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Canguro: un saltatore leggendario, simbolo di un continente

Il canguro è l'animale simbolo dell'Australia. Oltre che in Australia, vive anche in Nuova Guinea, in Tasmania e su alcune isole vicine. Questi mammiferi appartengono all'ordine dei Marsupiali che vengono considerati, a causa di alcune caratteristiche, più primitivi rispetto ai mammiferi placentari, a cui appartiene il genero umano. I marsupiali devono il loro nome alla tasca marsupiale che è presente nelle femmine e serve principalmente a contenere i piccoli.

Il termine canguro si riferisce a circa 54 specie diverse. Le più grandi e meglio conosciute sono: a) il canguro grigio (Macropus giganteus) e b) il canguro rosso (Macropus rufus). Entrambi sono in media lunghi 1,5 metri. Nel canguro grigio la coda può arrivare fino a 1,2 metri. L'altezza nelle 2 specie più grandi raggiunge anche i 2 metri. Un peso fino a 90 kg; c) il wallaroo (Macropus robustus) si distingue per il colore del pelo. Nei maschi è più scuro, quasi nero: nelle femmine diventa grigio-blu. Il wallaroo ha orecchie piccole. Si distingue anche per i violenti combattimenti fra maschi. Fra i wallaroo vi sono anche gli Euro: vivono in aree desertiche; e d) i wallaby, più piccoli rispetto agli altri, hanno una specie di unghia sull'estremità della coda.

Ma scopriamo meglio questo formidabile animale, saltatore leggendario e il simbolo di un continente.

1. Kangaroo... Kangaroo

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Il legame fra Europa e canguri è di vecchia data: risale alla fine del 1700, quando i primi europei a stupirsi davanti a questi curiosi animali furono i membri dell'equipaggio del famoso Capitano Cook, durante la campagna di esplorazioni degli anni 1768-1771. Arrivati in Australia, i marinai chiesero agli indigeni il nome di quel curioso animale. Gli aborigeni risposero, ovviamente nella loro lingua: "Kangaroo... Kangaroo". Volevano dire "Non capisco": ma gli europei interpretarono male e... da allora, in inglese, rimase il termine kangaroo, italianizzato in canguro.

Esso è l'animale simbolo dell'Australia, infatti, in questo continente, ci sono 20 milioni di canguri, contro i 17 milioni di abitanti umani! I canguri sono erbivori e mangiano piante che normalmente sono scartate da altri animali. I canguri hanno bisogno di bere, ma lo fanno raramente e perdono pochissima acqua, se durante la corsa stanno per sudare, si fermano per un po' e poi ripartono. Hanno una crescita continua, vale a dire più è vecchio e più è grande. Per questo, certi canguri possono raggiungere grandi dimensioni.

Raggiungono anche i 18-20 anni di vita. I canguri appartengono all'ordine dei marsupiali ed alla famiglia dei macropodidi. I marsupiali sono un particolare gruppo di mammiferi. Si chiamano così perché sul ventre hanno un marsupio, cioè una tasca di pelle ricoperta di pelliccia dove i piccoli trascorrono i primi mesi di vita. Ne esistono oltre 250 specie. Oltre al canguro, sono marsupiali il Koala, l’opossum, il diavolo della Tasmania ecc.

2. Salti da gigante

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Il salto, che secondo la definizione scientifica è il movimento contemporaneo di 2 gambe in sincronia, è un "modo di locomozione" tipico di tutte le specie di canguri: sono gli unici animali al mondo in grado di saltare in questo modo. Le loro zampe posteriori, i muscoli, i tendini e la coda, infatti, sono "ingranaggi" biologici altamente specializzati, concepiti per saltare. Gli scienziati da anni studiano i movimenti di questi animali, che ancora oggi rimangono un po' misteriosi.

Secondo uno studio condotto dallo zoologo australiano Terry Dawson, della University of New South Wales, il segreto è nel rapporto fra l'energia spesa durante il salto (misurata attraverso il consumo di ossigeno) e la velocità finale ottenuta dall'animale. Quando il canguro è a mezz'aria, muscoli e tendini assumono una configurazione tale da recuperare circa la metà dell'energia spesa per il salto. La forza risparmiata può essere così utilizzata per il salto successivo. Questo metodo è così efficiente che un grande canguro adulto può compiere senza difficoltà balzi di 5 metri alla velocità di 45 km orari. E riesce a tenere il ritmo per molti chilometri.

In alcuni casi i salti arrivano fino a 9 metri. Quando invece camminano, i canguri sono lenti (meno di 6 chilometri all'ora) e sprecano molta più energia: "gattonando" bilanciandosi sulle zampe davanti e confidando sulla coda, che aiuta a spingere come una quinta zampa. Poi muovono con moto oscillatorio le zampe posteriori, che lavorano sempre in sincronia, che lavorano sempre in sincronia, come se fossero unite da un laccio invisibile. Questo legame si "scioglie" solo in acqua: curiosamente, durante il nuoto, le zampe posteriori si muovono indipendenti.

I canguri se minacciati, solitamente preferiscono fuggire. Ma se è necessario passano all'azione. Anche in questo caso le zampe sono ancora protagoniste. Quelle posteriori, che hanno 5 dita (1 è dotato di un lungo artiglio affilato), possono sferrare colpi mortali. Durante la lotta la coda diventa il "perno" sul quale l'animale si appoggia per sollevare e liberare le sue "armi" posteriori. La lotta è un comportamento tipicamente maschile, ma è anche parte del gioco educativo che si svolge fra la madre e il suo cucciolo.

