La Cina e le sue ere storiche da scoprire4-800x400

La Cina e le sue ere storiche da scoprire

La Cina si sviluppa su di un area così vasta che può essere considerata più un continente che un paese, infatti sono tante le differenze geografiche, climatiche, umane, linguistiche e ambientali che la caratterizzano.

Un paese dai mille contrasti con una storia antichissima ed una cultura incredibile, convivenza di tante etnie, sfavillanti grattacieli che si mescolano a vicoli antichi che trasudano storia da ogni angolo.

Secondo la tradizione mitologica Cinese, in principio non esisteva né Cielo né Terra, ma solo il Caos.

Tuttavia, dal Caos si generò una sorta di uovo cosmico, che conteneva un embrione di uomo.

Un giorno l’uovo si schiuse, e ne nacque un essere gigantesco chiamato Pangu, il quale, volendo dar vita ad altri esseri viventi, spaccò l’uovo in due parti: la parte superiore divenne il Cielo e la parte inferiore divenne la Terra.

Un giorno però Pangu morì: dalle sue membra nacquero le montagne, dal suo respiro il vento, dalla sua voce il tuono, dal suo occhio sinistro il Sole, dal suo occhio destro la Luna, i suoi capelli divennero foresta e il suo sudore pioggia.

Infine i parassiti del suo corpo si trasformarono in esseri umani. Una volta creata I’umanito, una serie di sovrani iniziò a regnare su di essa. E così ebbe inizio la millenaria storia cinese.

Oggi scopriremo brevemente le ere storiche cinesi più significative e rilevanti: dall’ascesa del Regno di Mezzo (3000 a.C. circa-221 a.C.) e dalla dinastia Tang (618-907), Song (960-1279), Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911) fino alla Cina moderna.

1. L'ascesa del Regno di Mezzo (3000 a.C. circa-221 a.C.)

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Un leader appartenente alla dinastia Qin unifica gli Stati belligeranti della Cina (3000 a.C. circa-221 a.C.).

I cinesi chiamano il loro Paese Zhongguo, il Regno di Mezzo.

In origine questo termine indicava la piana del fiume Giallo dove Nu Wa, la dea madre preistorica creò i popoli della Cina impastando del fango giallo.

La prima dinastia cinese Xia (2205-1751) fu ritenuta frutto di racconti leggendari fino a quando, alla fine degli anni ’70, tali “racconti” non furono suffragati dalle scoperte archeologiche del sito di Taosi, dove vennero riportati alla luce i resti di quella che era stata Xia Xu, una delle capitali Xia.
Il popolo viveva in capanne semi-ipogee non molto dissimili da quelle di epoca neolitica.
Sempre nella stessa area, è stata rinvenuta presso il sito di Erlitou (foto) quella che probabilmente è stata l’ultima capitale Xia, ZhengXun. La cultura di Erlitou si presenta come una società complessa e stratificata, come si desume dai resti delle abitazioni e dalle tombe.
Tutto fa pensare ad un’organizzazione statale in cui non mancava l’impiego di mezzi coercitivi e o di schiavi/prigionieri di guerra.

Dopo la dinastia Xia appare la dinastia Shang (1751-1122). Fondatore della dinastia sarebbe Xie, che avrebbe fondato la prima capitale Shang (da cui il nome della dinastia) nello Henan orientale.
Durante il periodo Shang, i sovrani mantennero una capitale fissa Shang, chiamata anche Dayi Shang (grande città Shang) o Tianyi Shang (città celeste Shang), che fu quasi certamente il centro religioso in cui si trovavano i templi ancestrali della famiglia reale.

Successivamente la dinastia Shang fu sconfitta da quella Zhou stabilendo la loro capitale ad Hao. Il passaggio dagli Shang ai Zhou non determinò un’interruzione nell’evoluzione della civiltà cinese, in quanto i Zhou assimilarono molti degli elementi che avevano caratterizzato la dinastia precedente.
Introdusse il concetto del “Mandato del Cielo”, un'idea di governo morale codificata da Confucio nel VI secolo avanti Cristo.
Ma la Cina era ancora divisa in numerosi staterelli: al contrario degli Shang che spostavano continuamente la propria capitale anche per affermare il proprio potere sugli alleati attraverso atti di forza e manifestazioni di potenza magica, i Zhou divisero il loro territorio in tanti feudi che affidarono ai membri della famiglia reale, ai discendenti degli Shang e a loro alleati.

La Cina avrebbe potuto avere un destino affine a quello dell’Europa, se non fosse stato per lo spietato imperatore Qin Shi Huang, della dinastia Qin, che nel 221 a.C. diede vita con la forza alla prima nazione con una burocrazia centralizzata.

