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Spionaggio russo: scopriamo 5 casi famosi

Negli anni cinquanta del secolo scorso la “superspia nucleare” tedesca Klaus Fuchs fu una delle più grandi spie dell’era atomica.

Fu chiamato “superspia nucleare” proprio perché riuscì a passare ai sovietici informazioni sulle ricerche per questa nuova terribile arma.

Le informazioni che Fuchs ha passato a Mosca hanno consentito ai russi di guadagnare almeno due anni nella corsa alla bomba atomica.

Klaus Fuchs non fu l’unico occidentale a passare informazioni top secret all’Urss alla metà del secolo scorso. Le spie sono ovunque. O almeno, sono ovunque quelle di finzione.

Ogni anno non mancano nuovi libri, film o serial televisivi che raccontano le vicende di agenti segreti impegnati in avventure mozzafiato all’ombra della storia ufficiale.

Avventure che sono comuni anche alle spie reali, benché i loro volti possano essere meno riconoscibili – ci sono ottime ragioni! – e avendo in più il vantaggio di poter davvero cambiare la storia, come è avvenuto per centinaia (ma forse potremmo dire migliaia) di anni.

Oggi ripercorreremo le storie di coloro che tradirono il proprio Paese passando informazioni top secret all’Urss per motivi ideologici o anche solo economici. Scopriamole insieme!

1. I Cinque di Cambridge, reclutati al college

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I Cinque di Cambridge, reclutati al college
Alcune fra le più brillanti menti inglesi passarono al nemico un’incredibile quantità di informazioni!

I Cinque di Cambridge sono le più note fra tutte le spie che collaborarono con l’Unione Sovietica.

Questo quintetto britannico è stato eccezionale per tutta una serie di ragioni: lavoravano isolati, non conoscendo le identità degli altri; spiarono in anni critici (durante la Seconda Guerra Mondiale e all’inizio della Guerra Fredda); i materiali che passavano si complementavano tra di loro dato che ognuno lavorava in un diverso settore statale.

E la quantità di informazioni che fornirono non è mai stata uguagliata. I cinque furono reclutati da studenti a Cambridge negli Anni Trenta, poi ciascuno ebbe una carriera fortunata sia come pubblico ufficiale che come spia sovietica.

- Kim Philby (1912-88) passò gran parte della carriera lavorando per i servizi d’informazione, MI6, compreso un periodo a capo della divisione sovietica e uno come ufficiale di collegamento con la CIA a Washington.
- Donald Maclean (1913-83) ricoprì incarichi di prestigio al Foreign Office, lavorando sull’atomica e su problemi militari.
- Guy Burgess (1911-63) lavorò per poco per l’MI6 ma fu anche al Foreign Office a Londra nel settore propaganda e poi all’ambasciata britannica a Washington.
- Anthony Blunt (1907-83) trascorse quasi tutta la guerra nell’MI5, dove passò dati sull’intercettazione dei codici tedeschi Enigma e sulle attività delle spie tedesche nel regno.  
- L’ultimo membro del quintetto è John Cairncross (1913-95), che passò un anno durante la guerra al famoso Bletchley Park, lavorando anche lui sui codici tedeschi.

I cinque fecero uscire una quantità incredibile di materiale, in prevalenza veri documenti o fotografie. Le loro informazioni erano talmente valide che all’inizio i sovietici non vollero credere che fossero genuine.

Alla fine Maclean e Burgess scapparono in Unione Sovietica nel 1951, imitati da Philby nel 1963. Blunt, terzo cugino della madre della regina Elisabetta, fu fatto cavaliere nel 1956.

Confessò in segreto all’MI5 all’inizio degli Anni Sessanta e fu smascherato pubblicamente solo nel 1979 dalla premier Margaret Thatcher, perdendo il cavalierato.

Cairncross si congedò dalla carica pubblica dopo la guerra per lavorare nel privato, e rivelò il suo ruolo nel 1979 prima di andare in pensione e pubblicare le sue memorie.

