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Shar Pei: un cane asiatico misterioso a pieghe e pliche

Erede di rudi combattimenti, lo Shar Pei, cane dall’aspetto decisamente singolare, deve il suo successo non solo al suo fisico esotico, ma anche all'affetto che sa dimostrare. La caratteristica della razza è il suo pelo diritto e duro al tatto.

Il termine Shar Pei significherebbe per alcuni "cane dal pelo di sabbia", ovvero che dà l'impressione della sabbia quando vi si passa la mano sopra. Cane di media taglia, attivo, compatto, dal rene corto, inscrivibile in un quadrato. Le rughe sul cranio, le pieghe a livello del garrese, le sue orecchie piccole e il muso che ricorda quello dell’ippopotamo, gli conferiscono un aspetto unico. I maschi sono più grandi e più potenti delle femmine.

Sotto le sue rughe, le sue orecchie minuscole, il suo muso stravagante e la sua coda ad anello serrato, si nasconde un cane sensibile ed estremamente intelligente. Quale sarà l'avvenire del cane a pieghe e pliche? Si spera più chiaro che nel passato, perché anche se ha presto acquisito una notorietà internazionale, occorre ora non addormentarsi sulle sue pieghe e provare che non solamente può captare l'interesse del pubblico, ma anche mantenerlo vivo a lungo termine. E' quello che ci si augura.

FCI Standard N° 309 / 09.08.1999
SHAR-PEI
ORIGINE: Cina
PATRONATO: F.C.I.
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 14.04.1999
UTILIZZAZIONE: cane da caccia e da guardia
CLASSIFICAZIONE F.C.I. : Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer
Molossoidi e cani bovari svizzeri
Sezione 2.1 Molossoidi
Senza prova di lavoro

1. Origine

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Le leggende del passato, si sa, creano miti e lo Shar Pei è uno di essi. Un cane così raro, così strano... così caro, non poteva che suscitare teorie diverse sulle sue origini e controversie sulla sua storia, le quali però hanno senzadubbio contribuito ad aggiungere fascino a questo cane, ammesso che ne avesse bisogno. Non dimentichiamo che esso è entrato nella cinofilia a colpi di articoli; una razza nel passato così misteriosa doveva essere salvata dall'estinzione imminente, si diceva. Indagare su questo passato non deve essere privo di interesse; per cominciare vediamo la versione ufficiale dei fatti.

La storia di questo cane risalirebbe alla dinastia Han (contemporanea all'apogeo dell'Impero romano in Europa) per l'epoca, e alla Cina meridionale per il luogo. Lo Shar Pei sarebbe stato un cane da strada, non avendo niente del cane di lusso o dell'animale favorito dagli imperatori. Più bastardo che cane di razza, più spesso cane senza padrone, andava vagando per le strade dei villaggi per trovarsi del cibo. Era naturalmente di notevole rusticità (legata al suo modo di vivere), di struttura molto quadrata, il corpo compatto e solido, la testa infossata nelle spalle, il muso largo, le orecchie piccole, la coda portata sul dorso: niente di eccezionale, dunque, un tipo piuttosto comune di cane semirandagio e ben costituito.

Esistono delle testimonianze certe per confermare questa teoria? Statuette d'epoca rappresentano dei Canidi di questo tipo. Tuttavia, alcune di esse non  mostrano cani coperti di rughe, e neppure leggermente a pliche. Sotto la dinastia Han, i cani sembra avessero una pelle assolutamente normale. Una lunga eclissi maschera da allora le tracce dello Shar Pei. Esso non riapre agli occhi degli storici che numerosi secoli più tardi, sempre in Cina, nella regione di Dah Let (Cina del Sud), dove si dedica con particolare animosità a uno sport molto apprezzato dagli asiatici: i combattimenti tra cani. Questa attività, così contestata, ha perlomeno il merito storico di mettere in scena il medesimo genere di animali, cosa che facilita non poco il compito ai cinofili.

