10 donne arrivate in capo al mondo

Lo scrittore statunitense John Ernest Steinbeck (1902- 1968), uno dei più noti autori del XX secolo, particolarmente attento al contesto geografico e naturalistico in cui ambientava le sue storie, disse: “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”.

È proprio così: le emozioni che accompagnano la scoperta di nuovi luoghi restano dentro e arricchiscono di esperienza.

Tuttavia, oggi il viaggio è un’esperienza alla portata di tutti, ma non è sempre stato così: “Viaggiare un tempo era costoso, pericoloso, senz’altro faticoso, ma soprattutto ritenuto poco adatto a una donna, ancora meno a una donna sola”.

Ma si sa, le donne controcorrente non sono mai mancate: lo dimostrano i 10 ritratti di donne che vi proponiamo oggi. Spiriti liberi che nel XIX e XX secolo hanno rotto gli schemi e si sono ribellate alle convenzioni, dimostrando che i sogni, e i viaggi, possono essere realizzati se lo si vuole.

Da Gertrude Bell, innamorata del Medio Oriente, a Monica Kristensen, “malata di mal d’Artico”. Da Annie Peck, alpinista a 82 anni, a Nellie Bly, prima reporter di guerra. Se fino a un recente passato viaggiare era sconsigliato alle donne, ci furono diverse signore che si opposero alla morale comune e divennero intrepide esploratrici.

1. GERTRUDE BELL E CARLA SERENA

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- GERTRUDE BELL, APPASSIONATA DI MEDIO ORIENTE, REALIZZÒ LA PRIMA MAPPA DELLA FORTEZZA DI AL-UKHAIDIR IN IRAQ
Gertrude Bell (foto sotto), nata a Washington Hall (Inghilterra) il 14 luglio 1868, è stata viaggiatrice, archeologa, scrittrice e agente segreto.
Di famiglia benestante, nel 1886 sfida il conformismo e, con l’appoggio del padre, si iscrive al corso di storia all’Università di Oxford: due anni dopo è la prima donna a laurearsi a Oxford. Dopo un primo viaggio a Bucarest, nel 1892 raggiunge lo zio, Sir Frank Lascelles, diplomatico britannico a Teheran, in Persia (attuale Iran).
Da quel momento in avanti Bell gira in lungo e in largo il Vicino e Medio Oriente. Grazie alla conoscenza di arabo, francese, tedesco, italiano, persiano e turco, riesce a muoversi tra Palestina, Siria, Turchia e Mesopotamia, studiando il territorio e le popolazioni locali.
Dotata di un’abilità particolare con le mappe e le misurazioni archeologiche, Bell è anche la prima a “realizzare la mappa dell’immenso palazzo-fortezza di Al-Ukhaidir vicino Karbala, nell’odierno Iraq, e, nel 1913, è la prima donna a ricevere il prestigioso Gill Memorial Award dalla Royal Geographical Society per le sue numerose spedizioni e pubblicazioni. Muore a Baghdad (Iraq) il 12 luglio 1926 per un’overdose di sonniferi.

 

- CARLA SERENA, LA PRIMA EUROPEA A VIAGGIARE NEL CAUCASO
A 50 anni, Carla Serena (foto sotto), nata Caroline Hartog Morgensthein ad Anversa (Belgio) nel 1824, è stata la prima donna europea a viaggiare nel Caucaso.
La sua storia inizia nel 1848, quando a Venezia sposa il patriota Leone Serena, con il quale ha 5 figli. Dopo aver girato l’Europa con la famiglia, si stabilisce a Londra, ma sente che vuole qualcosa di più dalla vita. Nel 1872 la svolta: dopo aver assistito ai funerali di Giuseppe Mazzini (1805-1872) scrive un articolo per un giornale francese.
Nel 1873 è a Vienna per l’Esposizione Universale, nel 1874 inizia un grande viaggio che dura sei anni e la porta in Svezia, Russia, Ucraina, Moldavia e Caucaso. Attraverso Imerezia, Mingrelia, Abcasia, Legistan, Karabakh, Guria, Samurzakano e Crimea.
Innamorata di queste terre, vi ritorna nel 1881 per visitare Mtskheta, l’antica capitale della Georgia, e la Cachezia al confine con l’Azerbaijan. Gli articoli e i libri in cui racconta i suoi viaggi diventano bestseller ed è ammessa come membro delle Società Geografiche di Vienna e Parigi. Muore nel 1884 ad Atene.

