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La curcuma: storia, effetti e proprietà

Per molto tempo ritenuta una spezia poco nobile la curcuma, soprannominata “zafferano dei poveri” o “zafferano delle Indie” (non possiede alcuna parentela con lo zafferano, ma ne condivide il medesimo potere colorante), balza oggi agli onori.

E per una valida ragione. Nel corso degli ultimi decenni gli scienziati hanno infatti scoperto le numerose proprietà medicinali di questa spezia ancora poco nota in Occidente, dove viene invece utilizzata come colorante alimentare.

Le ricerche proseguono, arrivando a risultati sempre più incoraggianti. La curcuma fa ormai parte degli alimenti considerati protettivi contro il cancro. 

Le virtù della curcuma comunque non si fermano qui! Questo sorprendente rizoma sembra infatti rappresentare la spezia ideale per combattere la maggior parte delle patologie legate al nostro stile di vita odierno.

Problemi cardiovascolari, diabete, patologie neurodegenerative, infiammazioni, disturbi di carattere digestivo, stress ecc. sono soltanto una parte delle problematiche su cui la curcuma, grazie alle curcumine che contiene, può esercitare un’interessante azione.

Da tutto il mondo ci giunge una gran quantità di studi, i quali ci suggeriscono che questa spezia color arancio sia da consumare senza esitazione. D’altro canto, gli indiani ci danno l’esempio da millenni.

La utilizzano infatti quasi tutti i giorni, perché la curcuma rientra sistematicamente nella composizione dei vari tipi di curry assaporati nel subcontinente indiano.

Per molto tempo gli scienziati si sono presi gioco di questi “rimedi della nonna”, che ritenevano legati a credenze prive di fondamento.

Oggi, prove scientifiche alla mano, constatano che moltissime delle spezie e delle erbe impiegate fin dalla notte dei tempi non sono state aggiunte a caso nelle preparazioni culinarie, bensì con un preciso obiettivo di benessere.

La curcuma è dunque una spezia molto simile a un farmaco. Si utilizza per curarsi, ma viene innanzitutto aggiunta all’alimentazione quotidiana a titolo preventivo, per non ammalarsi.

Alla luce delle sue numerose virtù, non andrebbe più esclusa dall’alimentazione e ognuno di noi dovrebbe prendere l’abitudine di utilizzarne un pizzico nella cucina di tutti i giorni.

Poiché la salute è un bene prezioso, la curcuma va accolta come uno dei doni che la natura ci ha messo a disposizione per salvaguardarla.

Lo sapevate che prima dell’avvento dei prodotti chimici, la curcuma era utilizzata nell’industria tintoria?  Nella fattispecie, serviva a tingere di giallo lana e altri tessuti.

Oppure che, forse grazie al suo colore,  in India viene considerata un portafortuna e una pianta di buon augurio? Le donne, infatti, ne strofinano un po’ sui loro graziosi sari il giorno del matrimonio e le madri la mettono sulla fronte dei neonati.

Ma vediamo un po meglio questa spezia tanto singolare quanto miracolosa per la salute. 

E per chi è interessato a questo interessante argomento, consigliamo vivamente la lettura del libro di Alessandra Moro Buronzo “Curcuma-Le incredibili proprietà e i benefici per la salute”. Buona lettura!

 

1. Storia

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Conosciuta fin dall'antichità, la curcuma è probabilmente originaria dell'India, dove cresce fino a quota duemila.

Questa spezia fa parte della storia dell'uomo da tremila anni almeno.

Veniva infatti già utilizzata dagli Assiri per tingere i tessuti o dagli indiani, i quali ne riconoscevano le proprietà terapeutiche e la utilizzavano in cucina.

Oggi come ieri, gli indiani fanno abbondante uso di curcuma. In India questa spezia serve infatti fin da sempre a tingere i tessuti, in particolare le vesti dei monaci.

