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Scottish-Terrier: un cane piccolo ma possente e coraggioso… che non ha paura di niente e di nessuno!

Lo Scottish è incontestabilmente una delle più forti personalità delle tribù dei Terrier, che non manca di “teste calde”.

Non è per nulla che, oltre Manica, lo si è soprannominato “gallo del Nord”.

Nessun altro cane pare più sicuro di sé, così pieno di dignità. Sembra sempre sapere ciò che vuole e dove va, mostra una profonda caparbietà: si sente che è totalmente inutile insistere, gridare, e più ancora colpirlo.

Ha un’aria un po’ fredda e altezzosa, completamente snob, diffidente e indifferente agli sguardi degli estranei (all’occasione sa essere un buon guardiano).

Impiegato in origine come cane da tana è oggi prevalentemente un ottimo cane da compagnia che all’occorrenza può risultare un ottimo cane da guardia sempre vigile e attento a quel che gli succede attorno.

È senza dubbio adatto a padroni dotati di una certa personalità che amano avere davanti un essere spontaneo, franco, estroverso e gioioso. Con lo Scottish essi trovano “con chi parlare” in tutti i sensi dell’espressione, senza che ne risultino mai dei problemi.

Ma vediamo meglio le origini, la storia, il comportamento e tanto altro ancora su questa straordinaria razza canina: lo Scottish-Terrier, un cane piccolo ma possente e coraggioso, che non ha paura di niente e di nessuno!

1. Origine

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Molti popoli al di qua della Manica, per esempio i Francesi, non sono grandi conoscitori dei Terrier.

Tutt'al più se si domanda loro di citare qualche razza familiare di Terrier, a parte i popolari Fox, essi nominano la Scottish (il Terrier Scozzese).

Dovrebbero invece pensare perlomeno al Cairn-Terrier, al West Highland White Terrier (Westie) o all'Airedale-Terrier, che hanno l'occasione di incrociare per la strada.

La forma molto stilizzata dello Scottish (un rettangolo per il corpo, da dove emerge solamente una coda portata verticalmente e un altro rettangolo per la testa, sormontata da orecchie triangolari), nera, per lo più, si memorizza molto facilmente.

Questa silhouette doveva fatalmente ispirare un disegnatore: in questo caso Pol Rab, negli anni Trenta, i cui faceti Ric, Fox a pelo duro tutto bianco, e Rac, Scottish completamente nero, hanno raggiunto la celebrità. A un dato momento, Rac è diventato il nome corrente del Terrier Scozzese.

Dopo di allora, l'etichetta di una marca di whisky si è aggiunta per aumentare la popolarità dello Scottish.

Passando dal disegno umoristico alla pubblicità, la razza ha semplicemente cambiato compagno: ora si trova associata all'immacolato Westie. La marca di whisky in questione ha cura di ricordare la sua origine specificamente scozzese.

Del resto, il nostro Scottish, affettuosamente chiamato "Scottie" dagli Inglesi, a un certo punto venne comunemente denominato Scotch Terrier.

Questo animale, così singolare sotto tutti i riguardi (non solamente per l'aspetto), è molto antico? Non si può dire se lo sia veramente, se si considera il suo nome di Scottish-Terrier, che risale al 1887, o la silhouette tipica e il colore nero, che risalgono tutt'al più al 1920.

Non vi è dubbio che i Terrier Scozzese faccia parte del paesaggio e delle tradizioni della rude parte settentrionale della Scozia, gli Highlands, da numerosi secoli. Questo tipo di cane era già conosciuto all'epoca degli standard.

Uno scozzese burlone ha anche affermato che "lo Scottish-Terrier viveva negli Highlands quando l'Europa subiva l'occupazione romana, e anche quando l'Abramo camminava verso Canaan".

Allora, come per la maggior parte delle razze canine, erano per prima cosa le qualità di lavoro dei Terrier che interessavano: il loro ruolo consisteva nel cacciare le volpi, i tassi e i conigli, e dovevano dunque essere molto piccoli per introdursi nel terreno, di preferenza con un pelo ruvido che permettesse di sopportare le intemperie.