Tutti i cani da combattimento devono essere dei cani di taglia media (troppo grandi non sarebbero rapidi), dalle mascelle potenti, dal naso grosso, la pelle più floscia possibile (così che la gravità dei morsi sia minima); le loro orecchie sono generalmente corte e la coda è portata alta per non rischiare di essere dilaniata durante gli attacchi. Ecco un ritratto robot già soddisfacente dello Shar Pei di allora. I combattimenti dei cani, si sa, persistono tenacemente in certe regioni interne del paese, salvaguardando la razza.

2. Storia

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Lo Shar Pei era, dunque, un tranquillo cane da combattimento (se una tale pratica si può definire tranquilla!) fino a quando il comunismo e tutte le sue rivoluzioni dilagarono in Cina. Ogni traccia di lusso fu, sotto il dominio di queste dittature, cancellata, insieme a un certo numero di elementi della cultura cinese quali la letteratura, le arti o la cinofilia. Lo Shar Pei, come tutti i suoi consimili, fu considerato come "bene superfluo e oggetto decadente". Ecco, dunque, il nostro Shar Pei in "via di estinzione", in attesa di essere salvato dai cinofili occidentali più coscienziosi.

Si è preteso all'epoca (gli anni Sessanta) che non restasse che qualche soggetto esportato dalla Cina meridionale a Hong Kong e nella zona portoghese di Macao, essendo stati sterminati gli altri. Nel 1972, apparve nella rivista americana "Dogs", un articolo che riguardava un cane cinese rarissimo, lo Shar Pei appunto, a seguito del quale 2 abitanti di Hong Kong lasciarono un disperato appello all'occidente a favore di questa razza. Questi signori, Matgo Law e Chung Ching Ming, possedevano allora numerosi esemplari di Shar Pei, e ne inviarono alcune immagini fotografiche agli americani, esponendo i loro timori per l'avvenire dei loro cani quando Hong Kong fosse ridiventata cinese.

La loro lettera, pubblicata sulla rivista "Dogs", ebbe l'effetto di una bomba. Più di 200 persone chiesero i cuccioli, dai quattro angoli del paese, e le loro fotografie pubblicate dalla rivista; il risultato fu che, qualche mese più tardi, i primi allevamenti di Shar Pei videro la luce proprio negli Stati Uniti. I 2 amatori di Hong Kong ispezionarono i villaggi cinesi alla ricerca di qualche autentico Shar Pei, mentre gli Americani ne trovarono qualcuno a Taiwan (ex Formosa). Nel 1973 la razza venne così "ricostituita". Anche numerosi paesi d'Europa ne importarono, ed è così che ceppi di allevamenti non trascurabili si svilupparono in Gran Bretagna, in Germania e in Francia.

3. Altre teorie sulla creazione della razza

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L'esotismo di questo cane, il suo mistero, il suo prezzo (un modo di provare che si hanno "i mezzi") e sicuramente anche le sue rughe, contribuiscono a fare di lui un animale affascinante. Numerosi cinofili si appassionano alla sua leggenda, e molti proprietari riconoscono che le origini, insieme misteriose e tragiche dello Shar Pei, sono state un motivo importante della loro scelta. Questi amatori di esotismo sarebbero sicuramente molto sorpresi di apprendere le ultime teorie degli specialisti a proposito della storia dello Shar Pei, quella vera. Perché quella a cui hanno creduto fermamente è controversa. Grandi allevatori e grandi appassionati dello Shar Pei la trovano troppo bella per essere autentica. Chi ha ragione? Diciamo che la leggenda ufficiale dello Shar Pei, anche se poggia su un fondo di verità storica, presenta perlomeno gravi omissioni.