Rientra poi nella composizione del curry e la medicina ayurvedica del paese la considera un farmaco. In passato era talmente importante da essere collocata tra le spezie sacre. Per questo motivo, trovava ampio uso nelle cerimonie religiose induiste.

Quantunque la data rimanga incerta, sembra sicuro che a introdurre la curcuma in Europa siano stati gli Arabi. Specializzati nel commercio delle spezie, l'hanno portata dal Medio Oriente fino ai nostri confini.

La chiamavano kurkum, che significa “zafferano”. Il nome è rimasto e ha dato origine alla parola curcuma. Da allora il suo uso non ha smesso di diffondersi, in particolare grazie al potere colorante che ricorda lo zafferano vero, il quale viene venduto a un prezzo nettamente superiore.

In Occidente la curcuma risulta già ampiamente conosciuta nell'antica Grecia. Era stata infatti descritta dal medico e botanico greco Dioscoride (40 d.C.-90 d.C.) nel suo libro De materia medica, nel quale riporta circa cinquecento piante, come pure i diversi rimedi utilizzati dai Greci.

Verso la fine del Duecento e di ritorno dai suoi viaggi in Cina, Marco Polo descrive con stupore una pianta che ha lo stesso colore dello zafferano. Paracelso (1493/94-1541) la consiglia per curare il fegato. Poco a poco la curcuma conquista tutto il continente europeo.

Nel 1815 Vogel e Pelletier analizzano la radice della curcuma e i principi coloranti che racchiude. Tuttavia, soltanto negli ultimi trent'anni le ricerche si sono moltiplicate in laboratorio e sugli animali, per meglio svelare tutti i misteri di questa spezia.

Gli studi hanno dimostrato che la curcumina presente nella curcuma può essere utilizzata per trattare un'ampia gamma di malattie, tra cui tumori, patologie cardiovascolari e Alzheimer.

2. La pianta

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Nome comune: curcuma.
Altri nomi: croco indico, curcuma longa, zafferano delle Indie, zafferano dei poveri, zafferano di Malabar, zafferano indiano, zafferano d'Oceania, finto zafferano, cipero babilonico, cipero indico, terra merita, turmerico.
Nome latino o botanico: Curcuma longa.
Famiglia: Zingiberaceae.
Altre specie di curcuma della medesima famiglia: Curcuma domestica, Curcuma xanthorrhiza.
Altre piante appartenenti alla medesima famiglia: zenzero, pepe di Guinea, cardamomo.
Paese d'origine: probabilmente l'India e più di preciso lo stato del Bihar.
Luoghi di produzione: regioni a precipitazioni stagionali e clima tropicale, principalmente l'Asia tropicale.
Parte utilizzata: a essere utilizzato, per ottenerne la spezia, è il rizoma della pianta.
Impiego: la pianta della curcuma è soprattutto impiegata e conosciuta per la spezia che si ricava dal rizoma.

La curcuma, che è una pianta tuberosa, annovera all'incirca una quarantina di specie. Queste grandi piante erbacee e, grazie al loro rizoma, perenni crescono in un clima tropicale e possono raggiungere più o meno il metro e mezzo di altezza.

Oggi sono soprattutto coltivate in Asia, in particolare in India, paese che garantisce l'ottanta per cento circa della produzione mondiale.

Tuttavia, la pianta è altresì oggetto di coltivazione in Cina (soprattutto meridionale), Indonesia, Sri Lanka, Giappone, Pakistan, Thailandia, Cambogia, Madagascar, Filippine, Isola di Réunion e Taiwan.

Le larghe foglie verdi, lanceolate e disposte su due file opposte, si dipartono dalla base del terreno e sono caduche. I fiori sono di color giallo chiaro o rosa, raggruppati in una gemma apicale.

I rizomi, ossia le parti sotterranee, sono l'oggetto di tutto il commercio che ruota attorno a questa pianta. Esistono due specie di rizomi:
1) quello principale che racchiude le radici, costituito da un tubero, e 2) quello secondario, a forma di dita.

