intrepidi Samoiedi continuarono comunque nelle loro imprese, e dopo aver servito fedelmente esploratori come Jackson, Hammersworth, il duca degli Abruzzi e Borchgrevink, furono i compagni d'avventura del celebre Roald Amundsen, anch'egli norvegese, che raggiunse il polo Sud il 14 dicembre 1911, su slitte trainate appunto da cani.

Per quanto riguarda il capitano Robert Falcon Scott, durante i suoi raid nell'Antartide, non volle mai utilizzare i cani da slitta, a causa dell'obbligo di sacrificabili man mano che i viveri diminuivano e le slitte si alleggerivano. Egli scelse di rimpiazzarli con dei pony d'Islanda.

Perché questo rifiuto? Anche se alcuni dicono che non si è mai allenato realmente con i cani, un'altra spiegazione sarebbe che egli vi era troppo attaccato. In effetti, Scott conosceva bene i Samoiedi. 

Nel 1889, Kilbyrn-Scott, un suo parente, aveva riportato da Arcangelo un Samoiedo scuro, Sabarka, e una cagna, Wistay-Petchoura. Questa coppia è del resto alla base dell'allevamento britannico, allo stesso modo dei cani portati dagli esploratori citati più sopra, che si chiamavano Houdin, Perléne, Antartic Buch..

2. Storia

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È dunque con questi primi esemplari che Kilbyrn-Scott  fonda il suo allevamento "of Farningham" dal quale sono nati tutti gli allevamenti attuali.

È interessante notare che non tutti i Samoiedo dell'epoca erano bianchi. I "bjelkiers" (cani bianchi che danno origine a cuccioli bianchi) si trovano più spesso nelle tribù nomadi, mentre i sedentari avevano dei cani leggermente più piccoli e colorati. Il gene bianco si rivelò comunque dominante e divenne a poco a poco la caratteristica della razza. Il Samoiedo ottenne un grande successo presso i Britannici. Così, il principe di Galles (il futuro Edoardo VII) ne ebbe uno bianco a testa nera, mentre la stessa regina Vittoria possedette per molto tempo Jacko, uno dei migliori esemplari da esposizione del momento.

Non si può parlare della razza Samoiedo senza ricordare il superbo Kara Sea, nato da Mustan of Faringham e da Zarina. Nato nel 1924, egli incontrò 21 sfidanti senza mai essere battuto, e figura in più del 50% dei pedigree attuali. Questo cane era il frutto di un programma di allevamento senza precedenti. In effetti, dalla fine del XIX secolo, gli Inglesi incominciarono a selezionare i cani importati  a seconda delle loro qualità morfologiche, pur riuscendo a conservare il loro meraviglioso carattere e quindi la loro attitudine al lavoro. La migliore prova di questa riuscita fu il modo eroico in cui i Samoiedo britannici hanno svolto il loro compito nelle spedizioni condotte successivamente. 

I primi Samoiedo furono esposti a Leeds fin dal 1893, ma si dovette attendere il 1920 per vedere la creazione del club della razza inglese, che esiste del resto ancora oggi. Uno dei più celebri allevamenti dell'epoca è quello che ha l'affisso di "of Kobe", appartenente al Mrs. Perry. Vi nacquero innumerevoli campioni, tra questi Gogolev of Kobe, campione di Francia, del Lussemburgo, del Belgio, e internazionale; ma anche Raffs boy of Kobe, campione svizzero, francese e internazionale, Kristar of Kobe, campione italiano e internazionale di bellezza. Questa notevole discendenza sopravvive ancora oggi attraverso altri affissi, e continua a produrre degli esemplari di tipo magnifico.

L'importazione dei Samoiedo negli Stati Uniti, paese in cui la specie canina conta molti amatori, risale all'inizio del secolo. Esso è il frutto di un aneddoto sufficientemente romantico per essere raccontato. Un giorno dell'anno 1902, a San Pietroburgo, una certa principessa di Montyglyon, una cinofila illuminata, vide il granduca Nicola, fratello dello zar, mentre presentava uno dei suoi Samoiedo.

