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Alano: l’Apollo dei cani

Lo sapevate che l'Alano è, in buona parte, l'erede degli Alani, o Allant, quei grandi cani introdotti in Europa dagli Alani, una popolazione iraniana cacciata dagli Unni e che si installò progressivamente in Europa? L'Alano (Deutsche Dogge) è chiamato Dogue Allemand (Dogo Tedesco) in Francia e Great Dane (Grande Danese) in Gran Bretagna, una diversità di denominazioni che illustra bene le  diverse ipotesi relative alle origini di questa razza, la cui storia è ricca di colore locale. 

Dotato di grande intelligenza ed equilibrio, è portato istintivamente a valutare esattamente le situazioni e a non abusare mai della sua mole e della sua forza. Il suo comportamento riflessivo e intelligente si riscontra anche quando svolge il compito di guardiano. Sicuro di sè, conscio, forse, di quale deterrente sia già il solo suo aspetto, l'Alano non abbaia mai senza motivo, ma quando è realmente necessario. Solo in presenza di una grave minaccia può attaccare.

Cani di una bellezza straordinaria, (non a caso l'Alano viene definito l"Apollo dei cani" ), oscillano tra un tipo pesante e massiccio ed un tipo leggero ed elegante, e la loro bellezza è dovuta all'armonia che nasce da questo equilibrio: il portamento della testa, la taglia impressionante, gli atteggiamenti in generale che gli conferiscono una prestanza leggendaria, l'andatura dall'ampia falcata e il tipo atletico, tutto contribuisce alla distinzione e alla purezza delle linee.

Ma scopriamoli da vicino questi animali unici in tutti i sensi.

FCI Standard n° 235 – 20.12.2012
Origine: Germania 
Data di pubblicazione dello standard originale vigente: 08.10.2012
Utilizzazione: Cane da accompagnamento, da guardia e da protezione.
Classificazione F.C.I.: Gruppo 2 Cani tipo Pinscher e Schnauzer
Molossoidi e bovari svizzeri
Sezione 2.1 Molossoidi di tipo Mastino
Senza prova di lavoro

1. Origine e storia

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L'Alano è, in buona parte, l'erede degli Alani, o Allant, quei grandi cani introdotti in Europa dagli Alani, una popolazione iraniana cacciata dagli Unni e che si installò progressivamente in Europa. Gli Alani erano, esattamente come i Goti, i Burgundi o i Franchi, degli arditi guerrieri  e avevano come compagni dei cani agguerriti e combattivi. Si trattava di molossoidi, tra i quali si distinguevano l'Alano Veltro e l'Alano Gentile, che venivano utilizzati per la caccia, e l'Alano da Macelleria, impiegato come cane da guardia e da difesa. Alcuni di questi animali devono essersi stabiliti in Baviera e nel Wurttemberg, dato che lì si ritrova sugli arazzi medievali, vestiti di un'armatura, con cotte di maglia, se non addirittura con dei cappelli con le piume. 

Come ha fatto il molosso di ieri a diventare l'atleta elegante di oggi? Secondo certi cinologi, il popoli degli Alani ha dato vita in Germania al Bullenbeiser, un cane piuttosto grossolano , il quale incrociato con dei Levrieri, avrebbe permesso di creare l'Alano. Nel 1938, il dottor Pincemin, veterinario e allevatore, difendeva questo punto di vista, stimando che l'apporto di sangue Levriero, fonte decisiva di trasformazioni morfologiche, era riconoscibile nell'Alano "dalla larghezza della coscia e dalla natica e dalla posizione bassa della punta del garretto". Fu nel sud della Germania che, verosimilmente, venne a poco a poco modificato l'antenato dell'attuale Alano.

Ne è testimonianza il nome di Ulm, una piccola città del Wurttemberg, che fu per lungo tempo associata alla razza: si parlava così di Dogo di Ulm (Ulmer Dogge). Ma molti altri nomi furono dati all'antenato dell'Alano: Tiggerdogge (Mastiff tigrato), Saupacker o Hatzude Saufangen (uccisore di cinghiali), Altdeutsche Dogge (Mastiff antico tedesco), Metzgerhund (cane da macellaio), Boarhund o Wildboardhund o ancora Kammerhund (cane di corte) quando la razza, adottata dalle corti principesche germaniche, venne portata al sommo grado della scala sociale, al punto che, certi cani furono dotati di collari in oro massiccio. Questa grande diversità non deve creare illusioni perché si tratta sicuramente dello stesso cane, ben riconoscibile dalla taglia e dalla linea.