Proprio quella tensione tra umanesimo e autocrazia è uno dei fardelli che la storia cinese porta con sé.

2. I Tang - Quando la Cina si aprì al mondo (618-907)

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La dinastia Tang accolse gli stranieri, le loro idee e le loro religioni, compreso il cristianesimo.

Chiedete ai cinesi quale sia il loro periodo storico preferito e la maggior parte di loro vi risponderà quello della dinastia Tang.

Fu un’età di magnificenza politica, culturale e commerciale, durante la quale la Cina incontrò il resto del mondo lungo la Via della Seta.

Inoltre, il Paese accolse gli stranieri, le loro idee e le loro religioni - compreso il cristianesimo (provate solo a immaginare una missione diplomatica taoista accolta in qualsiasi corte europea dello stesso periodo storico!).

Aprirsi veramente a un’altra civiltà richiede umiltà, curiosità e mentalità aperta, e con la dinastia Tang i cinesi possedevano quella fiducia in se stessi.

Un altro grande tema è il nuovo spirito riflessivo che caratterizza la letteratura. Questa era l’epoca dei più amati poeti cinesi.

Sotto la dinastia Tang fu il genere poetico a godere di una fioritura senza precedenti, tanto che il periodo è considerato come “l’età d’oro della poesia cinese”.

Questo sviluppo è da ricondurre principalmente al fatto che gli imperatori Tang erano mecenati. La corte imperiale radunò attorno a sé un gran numero di artisti e divenne quindi un ambiente fertile per la produzione di arte.

Durante la dinastia Tang, il sistema legislativo fu accuratamente codificato e diviso in quattro gruppi: leggi penali, amministrative, decreti e norme di procedura.

Il sistema legislativo fu essenzialmente limitato al campo amministrativo e penale, mentre il diritto civile era tenuto in scarsa considerazione, in quanto si riteneva che le vertenze fra i sudditi dovessero essere regolate privatamente rimettendosi eventualmente al giudizio etico del saggio.

Il codice Tang è il più antico pervenutoci nella sua interezza. Per meglio amministrare un così vasto impero i Tang divisero il paese in 15 province, l’amministrazione locale era effettuata attraverso le prefetture, a cui erano subordinati i distretti.

Per collegare le varie parti dell’impero, i Tang crearono un complesso sistema di stazioni di posta, che si irradiavano dalla capitale alle zone periferiche del paese, lungo le strade e i corsi d’acqua.

I Tang diedero vita alla teoria delle “Tre Dottrine”, ossia Confucianesimo, Buddhismo, Taoismo, ognuna delle quali contribuiva, nella sua originalità, alla formazione dell’unità culturale dell’impero Tang. L’ideologia imperiale non fu più, quindi, il solo Confucianesimo.

Questo portò gli intellettuali ad ampliare i loro orizzonti, infuse vigore al loro spirito; l’apertura di vedute favorì l’espressione artistica e letteraria, contribuendo alla grande varietà delle tematiche affrontate dalla poesia.

Durante il periodo dei primi Tang, la Cina fece rapidi progressi tecnologici:
- le influenze indiane contribuirono allo sviluppo dell'astronomia e della matematica, mentre le conoscenze mediche dell'India, trasmesse dai monaci buddhisti si combinarono con le ricerche sperimentali degli alchimisti taoisti favorendo il progresso della medicina
- inoltre, furono ulteriormente sviluppate le precedenti invenzioni della carta, della porcellana e del mulino ad acqua;
- fu inventata anche la polvere da sparo che in questo periodo non fu però usata per scopi bellici ma solo per i fuochi d’artificio; 
- nel VII secolo comparvero le prime mappe molto dettagliate e tracciate secondo uno schema a rette perpendicolari;
- anche l’aquilone e la carriola sono invenzioni di questi anni.

3. Il Rinascimento dei Song (960-1279)

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L'età d'oro dei ristoranti, della stampa e del Leonardo cinese (960-1279)

Non pensate alla storia cinese come a qualcosa di fisso da tempo immemorabile. In realtà è proprio il contrario: è caratterizzata da alternarsi di distruzione e creazione.

Dopo la caduta della dinastia Tang, la Cina si frammentò fra sedici dinastie nel corso di cinque decadi prima di quella Song e del suo splendore.

Sotto tale dinastia, Kaifeng forse la maggiore città del mondo prima del XIX secolo. Non è sulle principali vie turistiche... Nei vicoli vi sono templi taoisti e buddisti, chiese cristiane e moschee per sole donne, per non menzionare l’ultima comunità ebraica cinese.