Ma, soprattutto, bisognava mostrarsi coraggioso, battagliero, mordace e di una robustezza a tutta prova. Si può pensare che ne esistessero differenti varietà, in funzione delle preferenze locali o secondo il caso degli accoppiamenti.

Praticamente, è impossibile distinguerle nelle diverse descrizioni e nelle diverse denominazioni dei Terrier di Scozia, che si sono moltiplicate lungo tutto il XIX secolo.

È difficile determinare quale fu l'antenato del Cairn, dello Scottish, del Westie, dello Skye e del Dandie-Dinmomt, o anche dire se uno di loro può rappresentare il padre di tutti gli altri.

Da una parte le razze, come noi le conosciamo, non rassomigliano che da lontano ai Terrier Scozzesi dei "tempi antichi", dall'altra, si è avvenuta, durante la maggior parte del secolo scorso, una totale confusione nelle loro denominazioni.

Così lo Scottish, prima di ricevere quanto nome, è stato conosciuto come Aberdeen-Terrier, Highland-Terrier, Skye-Terrier, Cairn-Terrier, Scotch e altro.

2. Storia

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La tentazione di seguire il suggerimento di Thomas Bell è davvero grande; nel 1837, in History of British Quadrupets, egli non distingueva che 2 tipi di Terrier: da una parte il Terrier Inglese, descritto come molto alto sulle zampe (come il Fox e il Manchester), spesso a pelo liscio, frequentemente di colore nero focato; da un'altra parte, il Terrier Scozzese, basso sulle zampe, di apparenza irsuta nella maggior parte dei casi, e di colori molto diversi.

Occorre tuttavia ricordare alcune opere, contemporanee a quella del Bell, che hanno tentato di vederci più chiaro.

Thompson Gray, in Dogs of Scotland, apparso nel 1833, e Saint-John, in Highlands Sports, del 1846, descrivevano ambedue un tipo di Terrier che corrisponde assai bene allo Scottish, ma che essi nominano Skye-Terrier.

Questo nome avrà del resto la vita dura poiché Hugh Dalziel stesso, nel 1881, l'usa ancora nel suo monumentale British Dogs, applicandolo a un Terrier a pelo duro.

A questo proposito, The Sportsman's Cabinet (1803) forniva delle spiegazioni interessanti: secondo il loro autore il nome di Skye-Terrier poteva indicare 3 tipi di Terrier, di cui uno era apelo duro. Tuttavia, l'illustrazione che dava di quest'ultimo faceva maggiormente pensare a un Irish-Terrier che a uno Scottish.

L'origine del nome Aberdeen-Terrier è certamente più facile da determinare: proviene da un allevatore di quella città, un certo Van Best (chiamato in alcuni testi Ian Best), che conobbe all'inizio del XIX secolo una vasta notorietà per il suo  ricco allevamento di Terrier.

Non bisognerebbe dedurre da questa evoluzione che lo Scottish apparve per prima cosa nell'isola di Skye o in Aberdeen. Nessun serio indizio permette di farlo nascere in un angolo particolare della Scozia e i suoi primi passi sembrano essersi persi da lungo tempo nelle brume.

Questo piccolo cane ha cominciato a emergere nell'ultima parte del XIX secolo, e ci invita a seguirne le tracce. Nel 1868 è presentato sotto il nome di Skye a pelo duro, all'esposizione di Brighton, e nel 1876 a quella del Crystal Palace di Londra in una classe speciale.

Un club si forma nel 1882 per promuovere la razza, senza che i cinofili siano ancora ben d'accordo sul nome da dargli. Quello di Scottish-Terrier non sarà realmente adottato che in occasione dell'edizione del 1887 dell'esposizione del Crystal Palace.

