È il simbolo dei fiori nei Paesi mediterranei: la buganvillea fa pensare immediatamente alla Sicilia, alle isole greche, alla Costa Brava in Spagna e alle Baleari, tutte collocazioni dove una singola pianta può adornare mollemente metri di recinzione o muri.
Eppure questa arruffata rampicante è originaria del Sud America, esattamente del Brasile, dove venne scoperta nel 1767 da Jeanne Baret, esperta botanica.
La bougainvillea è una pianta straordinaria che, con le giuste cure, può trasformare qualsiasi spazio esterno in un’esplosione di colori.
La sua resistenza e adattabilità la rendono ideale per giardinieri esperti e principianti, e la sua capacità di crescere rigogliosa anche in condizioni non ideali la rende una delle piante ornamentali più apprezzate al mondo.
Che tu abbia un grande giardino o un piccolo balcone, la bougainvillea può aggiungere un tocco di esotismo e vivacità al tuo spazio verde, regalandoti fioriture spettacolari per gran parte dell’anno.
1. Una scopritrice coraggiosa
E qui permettetemi una digressione: nel XVIII secolo, ovviamente, nessuna donna poteva neanche pensare di imbarcarsi su una nave, soprattutto francese, che per giunta andava alla scoperta di nuove terre (da derubare).
Però l’amante di Baret, Philibert Commerçon, botanico di lungo corso, era stato assunto dal capitano Louis Antoine de Bougainville (1729-1811, foto sotto) per una spedizione esplorativa in Sud America sulla nave La Étoile, in partenza nel 1766.
A quell’epoca, partire significava tornare dopo anni, o non tornare affatto. I due amanti studiarono l’escamotage: Jeanne divenne Jean, assunto per l’occasione come valletto e assistente botanico di Philibert, vestendosi da uomo e appiattendosi il seno con un bendaggio molto stretto (che a tratti le procurò vere e proprie piaghe).
I due usufruirono della cabina del capitano, perché sufficientemente ampia per contenere tutti i libri (anche Jeanne sapeva leggere e scrivere) e gli strumenti di lavoro botanico. Secondo alcune fonti, de Bougainville ne era a conoscenza, secondo altre invece no: forse l’intitolazione della buganvillea al capitano della nave fu una captatio benevolentiae...
In ogni caso allo sbarco a Tahiti nel 1768 gli autoctoni riconobbero subito Baret come donna, tanto da costringerla a tornare a bordo per evitare aggressioni. Baret e Commerçon sbarcarono qualche mese dopo a Mauritius dove lui, da tempo malato, si spense nel 1773.
Baret lavorò in una taverna fino al matrimonio, nel 1774, con un ufficiale francese grazie al quale potette tornare in Francia a reclamare la rendita che le aveva lasciato Commerçon prima del lungo viaggio fatale.
Non solo: il Ministero della Marina le conferì anche una piccola pensione per “aver assistito il dottore e botanico” Commerçon. Baret morì nel 1807, a 67 anni: nei 13 anni di liaison, Commerçon le dedicò una sola pianta, Solanum baretiae.
2. Fra brattee e sarmenti
Tornando alla buganvillea, dalla Francia - dove approdò al seguito di de Bougainville - si diffuse rapidamente in tutto il bacino del Mediterraneo.
In piena terra nel Sud si utilizza per coprire anche ampie metrature e perfino pareti di abitazioni o recinzioni, perché forma in pochi mesi una copertura fitta, che inoltre rimane fiorita a lungo (da 2 a 4 mesi).
A proposito di fiori: appaiono tra giugno e settembre all’apice dei rami, che a volte, dopo una prima fioritura, riprendono a crescere per darne una seconda.
Ma i fiori sono poco visibili e di color bianco crema: ognuno di essi però è circondato da una foglia detta “brattea”, grande e coloratissima, a simulare un falso fiore con 3 petali, di colore viola-fucsia nella specie, rosse, arancio, gialle o bianche nelle varietà floricole.
A volte la fioritura è talmente ricca da mascherare completamente foglie e tralci!
È infatti una semi-sempreverde (perde le foglie in inverno nelle zone fresche), caratterizzata da lunghi tralci legnosi (fino a 15 m) con rami coperti di foglie cuoriformi color verde brillante (esistono anche varietà a foglie screziate di bianco, più delicate), lunghe 10-12 cm.
Più che rampicante, andrebbe definita “sarmentosa”: non è in grado di avvolgersi al sostegno con i tralci che non ruotano, ma si aggrappa grazie agli uncini (attenzione, possono essere molto dolorosi!) presenti alle ascelle delle foglie, con cui si arrampica su muri, reti o tralicci, fino a 7-8 m d’altezza.
Attenzione: in taluni casi potreste dover indirizzare e legare i tralci sul tutore, se non offre appigli agli uncini.
3. Al Sud in giardino
Date le origini brasiliane, la buganvillea può vivere all’esterno tutto l’anno solo in zone a clima mite: è sensibile al freddo e, a seconda delle specie e varietà, 0-7 °C rappresentano la minima sopportabile, con punte inferiori solo se il terriccio è completamente asciutto e solo per pochi giorni.