Quando, nel XIX secolo, la cinologia volle affermarsi come una vera scienza, si dovette scegliere tra i diversi appellativi dell'Alano quello che doveva diventare ufficiale. Ma una tale scelta suscitò aspre controversie, dalle implicazioni politiche evidenti. In effetti, mentre i tedeschi consideravano il Dogo di Ulm come un cane specificamente nazionale (nel 1870), il cancelliere Bismark ne possedeva 2 di color ardesia e posava volentieri in loro compagnia, certi cinologi lo battezzarono "Grande Danese", cosa che sollevò un problema di nazionalità. A partire dal 1870 circa, i Tedeschi tentarono di imporre a forza un'etichetta puramente germanica alla razza, al punto che, nel 1877, il termine Deutsche Dogge, già utilizzato da qualche anno, venne adottato ufficialmente dalla società Hector di Berlino, un'associazione di allevatori presieduta dal direttore del giardino zoologico di Berlino; l'anno seguente, tutti cani chiamati fino ad allora Doghi di Ulm, grandi Danesi ecc., vennero presentati sotto l'appellativo unificato di Deutsche Dogge all'esposizione canina che si tenne a Francoforte sul Meno.

Resta comunque un'ambiguità. Nel 1897 il conte Henri de Bylandt descriveva, in effetti, 2 razze differenti, il Deutsche Dogge e il Danks Hunde, poi, nel 1906, il cinologo francese Pierre Mégnin, distingueva ugualmente il Grande Danese e il Dogo Tedescoa proposito del quale ci si poteva legittimamente domandare se si trattasse realmente di un Dogo e, soprattutto, se fosse veramente Tedesco. Dopo la prima guerra mondiale, la confusione raggiunse il massimo. Così, Paul Dechambre, che riprendeva da parte sua, nel 1921, l'appellativo di grande Danese, aggiungeva che questo non implicava necessariamente che il cane fosse di origine danese, non più di quanto i termini Dogue Allemand, Dogo di Ulm, Dogo del Wurttemberg, dovessero garantire rispetto alla culla della razza.

La questione della nazionalità prese un nuovo aspetto nel 1935, in occasione del Congresso cinologico internazionale di Francoforte, quando il rappresentante della Danimarca presentò un certo numero di documenti tendenti a provare che il Dogo detto "tedesco", era un discendente del Dansk Hunde, citato dal conte de Bylandt e che questa razza era decisamente danese. Gli specialisti tedeschi non furono in grado di confutare nell'immediato questa tesi. Due anni più tardi, durante l'assemblea generale della Federazione Cinologica Internazionale, il delegato del Kennel Club danese apportò nuovi elementi al fascicolo ed espresse il desiderio, in conclusione, che l'assemblea facesse una scelta chiara tra l'appellativo di Grande Danese e quello di Dogo Tedesco. E, sebbene riconoscesse che gli allevatori tedeschi avevano lavorato molto per il miglioramento della razza, rimproverava loro di aver optato per il termine di Deutsche Dogge, dando l'impressione di pretendere di aver creato ex novo una nuova razza.

La seconda guerra mondiale venne a porre fine, in maniera tragica, a questa discussione. In effetti, ognuno dovette alla fine arrendersi all'evidenza del fatto che i Grandi Danesi erano scomparsi e che restavano ancora solamente i Deutsche Dogge. L'appellativo di Alano fu, dunque, assunto definitivamente; tuttavia, certe persone continuano a dare a questi cani il nome di "Danese". Il grande pubblico utilizza anche il termine di "Danese Arlecchino", anche se questi cani corrispondono allo stesso standard degli altri.

In Italia l'allevamento di questa razza iniziò dopo la prima guerra mondiale, ed è in tale periodo che questa razza venne chiamato Alano (prima era denominata anche da noi Grande Danese). Negli anni 70 fu fondata la SIA (Società Italiana Alani), che con buoni risultati è riuscita a portare le iscrizioni intorno alle 2000 l'anno. L'allevamento italiano, grazie anche all'importazione di soggetti tedeschi e francesi, è arrivato a ottimi risultati con importanti piazzamenti in tutto il mondo.

2. Gli Alani, cani guerrieri

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Nettamente più potenti della media dei loro congeneri, destinati con maggior frequenza alla guardia e alla difesa piuttosto che alla guida della gregge, gli Alani sono stati utilizzati, per lungo tempo, dai popoli conquistatori. Fin dall'antichità, degli Alani (designati spesso con il nome di Molossi o Mastini), più o meno simili fisicamente all'Alano attuale, sono stati trasformati in soldati a 4 zampe. In Egitto sono rappresentati, sui bassorilievi delle tombe di Beni-Hassan, dei cani, la cui potente figura ricorda sorprendentemente quella dell'Alano; inoltre dei documenti asiatici che risalgono al 1121 a.C., fanno allusione a simili cani. Gli antenato dell'Alano, avrebbero così accompagnato nelle diverse campagne l'armata di Alessandro il Grande, di Marco Aurelio e di Ciro, re dei Persiani. Numerosi popoli bellicosi, tra gli altri i Teutoni, i Cimbri, i Celti e i Romani, avevano dunque dei cani d'assalto, armati di collari muniti di punte di ferro e rivestiti, a volte, da un'armatura, che venivano addestrati specialmente a saltare contro il muso dei cavalli. 