Per quel che riguarda il suo aspetto, le cose non si chiariranno che nel 1889 con la pubblicazione del primo standard, redatto sotto la direzione di due allevatori tra i più affidabili, Mac Brayne e Irvine. I punti di discussione non mancheranno: le orecchie che doveva portar diritte o semi cadenti, il corpo più o meno allungato, l'appiombo…

Il suo colore, al contrario, non sollevò polemiche: lo Scottish non è ancora nero, ma screziato sul fondo rossiccio, con una maschera nera. A dire il vero, se le screziature sono molto serrate, il cane può sembrare quasi nero, tanto più che, con un pelo duro, le zebrature non si distaccano molto.

Più tardi, l'arrivo del Cairn e del Westie obbligheranno i partigiani degli uni e degli altri a precisare le particolarità di ciascuno.

Qual era l'aspetto dello Scottish alla fine del secolo? Un'incisione dello Stock Keeper, che rappresenta uno dei primi campioni, Kilde, ci mostra un cane molto robusto, da corpo moderatamente allungato, ben solido sugli arti diritti e non eccessivamente corti; il pelo, di colore scuro, non è lungo, è appoggiato al corpo, ma parrebbe molto duro; forma un collare proprio sul petto, delle frange sui glutei, barba e mustacchi sul muso.

La coda è molto corta, portata diritta, quasi verticale, le orecchie sono ben erette e appuntite, ma piccole. Il profano troverà che questo Scottish non assomiglia che da lontano a quello che conosciamo, ma lo specialista saprà ben vedere che l'essenziale della morfologia non è radicalmente trasformato.

Quel che cambia tutto, si sarebbe tentati di dire, è la toelettatura, che fa sembrare la testa più lunga, le zampe più corte. Ma le due caratteristiche sono anche il risultato di un allevamento molto selettivo.

La silhouettes tutta in linea diritta dello Scottish non fu veramente a punto che agli inizi degli anni Venti, epoca che fu anche quella dei primi successi. In Gran Bretagna la sua moda culminò negli anni Trenta: il Kennel Club censiva la cifra record di 4531 nascite nel 1935. Negli Stati Uniti, la razza fu sufficientemente numerosa fin dal 1925 per giustificare la redazione di uno standard "americano".

Lo Scottish sì fece notare anche nell'Europa continentale, in particolare in Francia, dove sembra sia arrivato un po' prima della Grande Guerra, per divenire veramente di moda una quindicina di anni più tardi. "E' il cane del mondo elegante, della grande città, che si incontra in giro per Parigi: per le strade, sui boulevard, nei Grandi Magazzini, e serve soprattutto da complemento l'eleganza femminile", scriveva J. Dhers.

Sicuramente, uno Scottish valorizzò la presentazione di un abito di Jean Poiret. Ma lo stile scarno, ad angoli vivi del cane scozzese, sembra corrispondere all'arte cubista, alla funzionalità sobria della decorazione e del mobilio degli anni Trenta: avrebbe potuto essere disegnato da un Francis Jourdain per compiere evoluzioni nei saloni e negli uffici che questo grande designer concepiva.

Parrebbe dubbio che gli allevatori e i toelettatori britannici fossero a caccia delle correnti artistiche della loro epoca, che fossero ispirati dalla musa che suggeriva le idee ai creatori degli anni 1925-1935.

Ma quest'adeguamento spiega almeno il successo della razza, successo che si prolungherà ben dopo la seconda guerra mondiale. È vero che il celebre Fala Scottish del presidente americano Roosevelt è giunto a puntino perché gli anglosassoni non dimenticassero la razza.

3. Comportamento

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Lo Scottish è incontestabilmente una delle più forti personalità delle tribù dei Terrier, che non manca di "teste calde".

Non è per nulla che, oltre Manica, lo si è soprannominato "gallo del Nord".

Nessun altro cane pare più sicuro di sé, così pieno di dignità. Sembra sempre sapere ciò che vuole e dove va, mostra una profonda caparbietà: si sente che è totalmente inutile insistere, gridare, e più ancora colpirlo.