Tagliando il rizoma a fette, notiamo che il colore è arancio, un po’ come la carota. Per coltivarla, durante la stagione secca le parti del tubero principale dotate di gemme vengono piantate in terra, a circa una decina di centimetri di profondità.

Le piante vanno poi ben annaffiate durante tutto il periodo di crescita. La raccolta dei rizomi (che vanno staccati dalle radici) si effettua soltanto dopo otto o dieci mesi, quando le foglie della pianta sono appassite e seccate.

Per crescere bene (in piena estate), la curcuma richiede una terra ricca di humus. La pianta non gradisce l'esposizione diretta al sole.

3. La curcuma per la digestione

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Oggi l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riconosce ufficialmente che la curcuma esercita un'efficace azione su determinati disturbi digestivi.

Da secoli nella medicina ayurvedica questa spezia è nota per le sue proprietà digestive, giacché aiuta in caso di dispepsia (problemi di digestione) e accumulo di tossine.

Il sapore lievemente piccante della curcuma stimolerebbe l'appetito e favorirebbe la digestione aumentando la secrezione gastrica.

Possiede anche un'azione protettiva. Nella tradizione indiana la spezia è in grado di attenuare infiammazioni dell'apparato digerente, colite, dispepsia, gastrite, diarrea, flatulenze, gonfiori e nausea.

Avrebbe inoltre il potere di accrescere la secrezione degli enzimi pancreatici. La curcuma svolgerebbe un'azione protettiva sulle mucose gastriche (sarebbe in grado di aumentare la quantità di mucina prodotta dalle mucose), esercitando così un effetto antiulceroso.

Alcuni esperimenti condotti sugli animali hanno infatti dimostrato che la curcuma inibisce la produzione di acido gastrico.

Gli esperimenti condotti sull'uomo mostrano che un'assunzione abbondante (all'incirca tre grammi) e quotidiana di curcuma per tre mesi permetterebbe di ridurre in maniera decisa le ulcere gastriche.

Pare tuttavia che dosi troppo elevate ne favoriscano la formazione. Occorre pertanto condurre ulteriori studi per stabilire le dosi ideali nel trattamento dell'ulcera.

Uno studio in doppio cieco svolto in Thailandia e pubblicato nel 1989 ha dimostrato l'efficacia della curcuma contro la dispepsia. Sono stati inclusi nello studio centosedici pazienti adulti. Ciascun paziente ha ricevuto due capsule quattro volte al giorno per sette giorni.

Queste capsule contenevano un farmaco a base di curcuma oppure un placebo. Il cinquantatré per cento dei pazienti che hanno ricevuto il placebo ha risposto al trattamento, contro l'ottanta per cento di quelli che avevano ricevuto la curcuma.

La differenza di efficacia tra placebo e farmaco attivo si è dimostrata statisticamente significativa e clinicamente importante.

4. L'azione antinfiammatoria della curcuma

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La curcumina possiede un effetto antinfiammatorio molto efficace, che la medicina ayurvedica conosce da millenni.

Non esistono controindicazioni per l'apparato digerente (non si constata irritazione a livello gastrico o intestinale), contrariamente a numerosi antinfiammatori classici. La curcuma esercita un'azione valida quanto quella dei corticosteroidi, senza i tipici effetti collaterali.

Come antinfiammatorio, il campo d'applicazione è vastissimo. La curcuma si utilizza per lenire le infiammazioni a livello articolare, digestivo, respiratorio, intestinale e cutaneo.

Numerosi articoli scientifici riportano l'attività antinfiammatoria degli estratti di curcuma. Questa spezia risulterebbe efficace in caso  d'infiammazione cronica (per esempio artrite e granuloma) o acuta (infiammazioni edematose, tendiniti).