Più tardi, nel Medioevo, gli Alani venivano, a volte, addestrati a dar fuoco al campo avversario. Un manoscritto del XIV secolo trovato a Costantinopoli, ne dà una descrizione rivelatrice: "Conviene che i cani siano bardati di cuoio per 2 ragioni: la prima perché il fuoco che trasportano in un vaso di bronzo non debba ustionarli e la seconda perché siano meno esposti ai colpi degli uomini d'arme quando il cavallo è fuggito spinto dalle fitte di dolore. Questo vaso di bronzo, spalmato con una sostanza resinosa e fornito di una spugna imbevuta di spirito di vino, produce un fuoco ardente". Nel XVI secolo, mentre il Rinascimento mostrava tutto il suo fascino raffinato, i cani da guerra continuarono a diffondere il terrore sui campi di battaglia. Enrico VIII di Inghilterra li utilizzò senza problemi ed essi gli permisero di riportare un'importante vittoria contro Carlo V, dato che una falange di più di 500 cani aveva ricevuto come missione quella di riversarsi sulle truppe nemiche.

Ma l'esempio più spettacolarmente sanguinoso dell'efficacia dei cani da guerra, venne fornito dai Conquistadores spagnoli, che fecero uso di numerosi molossi per vincere gli Incas e gli Aztechi. Due di questi cani sono, del resto, diventati tristemente celebri: Bazerillo ("piccolo vitello") e Leoncello. I nomi di questi molossi la dicono lunga sul loro aspetto esteriore. Pare, come racconta Paul Civet in un articolo della rivista Amazone, che Bazerillo fosse un molosso fulvo con delle macchie nere intorno agli occhi e sul muso; il suo lavoro consisteva nel gettarsi sugli Indios, afferrarli per un braccio e trascinarli dagli Spagnoli. Se i prigionieri tentavano di resistere, il cane li sgozzava immediatamente. La leggenda racconta che esso si sarebbe, peraltro, rifiutato di fare a pezzi una vecchia India che gli era stata offerta come preda. Quasi commovente... Bazerillo finì combattendo, ferito a morte da una freccia avvelenata.

Il suo congenere, Leoncello, fu incaricato dai Conquistadores di mettere a morte i prigionieri che essi avevano fatto durante la traversata dell'istmo di Panama. Per portare a termine questo compito, il cane veniva pagato tanto quanto un arciere - ma era il suo padrone, un certo Balboa, a intascare il salario. Leoncello morì anch'esso vittima delle frecce degli Indios. Cani come questi ebbero anche l'occasione di dar prova di sè nella "montelia infernal", quella crudele caccia a cavallo, dove la preda era un Indio, che  i cani inseguivano e uccidevano per divertire i loro padroni.

Un passato così terribile, per non parlare di altre utilizzazioni similari (ma adattate alle tecniche moderne), che hanno avuto luogo durante le due guerre mondiali, ha largamente contribuito a far pesare su questi cani, in particolare sul più celebre fra di essi, l'Alano, una reputazione di "cane pericoloso". Bisogna evidentemente saper distinguere, quando si fa un tale apprezzamento, fra la parte che può avere l'addestramento ricevuto da questi cani (che può effettivamente renderli degli animali decisamente pericolosi), e quella di un comportamento istintivamente aggressivo (ma non è questo il caso). Tali cani, tenendo conto dei loro mezzi fisici, possono diventare, in effetti, delle temibili armi telecomandate, se così decide il loro padrone. Peraltro, anche se non vi è volontà specifica di farne dei cani da combattimento, gli Alani possono involontariamente causare dei disastri, se vengono abbandonati a loro stessi fin da giovani, se non imparano, dunque, neppure a obbedire ai comandi di base (seduto, a terra, richiamo).

