Come capire chi mente attraverso il linguaggio del corpo-800x400

Come capire chi mente attraverso il linguaggio del corpo

Se vogliamo dar retta alle statistiche ufficiali (http://www.worldometers.info/it/), la popolazione mondiale, in questo preciso momento (16 febbraio 2015), si appresta ad essere  circa 7.296.000.000 persone e sono nati 303.077 bambini.

Per quanto possa sembrare provocatorio e con la stessa certezza scientifica, avremmo potuto dire che in questo momento al mondo vi sono oltre 7 miliardi di bugiardi ed sono nati 303.077 piccoli futuri bugiardi.

Ci piaccia o meno mentiamo tutti e quando vi dovesse capitare di incontrare qualcuno che dice con tono finto-sconfortato: “Io purtroppo non sono capace di dire bugie” ebbene saprete, se mai ve ne fosse bisogno, di essere di fronte ad un bugiardo.

Si può mentire per generosità, per non ferire qualcuno cui teniamo, per comodità giacché sarebbe troppo complicato spiegare ciò che veramente pensiamo, per convenzioni sociali. Chiaramente mentiamo anche per opportunismo, per ingannare, per tradire.

Oggi vedremo cos’è esattamente la menzogna e cercheremo di focalizzare tutti i suoi indizi collegati al linguaggio del corpo, per poter successivamente individuare chi ci mente.

1. Cos'è la menzogna?

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Ma cos'è la menzogna? Nel linguaggio comune, come pure nella vita di tutti i giorni, quelle che definiamo bugie a fin di bene, non sarebbero neppure da considerare bugie.

E come considereremo il non dire la verità ma neppure mentire? Con un gioco di parole molto efficace, uno dei primi diplomatici occidentali inviato in Giappone dichiarò che "i giapponesi difficilmente mentono, ma raramente dicono la verità".

Ma allora possiamo definire in modo univoco la menzogna? In primis facciamo un distinguo tra:

  • dissimulare ovvero nascondere informazioni conosciute senza però dire nulla di oggettivamente falso; il medico che non ci da i risultati delle nostre analisi per farci passare in modo spensierato le feste natalizie, trascorse le quali ci metterà a dieta rigorosa, non sta mentendo bensì dissimulando, infatti non ci ha detto che le analisi vanno bene ma solo che non ha avuto il tempo di guardarle con attenzione e per favore se conoscete un medico così umano e generoso, ditemi chi è!
  • falsificare ovvero dare informazioni false come fossero vere; il venditore di macchine usate che ci dice che il modello che ci piace ha fatto pochissimi chilometri e, come sempre, era di proprietà di un anziano che non la usava mai, sta falsificando.

 

Possiamo in conclusione definire la menzogna come: la volontà deliberata di ingannare senza arrecare alcun beneficio alla vittima dell’inganno.

2. Indizi della menzogna e postura

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  • La ritirata gestuale: dopo aver parlato la persona si sposta all'indietro di un passo e spesso rinforza questo comportamento incrociando le braccia sul petto: significa che non crede in quello che ha detto
  • Stringersi le spalle: lo si può fare quando si mente quasi a voler occupare meno spazio
  • Infossare la testa nel collo: è quasi sempre considerabile come un atteggiamento di chiusura e di timore poiché così facendo si tende a proteggere quella parte del collo, atavicamente considerata debole ovvero la gola.
  • In una persona seduta fino ad un certo momento in modo tranquillo e rilassato, un improvviso irrigidimento della postura, può significare imbarazzo, difficoltà; ricordiamo che tutti i cambiamenti improvvisi e ingiustificati devono farci suonare un campanello d'allarme.
  • Posizione dello scattista o agitarsi sulla sedia come se scottasse; chi mente e si trova in tale posizione, invia segnali che hanno un significato evidente: vorrei non essere seduto qui o quanto meno vorrei potermene andare.
  • La tigre in gabbia; se la persona è in piedi e, nel mentre ci dice qualcosa si sposta senza un motivo reale, tanto da non rivolgere il corpo verso di noi, anche in tal caso ci sta segnalando una difficoltà, in particolare quella di incrociare il nostro sguardo. Se poi a tale comportamento se ne aggiunge un altro, ovvero inizia a toccare degli oggetti (le mani tradiscono molto il nervosismo e quindi prendere qualcosa significa tenerle occupate) avremo una ulteriore conferma della nostra ipotesi.

