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Cani e gatti: tutto quello che c’è da sapere sulle malattie infiammatorie intestinali

La salute dell’intestino rappresenta buona parte della salute dell’organismo.

Infatti, una delle cause principali dei disturbi gastrointestinali dei cani e dei gatti può dipendere dalle enteropatie croniche, in particolare nella malattia infiammatoria intestinale.

I principali fattori che fanno scattare i campanelli d’allarme di una patologia a carico dell’apparato gastroenterico sono vomito, diarrea e dimagrimento, che spesso possono venire sottovalutati da parte di proprietari di cani e gatti.

Per arginare la “Malattia infiammatoria intestinale” ossia l’“Infiammatory Bowel Disease” (Ibd), invece degli antibiotici, basta seguire un’alimentazione facilmente assimilabile, con proteine di alta qualità, e assumere rimedi naturali come zeolite, curcuma, omega 3, aloe, probiotici e prebiotici.

Ecco tutto quello che c’è da sapere!

 

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1. Che cos'è l'Infiammatory Bowel Disease e quali sono le sue cause

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- CHE COS’È L’INFIAMMATORY BOWEL DISEASE

Viene definita come “Infiammatory Bowel Disease” ed è una patologia cronica idiopatica che va a colpire tutte le parti del tratto gastroenterico ed è caratterizzata da infiltrazioni cellulari infiammatorie (linfociti, plasmacellule, eosinofili, macrofagi e neutrofili).
Queste cellule proliferano in modo anomalo andando a ispessire la mucosa fino a indebolirne la struttura e, nei casi più gravi, a impedire l’assorbimento dell’alimento.
Si possono classificare diverse forme di Ibd in base alla localizzazione anatomica e in base alla natura cellulare coinvolta.
Tale patologia può colpire il piccolo intestino, il grosso intestino o entrambi: nel gatto è interessato prevalentemente il piccolo intestino, mentre nel cane è più comune riscontrare un interessamento enterico più generalizzato.

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- QUALI SONO LE CAUSE DELL’Ibd?

In medicina il termine idiopatico significa letteralmente “di cui non si conosce la causa”.
Effettivamente non si conoscono i fattori che vanno a scatenare la malattia, ma presumibilmente si pensa che possa essere la conseguenza di una forma di intolleranza o allergia alimentare, che va ad alterare l’equilibrio naturale della flora batterica intestinale, permettendo ai batteri patogeni di proliferare.
Non ci sono evidenze specifiche sulla predisposizione dell’Ibd nel cane e nel gatto, ma sembrerebbe esistere una maggior incidenza nei mici di razza e nei cani come Pastore Tedesco, Setter, Schnauzer, Doberman, Bulldog Francese, Boxer, Yorkshire, Barboncino, Cocker e Shar Pei.
L’età in cui si manifesta l’Ibd è variabile, con un’età media che si aggira intorno ai sei anni, sia nel cane che nel gatto, anche se in cani di grossa taglia la malattia può manifestarsi pure prima dei due anni.

2. I sintomi più comuni e cosa succede ai cani e gatti affetti da Ibd

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- QUALI SONO I SINTOMI PIÙ COMUNI?

A livello clinico ci possono essere diversi tipi di manifestazioni in base alla regione del tratto gastroenterico colpita e alla cronicità della patologia.
Le più frequenti sono solitamente: diarrea cronica (più di tre settimane), vomito, perdita di peso, modificazioni dell’appetito, muco e sangue nelle feci.
Contrariamente all’uomo, le manifestazioni extraintestinali (oculari, renali e articolari) risultano scarsamente documentate.
Alcuni pazienti mostrano come unico segno l’inappetenza e questo è più frequente nel gatto che nel cane.

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- COSA SUCCEDE AI CANI E AI GATTI AFFETTI DA IBD?

Alcune particelle estranee possono passare attraverso la mucosa intestinale e poi entrare nel flusso sanguigno, provocando la reazione e la risposta immunitaria e infiammatoria.
In questo modo la perdita dell’impermeabilità permette a tossine, batteri, funghi e parassiti, che in condizioni normali non potrebbero attraversare la mucosa intestinale, di superare la barriera protettiva ed entrare nel sangue.
Essendo la barriera intestinale alterata, possono attraversarla anche sostanze tossiche come additivi alimentari, metalli pesanti, micotossine, e così via.
La medicina ufficiale si preoccupa spesso di curare il sintomo con antibiotici e antinfiammatori trascurando, invece, la vera causa che è l’alimentazione.
L’abuso di antibiotici e antinfiammatori può portare a un’alterazione della flora intestinale distruggendo quella utile (lattobacilli) e favorendo una moltiplicazione di batteri putrescenti e la candida intestinale.

3. Cosa fare in caso di IBD e quale dieta seguire

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- COSA FARE IN CASO DI IBD?

