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5 domande da brivido che non avete mai osato chiedere

A ogni tipo di curiosità, anche la più pazza, bizzarra e insolita, sul mondo in cui viviamo, è possibile trovare una risposta scientifica.

Oggi abbiamo scelto per voi 5 domande da brivido che (forse) non avete mai osato chiedere. Scopriamole insieme.

1. I cadaveri possono letteralmente rivoltarsi nella tomba?

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Il dottor Paul Barber del Fowler Museum of Cultural History, Università della California, scrive che molto del folclore dei secoli passati su tantissime storie bizzarre riguardanti i morti, i cimiteri ecc,, altro non è se non il frutto dell'ignoranza sui processi naturali che accompagnano i cadaveri. Più in particolare:

  • il motivo classico della mano di un peccatore che si allunga dalla tomba, ha origine dall'usanza molto comune nel passato di sepolture poco profonde e dalla presenza di animali saprofagi che si avventano su qualsiasi parte del corpo che possa essere sollevata, in genere un braccio;
  • rumori di masticamento e suzione non sono frequenti negli obitori e nei cimiteri. "Quando un cadavere si gonfia e scoppia" spiega il dottor Barber "è possibile percepire il suono delle emissioni gassose, dei fluidi corporei e dei vermi, presenti in quantità strabilianti". Un necroforo del 19° secolo disse di aver sentito rumori spaventosi nelle 3 settimane successive a una sepoltura poco profonda;
  • gli arti di un cadavere riesumato possono reagire in modi raccapriccianti quando, terminato l'effetto del "rigor mortis" (l'irrigidimento del corpo che avviene dopo il decesso), sono liberi di "dimenarsi" per effetto della forza di gravità;
  • un corpo può emettere "un grido" se trafitto da un palo nel petto, e questo è dovuto al fatto che il palo fa uscire un flusso di aria attraverso la glottide e non per la presenza di qualche vampiro o un demone...

2. Una testa mozzata sentirebbe se stessa toccare terra?

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In Francia ai tempi della ghigliottina, fu chiesto ad alcuni dei condannati di sbattere le palpebre per dimostrare di essere ancora coscienti dopo la decapitazione e alcune teste strizzarono gli occhi fino a 30 secondi dopo, dice Dale McIntyre su New Scientist. "Si possono fare ipotesi su quanto fossero volontari tali movimenti e quanto fossero, invece, dovuti a un riflesso nervoso. La gran parte delle nazioni dotate di strumenti scientifici sufficientemente sofisticati per dare una risposta definitiva in proposito, hanno abolito la pena della decapitazione da molto tempo".

Sulla questione dei riflessi, un certo dottor Beaurieux osservò l'esecuzione di un assassino nel 1905, dice lo scrittore Alister Kershaw nella sua "Storia della ghigliottina". Prima vide movimenti spasmodici degli occhi e delle labbra per 5-6 secondi. Poi la faccia si rilassò e le palpebre si chiusero in parte "esattamente come succede nei morenti che abbiamo occasione di vedere ogni giorno nell'esercizio della nostra professione".

"Fu allora che io con voce forte e acuta chiamai: Languille! Le palpebre di Lanquille si sollevarono e i suoi occhi innegabilmente vivi, fissarono il medico, dopo di che si richiusero". Qualche momento dopo Beaurieux chiamò nuovamente Lanquille e ottenne un altro sguardo. Ma una terza chiamata non ebbe seguito. 
"Vi ho raccontato [...] ciò che ho potuto osservare. Tutto questo durò 25 o 30 secondi".

3. Può capitare che un paziente si svegli durante un'operazione?

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La paura peggiore di tutti i pazienti che devono subire un'operazione è quella di riprendere coscienza nella sala operatoria mentre il bisturi morde le carni (l'effetto dell'anestetico svanito) senza poter urlare per fermare la procedura.

Si tratta di una mezza verità, rispondono l'anestesista Christopher Bernards e il neuroscienziato Eric H. Chudler dell'università di Washington. Per quanto raro, non si può escludere un risveglio durante un'operazione. Per una buona tolleranza del medicinale da parte del paziente, l'anestesista può aver tenuto bassi i livelli dell'anestetico per evitare di far scendere pericolosamente la pressione sanguigna. Oppure il paziente ha una storia di alcolismo o di abuso di valium o di sonniferi e il suo cervello è resistente all'effetto dell'anestetico.

Di solito i pazienti dicono che non era il dolore a costituire il problema, bensì lo stato di estrema ansia dovuta all'incapacità di muoversi. Per fortuna, c'è l'antispastico muscolare che induce "paralisi" temporanea e tiene sotto controllo i movimenti del corpo, sottolineano Chudler e Bernards. Si tratta dello stesso antispastico che rilassa i muscoli, per renderli più facili da spostare quando occorre rendere accessibile il punto di interesse chirurgico.

4. I vampiri potrebbero essere esistiti davvero?

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Il dottor Juan Gomez-Alonso sostiene che i presunti vampiri del 18° secolo potrebbero essere stati affetti dalla rabbia, una patologia ormai largamente debellata dalla medicina moderna. Le storie dei vampiri risalgono a molti secoli fa, ma nella forma moderna comparvero dopo una grande epidemia di rabbia scoppiata nell'Europa centrale agli inizi del Settecento. I punti a favore dell'ipotesi della loro esistenza sono i seguenti:

  • i vampiri mordono, e lo stesso fa il 25% degli idrofobi;
  • i vampiri seducono le donne; i pazienti affetti da rabbia mostrano spesso un comportamento ipersessuale e, in alcuni casi, hanno fino a 30 rapporti sessuali al giorno;
  • Dracula compariva su balconi illuminati dalla luna; i pazienti affetti da rabbia soffrono spesso di disturbi del sonno e di insonnia;
  • i vampiri rifuggono dagli specchi e dall'aglio; gli idrofobi sono ipersensibili a stimoli intensi di luci, specchi e odori agliacei. Il collegamento con gli specchi è così forte, sottolinea il l dottor Juan Gomez-Alonso, che in passato un individuo non veniva dichiarato idrofobo se riusciva a tollerare la vista della sua immagine riflessa;
  • ai vampiri, infine, si accompagnano spesso lupi e pipistrelli, animali che possono contrarre la rabbia e trasmetterla per via ematica con i morsi.




5. Un cane o un gatto potrebbe sbranare il padrone che muore lasciandoli soli e senza cibo?

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Il dottor John D. Butts, medico legale capo del North Carolina, risponde che capita ogni tanto che gli animali domestici si nutrano dei loro padroni morti. E' raro, però, forse perché non succede tanto spesso che si verifichino quelle circostanze. "Nella nostra esperienza, si tratta solitamente di un cane".

I cani cominciano prendendo di mira certe parti del corpo, spiega Steve Gilbert, docente di medicina legale e investigazioni criminali presso la State University di New York a Canton. C'è prima la fase in cui ogni giorno il cane lecca la faccia e le mani del defunto. Poi rosicchia queste e altre parti. "Non c'è differenza tra cani e gatti quando è in gioco la sopravvivenza: sia gli uni che gli altri mangeranno quello di cui hanno bisogno".






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