Non si può lasciare agire un cane di questa taglia a suo piacimento: è una semplice questione di buon senso. Inoltre, c'è un errore da non commettere con l'Alano: non bisogna legarlo alla catena per intere giornate, chiedendogli di abbaiare ogni volta che qualcosa si muove. E' il modo migliore per rendere questo cane particolarmente aggressivo, con tutti i rischi di incidenti che ciò implica. Ben inteso è un dovere degli allevatori eliminare sistematicamente dalla riproduzione i cani dal carattere poco equilibrato, in quanto evidentemente ci sono. Gli Alani non devono essere paurosi, né aggressivi, lunati o instabili. Ma la maggior parte dei cani di questa razza si accontenta di essere composta di esemplari dal carattere bonario, con grande soddisfazione da parte dei loro proprietari, che sono felici di possedere un animale molto dolce - anche se può incutere paura, solo con la sua stazza, a chi non lo conosce.

3. Comportamento dell'Alano

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Per la maggioranza delle persone, sfortunatamente, l'Alano è a priori un cane  pericoloso. Ora, questa opinione è totalmente errata: in effetti l'Alano, pur mostrandosi naturalmente diffidente nei confronti degli estranei, non è di temperamento aggressivo. Perché allora dovrebbe aver bisogno di mostrarsi aggressivo, dal momento che la sua indole impressionante è più che sufficiente, da sola, ad imporre un certo rispetto? Questo superbo atleta, ben cosciente della sua forza, non ne abusa, e l'apparizione della sua alta figura è sufficiente a dissuadere i malintenzionati. Anche se questo colosso ispira a certo persone un irragionevole timore, lo sguardo generalmente molto dolce dell'Alano la dice lunga sull'equilibrio del quale sa dare prova. Un simile equilibrio è del resto indispensabile, in quanto non sarebbe ammissibile che un cane di questa taglia e di questa potenza avesse un carattere cupo ed irritabile. Sarebbe comunque ridicolo lasciar credere che questo gigante della specie canina sia docile e indifeso come un agnello.

L'Alano è, invece, un cane capace di sacrificarsi per difendere il suo padrone o la sua proprietà: la sua efficacia nel ruolo di guardiano sa raggiungere, se è necessario, una grande discrezione. A questo proposito i cinofili ricordano spesso la storia di una femmina di nome Barine che, senza svegliare i padroni, scese al piano terra, neutralizzò silenziosamente un ladro, per poi tornare, sempre senza fare il minimo rumore, a vegliare sul sonno dei padroni. Certi allevatori prendono le parti della razza con termini particolarmente lusinghieri: "Tutti gli Alani che ho potuto avvicinare in più di mezzo secolo", dichiara una grande allevatrice francese, "hanno confermato il mio primo giudizio: si tratta di una razza canina che riunisce in sé prudenza, intelligenza e dolcezza con un attaccamento smisurato al suo padrone e alla sua famiglia". Anche in pista l'Alano si è dimostrato valido quanto qualsiasi altra razza specializzata. E' una cane molto dignitoso e per niente freddo: è toccante scoprire l'affetto e la tenerezza che questo cane riserva per il suo padrone. In molte case l'Alano è considerato come un membro effettivo del nucleo familiare. Questo gran sentimentale, tenero e coccolone, si integra facilmente nell'universo di coloro con i quali condivide l'esistenza.

La nobile riservatezza dell'Alano non gli impedisce di  aver bisogno, come tutti i cani, di un'educazione seria, perché la sua taglia eccezionale non deve far perdere di vista il fatto che reagisce come la maggior parte dei suoi simili. A questo riguardo quasi ogni reazione, in lui, è amplificata in maniera spettacolare. Così, ci si diverte talvolta alla vista di un piccolo cane che abbaia e morde senza avvertire, ma nessuno riderà se un grosso cane fa altrettanto. Il comportamento è, comunque, esattamente lo stesso nei 2 casi. Un addestramento di base è quindi indispensabile e si rivelerà particolarmente efficace nel cane giovane. L'Alano apprende velocemente, soprattutto se lo si sa prendere e solo raramente dà prova di ostinazione. Ma è necessario avere tanta pazienza, dolcezza e fermezza e non essere mai bruttali è la chiave di volta dell'educazione canina, soprattutto con cani di grande taglia. Ma non essere bruttali non significa permettere qualsiasi cosa; occorre bensì trovare un saggio equilibrio, il che è semplice quando le 2 parti sono legate dall'affetto.

"Per qualunque razza", osserva un allevatore "il cane è ciò che ne fa il padrone. L'iperemotività, l'aggressività o il nervosismo di un Alano, possono talvolta spiegarsi con fattori atavici; occorre allora fare in modo che l'animale con tali caratteristiche non si riproduca. Nel caso in cui l'ereditarietà non è la causa di un dato comportamento, subentra la responsabilità del padrone. In genere questo cane si addestra poco. Una delle ragioni principali è la facilità con la quale questo animale si educa". Questo cane non è evidentemente concepito per la vita in appartamento e per assicurargli un equilibrio perfetto necessita di un ampio spazio. La maggior parte dei proprietari di Alani riconosce che, per rendere pienamente felice un cane siffatto e godere della sua amicizia, è meglio possedere un ampio terreno. L'ideale è, quindi, affidare a un Alano la guardia di  una grande proprietà, nella quale potrà divertirsi liberamente.