Ha un'aria un po' fredda e altezzosa, completamente snob, diffidente e indifferente agli sguardi degli estranei (all'occasione sa essere un buon guardiano).

Certo, gli si può trovare un atteggiamento un po' buffo, quando si sposta come scivolando, o trotta in economia, da buon scozzese, ma a nessuno verrà in mente di prenderlo in giro, tanto si impone, malgrado la sua piccola taglia.

In privato, questo cane indipendente e disinvolto che non ha paura di niente e di nessuno ha una personalità completamente diverso. In pace con se stesso è sempre di buon umore. Questo gentiluomo che snobba i visitatori diventa un gaio buontempone, un vero clown: birichino, pieno di humour, esperto in furbizie per raggiungere i suoi fini.

Non è un modello di obbedienza, ma conosce i limiti che non deve oltrepassare. Si deve solo lasciargli il tempo di uscire onorevolmente dalla situazione…

Se non ha nulla dell'automa o del valletto servile, non è neppure un cane con cui sia difficile vivere, basta saper comprendere alcune regole semplici, ed essere un po' psicologi. Per esempio non cerca per nulla lo scontro o il conflitto.

Al contrario, questa sicurezza permette di lasciarlo solo in casa senza pericolo che commetta danni. È anche un cane che si adatta a tutti gli ambienti, la città e la campagna, e a tutti i climi.

Confidente di sogno per una persona sola, sa ascoltare, restare calmo, dare il suo affetto senza diventare "appiccicoso": non ha uguali per rallegrare una casa vuota, sapendo anche essere discreto quando occorre.

In una casa con dei bambini, è il buffone che partecipa a tutti giochi, ma che si sa far rispettare dai piccoli diavoli: nessuna possibilità di considerarlo come un pelouche; richiamerà all'ordine chi prenderà di tirargli le orecchie.

Nel suo abito in ghingheri, è un cittadino equilibrato che si può portare dappertutto senza che faccia scenate. Parrebbe essere sempre vissuto in un ambiente molto "snob".

Ma lasciategli l'occasione di cacciare dei topi campagnoli e la talpa: in un attimo getta il frac alle ortiche, e lo si ritrova inzaccherato dalla testa ai piedi. Questo signore gioca al piccolo borghese e al paesano con uguale facilità.

È senza dubbio adatto a padroni dotati di una certa personalità che amano avere davanti un essere spontaneo, franco, estroverso e gioioso.

Con lo Scottish essi trovano "con chi parlare" in tutti i sensi dell'espressione, senza che ne risultino mai dei problemi. Il suo aspetto robusto e anche potente si accomuna a una salute di ferro.

Non soffre né il freddo né il caldo. Inoltre sa perfettamente come comportarsi per mantenere la pace con il gatto della casa.

La sua toelettatura (per un cane da compagnia,) non è più costrittiva e frequente di quella di un Barbone, per esempio. Ma i metodi da usare sono completamente diversi: lo Scottish deve essere strippato (tecnica non dolorosa) e non tosato.

Portandolo ogni due mesi dal toelettatore, i suoi padroni possono essere sicuri di avere un cane sempre elegante e in ordine, che non lascia peli sul tappeto o sulla poltrona (che occupa appena gli si girano le spalle!).

Curioso e affascinante destino quello di questo cane, piccolo ma possente e coraggioso, nato per scovare piccoli animali nelle loro oscure tane, scavando senza riposo la terra e il fango, vagando giornate intere fra i cumuli di rocce, e che ha sentito a un tratto svilupparsi in lui una metamorfosi: cinquant'anni più tardi, era divenuto un cane chic, elegante e non ha più cessato di esserlo da allora.

4. Toelettatura e razze affini

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Occorre distinguere la toelettatura, che si dedica al proprio cane, dalle cure molte specialistiche e costanti che sono indispensabili al soggetto d'esposizione.

Al primo, due sedute all'anno sono sufficienti con, nell'intervallo, qualche seduta dal toelettatore, il quale potrà al termine dello stripping lavare lo Scottish (ma non più di tre o quattro volte all'anno).