Si dimentica di precisare che lo Shar Pei cinese, che esiste ancora in questo paese - e non sterminato come si è detto e scritto -, non presenta che poca somiglianza con il cane oggi venduto in occidente. Questo animale molto rustico, che in Cina vive per strada, non appartiene veramente a una razza pura. Non presenta in alcun modo le grinze del fratello occidentale, cosa che va a suo vantaggio, vista la mancanza di cure di cui soffre nel suo paese. Gli allevatori che difendono questa tesi citano come prova il gruppo di cani da combattimento cinesi importati qualche decennio di anni fa: questi esemplari avevano ben poco in comune con il nostro Shar Pei attuale. Inoltre, occorre ricordare che le famose statuette della dinastia Han citate dagli storici, non portano pieghe numerose, attributo così tipico dello Shar Pei pervenuto sino a noi e tanto responsabile del suo successo! La teoria "riformista" accorda allo Shar Pei una "base antica" datata al II secolo a.C., ma obbliga ad ammettere che questo cane si sarebbe in seguito considerevolmente trasformato.

Da dove viene, dunque, lo Shar Pei che noi conosciamo? Per i sostenitori di un'altra ipotesi, sarebbe il risultato di un'esperienza commerciale di Matgo Law, il cinese di Hong Kong precedentemente citato, e di un californiano, Ernest Allbright. Questi 2 personaggi avrebbero creato di sana pianta un "preteso antico cane cinese" e avrebbero nel medesimo tempo fatto credere alla sua quasi totale estinzione. Incredibile? Non poi tanto. Come tutte le razze recenti, lo Shar Pei non è ancora omogeneo e, con dei buoni occhi e una seria preparazione cinofila, si possono scoprire nei differenti individui le tracce delle razze che hanno contribuito alla sua fabbricazione. Citiamo, tra le altre, il Chow-Chow, il Boxer, il Mastino, il Bull-Terrier inglese e americano.

La teoria può, forse, sconvolgere molte convinzioni, ma presenta verità innegabili. Del resto anche se il cinese e l'americano ebbero l'idea di creare questo cane, non si dovrebbero criticare, visto che oggi è ben affermato nella nostra cinofilia, con il successo che merita. Al contrario, la procedura adottata, quella della menzogna storica, non è delle più felici. E' un peccato, anche perché lo Shar Pei non ne aveva bisogno: si sarebbe in ogni caso ben venduto; il suo fascino naturale e le sue grandi qualità, valgono tutte le origini prestigiose del mondo.

La caratteristica della razza è il suo pelo diritto e duro al tatto. Il termine Shar Pei significherebbe per alcuni "cane dal pelo di sabbia", ovvero che dà l'impressione della sabbia quando vi si passa la mano sopra. Quale sarà l'avvenire del cane a pieghe e pliche? Si spera più chiaro che nel passato, perché anche se ha presto acquisito una notorietà internazionale, occorre ora non addormentarsi sulle sue pieghe e provare che non solamente può captare l'interesse del pubblico, ma anche mantenerlo vivo a lungo termine. E' quello che ci si augura. Sotto le sue rughe, le sue orecchie minuscole, il suo muso stravagante e la sua coda ad anello serrato, si nasconde un cane sensibile ed estremamente intelligente.

4. Comportamento

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Anche se ormai è noto che "l'abito non fa il monaco", dobbiamo ammettere, tuttavia, che il portamento poco convenzionale dello Shar Pei potrebbe essere l'indice di nu comportamento assai esotico. Se il Levriero è stato accusato di essere poco intelligente, il Dobermann ombroso e il Pastore Belga cattivo, lo Shar Pei si è conquistato una reputazione d'asiatico misterioso, di remoro saggio, in breve, di "cane-gatto" per le sue numerose caratteristiche feline. Ora, nello stesso modo in cui, complice il suo padrone, il Levriero può diventare facilmente docile, il Dobermann un compagno leale e il Pastore Belga un carezzevole cagnolino, lo Shar Pei in famiglia è un cane socievole, affettuoso, molto attaccato al padrone, insomma molto lontano dal monaco pensoso che può evocare a prima vista.