Tenere legato questo cane non è, infatti, una buona soluzione: al contrario, questo è il miglio modo per rendere il cane aggressivo e pericoloso. Un Alano in libertà in un giardino non lascerà entrare nessuno in assenza del suo padrone. Vivere con un Alano implica che si amino i cani sportivi. Pur non possedendo la rapidità di certe razze, l'Alano è lo stesso un cane molto muscoloso e, come tutti gli atleti, deve esercitarsi per mantenersi in forma. All'età di 2 o 3 mesi, l'Alano è un timido, che occorre mettere a proprio agio ed aiutare ad acquistare una stabilità di carattere, abituandolo progressivamente, proprio come un bambino, ai rumori o alla folla. Quando ha raggiunto i 9 o i 10 mesi, bisogna saperlo dominare, perché la sua forza gli permette di scappare molto agevolmente da una mano troppo debole; tuttavia, è sufficiente che il padrone imponga la sua volontà una sola volta, perché l'Alano è poco dominatore.

Durante le passeggiate in città, non si hanno quasi difficoltà con questo cane: cosciente della sua superiorità fisica, l'Alano ignora totalmente le eventuali provocazioni di altri cani e non scatenerà mai una lite per puro piacere. Cane maestoso, calmo e possente l'Alano dà numerose soddisfazioni a coloro che sappiano comprendere la sua vera natura. Certamente avere un tale compagno presuppone dei sacrifici. "A tavola tiene un posto di primo piano...". Occorre, dunque, poter sopportare le spese della sua alimentazione: un Alano in casa equivale praticamente, nel budget, alla presenza di una persona in più. E' meglio saperlo quando ci si lascia intenerire dalla vista di un adorabile cucciolo. 

4. La crescita dell'Alano

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L'Alano, che pesa solo qualche etto alla nascita, peserà 60, 70 se non 90 kg nell'età adulta, cioè solo 2 anni più tardi. Una crescita così spettacolare deve essere sorvegliata da vicino, se si voglio evitare tutti i rischi di malformazioni. Il primo consiglio da dare al profano è, evidentemente, quello di consultare regolarmente un veterinario durante questo periodo. E' piuttosto frequente nei cani grandi, il fatto di scoprire delle malformazioni articolari fin dall'età di 3 mesi. Di qui la necessità di un controllo medico regolare, che implica, ben inteso, delle spese: ma bisogna pur mettersi nell'ordine di idee che non è possibile nutrire e curare convenientemente un cane senza essere obbligati a far fronte a un certo volume di spesa.

Ogni persona in possesso di un Alano, deve rendersi conto che per allevare un cucciolo e per farne un esemplare conforme e corretto, sarà necessario dedicargli delle risorse finanziarie che non sempre vengono ben identificate e valutate al momento dell'acquisto. Tale avvertimento stimola evidentemente alla prudenza e dovrebbe logicamente scoraggiare eventuali acquirenti che fossero spinti da snobismo o dalla volontà di stupire i vicini. E' essenziale che, fin dalla più giovane età, l'Alano possa ricevere delle proteine in quantità sufficiente. Molti veterinari specialisti in nutrizione animale, raccomandano le seguenti proporzioni:

  • a 2 mesi: 1820 gr al giorno di alimento industriale umido;
  • a 3 mesi: 2320 gr al giorno;
  • a 4 mesi: 2600 gr al giorno;
  • a 8 mesi: 2740 gr al giorno;
  • in età adulta: 2110 gr al giorno.

E' degno di nota il fatto che all'età di 2 mesi l'Alano pesa già circa 14 kg. E' ugualmente necessario completare l'alimentazione di base dell'Alano giovane, con un'aggiunta di calcio, di fosforo e di vitamina D (senza eccedere, comunque. con quest'ultima). Tutto dipende tuttavia dal tipo di alimentazione utilizzata. E' cosa saggia seguire i consigli degli allevatori che hanno una lunga esperienza. Bisogna comunque evitare gli eccessi in tutto: dei complementi alimentari aggiunti a ogni costo possono essere più nocivi del non somministrarli affatto; dei cuccioli troppo grassi rischiano di ritrovarsi con uno scheletro deformato (in quanto è molto malleabile nei periodi di formazione); allo stesso modo, un eccesso di esercizio fisico, può essere pregiudizievole a quell'età. Un piccolo Alano si deformerà molto in fretta ed è spesso tra i 3 e i 6 mesi che appaiono i primi problemi, soprattutto nel maschio. Bisogna, allora, intervenire rapidamente e rettificare gli squilibri alimentari che spesso ne sono la causa.