Tuttavia, l'impiego dello shampoo secco è raccomandato perché il pelo resta duro e ruvido. Uno o due volte alla settimana, secondo che il cane si sporchi molto o poco, il padrone deve prevedere una spazzolatura.

Il soggetto da concorso deve essere strippato molto più sovente, e le sedute di ritocco essere quasi settimanali. Naturalmente, i bagni dopo lo stripping sono per lui vietati. Allo scopo di ottenere un cane veramente perfetto, la settimana precedente l'esposizione va consacrata alle rifiniture.

Questa toelettatura, evidentemente, è compito di uno specialista che disponga sia di competenza che del tempo necessario per raggiungere la perfezione. Occorrono circa quattro ore per fare lo stripping ad un soggetto da concorso!

In ogni caso si fa lo stripping allo Scottish, ovvero si strappa il pelo morto per facilitare la ricrescita del nuovo pelo, più duro e ben colorato. Questa pratica, che necessita di una certa destrezza, non è dolorosa per il cane.

Talvolta, quando il cane ha realmente un pelo troppo debole o mancante di sottopelo, occorre ricorrere alla tosatrice. Ciò non toglie che, troppo sovente, il toelettatore voglia utilizzare questo sistema per semplificare.

Tuttavia, che si tratti o no di un campione, il sotto del collo e certe parti della testa devono essere sempre trattate con la tosatrice.

I piccolo ma possente e coraggioso scozzesi sono 5, oggi tutti ben diversi, ma che si assomigliavano molto un secolo fa, perché li si potesse veramente distinguere.

Se lo Scottish non è obbligatoriamente nero, il West Highland White Terrier (detto Westie, più semplicemente) è sempre bianco. Con la sua testa rotonda, è ben diverso dallo Scottish, la cui testa è lunga e diritta rettangolare. Ma queste caratteristiche sono messe in evidenza prima di tutto con una toelettatura appropriata.

Il Cairn si distingue dai suoi cugini per l'aspetto rustico: il suo pelame non ha bisogno che di spazzolature regolari. Tuttavia, per esposizioni, anche il Cairn si toeletta accuratamente, sia pure con interventi molto discreti.

Se non fosse per il suo nome (Skye è un'isola scozzese) si stenterebbe a credere che lo Skye Terrier sia della medesima famiglia dei precedenti. Non è più alto, ma ben più lungo (1 metro) e inoltre di un peso superiore. È soprattutto il pelo molto lungo che fa la sua originalità. Questa razza stenta a farsi posto nel continente, nonostante il suo aspetto veramente poco comune e il suo carattere a dir poco avvincente.

Il Dandie Dinmont Terrier (che deve il suo nome a un romanzo di Walter Scott) non manca anche lui di interessare. È un cane molto raro in Italia. Questo bassetto tutto linee curve (reni arcuate, coda a sciabola, ciuffo sul cranio), dal pelo piuttosto morbido e grigio, ha lo sguardo accattivante, un po' nostalgico, molto dolce, profondo. Per di più, è gentile e socievole, fa rammaricare che la razza non sia più prolifica.

Lo Scottish, infine, ha altri cugini lontani, particolarmente per la collocazione geografica, anche ammesso che vi sia una vera parentele. Vi è Cesky Terrier, di cui uno degli antenati era uno Scottish, e l'Australian-Terrier, originato da diversi Terrier scozzesi, tra i quali vi furono senza dubbio alcuni Scottish "vecchia maniera".



5. Lo Standard dello Scottish-Terrier

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FCI Standard N° 73 10.01.2011 SCOTTISH TERRIER

ORIGINE: Gran Bretagna

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 13.10.2010

UTILIZZAZIONE: Terrier

CLASSIFICAZIONE FC.I.: Gruppo 3 Terrier

Sezione 2 Terrier di piccola taglia (gamba corta)

Senza prova di lavoro

ASPETTO GENERALE 

Massiccio, di taglia adeguata per il lavoro in tana, il che preclude cani dal corpo eccessivamente pesante, a gambe corte, ma svelto e che suggerisce l’idea di gran potenza e attività riunite in una taglia ridotta. La testa dà l’impressione d’essere lunga rispetto alla mole del cane. Molto agile e attivo nonostante le sue gambe corte.