Pur essendo perfettamente cosciente dell'inutilità di una simile mossa, fece sapere al granduca che gli avrebbe dato qualsiasi cosa pur di avere quel cane. Il giorno seguente, alla stazione, essa ebbe la sorpresa di trovare il cane in questione immerso in un lussuoso cesto di fiori. La lettere che accompagnava il singolare pacco diceva: "Moustan non è in vendita, nessun prezzo potrebbe pagarlo, ma sarebbe un onore per lui e per me se voi lo voleste gratuitamente". E' dunque grazie alla galanteria del granduca Nicola che Moustan sarebbe diventato il padre di molti Samoiedo americani di grande qualità.

La Francia dovette attendere la fine della guerra del 1914-1918 per vedere apparire il primo Samoiedo, riportato dal fronte russo da un ufficiale francese. Questo cane, che era di colore biscotto e rispondeva al nome di Fingal, generò i primi campioni nazionali, Zucco e Maloutka. Diversi allevamenti presero rapidamente una certa consistenza in Francia. Uno di essi apparteneva a un provenzale e portava l'affisso "Fellow". Nonostante il clima caldo della Provenza, gli  esemplari che produsse non mostrarono mai la minima insofferenza e non degenerarono in nessun modo.

Sfortunatamente lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale interruppe questo sviluppo. Fu solamente nel 1950 che degli amatori di cani nordici poterono riunirsi di nuovo e decidere di formare un club con lo scopo di fare rinascere gli allevamenti e di fare conoscere le razze del Grande Nord. Il 7 giugno del 1951 venne creata la "Réunion d'amateurs du Samoyéde et chiens nordiques" trasformata successivamente nel Club francese dei cani nordici. Attualmente il Samoiedo ha i suoi sostenitori fedeli, ma la razza non è molto rappresentata in Francia.

In Italia a parte i 2 esemplari appartenuti al Duca degli Abruzzi, il Samoiedo è sempre stato considerato una razza da compagnia. Nell'immediato dopoguerra, al Sestriere furono importati alcuni soggetti per il traino delle slitte, ma questa iniziativa non ebbe fortuna, e la situazione non cambiò. In Italia si trovano degli ottimi allevamenti, che producono dei soggetti eccellenti, che hanno conquistato titoli di prestigio in tutta Europa. Ultimamente, questi cani vengono utilizzati per le corse con le slitte (sleddog) e perciò si vedono dei Samoiedo che in questo modo ritornano alla loro origine funzionale.

3. Comportamento

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Si dice di certe persone che gli si vede scritto in faccia quello che stanno pensando. Applicato al Samoiedo, questo modo di dire si rivela esatto. È sufficiente osservare attentamente il "volto" di un Samoiedo, fare attenzione alla sua fisionomia ridente, tuffarsi nei suoi occhi amichevoli, per comprendere che una sola parola riassume questo cane: malizioso.

Questo orsacchiotto dal mantello bianco non esita, per esempio, a rifiutarsi di imparare l'esercizio per 2 giorni di seguito per poi eseguirlo improvvisamente con brio, quando voi non ve lo aspettate per niente!

Affettuoso, sensibile, intelligente, esso dialoga con il suo padrone più di quanto non lo ascolti, e accetta di obbedire senza comunque venir meno alla sua grande dignità. Come la maggior parte dei suoi parenti nordici, esso dà prova di eccellente disposizione verso l'uomo. Affettuoso fino all'inverosimile, adora seguire i suoi padroni ovunque e reclama le loro carenze se solo ci si dimentica di fargliele. Molto dolce, il Samoiedo mostra una certa diffidenza verso gli estranei, da cui, in generale, accetta però volentieri le carezze.

Molto vicino ai suoi padroni, può seguirli nei loro spostamenti senza causare loro dei problemi, a condizione naturalmente di essere stato abituato fin dalla più tenera età. Il suo carattere tendente alla pulizia e l'odore totalmente neutro del suo mantello sono altrettanti punti a suo favore per la vita in appartamento. Altra qualità, il Samoiedo mostra un carattere allegro, vivace e molto giocherellone. Cosa che fa di lui un eccellente compagno di giochi per i bambini. Questi ultimi fanno follie per le sue coccole, i suoi modi di fare da orso di pelouche e il suo temperamento vivace.