2. I Rosenberg, che furono giustiziati

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I Rosenberg, che furono giustiziati
La coppia di coniugi tradita dalla testimonianza di un parente stretto, poi in parte smentita.

I coniugi Rosenberg, Julius (1918-53) ed Ethel (1915-53), sono diventati famosi non tanto per il valore o la quantità delle informazioni che passarono a Mosca ma perché furono giustiziati negli Stati Uniti per spionaggio.

Julius Rosenberg entrò nell’esercito Usa nel 1940, ma fu congedato qualche anno dopo quando si seppe che era iscritto al Partito Comunista. Nel frattempo era stato reclutato dall’intelligence sovietica.

Il suo contatto, Alexander Feklisov, affermò che Rosenberg aveva passato migliaia di pagine di documenti, che però non valevano una condanna a morte. Ma l’acme della carriera dei Rosenberg doveva ancora arrivare.

Il fratello di Ethel, David Greenglass, era un tecnico che nel 1943 fu distaccato al Manhattan Project, il supersegreto programma per ottenere la bomba atomica. Anche lui, fu reclutato dai Rosenberg e usò la nuova assegnazione per passare progetti dettagliati ai sovietici.

A sua volta reclutò Harry Gold, che funse da corriere per la nota spia atomica Klaus Fuchs. Nel 1950 Fuchs confessò tutto ai britannici e, nelle indagini successive, l’FBI scoprì le identità di Gold, Greenglass e dei Rosenberg.

Patteggiando per ottenere una sentenza più mite (scontò meno di 10 anni), Greenglass fornì dettagli sulle attività della sorella e del cognato, che furono condannati e in seguito giustiziati nel 1953.

Il caso continuò a interessare la gente perché la testimonianza di Greenglass non fu divulgata ed era a dir poco dubbio che ci fossero prove contro Ethel. Non era nemmeno dimostrato che Julius fosse coinvolto nello spionaggio riguardante la bomba atomica.

Quando finalmente nel luglio 2015 fu desecretata la testimonianza di Greenglass del 1951, si scoprì che non aveva mai citato il coinvolgimento della sorella nella consegna di segreti atomici agli agenti sovietici.

3. John Vassall, ricattato perché omosessuale

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John Vassall, ricattato perché omosessuale
Il pubblico funzionario britannico fu scoperto nel 1961 e si fece 10 anni di galera.

John Vassall passò gran parte della guerra come fotografo dell’Aeronautica Militare britannica. Finito il conflitto, entrò come impiegato all’Ammiragliato, una funzione amministrativa che gli permetteva di accedere a vari documenti.

Nel 1952 ottenne un incarico all’ambasciata a Mosca come aiuto dell’attaché navale, ma trovò molto sgradevole questa assegnazione a causa dello snobismo dell’ambiente diplomatico.

Aveva anche un "problema" più grosso: era omosessuale in un periodo in cui era illegale sia in patria che in Unione Sovietica. Se si fosse saputo, avrebbe perso le autorizzazioni di sicurezza e anche il lavoro. Nelle sue memorie, Vassal descrive la sua solitudine a Mosca.

E infatti i reclutatori dei servizi sovietici, esperti nel reperire i bersagli vulnerabili, colsero la palla al balzo. Nel 1954 Vassall fu invitato a una festa dove gli diedero molto alcol e intrattenne rapporti sessuali volontari con molti uomini.

Non lo sapeva ma era caduto nella classica trappola al miele sovietica: poco dopo, gli mostrarono le foto incriminanti e lo ricattarono perché lavorasse per l’intelligence di Mosca.

Non era un convertito per motivi ideologici, e non amava la Russia, eppure messo alle strette iniziò a fornire ai sovietici varie informazioni su temi militari britannici.

Tornato a Londra nel 1956, continuò a passare informazioni al KGB. Fu scoperto nel 1961, quando Anatolij Golitsyn del KGB scappò in Occidente, e fu arrestato l’anno dopo.