Qualche precauzione elementare si impone: per prima cosa non bisogna dimenticare di somministrare ogni mese del vermifugo al cucciolo; quindi, osservare bene le dita delle zampe davanti che devono essere ben serrate e arcuate, a formare il cosiddetto "piede da gatto". Quando il piede si schiaccia e le dita si aprono e si appiattiscono a terra, è un segnale d'allarme, che verrà presto seguito da una rotazione dell'estremità dell'arto verso l'esterno. Il cucciolo camminerà, allora, "a papera". Bisogna in questo caso agire immediatamente. Del resto, certi allevatori coscienziosi, preferiscono seguire personalmente la crescita di questi cuccioli di razza grande, dopo averli ceduti a un acquirente, rivedendoli ogni mese durante questo periodo delicato, in maniera da poter mettere in all'erta il proprietario in caso di eventuali anomalie.

Bisogna, poi, fare attenzione a un evento che colpisce l'Alano e più particolarmente tutti i cani di grande taglia ed è "la torsione-dilatazione dello stomaco". Si manifesta all'improvviso ed è molto importante conoscere i sintomi, in quanto la reazione del padrone deve allora essere immediata, per non rischiare la morte del cane. Questa malattia colpisce più spesso gli animali golosi, che mangiano troppo in fretta. Il fatto sopraggiunge generalmente poco dopo il pasto, soprattutto se questo è seguito da un intenso esercizio fisico. Il cane mostra improvvisamente un malessere generale; il ventre gli si gonfia notevolmente, la respirazione è affaticata, gli arti sono aperti e l'animale cerca di vomitare senza riuscirci. Davanti a una situazione simile, bisogna immediatamente avvertire il veterinario e portare d'urgenza l'animale all'ambulatorio, perché ogni minuto è prezioso.

Questa affezione, consiste in una dilatazione eccessiva e anormale dello stomaco, presto seguita da una rotazione sul proprio asse, accompagnata da una spinta su un altro asse. Il tutto comporta un'occlusione dei vasi che irrigano la milza, che subisce un ingrossamento per congestione. Importanti turbe circolatorie, emodinamiche e spesso anche cardiache possono sopravvenire. La torsione impedisce al contenuto dello stomaco di essere eliminato sia in un senso (il cane non può vomitare) sia nell'altro. Il riassorbimento dei gas di fermentazione porta ad un'autointossicazione: il cane muore, a meno che l'intervento medico e chirurgico non abbia luogo rapidamente per togliere il cane da questo stato di shock.

Per evitare di avere a che fare con un incidente di tale gravità, sono consigliabili alcune misure di prevenzione. Esse consistono prima di tutto nel lottare contro la voracità del cane: per questo bisogna distribuire il cibo in 2 pasti quotidiani ed evitare il pasto singolo: l'animale avrà così una minore tendenza a gettarsi sul cibo. Inoltre, bisogna evitare gli esercizi violenti dopo i pasti. Infine, bisogna controllare i cani che presentano delle nefriti o delle gastriti croniche. Questi cani hanno una certa tendenza a ingerire grandi quantità d'acqua, cosa che contribuisce alla dilatazione progressiva dello stomaco, fattore che predispone alla torsione.



5. Standard dell'Alano

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Aspetto generale
In un insieme pieno di nobiltà, l'Alano unisce in sé la fierezza, la forza e l'eleganza del grande formato della sua  costituzione robusta e armoniosa. E' l'Apollo dei cani e richiama l'attenzione con la sua testa particolarmente espressiva. Conserva la calma anche nelle situazioni più critiche: si direbbe una nobile statua. Qualunque sia il loro aspetto fisico, gli esemplari nervosi e paurosi, nelle esposizioni vengono dichiarati "difettosi". L'Alano è per natura di buon carattere, affettuoso, attaccato ai membri della famiglia e, soprattutto, ai bambini, ma resta diffidente e distante con gli estranei.