Egli si lancerà con loro in innumerevoli partite a palla, corsi e lotte amichevoli, senza mai divenire brutale. Il gioco facilita del resto l'educazione del giovane Samoiedo, che spesso rifiuta l'addestramento propriamente detto. In questo campo, conviene progredire lentamente e attraverso piccole tappe, in quanto il Samoiedo a una personalità complessa. Esso è diviso tra un atavismo primitivo molto forte (senso molto spinto della gerarchia, della sottomissione a un vero capo, eccetera) e un lato quasi da "gatto", fiero, mai servile, a volte ribelle (che si ritrova nella maggior parte dei cani nordici).

Questo dualismo esige dal padrone una fine psicologia e un buon senso pedagogico. Questa cosa è più facile da realizzare con un cucciolo, che non ha ancora sviluppato un carattere "da duro" e si abbandona più facilmente a un capo. L'educatore deve fare attenzione nel conservare questa fiducia e questa sottomissione da parte del cucciolo. La affettività molto sviluppata del Samoiedo lo aiuterà in questa direzione. Egli potrà, per esempio, utilizzare le carezze per ricompensare calorosamente il suo allievo. La dolcezza e la pazienza riescono a ottenere in generale un effetto migliore della brutalità, ma non bisogna neppure che il cane ne approfitti in maniera eccessiva.

Con un essere tanto sensibile quanto intelligente come il Samoiedo, non è il caso di cercare di imporsi con la forza bruta. Il cane comunque deve comprendere che dipende dal suo padrone, e non il contrario. Per fare questo gli si mostrerà quotidianamente che il padrone è il motore di tutte le situazioni piacevoli che esso vive: pasti, gioco, passeggiate, eccetera. In questo modo, la sua educazione si svolgerà nell'allegria, con il minimo di obblighi possibili. Il suo lato un po' vagabondo, amante della libertà, deve essere assolutamente compensato da un eccellente richiamo, e questo per evidenti ragioni di sicurezza.

Durante una fuga, rischierà, da una parte, di essere investito da una macchina o da un motociclo e, dall'altra parte di avere delle noie con i suoi consimili. Senza dimenticare i proprietari di animali da fattoria che, spesso esasperati dalle frequenti sparizioni delle loro bestie, non esitano a imbracciare un fucile da caccia non appena vedono un cane "genere Husky" che mostra l'intenzione di volersi introdurre nelle loro terre. Bisogna d'altra parte confessare che, da buon nordico, il Samoiedo ha un'abilità da cacciatore che non utilizza sempre a buon fine. 

Attenzione dunque ai pollai dei vicini! Allo stesso modo, se non è stato abituato da giovane alla loro compagnia, dà volentieri la caccia ai gatti, e in questo caso non si dimostra affatto tenero. Il problema si manifesta di nuovo con gli altri cani: come tutti i cani da slitta, il Samoiedo si mostra volentieri dominante, e una buona zuffa non gli fa mai paura. Questa tendenza può comunque essere temperata, se non del tutto neutralizzata, da una buona socializzazione dell'animale. Il padrone non deve mai lasciare che il suo cane si batta con un altro.

Bisogna dunque lavorare con attenzione al richiamo, al fine di evitare le fughe e gli incidenti che rischiano di esserne la conseguenza. Per questo, il cucciolo deve essere abituato a ricevere carezze e golosità non appena risponde al suo nome, ma anche essere pulito quando rimane sotto ai richiami del suo padrone. Il lavoro con il guinzaglio lungo permette di correggere il cucciolo a distanza, dando degli strattoni al collane quando necessario.
L'amimo da capo del Samoiedo ha comunque il suo lato buono: esso ha l'istinto del territorio, e, contrariamente agli altri Nordici, è relativamente un buon cane da guardia (è uno dei ruoli che gli venivano affidati dai nomadi della Siberia).

Cane da utilità, il Samoiedo, anche se si adatta bene alla vita in città, ha bisogno di esercizio quotidiano per restare in forma. È in grado di trattare a un ritmo regolare per diverse ore senza stancarsi. Naturalmente non è indispensabile sottoporlo a un ritmo così intenso, ma, ogni giorno, una lunga passeggiata (oltre alle sue uscite igieniche) gli farà sicuramente un gran bene. Grazie a questa attività resterà il cane atletico che non deve mai smettere di essere. Le uscite che il Samoiedo apprezza di più sono quelle che effettua nella neve. Lo si vede allora, nel suo vero elemento naturale, correre, saltare, mangiare la neve, rotolarsi dentro, dimostrando così che non ha dimenticato nulla dei suoi precedenti siberiani.