Ma, prima di descrivere le piccole abitudini di vita di questo affascinante compagno, ci si soffermerà sulla sua funzione originaria, perché occorre sapere che il carattere di una razza dipende essenzialmente dal compito al quale i suoi "creatori" lo hanno destinato sin dall'inizio. Lo Shar Pei cinese è un cane da combattimento. Testimoniano di questa "professione" le sue numerose rughe destinate a rendere la presa dell'avversario inefficace, le sue mascelle potenti armate di zanne girate verso l'interno, le sue corte orecchie (difficili da afferrare) e la sua coda portata al dorso, in modo da sfuggire ai crudeli morsi dell'avversario costretto più spesso a soccombere che ad andarsene vittorioso.

Il nostro Shar Pei, dunque, è un vero dominatore. Se è esatto dire che lo Shar Pei occidentale attuale è dominante, nondimeno è vero che esso è lontano dal modello cinese. Questo darebbe fondamento alla tesi che afferma che il nostro Shar Pei sia una recente creazione destinata alla vendita in Occidente, ottenuta a partire dallo Shar Pei cinese grazie  all'apporto di sangue di altre razze. Questo non toglie nulla alle sue doti, al contrario: anziché dell'autentico cane d'arena asiatico, disponiamo oggi di soggetti dal comportamento rimodellato, affinato e notevolmente addolcito.

In famiglia non c'è niente di più dolce dello Shar Pei. Con i suoi padroni è tutto miele, affettuoso, docile: si potrebbe quasi comparare il suo carattere a quello del Boxer, cane socievole al di là di ogni dubbio. Ma attenzione! La morfologia di un cane incide anche sul suo carattere. Per questo alcuni allevatori distinguono fra lo Shar Pei a pelo molto corto e quello dal pelo "lungo" (di 1 o 1,5 cm). Il primo è allegro, facile da allevare. Il secondo, avvicinandosi al Chow Chow, è più distante: ama i suoi padroni ma non manifesta la stessa esuberanza nella vita di tutti i giorni.

Dal lato educazione lo Shar Pei è un buon allievo, a condizione che ci si sappia imporre fin dalla sua più giovane età, perché resta malgrado tutto un dominatore, e lasciargli la briglia sciolta sarebbe poco ragionevole. Dunque, si comincerà a educare uno Shar Pei quando è ancora un cucciolo. Così acquisterà assai presto le buone maniere, da cui in seguito non si allontanerà più. Il padrone eviterà ogni ricorso alla violenza o a grandi dimostrazioni d'autorità, perché rischierebbe di perdere la fiducia del suo cane. D'altronde, abbiamo a che fare con un cane intelligente e sensibile, che capirà velocemente che può disobbedire se i suoi padroni non sono coerenti nel loro comportamento. Se oggi una certa poltrona è vietata, non dovrà essere permessa domani.

Costanza e fermezza impiegate in maniera consapevole faranno dello Shar Pei un cane rispettoso del suo padrone e piacevole da vivere. Perché è un gran tenerone. Occorre vederlo giocare con i bambini, di cui è il compagno inseparabile. Li ama a tal punto che nessun gioco praticato da loro lo stanca. Vezzoso con i più piccoli, si libera con gioia alle corse dei più grandi, sempre pronto, sempre presente. Tutto cambia però se arriva un intruso nel terreno dei suoi padroni! Anche se lo Shar Pei è generalmente piuttosto amabile verso gli estranei, colui che tentasse di entrare di nascosto in casa troverebbe in questo cane un avversario di valore. Strutturato per il combattimento, con la sua statura compatta, i suoi arti solidi e il suo collo muscoloso, si classifica al rango dei guardiani efficaci, a tal punto che, abbandonando la sua antica classificazione di cane da compagnia (nono gruppo), è passato in quella di cane d'utilità del secondo gruppo.

