5 consigli per illuminare lo studio o l’ufficio

Negli ultimi tempi sta aumentando sempre di più il numero di persone che lavorano da casa: molte abitazioni possiedono uno studio, inteso sia come luogo finalizzato alla ricerca e alla lettura sia come ufficio vero e proprio. In entrambi i casi è essenziale che la stanza in questione sia dotata della giusta illuminazione, non solo affinché l’ambiente sia più accogliente, ma anche e soprattutto per questioni di salute.

Chi trascorre molto tempo al computer o sui libri, infatti, avrà gli occhi estremamente stanchi alla fine della giornata. I medici parlano di astenopia per indicare quella condizione di affaticamento dei bulbi oculari che caratterizza chi studia o lavora a lungo: per evitare problemi permanenti alla vista è indispensabile fornire lo studio di adeguati sistemi di illuminazione.

I faretti LED sono realizzati nel pieno rispetto dell’illuminotecnica e dell’ergonomia e sono, pertanto, confortevoli e di pratico utilizzo. Grazie a tali prodotti sarà possibile dedicarsi alle proprie attività senza sforzare gli occhi e godere di uno spazio comodo da ogni punto di vista.

La tecnologia a LED è conveniente per una serie di motivi: consente un notevole risparmio, assicura elevate prestazioni e tutela il benessere di chi ne fa uso. 

 

1. Come scegliere le fonti luminose

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Un primo consiglio per coloro che devono allestire uno studio in casa consiste nell'individuare le corrette fonti luminose, ossia quelle che più si adattano allo scopo della stanza. Chi deve leggere, scrivere, consultare documenti e usare il PC ha bisogno di una luce diffusa e non troppo intensa: in caso contrario essa potrebbe dare fastidio agli occhi, ottenendo quindi l'effetto opposto.

I faretti a LED costituiscono la soluzione ideale, perché possono essere comodamente posizionati in ogni angolo del locale e sono semplici da spostare, qualora si abbia necessità di avvicinare o allontanare la fonte luminosa.

Un ufficio, inoltre, deve comprendere una lampada da soffitto, non ingombrante e in grado di illuminare ogni angolo della stanza. Uno studio include ovviamente una scrivania: quest'ultima deve essere abbastanza ampia da ospitare, oltre al computer e ai libri, anche una lampada da tavolo.

Esistono numerosi modelli fabbricati con materiali di elevata qualità e dotati di elevato potenziale estetico, diversi per forma, design e tonalità. Una lampada di un bel colore vivace è perfetta per rendere più piacevole un luogo di lavoro. Ancora meglio se tale complemento è orientabile o comprensivo di appositi morsetti per fissarlo alla scrivania o alla parete.

2. Scegliere il colore della luce: calda, fredda o neutra?

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In genere, per lo studio si predilige una temperatura di colore compresa tra i 3.000K e i 4.000K. Questo intervallo corrisponde alla luce neutra, probabilmente la più confortevole e uniforme.

Una piccola precisazione prima di approfondire l'argomento: con l'espressione "temperatura di colore", ampiamente adoperata nel campo dell'illuminotecnica, si intende la quantificazione della tonalità della luce, valore che si esprime per l'appunto in gradi Kelvin.

La luce neutra è una via di mezzo tra quella calda, caratterizzata di solito da una temperatura di 2.700K, e quella fredda, che può arrivare anche a 6.500K.

Ovviamente la percezione della luce è puramente soggettiva. Alcuni, infatti, trovano più comodi per lo studio i colori caldi, come il giallo e l'arancione; altri prediligono una scala che spazia dal blu e dall'azzurro fino al bianco freddo. La luce neutra è quella classica, bianca e non troppo intensa, un'ottima soluzione per non stancare gli occhi.

Secondo il parere degli esperti, un valore compreso tra 3.000K e 4.000K garantisce un diffuso benessere fisico e psicologico, favorisce la concentrazione e rende l'ambiente più intimo e familiare. La luce neutra, cioè, contribuisce ad accentuare la capacità di riflessione, è rilassante e al tempo stesso naturale. 