2. IDA PFEIFFER E ISABELLA BIRD

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- IDA PFEIFFER RESTA VEDOVA E FA 2 VOLTE IL GIRO DEL MONDO
Viaggiatrice intrepida e indomita, Ida Reyer (foto sotto) nacque a Vienna il 14 ottobre 1797 in un’agiata famiglia numerosa: lei è infatti la terza nata e ha cinque fratelli. Educata in modo rigoroso e inflessibile dal padre, Ida cresce “selvatica come un ragazzo, più coraggiosa e sfrontata dei miei fratelli maggiori”, come scriverà lei stessa nella sua autobiografia.
Dopo la morte del padre, viene seguita da un istitutore fino a quando, nel 1820, sposa l’avvocato Mark Anton Pfeiffer, un benestante vedovo più anziano di lei di ben 24 anni, con il quale ha due figli.
Rimasta vedova nel 1838 e con i figli ormai grandi, decide di assecondare quella “irrefrenabile voglia di viaggiare” che cova da tempo.
È l’inizio di una seconda vita con il suo primo viaggio, nel 1842, in Palestina e in Egitto. Da qui in poi Ida Pfeiffer non si ferma mai: nel giro di nove anni compie due volte il giro del mondo con viaggi avventurosi e rocamboleschi che racconta nei volumi Il viaggio di una donna intorno al mondo e Il mio secondo viaggio intorno al mondo.
Nel 1856 riceve la “medaglia d’oro per le scienze e per le arti” dal re di Prussia Federico Guglielmo IV ed è la prima donna a essere ammessa come membro onorario alla Società etnografica berlinese.
Muore a Vienna il 27 ottobre 1858.

 

- ISABELLA BIRD, PIONIERA E REPORTER SULLE MONTAGNE ROCCIOSE
Isabella Lucy Bird (foto sotto), nata a Boroughbridge (Inghilterra) il 15 ottobre 1831, è cagionevole, e il medico suggerisce di mandarla per qualche mese dai parenti emigrati negli USA, dove si reca nel 1854.
Tornata in patria e rimasta orfana, intraprende una serie di viaggi: nel 1872 è in Australia prima di arrivare alle isole Hawaii. L’anno successivo va nuovamente negli Stati Uniti per superare a cavallo le imponenti Montagne Rocciose ed esplorare il Colorado, “terra delle tribù indiane degli Arapaho e dei Cheyenne, di cercatori d’oro e di cacciatori di taglie”.
Da questa esperienza nasce uno dei suoi libri più noti, Una lady nel West. Tra pionieri, serpenti e banditi sulle Montagne Rocciose (uscito nel 1879).
Negli anni successivi Isabella visita il Giappone, Hong Kong, Canton, Saigon e Singapore. Non solo: “Si dirige quindi in India e al ritorno attraversa l’Iran, il Kurdistan e la Turchia”.
Nel 1892 è la prima donna a essere ammessa nella Royal Geographical Society. Muore a Edimburgo (Scozia) il 7 ottobre 1904.

3. ANNIE SMITH PECK E ALEXANDRA DAVID-NÉEL

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- ANNIE SMITH PECK, ALPINISTA PROVETTA, SALE L’ULTIMA VETTA A 82 ANNI
Insegnante colta, preparata, ma anche provetta scalatrice, Annie Smith Peck (foto sotto) nasce a Providence (Rhode Island, USA) il 19 ottobre 1850.
Laureata in lingue classiche all’Università del Michigan, intraprende la carriera di insegnante e ricercatrice.
In più, nel 1880, inizia a praticare l’alpinismo e dentro di lei la passione per i classici brucia tanto quanto quella per le scalate in montagna. Dopo aver conquistato alcune vette USA, nel 1895 raggiunge la cima del Cervino.
I giornali, invece di parlare dell’impresa sportiva, si soffermano sul suo abbigliamento: Annie ha scalato vestita da uomo, un tabù da non infrangere a quei tempi.
Incurante delle critiche, lei prosegue il suo peregrinare alla ricerca di vette da conquistare e nel 1908 la sua spedizione è la prima a scalare la vetta nord del monte Huascarán (6.768 metri) in Perù.
Indomita e incurante dell’età, Annie non rinuncia alla sua vita fatta di viaggi e scalate e a 82 anni sale sul monte Madison, nel New Hampshire. Muore di polmonite bronchiale il 18 luglio 1935 a New York.

 

- ALEXANDRA DAVID-NÉEL FA L’EREMITA IN UNA GROTTA DELL’HIMALAYA
Louise Eugenie Alexandrine Marie David (foto sotto), nata a Saint-Mandé (Francia) il 24 ottobre 1868, a 15 anni percorre a piedi la costa belga, a 17 va a Nizza e a 18 anni, in sella a una bicicletta, parte per un avventuroso viaggio in Spagna.
Nel 1886 la troviamo a Londra per studiare l’inglese e le religioni orientali. Poi si imbarca per l’India e ne rimane folgorata.
Colpita dalla musica tibetana e dalla meditazione, riprende a viaggiare per il mondo come cantante lirica prima di sposarsi nel 1904 con Philippe Néel.
Ma la vita matrimoniale le va stretta e così riprende a viaggiare. Dal 1914 al 1916 vive da eremita in una caverna sull’Himalaya, poi nel 1924 è la prima donna europea a visitare Lhasa, la Città Proibita del Tibet, sconosciuta e interdetta agli stranieri.
Racconta i suoi viaggi in oltre 30 libri e a 100 anni chiede il rinnovo del passaporto: muore l’8 settembre 1969.