3. Super, instancabili mamme

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Uno degli aspetti che maggiormente colpisce l'attenzione, è sicuramente il rapporto fra mamma canguro e i suoi cuccioli. Questi marsupiali posseggono, infatti, una placenta "primitiva" che non permette uno sviluppo completo del feto. Di conseguenza il piccolo viene alla luce prematuramente (rimane solo circa 30-35 giorni nell'utero materno), pesa quasi un grammo ed è lungo poco meno di 25 millimetri. Trova rifugio nel marsupio, dove si attacca alle ghiandole mammarie (sono 4 e funzionano 2 alla volta), fino ad un'età compresa fra i 5 e i 9 mesi.

Alla nascita il piccolo canguro pesa solo un grammo e "gattona" verso il marsupio alla ricerca del latte, senza alcun aiuto da parte della madre. Poiché il piccolo è incapace di succhiare è la madre che, contraendo i muscoli attorno alle mammelle, favorisce la fuoriuscita del latte. Il cucciolo lascerà il marsupio soltanto al compimento dell'anno di età. Nel frattempo la madre può essere di nuovo già incinta: l'embrione rimane "dormiente" e inizierà a svilupparsi soltanto quando il cucciolo smette di succhiare il latte. In alcuni casi sono state osservate femmine di canguri rossi (si tratta dei marsupiali più grandi) che avevano addirittura un piccolo già svezzato, uno nel marsupio e uno in fase di gestazione.

Se invece capita che 2 cuccioli di età diversa si trovino contemporaneamente nel marsupio, l'organismo della madre è in grado di produrre dalle 2 mammelle 2 tipi di latte, la cui composizione è diversa a seconda delle esigenze alimentari dei 2 piccoli. I grandi canguri adulti hanno una testa piuttosto piccola, sproporzionata rispetto al resto del corpo, sulla quale svettano orecchie grandi e mobili (sono in grado di "seguire" la fonte sonora). Hanno i sensi della vista, dell'odorato e dell'udito molto sviluppati, il torace sottile e le parti inferiori del corpo decisamente più massicce.

4. In gruppo, mai in branco

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I canguri sono animali abbastanza "sociali", anche se non formano gruppi numerosi come avviene, per esempio, per i cavalli. I canguri rossi e grigi si uniscono in gruppi chiamati "mob" (banda, in inglese): i primi si costituiscono in branchi di 2 o 3, gli altri fino a 20. In ogni "mob" convivono maschi e femmine con i cuccioli e sono capeggiati da maschio più anziano.

Mangiano soprattutto la sera, mentre durante il giorno preferiscono riposare all'ombra. O in buche scavate apposta. Quando si avvicina un pericolo, il canguro grigio ha l'abitudine di battere sul terreno con le zampe inferiori, un po' come farebbe un coniglio, per segnalare in una sorta di tam-tam il pericolo imminente.

Fra i principali nemici dei canguri, vi è il dingo, un cane giunto in Australia dall'Indonesia circa 4.000 anni fa. I cuccioli di canguro sono, invece, il pranzo preferito dalle aquile. Anche le volpi ne sono ghiotte, ma preferiscono cibarsi delle carcasse. Una volta anche il diavolo della Tasmania (un altro marsupiale, piccolo ma ferocissimo) era un pericolo, ma, ormai, questo predatore è (purtroppo) in via di estinzione.

Curiosità: ogni anno in Australia si verificano circa 20.000 scontri fra automobili e canguri. In molti casi si tratta di incidenti mortali. Un fenomeno così grave e frequente da aver assunto toni di allarme sociale.



5. Effetto Skippy!!

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Oggi in Australia vivono circa 20 milioni di canguri, contro circa 17 milioni di abitanti. I canguri sono una specie protetta e vivono allo stato brado (l'allevamento è severamente vietato) prevalentemente negli stati australiani del Queensland (45% circa della popolazione globale) e del Nuovo Galles del Sud (40% circa).

Dal 1985 il governo australiano tiene sotto controllo il numero di animali con la caccia controllata e coordinata da cacciatori professionisti autorizzati. Ogni anno, infatti, gli esperti decidono quanti animali abbattere in funzione della sopravvivenza della specie: in canguri infatti sono voracissimi e se non ci fosse controllo, finirebbero per esaurire le risorse naturali per il loro sostentamento (soprattutto pascoli).

Curiosamente l'industria della carne di canguro in Australia è molto fiorente (vale quasi 100 milioni di dollari all'anno) ma solo grazie all'esportazione. Gli australiani, da qualche anno, non la amano più. Perché? Gli esperti del costume hanno una teoria: probabilmente la gente si è "troppo" affezionata alla figura di Skippy, il canguro simbolo di un popolare programma per bambini. E quindi evita di mangiarlo. Insomma: una specie di effetto-Bambi.






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1 commento su “Canguro: un saltatore leggendario, simbolo di un continente”

  1. Amo i canguri. Quando mia figlia era piccola la portavo in una tasca (Baby Bjorn), e tutti mi chiamavano ‘Mamma canguro.’ C’e un nome in inglese per i piccoli canguri: joey (tradisce come ‘Peppino,’ dal nome ‘Joseph’ – Giuseppe in italiano). Ma si usa ‘joey’ anche per i piccolo di altri marsupial, come il koala.

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