3. L'importanza della resa cromatica

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Un altro concetto essenziale nel settore dell'illuminotecnica è quello della resa cromatica. Con questa espressione si indica il modo in cui una fonte luminosa mostra i colori e le sfumature: più precisamente, l'indice di resa cromatica, o IRC, è la capacità di una sorgente di rendere con assoluta fedeltà i colori degli oggetti e delle persone presenti in una stanza.

Se l'IRC di una lampada è elevato, le tonalità dell'ambiente saranno restituite in maniera ottimale e veritiera. Questo è il motivo per cui per lo studio si consiglia un indice di resa cromatica maggiore di 90: in tal modo, tutti i colori presenti nel locale appariranno naturali, proprio come se fossero illuminati dai raggi del sole.

Questa è una caratteristica essenziale degli uffici, fondamentale affinché chi vi lavora si senta a proprio agio. Una luce innaturale trasmette, in genere, sensazioni di tedio e di fastidio, e si rivela quindi poco funzionale alle mansioni professionali e accademiche. Se, invece, l'indice di resa cromatica è alto, ogni compito diventerà più gradevole e leggero, ogni libro più interessante, ogni ricerca più semplice da svolgere.

L'occhio umano richiede una luce naturale: solo così riuscirà a cogliere tutti i dettagli e ad eseguire attività che necessitano di precisione. 

4. Luce del sole e sistemi di illuminazione

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Parlando di luce naturale, è indispensabile che lo studio sia fornito almeno di una finestra, in modo da sfruttare pienamente i raggi del sole durante le ore del giorno. Per avere una maggiore privacy è possibile usufruire di eleganti tendine, da scegliere in pendant con il resto dell'arredamento della stanza.

Giova ribadire quanto sia importante dotare un ambiente professionale di complementi e accessori non solo pratici, ma anche belli ed eleganti: un locale curato in ogni dettaglio, contraddistinto da armonia di colori e da linee pulite ed essenziali, è in grado di migliorare la resa lavorativa delle persone e di favorire l'ordine mentale tramite quello dello spazio. Una valida alternativa consiste nei vetri sabbiati, che bloccano gli sguardi esterni e al tempo stesso lasciano penetrare all'interno la luce del sole.

È necessario che la finestra, se è una sola, sia ampia e che lo studio risulti perfettamente illuminato tanto di giorno quanto di sera. Prima del tramonto, utilizzare un lampadario o una lampada da tavolo comporterebbe un inutile spreco di energia: chi si serve al meglio della luce del sole spende molto meno rispetto a coloro che, per abitudine o altro, adoperano l'illuminazione artificiale anche durante il giorno.



5. Come scegliere la giusta intensità luminosa

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Un ultimo consiglio rivolto a chi deve provvedere all'illuminazione del proprio studio domestico riguarda l'intensità luminosa. I professionisti del settore raccomandano di evitare luci troppo intense: esse, riflettendosi sulle pareti e sul monitor del computer, rischierebbero di recare gravi danni agli occhi dei presenti nella stanza.

Questo è il motivo per cui è importante dotare l'ambiente di sistemi di oscuramento, come le persiane o le tapparelle, le quali potranno evitare uno sgradevole effetto abbagliante.

Altrettanto utile è l'impiego di strumenti elettronici concepiti per regolare l'intensità luminosa delle lampade, come i dimmer. Tali dispositivi, noti anche con il nome di varialuce, consentono di modificare il grado di luminosità delle lampade a LED e sono, quindi, ottimi per i faretti. Anche gli alberghi, i musei e le biblioteche si servono dei dimmer, così da creare un'atmosfera accogliente e le giuste condizioni ambientali.

Per lo stesso motivo questa tecnologia è l'ideale per lo studio: in alcuni momenti si avrà bisogno di una luce più intensa, ad esempio per leggere un libro a caratteri piccoli, mentre in altri si necessiterà di un'illuminazione più soffusa, preziosa alleata della concentrazione. Si tratta, quindi, di uno strumento versatile, del tutto indicato anche se si vuole risparmiare.






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