Alcuni studi hanno dimostrato gli effetti antinfiammatori della curcumina somministrata per via orale (tra i 375 e i 1200 mg al giorno) in ambito post-operatorio.

Consente inoltre di ridurre i sintomi in caso di artrite reumatoide. L'assunzione di 120 mg di curcumina al giorno avrebbe permesso ad alcuni pazienti di lenire i sintomi causati dall'artrite. I sintomi si sono attenuati anche in caso di affezioni oftalmiche, per esempio uveite anteriore e cronica.

I meccanismi in grado di permettere una tale azione antinfiammatoria non sono stati ancora spiegati con chiarezza, quantunque i vari scienziati che lavorano
sull'argomento abbiano avanzato delle ipotesi.

La curcuma potrebbe inibire un certo numero di funzioni che entrano in gioco nel fenomeno dell'infiammazione. A presentare proprietà antinfiammatorie è la parte oleosa e volatile (corrispondente all'olio essenziale).

Alcuni ricercatori ne paragonano l'azione a quella del cortisone, senza la tossicità di quest'ultimo. È infatti importante sottolineare che numerosi studi ribadiscono l'assenza di tossicità della curcuma.

Al momento non è stato segnalato nessun effetto collaterale. La curcuma esercita un potere antinfiammatorio anche per uso esterno. Un rimedio della medicina ayurvedica consiste nel miscelare curcuma e succo di limone per alleviare i dolori articolari e muscolari.

Un altro noto rimedio associa curcuma e pepe nero. Questa miscela viene applicata sulla parte interessata per alleviare il dolore e ridurre l'infiammazione.



5. Curcuma e tumori

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Un gran numero di ricerche è stato rivolto al potere che la curcuma avrebbe contro i tumori.

Vari studi scientifici sono stati e vengono tuttora condotti nel tentativo di capire se e come la curcuma abbia la capacità di contrastare lo sviluppo delle cellule cancerose.

La sua azione contro questa terribile malattia sembra di fatto efficace e promettente. Le ricerche, condotte sui topi in laboratorio e iniziate negli ultimi decenni
del secolo scorso, si sono concentrate su certe molecole contenute nel prezioso rizoma.

Una delle prime, svolta nel 1987, è riuscita a dimostrare che la curcumina e un estratto di Curcuma longa recavano sollievo dai sintomi nei pazienti che presentavano lesioni cancerose esterne. In quasi tutti i casi si era constatata una riduzione del prurito.

Sui sessantadue soggetti esaminati, solo in un caso si è evidenziato un effetto indesiderato. Da allora, i ricercatori hanno proseguito gli studi.

Nel 2008, il noto Journal of the National Cancer Institute negli Stati Uniti pubblica un articolo sul modo in cui curry e curcuma possono contrastare il cancro.

Andrea Carter, autrice dell'articolo, afferma chiaramente che centinaia di studi sui roditori hanno suggerito l'efficacia della curcumina contro il cancro.

Spiega che, in laboratorio, la curcumina impedisce alle cellule di moltiplicarsi e uccide un certo numero di cellule cancerose, in particolare quelle del colon, del seno, della prostata e dei melanomi.

Nello studio citato in Alimenti tradizionali e farmacopea, svolto nel 2005 presso la Facoltà di farmacia di Parigi (laboratorio di biologia della nutrizione), gli autori parlano degli incoraggianti effetti della curcumina nella lotta contro il cancro:

“Uno degli effetti più degni di nota della curcumina è il suo potere citotossico e la capacità di indurre l'apoptosi in varie linee cellulari cancerose, il che la rende un agente antitumorale potenzialmente interessante. A livello cellulare la curcumina inibisce la proliferazione e blocca il ciclo delle cellule di vari tumori, quali quello del colon, del seno, del rene, della prostata e di melanomi di origine linfoide, mieloide o epiteliale”.