Lo Shar Pei è, dunque, un eccellente cane da guardia, il che non vuol dire cane da difesa, perché il suo buon umore cronico lo spinge a mostrarsi relativamente amichevole nei confronti degli estranei, salvo, beninteso, che si tratti di un esemplare tipo Chow Chow, sopra menzionato, di natura più riservata. In ogni caso, una delle caratteristiche salienti dello Shar Pei rimane la socievolezza. E' socievole e pacifico con gli adulti, con i bambini e con gli animali di casa. Questo cane è come certe persone un po' autoritarie che vanno meravigliosamente d'accordo con tutti fintanto che gli si dà ragione dela loro opinione. Così lo Shar Pei si mostra di una notevole cortesia canina con coloro che dominano; al contrario, coloro che non si piegano davanti a lui vanno incontro a delle noie. Secondo i famosi testi di Campbell, lo Shar Pei è dominatore assoluto, cosa che prova chiaramente rifiutandosi di lasciarsi mettere sul dorso (segnale di sottomissione totale presso i cani).

Negli incontri, lo Shar Pei si mostra all'inizio amichevole con i soggetti apparentemente dolci, ma cerca di affrontare quelli che fanno in modo di volerlo dominare. In conclusione, sarà meglio sorvegliare i suoi approcci per evitare dei disordini, tanto più che, quando ha morso qualcuno, non è facile indurlo a lasciare la presa. Benché non sia molto grande, lo Shar Pei è ben costituito e deve fare un po' di esercizio per mantenere la sua struttura da lottatore. Quale piacere per lui afferrare i pezzi di legno che gli si lancia , ma senza esagerare in quanto non ha nulla da cane da pastore. Nello stesso tempo non sopporta la solitudine di un canile. Piange, abbaia, rifiuta di mangiare. In breve: il suo posto è tra le mura domestiche. Ecco, dunque, un cane molto raro, molto intrigante, un cane che, sotto la sua personalità eccentrica è un vero compagno. La razza presenta in generale tutte le caratteristiche mentali di un eccellente cane da famiglia.



5. Standard dello Shar Pei

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PROPORZIONI IMPORTANTI
• L’altezza dello Shar-Pei al garrese è quasi uguale alla lunghezza del corpo dalla punta della spalla alla punta della natica; ciò specialmente nei maschi.
• La distanza dal tartufo allo stop corrisponde pressappoco a quella dallo stop all’occipite.

COMPORTAMENTO – CARATTERE
Calmo, indipendente, fedele, affettuoso verso la sua famiglia

TESTA: piuttosto grande in rapporto al corpo. Le rughe sulla fronte e le guance si prolungano per formare giogaia
 

REGIONE DEL CRANIO
Cranio piatto, largo
Stop medio

REGIONE DEL MUSO
Tartufo: grande e largo, preferibilmente nero, ma è ammesso qualsiasi colore in conformità al colore generale del mantello. Le narici sono molto aperte.
Muso: costituisce una caratteristica della razza. Largo dall’inizio alla fine, non ha alcuna tendenza a restringersi. Labbra e parte superiore del muso molto spessi. Un rigonfiamento alla base del tartufo è tollerato.
Bocca: si preferiscono di un nero bluastro la lingua, il palato, le gengive e le labbra La lingua macchiettata di rosa è tollerata; la lingua interamente rosa è del tutto indesiderabile. Nei cani dal mantello di colore diluito la lingua è tutta color lavanda.
Mascelle - denti: mascelle forti che presentano una perfetta chiusura a forbice, cioè gli incisivi superiori si sovrappongono gli inferiori con stretto contatto e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle. Lo spessore del labbro inferiore non deve essere tale da disturbare la chiusura delle mascelle.
Occhi: scuri, a mandorla, dall’espressione imbronciata. L’iride dal colore più chiaro è tollerata nei cani che hanno il mantello di un colore diluito. La funzione del globo oculare e delle palpebre non deve in nessun caso essere disturbato da pelle, pieghe o peli che le circondano. Qualsiasi segno d’infiammazione del globo oculare, della congiuntiva o delle palpebre è da proscrivere. Niente entropion
Orecchi: molto piccoli, piuttosto spessi, a forma di triangolo equilatero, leggermente arrotondati all’estremità; sono attaccate alte con l’estremità ripiegata in direzione dell’occhio; ben posizionate in avanti sopra gli occhi, sono ben distanziate e cadono ben aderenti al cranio. L’orecchio eretto è un decisamente indesiderabile.