3. Indizi della menzogna e mimica

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Alcune reazioni psicosomatiche quali il rossore che atavicamente indica vergogna, imbarazzo, senso di colpa e il pallore che comunica paura o collera.
Tali reazioni hanno una caratteristica: non sono simulabili neppure dal più bravo attore professionista, d'altro canto, come già detto in più occasioni, anche tali comportamenti presi in maniera assoluta non ci dicono che siamo di fronte ad una bugia ma solo in presenza di un'emozione.
Starà a noi, interpretando altri segnali e il contesto, comprendere se si tratti una menzogna.

Le espressioni soffocate sono una sorta di manifestazione emotiva che inizia e viene troncata sul nascere poiché, probabilmente, il nostro interlocutore ha valutato razionalmente che è inopportuno mostrarla; non indicano però quale espressione si voleva nascondere.
Le reazioni fisiologiche sono spesso più veloci dei nostri ragionamenti e non fanno calcoli di opportunità.
Facciamo un esempio: il vostro capo vi convoca per dirvi: "Spero che tu non te la prenda troppo ma la promozione che ti attendevi non arriverà quest'anno, perché al tuo posto è stato scelto…… Mi auguro che tu comprenda le esigenze aziendali e in questo caso, la mia situazione."
Il vostro corpo a tal punto è pronto a reagire mostrando rabbia e aggressività e voi vorreste rispondere: "Non preoccuparti, so che hai una predilezione per gli imbecilli!"
Il censore che risiede nel vostro cervello però manda un ordine perentorio:
"Non farti vedere arrabbiato, gli darai soddisfazione e non otterrai comunque nulla, anzi" ma qualche espressione trapelerà, brevemente ma sarà visibile. Normalmente, in caso di rabbia, si tratterà di un rapido arricciamento delle narici o della contrazione dei pugni.

La dilatazione  delle pupille può farci sospettare di essere in presenza di una bugia, ma attenzione poiché questa reazione nasce da un'emozione non specifica, può infatti dipendere dalla paura (di essere scoperti) ma è funzionale alla luce ambientale, all'assunzione di alcune medicine, per non parlare di droghe ed infine è la reazione tipica di chi è sessualmente eccitato.
Sarebbe quindi buffo se voi pensaste di avere a che fare con un bugiardo/a ed invece siate in presenza di una persona che sta facendo pensieri osé su di voi.

Serrare la bocca all’improvviso indica esplicitamente la volontà di “frenare” ciò che ne sta uscendo.

Per quanto riguarda il sorriso, è necessario dire che si tratti di un gesto universale che ripetiamo da bambini, e non è facile produrne uno sincero se non ne abbiamo voglia. Insomma la nostra giornata è costellata di falsi sorrisi o "sorrisi di circostanza" sicché quasi non ci facciamo più caso.
Ma cosa distingue un sorriso sincero da uno falso? Per evidenziare le caratteristiche principali, il sorriso falso:

  • è più asimmetrico di quello sincero apparendo più evidente su una parte del volto,
  • non si sollevano le guance
  • non si abbassano le sopracciglia
  • il tempo di attacco è intempestivo poiché compare con una frazione di secondo di ritardo, in quanto il soggetto ha dovuto decidere razionalmente di sorridere e il tempo di stacco è inappropriato in quanto scompare all’improvviso, al contrario del sorriso sincero che si spegne lentamente fino a sparire completamente. Se volete qualche esempio pratico, in una qualunque situazione sociale, provate a raccontare una barzelletta stupida; se poi siete il superiore gerarchico di quelli che vi ascoltano e che sono obbligati a trovare divertenti le vostre barzellette, il risultato sarà garantito,
  • ed infine, accanto agli occhi non compariranno le famose "zampe di gallina".