È evidente che, se si può offrire al proprio Samoiedo l'occasione di lavorare alla slitta, non bisogna esitare nel fargli questo piacere. Anche se non si tratta né del più rapido dei cani nordici (è l'Husky che detiene questo primato), né del più potente (in questo caso si tratta dell'Alaskan Malamute), il Samoiedo resta molto dotato per questo utilizzo, in particolare grazie alla sua andatura regolare che, unita alla sua naturale resistenza, fa di lui un corridore di fondo molto efficace.

La sua morfologia tarchiata è del resto una garanzia delle sue qualità di regolarità e di resistenza. Cani più lunghi e slanciati tirano al galoppo, mentre il nostro Samoiedo quadrato e robusto adotta un trotto sostenuto che può mantenere per ore e ore senza cedimenti. Il Club dei Samoiedi d'America cita nel proprio bollettino questo apprezzamento fatto da un proprietario canadese: "È uno dei migliori cani da slitta; grazie alle sue robuste zampe, può percorrere dalle 50 alle 60 miglia tirando il suono proprio peso ed essere soddisfatto per tutta la giornata senza avere un solo pasto.

Trotta alla velocità di 5 - 7 miglia all'ora, cosa che io considero una buona andatura per un gruppo di cani in équipe per una giornata di 10 ore". Esploratori celebri quanto Nansen o Jackson hanno essi stessi vantato di qualità eccezionali di questi cani, e la loro utilità nelle spedizioni polari. Con il suo sguardo vivace e il suo "sorriso" pieno di charme, è fra i più allettanti cani nordici e saprà svelare la più calorosa delle personalità.

4. Il suo mantello: una vera ricchezza

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Anche se tutti i cani nordici possiedono un magnifico mantello, quello del Samoiedo è veramente eccezionale.

Non solo, esso conferisce al cane una grazia e un'eleganza sicure, ma è anche una vera riuscita sul piano funzionale, una meraviglia della natura. Il popolo Samoiedo vive in un clima estremamente rude, che passa da un freddo glaciale a un grande caldo: è ovvio, quindi, che i suoi cani debbano disporre di un isolante naturale, il mantello, che li protegge naturalmente dalle intemperie, ma anche dalle temperature estreme.

E' interessante notare che questo pelo è impiantato in una pelle molto fine, e non in una specie di cuoio come nelle razze a pelo raso. Per comprendere il comportamento della pelliccia dei Samoiedi, bisogna sapere come è composta. Per prima cosa, vi è un sottopelo  lanoso, molto fine, morbido e molto fitto, che ricopre tutto il corpo del cane (a eccezione della testa e degli arti).

Questo sottopelo varia di intensità a seconda della stagione, più folto in inverno, meno spesso in estate, ma anche a seconda dei climi (esso si adatta quando il cane vive in un paese a clima temperato, per esempio). Durante i periodi di muta, cioè in primavera e in autunno, il sottopelo si rinnova. Il pelo vecchio si stacca allora decisamente a placche dal corpo del cane. Sono i soli momenti dell'anno in cui è necessaria una toelettatura.

Si può allora strigliare il cane con una spazzola metallica, cosa che accelera la caduta dei peli e permette al cane di ritrovare più rapidamente un aspetto normale (se non si compie questa operazione, esso andrà in giro per parecchi giorni con il dorso per metà pelato, cosa che non è per niente elegante). La muta può egualmente verificarsi 3 o 4 mesi dopo un parto.

Il sottopelo ha la particolarità di poter essere filato e lavorato ai ferri. Assomiglia allora alla lana d'angora. Il secondo costituente del mantello è il pelo di sopra, o giarra. E' liscio, diritto e ruvido. La sua lunghezza è variabile a seconda del luogo in cui si trova sul corpo dell'animale. E' molto corto sulla testa e sul davanti delle zampe, ma lungo sul petto  (formando così soprattutto nei maschi, una criniera molto elegante), dietro le zampe, sulle cosce, le natiche e la coda (comunque senza esagerazione).

Il cane sembra portare dei calzoni, più o meno gonfi a seconda delle stagioni. Infine, non bisogna dimenticare il grasso lubrificante naturale, senza il quale la pelliccia non sarebbe efficace se non a metà. Questa secrezione oleosa dà al pelo, che ricopre completamente, un aspetto brillante e impedisce nello stesso tempo allo sporco di penetrare in profondità nella pelliccia.