COLLO: forte, di media lunghezza, ben innestato sulle spalle. La pelle lassa sotto il collo non deve essere eccessivamente sviluppata

CORPO: nei cani adulti, le pieghe cutanee sul corpo sono molto indesiderabili tranne che al garrese e alla base della coda, dove ci sono pieghe di media consistenza. Linea superiore scende leggermente dietro il garrese per rialzarsi leggermente sul rene
Dorso corto, solido
Rene corto, largo, leggermente bombato
Groppa piuttosto piatta
Torace largo e ben disceso; la regione sternale arriva al livello dei gomiti
Linea inferiore rimonta leggermente sotto le reni.

CODA: spessa e rotonda alla radice, si affusola in una punta fine. La coda è attaccata molto alta, tratto caratteristico della razza. Può essere portata alta e incurvata, arrotolata in ricciolo chiuso o ricurva sopra o su uno dei due lati del dorso. L’assenza di coda o una coda accorciata sono decisamente indesiderabili.

ARTI
ANTERIORI: sono diritti, di moderata lunghezza e con una buona ossatura. La pelle non ha pieghe.
Spalle: muscolose, ben aderenti e oblique
Metacarpo: leggermente inclinato, forte ed elastico.
POSTERIORI: muscolosi. Solidi, moderatamente angolati, perpendicolari al suolo; visti da dietro, i posteriori sono paralleli. Pieghe sulla coscia, le gambe e il metatarso come pure un ispessimento della pelle a livello dei garretti, sono indesiderabili.
Garretto: ben disceso

PIEDI: di moderata grandezza, compatti, non schiacciati. Le dita hanno buone nocche. Non ci sono speroni ai posteriori.

ANDATURA: l’andatura preferita è il trotto. Il movimento è sciolto, equilibrato ed energico con buon allungo degli anteriori e forte spinta dei posteriori. I piedi hanno tendenza a convergere verso l’asse centrale quando la velocità aumenta. L’andatura artefatta è un difetto.

MANTELLO
PELO: è una caratteristica della razza: corto, duro e irto. Il pelo è diritto e separato sul corpo, in generale più adagiato sugli arti. Non c’è sottopelo. La lunghezza del pelo può variare da 1 a 2,5 cm. Non è mai toelettato. 
COLORE: tutti i colori uniti sono accettati tranne il bianco. Spesso il pelo della coda e della regione posteriore delle cosce è d’una tonalità più chiara. Un tono più ombreggiato lungo il dorso e sugli orecchi è tollerato.

TAGLIA
Altezza 44 – 51 cm al garrese

DIFETTI : Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerata come difetto e la severità con cui questo difetto va penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità

DIFETTI GRAVI
• Chiusura diversa dalla forbice (transitoriamente, è tollerato un leggerissimo enognatismo)
• Muso affilato
• Lingua macchiettata (tranne lingua macchiettata di rosa)
• Orecchi grandi
• Coda attaccata bassa
• Pelo di una lunghezza che sorpassa 2,5 cm.

DIFETTI ELIMINATORI
• Muso piatto con enognatismo importante; prognatismo.
• Lingua tutta rosa
• Labbra inferiori arrotolate, ostacolando la chiusura delle mascelle
• Occhi rotondi, sporgenti; entropion, ectropion
• Pieghe delle pelle o peli che ostacolano la funzione normale degli occhi
• Orecchi eretti
• Anurismo; mozziconi di coda
• Pieghe importanti della pelle sul corpo (tranne al garrese e alla radice della coda) e sugli arti
• Colori non uniti (albini, striature, chiazze di colore, macchie, cani nero-focati, colore che forma una sella)

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali, completamente discesi nello scroto.

NOTA: qualsiasi modifica fisica artificiale dello Shar-Pei (in modo particolare alle labbra e alle palpebre) elimina il cane dalla competizione.






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