Note

Curcuma: le ultime scoperte

Vi proponiamo un piccolo riassunto preparato da Jean-Charles Schnebelen, farmacista esperto di botanica, nel dicembre 2010. Sintetizza le ultime scoperte compiute su questa preziosa spezia.

  • Sebbene non sia da considerare una scusa per fumare, alcuni lavori pubblicati nel 2010 presso il Centro Gandhi di ricerca sul cancro in Kerala (India) hanno evidenziato che la curcumina protegge dai danni della nicotina riducendo i segnali di proliferazione delle cellule cancerose.
  • Nel luglio 2009 il Dipartimento di farmacologia dell'Università di Chandigarh (India) ha pubblicato un importante lavoro sulla somministrazione A LUNGO TERMINE di curcumina e i suoi benefici sulla memoria, lo stress ossidativo e la tossicità prodotta dall'alluminio nei tessuti, ivi compresi quelli del cervello.
  • David Murphy e colleghi hanno pubblicato sull’American Journal of Physiology un rapporto sugli effetti della curcumina nel recupero dell'attività di muscoli lesi dalla pratica di sport violenti.
  • Verso la fine del 2008, il Dipartimento di oncologia ed ematologia della Facoltà di medicina di Berlino ha pubblicato un rapporto sui benefici dell'assunzione di curcumina nel trattamento dei disturbi ossei, grazie al suo effetto sugli osteoclasti. Queste ultime sono cellule che “disgregano” l'osso, mentre gli osteoblasti lo “ricostruiscono”; quando i due fenomeni non sono in sincronia, si manifesta perdita di massa ossea.
  • Nel 2010, l'équipe di Pisano ha pubblicato sul n. 9 di Molecular Cancer un lavoro dimostrativo del ruolo dei principi attivi tipo curcumina sul melanoma.
  • Nel luglio 2009, a Los Angeles, Milan Fiala e colleghi pubblicano sul Journal of Alzheimer's Disease i primi risultati di un lavoro svolto sull'importanza della
    vitamina D3, da sola o associata alla curcumina, per contrastare la malattia di Alzheimer, reazione mediata dal sistema immunitario. Si tratta di un'altra strada di ricerca contro questa temibile forma di degenerazione.
  • Nell'ottobre 2010, sul n. 62 di Nutrition et Cancer, Vashali e colleghi forniscono le prove dei benefici dati dall'assunzione nutrizionale a lungo termine di curcumina e resveratrolo (presente nel vino) associati ai trattamenti per il tumore al colon-retto.
  • Verso la fine del 2008 un'équipe del reparto di oncologia presso l'Università dell'Oklahoma (Stati Uniti) pubblica su Nutr. Cancer i risultati di uno studio che
    dimostra come l'associazione curcumine/omega-3 del pesce inibisca i tumori pancreatici (riduzione del volume della massa tumorale in funzione degli apporti nutrizionali di curcumina).
  • Circulation Journal, rivista giapponese specializzata in ambito cardiovascolare, pubblica nel giugno 2010 il lavoro dell'équipe di Tastuya Morimoto, che apre una nuova via nel trattamento delle conseguenze date dall'ipertensione arteriosa e di quelle post-infarto sulle cellule del cuore, grazie a un composto naturale: la curcumina.
  • Sull'argomento esistono migliaia di altri lavori già pubblicati, messi in atto in protocolli specifici e accuratamente inquadrati. In situazioni così gravi non si
    tratta di improvvisare soluzioni, bensì di cominciare a immaginare i benefici dell'utilizzo a lungo termine della curcuma e delle miscele di spezie che la contengono.
  • Questi studi di base aprono la strada ad altre risposte, esaminando e confermando oppure negando pratiche osservazioni ancestrali. Tuttavia, quando è in gioco la cura di se stessi e dei propri cari per tutta la vita e sotto tutti gli aspetti, non va tralasciato nulla. Nessun indizio può essere trascurato.
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