4. Indizi della menzogna e gesticolazione

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Abbiamo già accennato alla rapidità con la quale compaiono alcuni gesti come pure al fatto che a volte, rendendoci conto che sono inappropriati rispetto al contesto, cerchiamo di frenarli.

Stante la diversità dei tempi di reazione accadrà che il gesto inizierà a formarsi ma non avrà la possibilità di svilupparsi completamente.

  • Ecco perché alcuni gesti che tradiscono la menzogna sono minimi, sia nella durata che nell'ampiezza, questo è il caso tipico della scrollata di spalle asimmetrica, si tratta della frazione minima di un gesto comune: alzare e abbassare velocemente le spalle e che sta a significare disinteresse, menefreghismo, disprezzo.
    Nel gergo comune diciamo: "Cosa ti ha risposto?" "Con un'alzata di spalle" a dire che non gli interessava nulla. Poiché il soggetto sta mentendo non può mostrare il gesto completo e quindi si limita ad un lieve e rapido innalzamento di una sola spalla. La sua gesticolazione ci dice:"non credo a quello che sto dicendo".
    I talk show cui partecipano uomini politici vi forniranno ampi campioni di questo gesto.
  • I lapsus gestuali come quelli verbali sono contraddittori con le parole dette disconfermandole o indebolendole; "Certo che sono calmo" state dichiarando mentre avete i pugni serrati. In genere, tali lapsus, come per il caso precedente, non riproducono mai il gesto in modo completo ma solo in minima parte.
  • L'improvviso blocco degli illustratori; ma cosa sono i gesti illustratori? Sono quei gesti che comprendono tutte le azioni che accompagnano e sottolineano il parlato, hanno il compito di rendere più piacevole e comprensibile ciò che diciamo ma aiutano anche il comunicatore nella ricerca dei termini adatti.
    Tutto ciò se siamo rilassati e tranquilli, ma quando si mente bisogna essere maggiormente concentrati su ciò che si dice e ciò inibisce tali gesti poiché il nostro cervello si sta impegnando nell'invenzione di una bugia credibile oltre a impegnarsi a ricordare questa falsa realtà, poiché sa che in un secondo momento potremmo essere interrogati su quanto abbiamo detto. "Ma mi sembrava che tu avessi detto….".
    Quanto detto ha valore solo se il bugiardo è costretto in quel momento a inventarsi una bugia; nel caso invece avesse avuto tempo di prepararla e ripeterla a se stesso, potremmo vedere un normale inserimento degli illustratori nonostante la menzogna. Attenzione poiché il blocco degli illustratori può anche indicare noia e disinteresse.
  • L'incremento dei manipolatori; mentre quando si mente alcuni gesti possono sparire o essere molto frenati, altri possono divenire più frequenti e insistiti. Si tratta dei gesti manipolatori ovvero tutti i movimenti nei quali una parte del corpo ne manipola un’altra quali ad esempio, carezzarsi le mani, stringersi nelle braccia, toccarsi il viso, massaggiarsi gli occhi, ecc.
    Come sempre attenzione a non generalizzare poiché se è vero che possono indicare il turbamento di chi sta parlando e quindi la sua necessità di auto-consolarsi, non necessariamente dimostrano la sua menzogna.
  • Le mani davanti alla bocca e più in particolare un gesto nel quale la persona mette i due indici a forma di cuspide davanti alle labbra, indicano il desiderio di bloccare o controllare ciò che sta per uscirne e sono definiti in modo molto esplicativo: auto-imposizione del silenzio.




5. Indizi della menzogna e tono di voce

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Se la nostra voce è il veicolo della menzogna è anche quella che più frequentemente la tradisce, per capirlo dobbiamo ragionare sul fatto che il processo che ci consente di passare dai pensieri alle parole è meno banale e semplice di quello che ci può apparire.

Quali sono quindi i sintomi della menzogna che possono trasparire dal nostro parlare?