Unito alla densità del pelo, questo lubrificante rende impossibile l'aggressione della pelle da parte del freddo, del vento, dell'acqua, del fango. Tutt'al più la sporcizia si attacca al pelo, ma, siccome resta in superficie, è sufficiente per il cane scuotersi vigorosamente per sbarazzarsene. Il grasso lubrificante svolge un ruolo così importante nel benessere dei cani nordici che bisogna, per quanto è possibile, evitare di lavarli.

Ora, se certi suoi consigli portano un mantello scuro, il Samoiedo inalbera questa magnifica pelliccia bianca che qualsiasi proprietario coscienzioso si fa un dovere di conservare con cura. Sfortunatamente il bagno comporta molti svantaggi. Il sapone o lo shampoo distruggono quasi inevitabilmente la naturale difesa della pelle, togliendo al cane una protezione tanto più preziosa quanto essa è lunga a rigenerarsi completamente (circa 15 giorni chiudo parentesi.

Inoltre, l'acqua, imprigionata nel sottopelo molto fitto, fa fatica a evaporare e rischia di restare nella pelliccia del cane. Si assiste allora a un caso paradossale di raffreddamento! Per evitare questo si consiglia di usare uno shampoo leggero, e di bagnare il cane solo in maniera molto rapida. Deve essere ugualmente asciugato con cura e pettinato.

L'alimentazione svolge un ruolo molto importante per lo stato della pelliccia: si consiglia quindi una dieta ricca di carne e di pesce. Lunghe passeggiate toniche gli saranno molto benefiche, e, inoltre, essere serviranno per conservare il cane in forma.



5. Standard del Samoiedo

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FCI Standard N° 212 / 09.01.1999
SAMOIEDO
ORIGINE: Russia del Nord e Siberia
PATRONATO: Nordic Kennel Union (N.K.U.)
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 22.07.1997
UTILIZZAZIONE: cane da slitta e da compagnia
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 5 Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo 
Sezione 1 Cani nordici da slitta
Senza prova di lavoro

ASPETTO GENERALE 
Di media taglia, elegante, un bianco Spitz Artico. Ha un aspetto che dà l’impressione di potenza, resistenza, fascino, agilità, dignità e sicurezza di sé. L’espressione, il cosiddetto “sorriso del Samoiedo”, è il risultato della combinazione della forma e posizione dell’occhio, e gli angoli della bocca leggermente rivolti in su. Il sesso deve essere nettamente distinguibile.

PROPORZIONI IMPORTANTI
La lunghezza del corpo è di circa il 5% maggiore dell’altezza al garrese. La profondità del torace è leggermente inferiore alla metà dell’altezza al garrese. Il muso è pressappoco lungo come il cranio

COMPORTAMENTO-CARATTERE 
Amichevole, aperto, sveglio e vivace. L’istinto per la caccia è molto scarso. Non è mai timido né aggressivo. È molto socievole e non può essere usato come cane da guardia.

TESTA: potente e a forma di cono

REGIONE DEL CRANIO
Cranio visto di fronte e di profilo è solo leggermente convesso. E’ più ampio fra gli orecchi. Leggermente visibile la sutura metopica fra gli occhi Stop nettamente definito ma non troppo marcato

REGIONE DEL MUSO
Tartufo ben sviluppato, preferibilmente nero. Durante alcuni periodi dell’anno, il pigmento del naso può sbiadire fino al così detto “winter nose”. Tuttavia ci deve essere sempre il pigmento nero agli angoli del tartufo.
Muso forte e profondo, all’incirca lungo come il cranio, gradualmente si restringe verso il tartufo; né appuntito né pesante e quadrato. La canna nasale è diritta.
Labbra strettamente aderenti, nere e piuttosto piene. Gli angoli della bocca sono leggermente ricurvi formando il caratteristico “sorriso del Samoiedo”.
Mascelle/denti regolare e completa chiusura a forbice. I denti e le mascelle sono forti. Dentatura normale.
Occhi di color marrone scuro, ben inseriti nelle orbite, piuttosto distanziati, un po’ obliqui e a forma di mandorla. L’espressione è “sorridente”, amichevole, sveglia e intelligente. Le rime palpebrali sono nere.
Orecchi eretti, piuttosto piccoli, spessi, triangolari e leggermente arrotondati alle punte. Devono essere mobili, inseriti alti; bene distanziati data l’ampiezza del cranio.

