Esplorando il mondo affascinante dei suricati: piccoli guardiani del deserto

Chi non ha mai sentito dire almeno una volta “hakuna matata” alzi la mano! Si tratta di un modo di dire in lingua swahili, ampiamente diffuso in Africa Orientale, che significa “non ci sono problemi”.

Se non siete mai stati in Tanzania, però, è più probabile lo abbiate sentito nel cartone animato Il re leone, dove Simba canta la canzone omonima insieme a Pumba, un facocero, e Timon, un suricato.

Proprio quest’ultima creatura è apparsa anche in altri lungometraggi, come Vita di Pi, e si è quindi sempre dimostrata adatta al ruolo di personaggio da film un po’ curioso.

Parenti delle manguste, i suricati sono piccoli ma voraci mammiferi africani che vivono in gruppi famigliari molto cooperativi.

I suricati (Suricata suricatta) sono tra gli animali più affascinanti e carismatici del regno animale. Con i loro occhi curiosi e la loro natura giocosa, questi piccoli carnivori, originari dell’Africa, hanno catturato l’attenzione e il cuore di molte persone in tutto il mondo.

Oggi, esploreremo la vita, il comportamento e l’importanza ecologica di questi adorabili animali.

CARTA D’IDENTITÀ
Nome comune: suricato
Nome scientifico: Suricata suricatta
Dimensioni: massimo 60 cm (coda inclusa)
Dove vive: Sudafrica, Namibia, Angola e Botswana
Segni particolari: manto tigrato, postura spesso eretta
Habitat: savana
Cosa mangia: insetti, ragni, scorpioni, lucertole, serpenti, uova, piccoli mammiferi ma anche bacche e frutti.

1. NOME OLANDESE PATRIA AFRICANA

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Il suo nome originale in realtà sarebbe meerkat, che però non suona molto inglese! E infatti probabilmente deriva dall’olandese, da una parola che indicherebbe una “strana scimmia”, a sua volta ereditata dall’antico germanico.

Effettivamente, a ben guardare, le zone di presenza del suricato sono state oggetto di colonizzazione da parte dell’Olanda, e questo spiegherebbe l’arcano dell’etimologia.

Osservando un suricato, si potrebbe pensare che sia un parente della faina e della martora, e dunque un mustelide, oppure della genetta, dunque un viverride: in realtà i suoi parenti più stretti sono le manguste, il che ci suggerisce che la sua famiglia di appartenenza sia quella dei meno conosciuti erpestidi.

Come altre specie sue parenti, il suricato è un animale africano: si può incontrare soprattutto in Sudafrica, ma anche in Botswana, Namibia e in una piccola porzione dell’Angola. Secondo i ricercatori sono presenti tre diverse sottospecie, che però sono praticamente identiche tra loro e si distinguono solamente a livello genetico.

Possiamo quindi dire che, in generale, i suricati sono piccoli mammiferi, lunghi una trentina di centimetri se consideriamo testa e corpo, a cui aggiungere oltre 20 centimetri di lunga coda sottile.

Il muso è appuntito, le orecchie piccole, ma quello che salta immediatamente all’occhio è un bandeggio scuro, quasi tigrato, su tutto il dorso, che spicca notevolmente sul colore di fondo paglierino di questi animali.

I suricati sono animali estremamente sociali e vivono in gruppi chiamati "mob" o "clan", che possono essere composti da 20 o più individui. All'interno di questi gruppi, esiste una struttura gerarchica ben definita.

Ogni gruppo è guidato da un maschio e una femmina dominanti, che sono spesso gli unici ad accoppiarsi, mentre gli altri membri del gruppo partecipano alla cura dei piccoli, alla caccia e alla protezione del territorio. La stagione degli amori dei suricati va da novembre a marzo.

Durante questo periodo, la femmina alfa del gruppo si accoppia con il maschio alfa, mentre gli altri membri del gruppo aiutano nella cura dei cuccioli.

La gestazione dei suricati dura circa 11 settimane, e i cuccioli nascono ciechi e completamente dipendenti dai genitori e dagli altri membri del gruppo.

Dopo circa due settimane, i piccoli iniziano ad esplorare l'ambiente circostante e vengono gradualmente introdotti alla caccia e alla sentinella.

I suricati raggiungono la maturità sessuale intorno ai 1-2 anni di età. La speranza di vita media di un suricato in natura è di circa 8-10 anni, mentre in cattività possono vivere fino a 12-14 anni.

2. TANA DOLCE TANA

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La conformazione allungata, unita ad artigli ben sviluppati, è sicuramente un adattamento alla vita semifossoria, visto che i suricati scavano grandi complessi di tane in cui vivono, e attorno alle quali ruota tutta la loro vita sociale.

Si tratta di strutture molto articolate, estese per diversi metri sul terreno, con numerosi ingressi a sezione tondeggiante, larghi una quindicina di centimetri, attraverso i quali si accede a una rete di cunicoli sotterranei, che portano alle camere utilizzate per riposare e partorire, nonché nascondersi dai predatori.

E, se questi riescono a “conquistare la fortezza”, ci sono anche delle uscite di emergenza.

Quando possono, i suricati utilizzano anche tane già pronte, scavate da altri animali, invece che farne di nuove. Una bella comodità!

In entrambi i casi, comunque, è molto curioso il modo in cui scavano: si mettono in fila indiana e ognuno butta la terra con le zampe anteriori verso la propria pancia, accumulando materiale sotto la coda, dove il successivo la “rastrella” buttandola a sua volta all’indietro e così via, formando come un trenino.