Qui è sorta la prima grande cultura dei ristoranti. Avevano persino il calcio, con squadre, manuali di regole, fan e musica.

Molto prima del Rinascimento occidentale, i cinesi avevano introdotto la stampa, le banconote, le fonderie a carbone, la polvere da sparo, la bussola magnetica, macchinari che funzionavano grazie a mulini ad acqua, il meccanismo di trasmissione a catena e il famoso orologio astronomico (foto) costruito da Su Song, il Leonardo da Vinci cinese.

Ecco ciò che rende l’epoca Song cosi emozionante, dai dibattiti sul miglior modo di governare a quelli sulla maniera migliore di vivere, dall’arte ai loro sbalorditivi progressi nelle scienze.

Dunque perché la Cina non divenne la prima civiltà moderna, anticipando l’Occidente? Le invasioni straniere ebbero in questo un ruolo fondamentale.

La caduta di Kaifengfu di fronte all'avanzata dei barbari del nord, nel 1127, fu un grave colpo; quindi i Mongoli rovesciarono i Song della zona meridionale negli anni Settanta del XIII secolo, più o meno all'epoca in cui Marco Polo descriveva le meraviglie di Hangzhou.

I cinesi sarebbero stati perseguitati dal ricordo di questa sconfitta. La cultura durante la dinastia Song mantenne un carattere tendenzialmente autoctono. La scultura Song divenne decorativa e stereotipata mentre si raggiunse la perfezione nella creazione della porcellana.

Un’importanza ancora maggiore assunsero la scrittura e l’arte della calligrafia, simboli del talento letterario. Nel corso del X secolo si assistette inoltre ad una grande diffusione delle scuole private e delle accademie, con conseguente innalzamento del grado di istruzione generale e del livello qualitativo delle opere prodotte.

A favorire questo grande slancio della cultura e della produzione letteraria non furono solo il sistema degli esami e la crescita economica, ma anche la maggior disponibilità dei testi, resa possibile grazie alla stampa, che proprio durante la dinastia Song conobbe grande diffusione.

4. I Ming (1368-1644) e la grande dinastia Qing (1644-1911)

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  • I Ming - Quando la Cina donò al mondo la Città Proibita e la Grande Muraglia (1368-1644)
    Questa dinastia corrisponde all’immagine che abbiamo della Cina storica, con la Città Proibita, la Grande Muraglia, le favolose porcellane.
    I Ming emersero dal trauma dell'occupazione mongola e dalle guerre civili degli anni Cinquanta del XIV secolo. Il fondatore, Zhu Yuanzhang, era figlio di un contadino e visse come mendicante senza un soldo e come monaco errante, eppure divenne uno dei più grandi sovrani della Cina. È una storia di tre città:
    - la prima, splendida capitale di Zhu, Nanjing;
    - quindi Pechino, la nuova capitale dell'usurpatore Yongle, che fece costruire la Città Proibita, ovvero il palazzo imperiale. Yongle voleva mostrare la Cina al mondo intero e inviò l’ammiraglio Zheng He in Africa orientale e nel Golfo Persico con gigantesche navi.
    - la terza città è Suzhou, equivalente cinese della Firenze rinascimentale, dove una classe media in espansione esigeva moda, giardini, teatri e romanzi. Potremmo dire che, se ci si stancava di Suzhou, voleva dire che si era stufi di vivere!
    Ma nel 1644 lo Stato dei Ming, in declino e troppo centralizzato, cadde sotto la spinta dei Manchu, l’ultima dinastia cinese.
    Le vaste trasformazioni in campo economico e sociale del periodo Ming influenzarono anche il campo artistico e letterario.
    La cultura fu sempre più diffusa tra la popolazione e ciò anche grazie al fatto che allo stile classico della letteratura cinese si scrissero sempre più romanzi in vernacolo vale a dire in lingua parlata. I primi romanzi di epoca Ming furono di carattere prevalentemente epico e storico.
    Tra i più importanti romanzi di questo genere ricordiamo: Il romanzo dei tre regni, che tratta delle imprese e delle rivalità di sovrani guerrieri alla caduta degli Han e rende immortali le figure di personaggi storici come Cao Cao, Liu Bei e Zhugeliang.
    Oltre alle opere letterarie vere e proprie, in questo periodo furono stampati anche molti testi tecnici per l'agricoltura, l'artigianato, glossari, guide ed enciclopedie. Numerose furono anche le descrizioni dei paesi stranieri oltre agli studi filologici e linguistici.
    Durante la dinastia Ming religione ufficiale fu sempre confucianesimo. Hongwu istituì il culto del cielo e della terra. Il culto del cielo veniva effettuato durante il suo solstizio d'estate, il culto della terra durante quello d’inverno. Anche il culto degli antenati fu molto diffuso durante la dinastia Ming.
  • La grande dinastia Qing (1644-1911)
    E' considerato spesso un periodo di declino. Ma in molti modi il XVIII secolo fu in realtà un’epoca brillante. Dopo la loro conquista sanguinosa, i Manchu (di etnia Jurchi) riportarono l'ordine, con l’intenzione di essere più cinesi dei cinesi stessi.
    Tra il 1661 e il 1820 regnarono tre grandi imperatori, e il primo, Kangxi, fu anche uno dei più grandi dell’intera storia della Cina. I Quing assunsero il controllo dello Xinjiang, della Mongolia e del Tibet, raddoppiando così le dimensioni dell’impero.
    La Cina divenne quindi l’impero più vasto e più popoloso della Terra, e di gran lunga il mercato di maggiori dimensioni.
    Una nuova ondata di storici che giudicano positivamente i Qing oggi descrivono un’economia diversificata, e perfino alcuni aspetti di quella che potremmo definire società civile: corporazioni, associazioni culturali, banche, organizzazioni benefiche, giornali, perfino l'"opinione pubblica” - tutte caratteristiche degli Stati illuminati europei.
    Fu un'epoca di grandiosi progetti culturali. Lontano dalla capitale, la città di Yangzhou fu un centro rinomato per la stampa, l’arte, la letteratura e il teatro; là Kangxi promosse la stampa dell’edizione completa dei poemi di Tang (oltre 40mila!).
    Ed è là che fu prodotto il “romanzo del millennio”, Il sogno della camera rossa, una saga familiare del XVIII secolo, che anticipa il realismo magico in seguito caratteristico di Gabriel Garcìa Màrquez o di Salman Rushdie.
    Nel 1793 i britannici raggiunsero questo mondo. L’ambasciatore George Macartney descrisse i suoi ospiti con superficiale presunzione e con una metafora nautica:
    “Limpero cinese", disse, era “una vecchia nave da guerra senza controllo... che potrà ancora vagare per un po’, ma non potrà mai essere ricostruita sulle stesse basi”. La Cina stava per essere sorpassata.





