Quando scendono anche solo pochi fiocchi di neve in pianura, un evento sempre più raro ormai, chi ha un cane si accorge subito della sua eccitazione: si agita, annusa l’aria, guarda fuori dalla finestra e ci fa capire che vorrebbe uscire e fare qualcosa…
Cosa in realtà non lo sa neppure lui ma è un fatto che la neve “accenda” il cane, che spesso corre apparentemente senza una meta oppure balza per afferrare al volo i fiocchi in caduta.
La ragione di questa eccitazione è probabilmente legata alla sua origine ancestrale: è il discendente diretto del lupo e la neve, forse, risveglia nei suoi geni il ricordo della vita selvaggia, a caccia nei boschi imbiancati. Una sorta di “richiamo della foresta”.
E allora, perché non regalargli queste emozioni portandolo con noi sulle montagne innevate? Una vacanza o una gita sui monti imbiancati, dunque, può essere molto divertente per loro, ma solo con le dovute precauzioni. Vediamo come farlo in sicurezza.
1. Prima di tutto: dove? Lontano dalla folla è molto meglio
Chiunque sia andato a sciare anche solo una volta sa benissimo come le località di montagna più gettonate dagli amanti di questo sport si trasformino in vere e proprie succursali dei centri cittadini, nella stagione invernale: code di auto per arrivarci e anche per spostarsi all'interno del paese, parcheggi affollatissimi, ressa lungo i marciapiedi e, soprattutto, folla lungo le piste da sci e agli impianti di risalita.
È così quasi ovunque da anni e anni. Ma noi non stiamo andando in montagna per sciare, non è vero?
- Il nostro obbiettivo è goderci una vacanza nella neve in compagnia del nostro cane e del resto della famiglia.
E allora, meglio orientarsi verso mete poco note e poco o per nulla attrezzate per lo sci. Tra l'altro, i costi in genere sono nettamente inferiori proprio per questo.
Alpi e Appennini sono disseminati di paesini rimasti ancora abbastanza simili a com'erano un tempo e quelli che più ci interessano sorgono ai piedi delle zone di pascolo estive, perché molti pascoli montani non sono altro che prati con poca pendenza e quindi perfetti per passeggiate e giochi nella neve con il cane.
- Esattamente il contrario delle piste da sci, che sono ripide e vengono battute per rendere la neve compatta, ideale per sciare ma non per passeggiare e correre, perché è dura e gela facilmente.
Dunque, cerchiamo paesi poco turistici e molto rurali, dove l'allevamento sia diffuso: troveremo pascoli innevati e sgombri dove divertirci. E probabilmente anche alloggi e ristori dove non dovremo svenarci per pagare.
- Molto importante, però, è informarsi con cura sia sulla disponibilità di alloggi che accettano cani sia sulla praticabilità delle strade di montagna.
Infatti, se è vero che ormai sono tantissime le strutture ricettive che hanno aperto le porte ai nostri amici, è anche vero che d'inverno, con la neve, il mantello dei cani si bagna e per questo il rischio di infangare le camere aumenta.
Ne consegue che rispetto all'estate spesso cala il numero di opportunità di alloggio con cane al seguito.
Per quanto riguarda le strade secondarie che spesso servono per raggiungere le aree adatte alle passeggiate e alle corse canine nella neve, non sempre sono aperte nella stagione invernale. Partire informati è perciò essenziale, ancora più del solito.
2. Con tutti i cani? I principali fattori da considerare
Di certo la neve piace a tanti nostri amici, ma non a tutti. E anche tra quelli che la apprezzano ci sono sicuramente soggetti che non dovrebbero comunque "frequentarla".
Tanto per cominciare, ci sono razze e tipologie di cani inadatte ai climi molti rigidi perché sprovviste di sottopelo protettivo oppure perché dotate di un mantello cortissimo, adatto a climi caldi.
Quindi, in parole povere, questi cani soffrono il freddo, tremano e possono ammalarsi facilmente se sono costretti a stare a lungo nella neve, magari con temperature sottozero.
E il cappottino, che in città va benone, difficilmente basta sui monti innevati, perché manca la protezione naturale offerta dal mantello invernale.
Anche l'età ha il suo peso, perché se pure il mantello del nostro amico fosse bello fitto e doppio, quindi isolante, gli anni si fanno sentire ugualmente in caso di condizioni climatiche un po' al limite, e questo vale anche per il caldo intenso.
Come gli anziani a due zampe, i cani che sono arrivati a età avanzate vanno preservati dai picchi di temperatura in entrambi i sensi, sia alti sia bassi.
Infine, può sembrare ovvio ma è sempre meglio puntualizzarlo: la salute è un fattore chiave per decidere se un quattrozampe può o non può andare a "fare il matto" nella neve.
E qui è il veterinario a decidere per noi, perché se il nostro amico ha qualche problema di salute tocca al medico l'ultima parola, per il bene del cane.
3. Rischi da evitare
Giocare nella neve, tra loro o insieme a noi, piace molto a tanti cani ma è bene tenere presenti i possibili pericoli.
Su una superficie scivolosa come la neve, soprattutto se è gelata, può aumentare il rischio provocato da salti, brusche frenate, virate eccetera.
I traumi a carico dello scheletro, dei legamenti, dei muscoli e dei tendini, infatti, possono portare a lesioni a carico delle articolazioni e delle vertebre, soprattutto per i cani di taglia molto grande o gigante ma anche per i soggetti di tipo "bassotto", cioè con zampe corte e colonna vertebrale allungata.
E anche per i cani sovrappeso o poco allenati perché costretti a una vita troppo sedentaria, situazioni tutt'altro che rare.