L’habitat d’elezione di questa specie è la savana: un ambiente aperto, con pochi alberi (principalmente acacie), dove è possibile spaziare lontano con la vista. Benché non viva nei deserti veri e propri, è comunque legata a luoghi con piovosità molto scarsa.

3. TERMOSTATO INTERNO

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Sicuramente il fatto che il sole batta forte fa sì che le temperature siano elevate, seppur con escursione termica notevole tra notte e giorno.

Come fanno allora i suricati a sopravvivere al caldo intenso? È stato scoperto che esistono due diverse strategie, una di tipo comportamentale e una di tipo fisiologico.

La prima è abbastanza semplice e intuitiva: all’interno delle tane c’è un buon isolamento, per cui risultano fresche durante il giorno e più calde durante la notte.

Ciò significa che i suricati possono, al bisogno, nascondersi sottoterra per sfuggire al caldo del giorno, o al freddo della notte, senza grossi problemi.

Per quanto riguarda l’adattamento fisiologico, invece, si è visto che questi animali sono in grado di far variare di diversi gradi la propria temperatura corporea, così da resistere più agevolmente ai fattori ambientali.

Dal punto di vista metabolico, sono meno attivi di altri carnivori, ma possono in qualche modo scaldarsi mangiando di più in inverno.

E a proposito di mangiare, non si può dire che i suricati non siano dei buongustai, visto che la loro dieta è molto diversificata. Vi si annoverano infatti grossi insetti, ragni, rane, lucertole, piccoli mammiferi, uova, ma anche bacche e frutti.

Tra le prede più famose e combattive si possono citare i serpenti, anche velenosi come i cobra, e gli scorpioni. In entrambi i casi vi sono strategie interessanti da raccontare.

4. RAPIDITÀ E FEROCIA

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Uccidere un serpente velenoso non è certo una cosa semplice, soprattutto se è lungo, battagliero e rapido: bisogna essere svelti!

I suricati circondano il rettile in gruppo, cercando di distrarlo, stancarlo, con continue finte sui fianchi e verso la coda, finché un individuo non riesce, con una mossa veloce, a prendere la preda da dietro la testa, masticandola ferocemente per ucciderla.

Se per caso però la vittima riuscisse a reagire in tempo, spesso nessun problema: i suricati sono immuni al veleno di molte specie di serpenti.

Gli scorpioni sono sicuramente più “maneggevoli”, perché lenti, impossibilitati al salto e senza una buona vista: il problema è che i giovani suricati, inesperti, potrebbero farsi pungere.

Ecco quindi che interviene una componente culturale e di insegnamento particolarmente rilevante: inizialmente i piccoli vengono portati sul campo dagli adulti per osservare come avviene la cattura degli aracnidi, che vengono neutralizzati con colpi di zampe e poi con morsi letali.

Ma alcuni scorpioni vengono solo “disarmati”, cioè viene rimosso loro il pungiglione con un morso, e portati vivi ai giovani, che così possono esercitarsi con una preda innocua.

Tuttavia, queste affascinanti creature sono minacciate dalla perdita del loro habitat naturale a causa dell'espansione umana, dalla caccia e dal commercio illegale di animali esotici.

Numerose organizzazioni in tutto il mondo stanno lavorando per proteggere i suricati e il loro ambiente, promuovendo la conservazione delle aree protette e l'istituzione di normative più severe contro la caccia e il traffico illegale di animali.





5. GUARDARSI LE SPALLE

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Un altro aspetto interessante del comportamento alimentare dei suricati è la rotazione dei terreni di caccia, per ridurre la pressione predatoria.

Per questo motivo ritornano nella stessa area solo dopo diverso tempo, in modo da non sfruttare troppo le popolazioni di prede e assicurarsi così una fonte rinnovabile di cibo.

Il fatto che le colonie (composte da più gruppi familiari, fino a 30 individui) vivano in aree aperte facilita la sorveglianza antipredatoria.

A turno, infatti, alcune vedette stanno sulla tana, in posizione eretta, curando i dintorni, e la stessa cosa accade anche durante le scorribande nella savana circostante.

In caso di pericolo, i suricati sentinella emettono dei versi particolari, differenti a seconda dei casi: alcuni indicano un predatore aereo e altri un predatore terricolo (esattamente come tra le nostre marmotte) mentre altri ancora indicano il ritrovamento di un serpente e invitano i membri del gruppo a radunarsi per la caccia.

Ovviamente la reazione sarà diversa in base al suono, perché i suricati sanno ben interpretare la “lingua” dei loro simili. Sembra che molti incidenti mortali avvengano tra bande di conspecifici, che si azzuffano uccidendosi a vicenda durante gli sconfinamenti territoriali.

All’interno di un nucleo familiare la riproduzione porta (di solito in coincidenza con la stagione delle piogge, più ricca di prede) alla nascita di tre-cinque piccoli, raramente sette, accuditi amorevolmente da entrambi i genitori e dai cosiddetti helpers, individui imparentati che li aiutano.

Ma le regole delle gerarchie sono spietate: talvolta i subordinati uccidono i piccoli dei dominanti, per far salire di grado la propria prole! Hakuna matata dunque, ma non troppo.

I suricati continuano a catturare l'attenzione e il cuore di molte persone in tutto il mondo con il loro comportamento giocoso e la loro natura socievole. Sono piccoli guardiani del deserto che svolgono un ruolo vitale negli ecosistemi aridi dell'Africa.

Proteggere questi affascinanti animali e il loro habitat è fondamentale per garantire la sopravvivenza di questa specie unica e affascinante per le generazioni future.








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