Se la temperatura dovesse scendere, addossate una stuoia alla base della pianta. Non c’è invece limite alla calura e nemmeno ai venti salmastri.
L’esposizione ideale è in pieno sole, in un punto riparato dal vento; nelle zone più calde vale il detto “testa al sole piedi all’ombra”, cioè schermate la base dai raggi solari con piante di taglia bassa, tegole, assicelle ecc.
Il terreno migliore è leggero, molto fertile e ben drenato (ottimo drenaggio sul fondo della buca o del vaso), con pH neutro, ma si adatta anche a situazioni meno favorevoli.
Mettetela a dimora rigorosamente in ottobre-dicembre, per dare modo alle radici di allungarsi un po’ prima che arrivi il caldo. Nella buca d’impianto mettete una pala di letame maturo o due manciate di stallatico secco.
Fondamentale è mettere all’impianto accanto alla pianta il supporto sul quale farla arrampicare, fissando, nei primi anni, i tralci nella direzione desiderata.
Ancora meglio, piantatela nei pressi di una struttura già esistente che desiderate mascherare: deve essere una struttura molto solida, perché dovrà reggere l’ingente peso dei tralci fogliosi.
Datele acqua abbondante e regolare nel primo anno dall’impianto durante la primavera-estate, poi regolare ma non abbondante in autunno-inverno; negli anni successivi non è necessario irrigare. Concimatela in autunno e in primavera con un prodotto granulare a lenta cessione per arbusti da giardino.
In febbraio potate drasticamente i rami più deboli e accorciate di circa 1/3 i rami principali. Potete moltiplicarla per talea di ramo dell’anno precedente in maggio-giugno, da mettere in metà torba e metà sabbia leggermente umide, e da tenere all’ombra.
4. Al Nord in vaso
Per ragioni climatiche nel Nord Italia la buganvillea si può coltivare solo in vaso, perché va protetta d’inverno: da ottobre ad aprile va ricoverata in una stanza fresca (8-18 °C), molto luminosa, priva di correnti d’aria fredda, annaffiandola un pochino ogni 15 giorni.
Il contenitore deve essere in plastica o legno (anche in terracotta nel Sud), di diametro 28 cm per una pianta alta 30 cm, 50 x 50 x 50 h cm per una pianta di 120 cm.
Ponete 5 cm di ghiaia grossa sul fondo e riempite con metà terriccio per piante da fiore e metà humus.
Rinvasatela ogni anno in 1-2 misure in più finché la pianta è giovane, poi ogni 2-3 anni fino alle dimensioni massime raggiungibili, dopodiché ricambiate il terriccio superficiale grattandolo ogni primavera e aggiungendone di nuovo. In un contenitore di dimensioni adeguate può vivere per una ventina d’anni, se ben curata.
Inserite sempre un traliccio sul quale arrampicarsi, indirizzandovi i tralci e legandoli morbidamente con un laccio man mano che crescono; la salita su un supporto esterno fisso comporta che, se d’inverno il vaso va spostato in interni, i tralci vanno tagliati anzitempo (a ottobre) per staccare l’esemplare, depauperando la pianta che si indebolirà.
Annaffiate molto e di frequente da maggio a settembre, ma solo su terriccio asciutto; poco nei restanti mesi, a seconda della temperatura a cui sverna.
Concimatela da aprile a settembre, ogni 15 giorni, con un prodotto liquido per piante fiorite nell’acqua d’irrigazione.
5. Poche ma tenaci avversità
Se notate piccoli “gusci” biancastri o marroni infissi lungo il fusto e i rami, e se la pianta assume un aspetto nerastro e appiccicoso, la causa sono le cocciniglie.
Trattate subito tutta la pianta con un anticocciniglia (es. olio di lino, olio di soia, sapone molle), ripetendo il trattamento dopo 7-10 giorni e fino a disseccamento degli scudetti.
Quando invece le foglie scoloriscono, prendono un aspetto bronzeo e poi cadono, e fra i rami appaiono sottili ragnatele, si tratta del ragnetto rosso, frequente se la buganvillea viene tenuta in appartamento al caldo d’inverno.
Dovete aumentare l’umidità ambientale: ponete uno strato di ghiaia nel sottovaso, da tenere sempre coperta con un dito d’acqua; spostate la pianta in una stanza più fresca; vaporizzate giornalmente il fogliame.
Trattate subito con un acaricida (es. sapone molle), ripetendo il trattamento ogni 7-10 giorni fino alla scomparsa dei ragnetti.
Negli esemplari ricoverati in casa possono apparire sulle foglie piccoli moscerini bianchi e, quando le urtate, questi si sollevano tutti insieme: è la mosca bianca delle serre, che si manifesta d’inverno su esemplari conservati in ambiente troppo umido e caldo.
Arieggiate il locale durante le ore più calde; trattate con un insetticida a base di piretro.
Infine, se in inverno la pianta si spoglia, perdendo tutte le foglie che però non sono secche, ma flosce e appassite, il luogo in cui è ricoverata è troppo freddo: spostatela in un punto più caldo oppure copritela con un telo di non tessuto.
Se invece le foglie si seccano prima di cadere, la pianta ha bisogno d’acqua: in inverno basta mezzo litro d’acqua ogni 15 giorni per un vaso di dimensioni grandi.