Testa
Allungata, stretta, dalle linee ben definite, molto espressiva, delicatamente cesellata (soprattutto al di sotto degli occhi), con uno stop nettamente spinto verso l'alto rispetto alla canna nasale; fronte e canna nasale devono situarsi su 2 piani paralleli. Di fronte la testa deve apparire stretta (compressa lateralmente) e la canna nasale larga quanto più possibile. I muscoli masseteri devono essere solo leggermente marcati, mai in rilievo netto. Il muso deve essere pieno, con labbra grandi e abbondanti e profilo anteriore ad angolo retto con la punta del naso. Non deve esserci presenza di prognatismo né inferiore né superiore. Il muso (dal tartufo allo stop) deve preferibilmente avere la stessa lunghezza del cranio (dalo stop alla protuberanza occipitale, poco sviluppata). Di fronte come di profilo, la testa deve apparire ben scolpita e limitata da linee di contorno ben nette e, per quanto riguarda le dimensioni, armonizzarsi perfettamente all'insieme del corpo.
Occhi (per tutte le varietà di mantello): di grandezza media, rotondi, possibilmente scuri, con espressione vivace e intelligente; palpebre solide con un buon contatto con il globo oculare; ciglia ben sviluppate.
Orecchie: attaccate alte, non troppo distanti l'una dall'altra, tagliate a punta a una giusta lunghezza, ma sempre in rapporto armonioso con la forma della testa e portate solidamente erette in maniera simmetrica. Gli esemplari le cui orecchie non corrispondono a questa descrizione, riceveranno una qualifica inferiore di conseguenza.
Naso: deve essere grosso e di colore nero per i tigrati e gli unicolori; il tartufo con solco mediano esclude da ogni premiazione.
Dentatura: molto sviluppata e robusta, con denti bianchi ben combacianti; la dentatura è corretta quando gli incisivi superiori entrano in stretto contatto con quelli inferiori come le lame di un paio di forbici (articolazione "a forbice"); qualsiasi altra disposizione è un difetto da penalizzare. Generalmente per stabilire la posizione e il rapporto fra le 2 mascelle, ci si riferisce alla mascella inferiore, che è mobile. Tollerata l'assenza dei P1 inferiori. 

Collo
Attaccato alto, lungo, asciutto, dalla muscolatura ben evidente, senza rilassamenti esagerati della pelle e soprattutto senza giogaia: disegna una curva elegante restringendosi leggermente dall'attaccatura alla testa, con attacco della nuca ben delineato.

Spalle
La scapola deve essere lunga e obliqua e formare con l'avambraccio  (articolazione scapolo-omerale), un angolo di 90°, al fine di ottenere una maggiore ampiezza del passo.

Petto
Di buona ampiezza, con gabbia toracica ben sviluppata e ben discesa anteriormente, tanto da superare l'articolazione dei gomiti.

Tronco
Garrese:
costituisce la parte più alta del dorso robusto, corto, solidamente sostenuto, che scende in leggera pendenza verso la parte posteriore lungo una linea praticamente diritta; nel rapporto fra lunghezza e altezza, il corpo deve sembrare per quanto possibile quadrato; un dorso un po' più lungo è ammesso nelle femmine.
Rene: leggermente arrotondato e robusto.
Groppa: piena, leggermente avvallata e che vada morbidamente a inserirsi nell'attacco della coda.
Ventre: ben rialzato nella parte posteriore, descrive una curva elegante nel prolungamento della linea inferiore del corpo.

Coda
Raggiunge il garretto. Non deve essere troppo lunga o troppo corta. Attaccata alta e larga alla base, con l'inserzione né troppo in alto, né troppo in basso. Non eccessivamente spessa, si assottiglia in modo uniforme verso l'estremità. A riposo pendente in posizione naturale, in eccitazione o in movimento s’incurva leggermente a sciabola, ma non ad uncino o arrotolata , mai portata completamente al di sopra della linea dorsale o deviata lateralmente. Non è gradita la presenza di peli lunghi nella parte inferiore della coda.

Arti anteriori
Il braccio deve essere forte e muscoloso. L'articolazione del gomito non deve essere girata né in dentro né in fuori, ma cadere in appiombo. L'avambraccio robusto scende dal gomito all'articolazione dei piedi in appiombo rettilineo perfetto, di fronte come di profilo. Di fronte il carpo resta nell'appiombo fino ai piedi; di profilo è leggermente obliquo in avanti.

Arti posteriori
Coscia larga e muscolosa. Gamba lunga e robusta. La giusta angolazione che si desidera per il treno posteriore si ottiene quando le articolazioni coxo-femorali (anca, coscia-bacino), femoro-tibiali (ginocchio) e tibio-tarsiche (garretto), non formano angoli troppo aperti (ottusi). Visti da dietro, gli arti posteriori sono in appiombo perfetto, non deviati cioè né in fuori né in dentro.

Piedi
Arrotondati, non girati né in dentro né in fuori; dita corte, ben arcuate e serrate (piede di gatto); unghie corte, robuste, il più possibile scure.

Andatura
Sciolta, senza eccesso di elasticità, con un buon allungo.

Pelo
Molto corto e fitto, ben aderente e lucido. Mai opaco o con presenza di sottopelo.