COLLO: forte e di media lunghezza con portamento fiero

CORPO leggermente più lungo dell’altezza al garrese, profondo e compatto, ma elastico.
Garrese nettamente definito.
Dorso di media lunghezza, muscoloso e diritto; nelle femmine leggermente più lungo che nei maschi.
Rene corto, molto forte e definito.
Groppa piena, forte, muscolosa e leggermente avvallata.
Torace ampio, profondo e lungo, che arrivi almeno ai gomiti. Le costole sono ben cerchiate.
Linea inferiore leggermente rilevata

CODA: inserita piuttosto alta. Quando il cane è attento e si muove, la coda è portata piegata dalla radice verso l’avanti sopra il dorso o di lato, ma può essere pendente a riposo, nel qual caso raggiunge il garretto.

ARTI 
ANTERIORI 

Aspetto generale: ben posizionati e muscolosi, con forte ossatura. Visti di fronte sono diritti e paralleli.
Spalla lunga, ferma e obliqua.
Braccio obliquo e aderente al corpo. Approssimativamente lungo come la spalla.
Gomiti aderenti al corpo.
Carpo forte e elastico.
Metacarpo (pastorale): leggermente obliquo.
Piedi anteriori ovali con lunghe dita, flessibili e diretti dritto in avanti. Dita arcuate e non troppo strettamente compatte. Cuscinetti elastici. 
POSTERIORI
Aspetto generale : visti da dietro diritti e paralleli con muscoli molto forti.
Coscia di media lunghezza, piuttosto ampia e muscolosa.
Ginocchio bene angolato.
Garretto piuttosto basso e ben angolato.
Metatarso corto, forte, verticale e parallelo.
Piedi posteriori come gli anteriori. Gli speroni dovrebbero essere rimossi.

ANDATURA 
Potente, sciolta e senza sforzo apparente, con lunghi passi. Buon allungo degli anteriori e buona spinta nei posteriori.

MANTELLO
PELO

Pelo polare abbondante, spesso, flessibile e fitto. Il Samoiedo è un cane dal doppio mantello, con sottopelo corto, soffice e denso e un pelo esterno più lungo, ruvido e diritto. Il pelo deve formare un collare attorno al collo e spalle, incorniciando la testa, specialmente nei maschi. Sulla testa e sul davanti degli arti è corto e liscio; sulla parte esterna degli orecchi è corto, eretto e liscio. L’interno degli orecchi deve essere ben fornito di pelo. Sul posteriore delle cosce il pelo forma culotte. Ci deve essere pelo protettivo fra le dita. La coda dovrebbe essere abbondantemente coperta di pelo. Il pelo delle femmine è spesso più corto e di tessitura più soffice di quella dei maschi. Il pelo di corretta tessitura dovrebbe sempre avere una speciale lucentezza.
COLORE bianco puro, panna o bianco con color biscotto (il colore di base deve essere bianco con poche macchie biscotto). Non deve mai dare l’impressione di essere di un marrone chiaro.

TAGLIA
Altezza al garrese: Ideale per i maschi 57 cm. con tolleranza di +/- 3 cm.
Altezza per  le femmine: 53 cm con tolleranza di +/- 3 cm. 

DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato come difetto e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità.

  • Visibili difetti di costruzione 
  • Ossatura leggera 
  • Maschi non mascolini e femmine non femminili 
  • Chiusura a tenaglia
  • Occhi gialli 
  • Orecchi molli 
  • Torace a botte 
  • Coda a doppio giro 
  • Basso sugli arti
  • Molto cagnolo o vaccino 
  • Pelo ovunque corto o ondulato, mantello lungo, molle, o che pende 
  • Carattere scostante

 

DIFETTI GRAVI:

  • Parti nettamente depigmentate sulle palpebre o labbra

 

DIFETTI ELIMINATORI:

  • Occhi blu o di diverso colore 
  • Enognatismo. Prognatismo. 
  • Orecchi non erettI 
  • Colore del mantello diverso da quello contemplato dallo Standard 
  • Timidezza o aggressività.

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.






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