Per prevenire questi rischi conviene fare una piccola ispezione del terreno di gioco: forti pendenze, lastre di ghiaccio o zone ricche di "gobbe" e abbassamenti del manto nevoso, che celano ovviamente buche, sono da evitare li più possibile.
Dopodiché, ricordiamoci anche che un cane in salute, fisicamente in forma e ben allenato è molto più robusto di quanto si crede. L'ideale è non azzardare ma neppure impedire al nostro amico di godersi la neve, ove possibile.
Attenzione alle "palle di ghiaccio". Vi siete mai chiesti perché i lupi, anche quelli dell'Artico, hanno un pelo di copertura di lunghezza media, liscio, fitto e privo di frange e non un voluminoso mantello di pelo lungo ricco di frange sugli arti come, per esempio, quello di un Pastore Belga Groenendael?
A prima vista, infatti, il lussureggiante "abito" del Belga nero sembrerebbe più protettivo nei climi gelidi. Ed effettivamente, fino a una temperatura di -15 gradi circa il nostro amico regge bene.
Ma il vero guaio per i cani a pelo lungo non è il freddo, è la neve, perché le frange lungo le zampe la raccolgono e il movimento del cane la "modella" in forma sferica. Il freddo fa gelare queste "palle" e, in breve tempo, le zampe si appesantiscono al punto da impedire al cane di muoversi.
Queste palle di ghiaccio vanno quindi rimosse non appena iniziano a formarsi: non diamogli il tempo di ingrandirsi e di gelare perché in tal caso eliminarle diventa complicato e anche doloroso per il nostro amico, poiché per levarle finiamo inevitabilmente con lo strappargli il pelo delle frange!
4. Niente scorpacciate. Mal di pancia e altri disturbi
Un altro fatto da tenere bene a mente è che, di solito, ai cani la neve piace molto e non è affatto raro che si mettano a mangiarla di gusto, ingoiandone parecchia in poco tempo.
Dobbiamo evitare queste scorpacciate di acqua gelata, però, perché le conseguenze possono essere assai fastidiose, vale a dire una forte irritazione di stomaco e intestino e anche infezioni gastroenteriche di tipo batterico.
Un classico sviluppo della cosa è il mal di pancia, seguito da attacchi di diarrea, ma anche vomito e mancanza di appetito possono far parte del "pacchetto".
Ecco perché se vediamo che il nostro cane inizia a ingurgitare la neve a grandi boccate dobbiamo intervenire e farlo smettere. Distraiamolo con proposte di gioco o con un bocconcino e poi indirizziamo la sua attenzione su altro.
Se invece ci siamo distratti, il nostro amico ha ingoiato tanta neve e ora sta poco bene, il primo rimedio da attuare è lasciarlo a digiuno per una giornata, senza sensi di colpa perché un giorno senza mangiare non è un dramma per nessuno.
Diarrea e vomito possono disidratare il nostro amico, quindi è importante che beva ma solo a piccole dosi, altrimenti rischiamo di peggiorare le cose, invece di aiutarlo.
Comunque, se entro un paio di giorni le condizioni del cane non migliorano, andiamo senz'altro dal veterinario che ci fornirà indicazioni e terapia per risolvere il problema.
5. I sensi e la neve. Un mondo diverso e affascinante
Quando siamo immersi nel panorama invernale delle montagne, tutto cambia in termini di percezione, per noi e anche per i nostri cani.
A livello visivo, per esempio, la neve tende a "livellare" il terreno e per questo scorgere buche o cambiamenti di pendenza non particolarmente netti è difficile.
Però, se ci sono animali in movimento sulla coltre bianca l'occhio li nota più facilmente, a meno che non siano dotati di un mantello mimetico come la lepre variabile o la pernice di montagna.
E il cane, che è un predatore e discende dal lupo, è particolarmente abile a cogliere tutto ciò che si muove, anche ai lati estremi del suo campo visivo, spesso molto più ampio del nostro, salvo per i cani con occhi molto frontali come alcuni molossoidi.
Ecco perché è importante tenere al guinzaglio i nostri amici dove è probabile incontrare animali selvatici, se non abbiamo un buon controllo sulle loro azioni o se hanno un istinto di caccia particolarmente sviluppato e, per questo, irrefrenabile.
- E l'udito?
Quando la neve ammanta tutto, il mondo sembra immerso in un silenzio irreale e anche i suoni diventano più lievi, ovattati.
Questo almeno per noi, che abbiamo un udito piuttosto limitato se lo paragoniamo a quello del cane, capace di cogliere frequenze sonore per noi impercettibili.
Per esempio, lo scricchiolio di uno zoccolo che schiaccia la neve fresca anche a decine di metri di distanza. Come per vista, quindi, non possiamo far conto sulle nostre abilità per prevenire azioni di caccia da parte del cane.
- Ma il senso del cane che più di tutti può avvantaggiarsi della presenza di neve è quello dell'olfatto, già incredibilmente sviluppato. Le molecole odorose, tranne quelle costituite dalle gocce di sudore, tendono a non essere idrosolubili, cioè non si sciolgono facilmente nell'acqua.
Quindi, a meno che non siano letteralmente immerse nel liquido e perciò disperse dentro di esso, sulla neve le tracce odorose permangono più a lungo e si conservano anche meglio rispetto al terreno asciutto perché "appiccicandosi" alla neve sono meno volatili in caso di brezza.
Infatti, se siamo su un prato di montagna innevato e di lì è passato un animale, anche molte ore prima, il nostro cane troverà facilmente le tracce, anche perché sono impresse nella neve, e si soffermerà a lungo a esaminarle, per cercare di identificare chi le abbia lasciate.
E osservare come venga letteralmente "rapito" dagli effluvi della vita animale è davvero affascinante. Ma, di nuovo, facciamo attenzione che non parta in caccia!