  • L'uso di un tono sprezzante o sarcastico; in pratica il bugiardo conferma ciò che gli viene addebitato ma con il tono di voce disconferma  quanto detto, ovvero la verità. Al partner che lo/la accusa di avere un amante, l'altro risponde "Ma certo, anzi più di una/uno", questo metodo che prevede l'utilizzo del sarcasmo, non solo disconferma la risposta ma mette in ridicolo l'accusatore obbligandolo sulla difensiva e lasciando più spazio e tempo al bugiardo.
    È recente il ricordo di un uomo politico che ad una domanda di un giornalista risponde in tono sprezzante: "Ma certo che si, perché voi giornalisti non è così che fate in vacanza? Sfigati!
  • I lapsus verbali sono per colui che ne concepì la definizione ovvero per Freud un modo per "tradire se stessi" e sono rivelatori di conflitti psicologici interni, sicché ci fanno dire ciò che non vorremmo.
    Freud stesso, che li definisce anche "atti mancati" ci spiega che sono tutto fuorché casuali, per spiegare cosa fossero, racconta di una signora molte decisa con la quale stava parlando.
    L'argomento in questione era il marito della signora stessa che disse: "Mio marito può mangiare e bere tutto ciò che voglio ". In realtà avrebbe voluto dire: " ciò che vuole" ma il lapsus le fece esprimere chiaramente come funzionassero i rapporti nel loro matrimonio.
  • Le tirate declamatorie consistono nel dire molto più del necessario. Una persona sincera di regola risponde in modo diretto e evita di fare ciò che in gergo definiamo "arrampicarsi sugli specchi".
    Un nostro recente premier, alla domanda di un intervistatore: "Il suo governo aumenterà l'IVA?" avrebbe potuto scegliere di dire: si, no, non ne sono ancora certo. Invece per prima cosa accusò scherzosamente la domanda di aver "abbassato il livello" del discorso, quindi partì per una lunga tirata che benché non contenesse risposta, era chiaramente falsa.
  • Alla categoria appena definita possono appartenere anche le risposte indirette o discorsi involuti, che tradiscono l'emozione di chi parla. Attenzione però perché alcune persone, forse a causa di processi cognitivi complicati e involuti, parlano sempre così.
  • Un improvviso cambiamento nel tono di voce che diviene più acuta, può essere un segnale di menzogna poiché corrisponde ad una maggiore tensione emotiva che ci impedisce la naturale respirazione e quindi la normale emissione della voce; attenzione però perché potrebbe anche tradire paura o collera.
  • Le pause troppo lunghe o troppo frequenti sono un altro sintomo che deve farci riflettere, in una situazione del genere potrebbe venirci in aiuto la conoscenza del nostro interlocutore. È una persona che di regola parla in modo spedito, usando si le pause, ma solo per riflettere o per consentire all'altro in intervenire?
    Oppure ha sempre parlato con calma, pesando ogni parola e facendo lunghe pause? È chiaro che nel secondo caso le pause faranno parte del suo stile comunicativo, mentre nel primo dovremo insospettirci per l'improvviso mutamento di tale stile.
  • Le non parole, interiezioni prosodiche e versi vari, sono null'altro che le pause appena descritte, riempite di rumori vari, per essere meno imbarazzanti per il bugiardo. Quindi i classici "mmmmm", "eeeee" grugniti, sospiri e tutto quanto potrebbe dire: "non mi viene in mente nulla di plausibile da dire".
  • Le ripetizioni e le ripetizioni di una parte della parola "io, io…… vera… veramente io …." anche in questo caso possiamo pensare a qualcuno che non sappia cosa dire e stia prendendo tempo.
  • La scomparsa degli inserimenti contestuali richiede molta attenzione per essere notata e comunque va confrontata con il normale stile comunicativo di chi sta parlando. Cosa sono e perché possono essere indice di menzogna? Si tratta di arricchimenti che inseriamo all'interno della comunicazione per renderla più chiara, più gradevole, più comprensibile.
  • Ed infine le asserzioni rafforzative poiché di regola chi è sincero non ne fa uso; ci basti ricordare Richard Nixon che dice "Io non ho mai tratto profitto, mai tratto profitto, dalla Pubblica Amministrazione" o Bill Clinton che dice "L'ho detto e lo ripeto; non ho mai avuto rapporti con quella donna". Come la cronaca abbia poi sbugiardato questi personaggi è cosa nota.







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