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5 domande con risposte inaspettate (2 parte)

Oggi continueremo l'articolo "5 domande con risposte inaspettate" e daremo delle spiegazioni scientifiche ad altre 5 domande che, forse, non avete mai pensato potessero avere una risposta. Vediamole insieme.

1. Si può essere allergici ai baci?

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La risposta secondo la rivista "Science News" è sì!

Suzanne S. Teuber, delle Davis School of Medicine, Università della California, specifica però, che non vengono incriminate le labbra o la saliva, ma si tratta, piuttosto, del cibo assunto dall'altra persona. In molti casi i soggetti hanno sviluppato orticarie nel punto in cui hanno ricevuto il bacio, anche se chi lo ha dato ha mangiato il cibo incriminato (spesso arachidi) ore prima. In qualche occasione, la reazione (di solito prurito localizzato e gonfiore) si è manifestata anche dopo che l'altra persona si era lavata i denti.

Una reazione grave si è avuta in un ragazzo allergico alle arachidi; una giovane è finita al pronto soccorso colpita da anafilassi dopo aver baciato il fidanzato che stava mangiando gamberetti. In uno studio recente della Davis School of Medicine, il 6% dei partecipanti allergici ha riferito reazioni dopo i baci. Questi risultati risultano identici in diverse ricerche eseguire anche in Europa.

Per Scott Sicherer, della Mountain Sinai School of Medicine di New York, è difficile che un bacetto sulla guancia possa causare problemi seri, ma potrebbero farlo baci più lunghi e a appassionati con un intenso scambio di saliva, ma consiglia alle persone affette da gravi allergie di portare con sé epinefrina auto-iniettante.

2. In amore è meglio lasciare o essere lasciati?

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Tim Wilson, Elliot Aronson e Robin Akert, docenti di psicologia, rispondono che c'è una grande differenza tra chi lascia, i cosiddetti "scaricatori", e gli "scaricati" ossia chi è stato lasciato.

Akert ha intervistato 344 uomini e donne nella fascia d'età degli studi universitari, di cui gli "scaricati" presentavano livelli elevati di solitudine, depressione e rabbia, oltre a malesseri fisici come cefalee, gastralgie e disturbi del sonno. Gli "scaricatori", invece, nutrivano sì una certa tristezza e qualche senso di colpa, ma rivelavano assai meno sintomi di malessere.

La "reciprocità" e cioè la decisione di mettere fine al rapporto in termini amichevoli, aiutava gli individui ad evitare alcuni degli aspetti negativi tanto che nessuno dei 2 partner risultava sconvolto e ferito. Tuttavia, nemmeno i "reciproci" se la cavavano bene quanto gli "scaricatori": il 60% manifestava sintomi di malessere fisico. 

Akert continua dicendo che "se nel mezzo di una relazione sentimentale vi sembrerà che il vostro partner sia incline a piantarvi, cercate di finire la storia di mutuo accordo. Sfortunatamente per il vostro partner, se sarete lo scaricatore, soffrirete meno attenendovi a questo ruolo. Se però passerete da scaricatore a reciproco, sarà un gesto di gentilezza verso il vostro futuro ex".

3. In amore conta l'altezza?

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I ricercatori John Gillis e Walter Avis in un campione di 720 coppie eterosessuali sposate, riuscirono a trovare soltanto una coppia che è andata controcorrente alla norma sociale così radicata alla società che vuole l'uomo più alto della donna. Gli uomini erano in media più alti di 10 cm, eppure, supponendo che le coppie si fossero formate in modo casuale, il campione avrebbe dovuto comprendere una ventina di coppie con la donna più alta.

Secondo una teoria, se si mettessero insieme maschi e femmine di altezza pressappoco uguale, molte donne assai basse e molti uomini assai alti, rimarrebbero spaiati. Mettendo insieme maschi che sovrastano le loro compagne di quei centimetri che costituiscono la differenza media d'altezza tra i 2 sessi, la società assicura un ridotto numero di esclusi dal punto di vista biologico.

Un'altra teoria punta, invece, il dito verso il desiderio maschile di predominare. "Più alto vuol dire grande, migliore, più potente. Questo sentimento antico, evidente negli affari come nella politica, può far capolino anche nelle relazioni sentimentali".

4. Si possono incrociare esseri umani e scimpanzé?

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Nessuno lo sa o, se lo sa non lo dice in giro, risponde il dottor Ian York del Medical Center dell'università del Massachusetts. Se, invece, cambiamo parzialmente la domanda: esseri umani e scimpanzé possono incrociarsi e dar vita a prole fertile? La risposta è un nettissimo "no".

Gli scimpanzé e gli uomini hanno un diverso numero di cromosomi: i primi 24 coppie, i secondi 23. Ciò significa che molto probabilmente la loro ipotetica  progenie sarebbe sterile. Capita, tuttavia, che membri di specie diverse si incrocino. L'esempio più famoso è quello di cavalli e asini, i quali nonostante i loro numero di cromosomi differenti, possono benissimo accoppiarsi e generare muli o bardotti. al di là di questo, però, non esiste una regola regola semplice per determinare quali specie possano incrociarsi.

Esseri umani e scimpanzé hanno più o meno la stessa somiglianza genetica di cavalli e asini, ma questa non è comunque una garanzia, e la questione si decide caso per caso. Alcune specie che sono più simili di esseri umani e scimpanzé non possono incrociarsi. 

"In linea teorica, è assolutamente possibile che scimpanzé ed esseri umani si possano incrociare. In linea teorica, è anche assolutamente possibile che non possano farlo. Non lo sapremo mai finché non si faranno esperimenti", è la conclusione di York.



5. Chi ha il morso più forte tra un uomo e un cane?

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Jerry D. Harris, direttore del dipartimento di paleontologia al Dixie State College, racconta che la forza dei morsi è stata studiata intensamente in parecchie specie, viventi ed estinte. Un alligatore americano, spiega Harris, morde con una forza di circa 1,95 tonnellate, una iena di circa 900 chilogrammi, un leone di circa 400 chilogrammi, uno squalo grigio di 300 chilogrammi e un labrador retriever (un esemplare "di corporature robusta e di taglia media", secondo l'American Kennel Club) di 100 chilogrammi. 

Un uomo con una forza di 150 chilogrammi, in effetti, morde con maggiore potenza del labrador retriever. Ma si tratta di valori di forza che riguardano l'intera bocca, relativi quindi a mascella e forma dei denti. Per cui, mentre un uomo batte il labrador, nota Harris, il cane ha denti molto più aguzzi distribuiti in una bocca più stretta, il che gli permette di concentrare maggiormente la presa sulle punte. Questo è il motivo per cui anche se i morsi umani possono essere davvero poco gradevoli, Fida sa arrecare più danni.






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