4. FREYA STARK E NELLIE BLY

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- FREYA STARK È LA CAPOSCUOLA DEGLI SCRITTORI DI LIBRI DI VIAGGIO
Il viaggio è nel destino di Freya (foto sotto): nasce infatti a Parigi il 31 gennaio 1893 durante una delle peregrinazioni dei genitori inglesi, entrambi pittori.
Sei mesi dopo è a Londra, ma il soggiorno dura poco: gli spostamenti della famiglia toccano l’Italia e la Francia prima di far ritorno in Inghilterra.
Alla separazione dei genitori nel 1903, Freya segue la madre a Dronero (Cuneo). Durante la Prima Guerra mondiale è infermiera volontaria e assiste alla disfatta di Caporetto (1917).
Ricevuta in eredità una casa ad Asolo (Treviso), a 34 anni Freya inizia una serie di viaggi in Medio Oriente (Libano, Iraq, Persia, Afghanistan) per poi raccontare le sue avventure in numerosi libri che la incoronano come la caposcuola dei moderni libri di viaggio.
È la prima donna a visitare la Valle degli Assassini (attuale Iran). Indomita, a 84 anni ridiscende l’Eufrate su una zattera e a 88 anni scala l’Himalaya sul dorso di un pony.
Nominata Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico, muore ad Asolo il 9 maggio 1993.

 

- NELLIE BLY È LA PRIMA DONNA REPORTER DI GUERRA
Nellie Bly (foto sotto), nata Elizabeth Jane Cochran a Burrell, in Pennsylvania, USA, il 5 maggio 1864, tredicesima di 15 figli e orfana di padre a soli 6 anni, inizia a collaborare al giornale Pittsburgh Dispatch come giornalista sotto copertura e si fa assumere in una fabbrica per raccontare la vita delle operaie.
Entra anche nel manicomio di New York fingendosi pazza. Nome di punta del New York World, nel 1889 intraprende la sua più grande avventura: il giro del mondo in meno di 80 giorni (cioè il tempo impiegato dal protagonista del romanzo di Jules Verne pubblicato nel 1872).
È un successo: l’intrepida giornalista riesce a compiere il giro del globo in soli 72 giorni.
Prima donna corrispondente di guerra (nel 1914), muore di polmonite a 57 anni il 27 gennaio 1922 al St. Mark’s Hospital di New York.





5. MONICA KRISTENSEN E VIVIENNE DE WATTEVILLE

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- MONICA KRISTENSEN GUIDA LA MISSIONE AI POLI E “S’AMMALA” DI MAL D’ARTICO
Monica Kristensen Solås (nata a Torsby, Svezia, il 30 giugno 1950, foto sotto) vuole ripercorrere la rotta verso il Polo Sud tracciata dall’esploratore norvegese Roald Amundsen (1872 – 1928).
Glaciologa laureata in fisica presso l’Università di Tromsø (Norvegia), aspira anche a studiare gli iceberg antartici.
La spedizione è composta da 2 squadre: 3 uomini e 1 donna, lei, a capo della missione. Non è la prima volta che Kristensen visita i Poli, ma stavolta qualcosa va storto e l’obiettivo non viene raggiunto.
La compagnia torna indietro. Ma il “mal d’Artico”, quella voglia di “ghiaccio, oceano e mare” si è ormai impadronita di Monica che ritorna più volte in quelle zone: nel 1993, ad esempio, partecipa a una spedizione al Polo Sud con l’obiettivo di ritrovare la tenda piantata da Amundsen nel suo viaggio.
Nel 1989 è la prima donna a ricevere la prestigiosa Founder’s Gold Medal, cioè la medaglia d’oro della Royal Geographical Society.

 

- VIVIENNE DE WATTEVILLE SALE SUL MONTE KENYA E CI RESTA DUE MESI
Per Vivienne de Watteville (foto sotto), nata il 17 agosto 1900 nel Somerset (Inghilterra), l’amore per l’Africa scatta quando, a 23 anni, visita Kenya, Uganda e Congo con il padre, incaricato dal Museo di Scienze Naturali di Berna (Svizzera) di cacciare animali selvatici. Purtroppo durante quel viaggio il padre viene attaccato da un leone e muore.
Tornata in Inghilterra, Vivienne non riesce a dimenticare il Continente Nero, e tra il 1928 e il 1929, torna in Kenya armata di macchine fotografiche e cinepresa per riprendere la savana.
Si accampa in una tenda con libri, grammofono e dischi e riesce a realizzare un altro dei suoi sogni: salire sul monte Kenya. Qui si ferma due mesi, vivendo in una baita isolata.
Dopo aver raccolto il materiale per scrivere Ritorno in Kenya, Vivienne abbandona l’avventura; nel 1930 si sposa e diventa madre. Muore di tumore a 56 anni il 27 giugno 1957.








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