PROPORZIONI IMPORTANTI Cranio e muso hanno la stessa lunghezza

TESTA: lunga senza essere sproporzionata alla taglia del cane Portata su di un collo muscoloso di moderata lunghezza che mostri qualità.

REGIONE DEL CRANIO Cranio quasi piatto. È tanto lungo da consentire una bella larghezza e tuttavia sembrare stretto. Stop leggero ma ben definito fra cranio e muso all’altezza degli occhi

REGIONE DEL MUSO

Tartufo nero. Grande e, vista di profilo, la linea tra la punta del tartufo e il mento, appare inclinata verso il dietro. Muso di solida costruzione e profondo nell’insieme.

Mascelle/Denti denti grandi con perfetta e regolare chiusura a forbice; cioè con i denti superiori che a stretto contatto si sovrappongono agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle.

Guance le ossa delle guance non devono essere sporgenti.

Occhi a mandorla, bruno scuro, piazzati abbastanza distanti, ed ben inseriti sotto l’arco sopraccigliare, con espressione intelligente e penetrante.

Orecchi di taglio netto, di spessore sottile, appuntiti, eretti e piazzati in cima al cranio, non troppo ravvicinati fra di loro. Orecchi grandi, con la base larga, sono altamente indesiderabili

COLLO: muscoloso e di moderata lunghezza, mostrante qualità

CORPO

Linea superiore diritta e orizzontale

Dorso proporzionatamente corto e molto muscoloso

Reni muscolosi e forti

Torace piuttosto ampio e sospeso tra gli anteriori. Costole ben cerchiate che si appiattiscono per dare profondità al torace e sono ben portate verso il posteriore.

Cassa toracica ben saldata al posteriore.

CODA: di media lunghezza tanto da dare al cane un aspetto bilanciato. Grossa alla radice si assottiglia in punta. Inserita con portamento diritto o con una leggera curva

ARTI ANTERIORI

Aspetto generale: sterno ben posizionato fra gli anteriori

Spalla: lunga, obliqua

Gomiti: non devono essere deviati in fuori o posizionati sotto il corpo

Avambraccio: diritto, con buona ossatura

Metacarpo: diritto

Piedi anteriori: di buona misura, con buoni cuscinetti, dita ben arcuate e serrate; i piedi anteriori leggermente più grandi dei posteriori

ARTI POSTERIORI

Aspetto generale: notevolmente possenti in rapporto alla taglia del cane. Grandi e ampie natiche

Cosce lunghe

Ginocchia ben angolate

Metatarsi garretti corti e robusti, non deviati in fuori né in dentro

Piedi posteriori di buona misura, con buoni cuscinetti, dita ben arcuate e serrate; i piedi posteriori leggermente più piccoli degli anteriori

ANDATURA sciolta e libera, diritta sia davanti che dietro, con spinta dal posteriore e un passo sempre regolare.

MANTELLO PELO: il pelo, aderente, ha due strati: il sottopelo corto, lanoso e denso; il pelo di superficie duro, “fil di ferro” e spesso; il loro insieme forma una copertura resistente alle intemperie

COLORE: nero, grano o “brindle” di ogni tonalità

TAGLIA E PESO

Altezza al garrese : 25 – 28 cm Peso: 8,5 – 10,5 kg

DIFETTI

Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerata come difetto e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità, e alle conseguenze sulla salute e il benessere del cane.

DIFETTI ELIMINATORI

Cane aggressivo o eccessivamente timido

Qualsiasi cane che mostri in modo evidente anomalie fisiche o comportamentali sarà squalificato.

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.






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