Confessò, scontando 10 anni della condanna a 18. Quando fu scarcerato si stabilì a Londra, dove morì nel 1996 per un infarto in autobus.

4. Ted Hall, il sognatore

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Ted Hall, il sognatore
Il genio della matematica collaborò con Mosca per non lasciare il monopolio dell’atomica agli Usa.

Ted Hall (1925-99) era un bambino prodigio della matematica, laureato a Harvard nel 1944 alla tenera età di 18 anni. In quei giorni aveva già accettato un posto a Los Alamos, dove iniziò a lavorare sui progetti delle due bombe atomiche che sarebbero state lanciate su Hiroshima e Nagasaki.

Si è molto discusso sul motivo per cui Hall si offrì di spiare per i servizi sovietici: poco dopo prima della morte nel 1999 confessò che l’aveva fatto perché gli Usa non avessero il monopolio dell’atomica, ma questo non spiega come mai scelse proprio i sovietici.

Hall lavorò al Manhattan Project solo per due anni ma in quel biennio fornì parecchi dati sull’atomica e, forse ancor più importanti, i dettagli delle prime ricerche sull’assai più devastante bomba all’idrogeno.

Fu interrogato all’interno delle indagini dell’FBI su Klaus Fuchs, ma non si ritenne che fosse il caso di intervenire. Il suo esatto ruolo fu divulgato solo nel 1995, quando i governi britannico e statunitense desegretarono i dettagli di Venona, il programma di violazione dei codici sovietici in tempo di guerra.

Il ruolo di Hall diventò di pubblico dominio, come anche la decisione nei primi Anni Cinquanta di non perseguirlo per tenere segreto Venona. Passò il resto della carriera all’università di Cambridge alle prese con materiali non top secret.



5. Aldrich Ames, che tradì gli USA per denaro

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Aldrich Ames, che tradì gli USA per denaro
Condannato nel 1994 all’ergastolo per spionaggio, ha sulla coscienza moltissimi morti.

Se la prima generazione di spie sovietiche lo faceva per motivi ideologici, nel prosieguo della Guerra Fredda questa motivazione perse il suo appeal. Pertanto i sovietici passarono ad altre lusinghe, e quale poteva essere più efficace del vile denaro?

Aldrich Ames (nato nel 1941) svolse parecchi lavoretti per la CIA (anche imbianchino e impiegato) prima di entrare nell’agenzia a tutti gli effetti come operativo, a fine Anni Sessanta. Una delle sue prime assegnazioni fu in Turchia, dove reclutava agenti segreti sovietici.

La sua esperienza in materia lo portò sempre a lavorare nel spionaggio antisovietico, soprattutto alla sede centrale di Langley, in Virginia, ma con successive assegnazioni a Città del Messico e a New York.

Nonostante fosse noto che beveva troppo e tradiva la moglie, Ames continuò a essere promosso. Nel 1983 gli affidarono un incarico delicatissimo nel controspionaggio sovietico che gli consentiva di essere a conoscenza di tutti i dettagli delle operazioni e degli agenti della CIA impegnati contro l’Urss.

Quell’anno chiese il divorzio, una procedura estremamente costosa. Dato che la sua posizione nella CIA gli consentiva di incontrare legittimamente gli agenti dell’intelligence sovietica, durante uno di questi colloqui, nel 1985, si offrì di spiare in cambio di soldi.

Poco dopo iniziarono a sparire le spie americane che operavano contro l’Unione Sovietica, eppure, nonostante numerose indagini interne e test alla macchina della verità, Ames rimase al di sopra di ogni sospetto.

Il suo ruolo nell’agenzia significava che poteva continuare a incontrare gli agenti nemici, e a ogni incontro farsi profumatamente pagare. Il suo tradimento fu scoperto nel 1994, a causa del banale fatto che le spese di Ames superavano di gran lunga il reddito.

Fu condannato all’ergastolo per spionaggio. Le informazioni fornite da Ames avevano inflitto danni evidenti al controspionaggio Usa (e agli alleati), causando parecchie morti.






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