Colore
L’Alano è allevato in tre distinte varietà: fulvo e tigrato, nero e arlecchino, blu.

  • Alani tigrati: colore di fondo dal giallo oro chiaro al giallo oro intenso, sempre tigrato con delle striature trasversali nere molto nette; il mantello è tanto più bello quanto più risalta il fondo e le striature sono visibili. Non sono desiderate piccole macchie bianche sul petto e sui piedi, come anche occhi e unghie chiari.
  • Alani fulvi: colore dal giallo oro chiaro al giallo oro intenso; la maschera nera è preferibile, così come le unghie nere.
  • Alani blu: mantello blu acciaio il più puro possibile senza alcun riflesso giallo o nero. Sono tolleranti gli occhi più chiari così come delle macchie bianche.
  • Alani neri: color nero lacca lucente. occhi scuri.
  • Alani arlecchino (mantello bianco-nero): colore di fondo bianco puro, per quanto possibile senza alcuna punteggiatura, con macchie nero lacca, di varie dimensioni e dai contorti irregolari, ben suddivise su tutta la superficie del corpo. Gli occhi devono essere scuri, anche se sono ammessi gli occhi più chiari. Il tartufo è nero (sono ammessi nasi macchiati o color carnacino). Gli Alani a mantello bianco con grandi macchie nere, vengono giudicati insieme agli Alani neri; lo stesso vale per gli Alani il cui mantello nero si estende su tutto il corpo lasciando bianchi collare, arti e punta della coda.

Taglia
Il maschio deve avere un'altezza minima (è preferibile queste misure siano largamente superate) di 80 cm al garrese con un peso ideale di 80-95 kg, e la femmina di 72 cm con un peso ideale di 65-80 kg.

Difetti
Qualsiasi deviazione da quanto sopra indicato deve essere considerata come difetto e la severità con cui va penalizzato deve essere in proporzione alla sua gravità ed ai suoi effetti sulla salute funzionale e sul benessere del cane.

Testa: Stop insufficiente.
Muso: Labbro introflesso (il labbro inferiore resta chiuso tra gli incisivi superiori e inferiori). 
Mascelle/Denti: Posizione irregolare di singoli incisivi, purché la chiusura rimanga sostanzialmente corretta. Denti troppo piccoli, chiusura parzialmente a tenaglia. 
Occhi: sporgenti o infossati. 
Spalle: lassità del cinto scapolare, spalla troppo appesantita. Scapola in posizione verticale. 
Gomito: con evidente lassità. 
Carpo : flesso, ingrossato o arrembato.
Metacarpo: decisamente debole, troppo flesso o troppo verticale.
Posteriore: arti con angolazioni troppo chiuse o troppo aperte. Appiombo vaccino, chiuso o cagnolo.
Piedi: poco raccolti con dita divaricate, lunghi. Presenza di speroni.

Difetti gravi
Comportamento: Mancanza di sicurezza, timidezza, nervosismo. 
Testa: Cranio a mela. Masseteri troppo pronunciati.
Occhi: Palpebre cadenti, congiuntiva troppo arrossata.
Dorso: insellato o dorso di carpa.
Groppa: avvallata.
Coda: con evidenti segni di trauma, ispessita all'estremità o amputata.
Andatura: ambio continuato.

Difetti eliminatori
Cani aggressivi o eccessivamente paurosi.
I cani che mostrano chiaramente anomalie di ordine fisico o comportamentale devono essere squalificati.
Comportamento: cane mordace per paura, bassa soglia di resistenza alla provocazione.
Tartufo: tartufo color fegato, narici separate divise da un profondo solco mediano.
Occhi: Ectropion, entropion, macroblefaria. Occhio gazzuolo o eterocromia in tutti i mantelli a colori solidi.
Mascelle/denti: enognatismo o prognatismo, chiusura incrociata (deviazione laterale della mandibola), chiusura a tenaglia. Mancanza di denti ad eccezione dei due P1 inferiori.
Coda: presenza di nodi o anomalie alle vertebre coccigee. 
Taglia: al di sotto della taglia minima. 
Colore:      

  • Alani fulvi e tigrati – blu argento o isabella, lista bianca, collare bianco, piedi bianchi, balzane ed estremità della coda bianca.      
  • Alani arlecchini - soggetti bianchi senza tracce di nero (albini), soggetti sordi, alani dal mantello a macchie prevalentemente blu, grige, fulve o anche tigrate detti porcellanati.      
  • Alani blu - lista bianca, collare bianco, piedi bianchi, balzane ed estremità della coda bianca. 
     

N.B. I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale completamente discesi nello scroto.






Note

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