5. La Cina moderna

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Crudeltà e successi da lasciare a bocca aperta (1911-2015)

Intorno alla metà del XIX secolo, il Paese fu scosso da una guerra catastrofica, la Rivolta dei Taiping, nel corso della quale morirono venti milioni di persone.

I Qing ottennero la vittoria, ma non senza un prezzo da pagare. Il sistema imperiale era ormai in crisi. Nuove idee si riversavano nel Paese, da innovazioni nella tecnologia navale e dalle ferrovie fino alla democrazia, al femminismo e al socialismo.

Scosso definitivamente dalla Ribellione dei Boxer (in parte motivata dall’opposizione alle interferenze straniere), l’impero cadde nel 1911 e la Cina divenne una repubblica.

Fu dalla parte dei vincitori nella Prima guerra mondiale, ma le gravi ingiustizie del trattato di Versailles (alcune concessioni tedesche in Cina, nello Shandong, furono assegnate al Giappone) scatenarono nuove sollevazioni.

La via del progresso era quella occidentale o quella cinese? Un confucianesimo riformato, una democrazia liberale, o il marxismo-leninismo?

Che i comunisti vincessero fu, in effetti, un caso: fu l'invasione da parte del Giappone a trasformarli in un movimento di liberazione. Ma la cruda verità è che tutti gli Stati marxisti-leninisti del XX secolo erano tiranni e il regime di Mao non faceva eccezione.

Di recente gli storici hanno descritto i disastri del maoismo, soprattutto la Grande carestia cinese, nella quale morirono decine di milioni di persone: la più grande catastrofe causata dall'uomo nella storia cinese.

Eppure il partito mantenne il potere e sebbene dopo il 1989 non si siano mossi ulteriori passi nella direzione di una riforma politica, da allora i suoi risultati in campoeconomico sono stati sbalorditivi.

La Cina moderna si trova ad affrontare enormi sfide - non solo economiche, ma anche sociali e politiche: lo Stato di diritto; la rappresentanza della popolazione; la sicurezza nella catena alimentare; l’eccessivo sfruttamento dell’ambiente.

Ma i cinesi hanno superato molti alti e bassi e possiedono risorse straordinarie grazie a una cultura e una civiltà antiche di millenni.

E come sempre, alla fine, spetta a loro conferire il Mandato del Cielo.






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