Essendo l’alimentazione la causa principale di questa patologia, è sicuramente la prima cosa che va modificata nelle abitudini dei nostri amici pelosi.
Da sola, però, non è sufficiente a contrastare la malattia e quindi è necessario associarla a una terapia farmacologica mirata.
È fondamentale limitare l’utilizzo dei cereali nella dieta e di fibra grossolana, che crea un’esfoliazione della mucosa che si sfalda.
Anche l’utilizzo dei grassi dovrà essere ridotto in quanto questi, in seguito all’azione del calore durante la loro trasformazione, possono subire alterazioni e, quindi, ossidazioni e provocano ulteriori infiammazioni della parete intestinale.
I soggetti affetti da questa patologia spesso non rispondono a diete commerciali “ipoallergeniche” con proteine intatte o fibre fermentanti con prebiotici, ma possono trarre beneficio da diete contenenti fonti proteiche idrolizzate, oppure da una dieta casalinga contenente singole fonti proteiche nuove e una fonte di carboidrati.

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- QUALE DIETA SEGUIRE

Una sana alimentazione formulata in base alle condizioni del paziente, età, eventuali malattie associate e soprattutto la tolleranza verso alcuni alimenti è fondamentale per contrastare l’Ibd nel cane e nel gatto.
Non esiste un’unica dieta adatta a tutti i soggetti affetti da tale condizione.
Quindi si dovrà pensare alla somministrazione di una dieta altamente digeribile, molto appetibile, con una singola fonte proteica alla quale l’animale non è mai stato sottoposto e con proteine ad alto valore biologico e di alta qualità.
L’aumento delle fibre alimentari è utile nei casi in cui ci sia un’infiammazione a carico del colon, in quanto migliorano la motilità e un maggiore assorbimento di liquidi ed elettroliti.
L’utilizzo di acidi grassi omega-3 è utile in quanto hanno la capacità di attenuare l’infiammazione intestinale. I due acidi grassi omega-3 più comuni sono l’ecosapentanoico e il docosaesanoico che si trovano nell’olio di pesce.

4. Rimedi naturali e probiotici

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- QUALI RIMEDI NATURALI SONO UTILI IN CASO DI IBD?

La zeolite può essere un valido rimedio in questi casi, in quanto assorbe le ammine tossiche e riduce gli effetti diarroici.
Anche la curcuma è un eccellente anti-infiammatorio e antiossidante intestinale ed è potenzialmente utile per il trattamento di alcuni tipi di cancro.
È stato dimostrato come l’aloe sia un altro rimedio molto utile per le proprietà antinfiammatorie e protettive della mucosa intestinale, da associare a probiotici e prebiotici per ripristinare la flora intestinale alterata.
I pazienti affetti da Ibd, inoltre, andrebbero sostenuti con nutraceutici, antiossidanti, vitamine e, come abbiamo già detto in precedenza, un’alimentazione facilmente assimilabile, con proteine di alta qualità e in alcuni casi eliminando i grassi.

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- È UTILE SOMMINISTRARE I PROBIOTICI?

I probiotici dovrebbero essere inclusi nella dieta, soprattutto quando questa da sola non è sufficiente a controllare la malattia.
Si tratta di organismi viventi che, somministrati in adeguate quantità, producono una serie di benefici sull’organismo. In particolare, sono in grado di riequilibrare la flora microbica dell’intestino.
Quando si assumono i fermenti lattici, in realtà, si fa riferimento ai probiotici, microrganismi che influenzano il microbiota, cioè la popolazione batterica presente nell’intestino.
I probiotici contribuiscono a rinforzare il sistema immunitario, a ripristinare la flora batterica e a contrastare gonfiori e diarrea.
Hanno la capacità di sopprimere la crescita dei batteri patogeni e di modulare la risposta immunitaria stimolando la capacità fagocitaria e la produzione di anticorpi Iga.



5. Classificazione Idb, sintomi frequenti e alimentazione ideale

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- CLASSIFICAZIONE IBD

• Gastriti
• Duodeniti
• Gastro-duodenitioEnterocoliti
• Coliti
• Linfoplasmaccellulare
• Eosinofilica
• Granulomatosa
• Neutrofila

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- SINTOMI FREQUENTI

• diarrea
• vomito
• melena
• ascite
• edema periferico • perdita di peso
• apatia
• borborigmi
• flatulenza
• dolori addominal

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- ALIMENTAZIONE IDEALE

• Alimenti altamente digeribili e con pochi grassi; 
• No agli alimenti raffinati: latte, glutine di mais, glutine di frumento, orzo, miglio, lievito di birra, zucchero, soia, mais, sale, amidi e oli vegetali; 
• Solo proteine ad altissimo valore biologico, soprattutto nei casi di malassorbimento proteico in cui l’intestino non riesce a trattenere le proteine a causa della sua permeabilità o per modificazione della mucosa; 
• Un rapporto omega 3 e omega 6 ottimale, solitamente 2:1 o 3:1, per ridurre l’apporto infiammatorio e compensare la quota di grassi comunque necessaria; 
• Apporto di fibre Fos (Frutto OligoSaccaridi) e Mos (MannanOligoSaccaridi) per un corretto nutrimento della flora batterica intestinale; 
• Apporto di Glutammine, fondamentale per ridurre l’atrofia dei villi: è il nutrimento principale degli enterociti (le cellule intestinali).






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