Le fauci più bizzarre del regno animale

Nel vasto regno animale, l’evoluzione ha plasmato una miriade di adattamenti sorprendenti e sbalorditivi.

Tra le caratteristiche più straordinarie si annoverano sicuramente le varie forme di fauci, che assumono aspetti incredibili e funzioni sorprendenti per adattarsi a un’ampia gamma di esigenze alimentari e di sopravvivenza.

Il regno animale è un luogo di meravigliosa diversità, e le fauci rappresentano un esempio straordinario di come l’evoluzione abbia plasmato forme e funzioni adattative incredibili.

Da becchi colorati a bocche a forma di sorriso e lingue fulminee, ogni adattamento è una testimonianza della straordinaria creatività della natura.

Tutti gli esseri viventi devono mangiare in qualche modo… indipendentemente dal tipo di bocca. E nel regno animale ci sono fauci veramente bizzarre. Alcuni degli esempi più straordinari vi lasceranno… a bocca aperta!

1. ANGUILLA PELLICANO E PINGUINO

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- ANGUILLA PELLICANO, GONFIAGGIO RAPIDO
Il cibo scarseggia nelle profondità dell’oceano, quindi le creature che vivono sui fondali devono sfruttare al massimo ogni pasto.
Pochi animali prendono questo concetto sul serio quanto l’anguilla pellicano, chiamata così poiché ha una caratteristica in comune con questo uccello: una bocca enorme e ampia che rappresenta circa un quarto della lunghezza del corpo totale. Questo strano abitante degli abissi ha una coda lunga simile a una frusta, ma non è abbastanza veloce da inseguire la preda.
Preferisce, piuttosto, nuotare nelle vicinanze e aspettare, mimetizzato nell’oscurità. Quando un banco di crostacei o calamari si avvicina, l’anguilla scatta in avanti, aprendo rapidamente la bocca per inglobare un enorme sorso d’acqua.
Dopo aver sferrato il suo attacco micidiale, con la bocca completamente gonfia, l’anguilla ha un aspetto buffo che ricorda un lecca-lecca o un palloncino.
Quindi, fa fuoriuscire lentamente l’acqua in eccesso attraverso le branchie prima di ingoiare la sfortunata preda finita in questa trappola mortale.

 

- PINGUINO, UNA BOCCA SPINOSA
Un agile nuotatore capace di sfrecciare come un siluro all’inseguimento di prede come pesci e calamari. Ma come fa a impedire al suo pasto di sgusciargli via dal becco?
Il segreto sono una bocca e una lingua ricoperte di spine dure rivolte all’indietro, chiamate papille. È la stessa caratteristica che rende la lingua dei gatti simile alla carta vetrata.
Ma non vi conviene farvi leccare da un pinguino, dal momento che queste specie di aculei non sono solo grandi ma anche affilati, perché devono penetrare nella preda scivolosa e spingerla nella gola dell’uccello.
Inoltre, la lingua è molto muscolosa, quindi viene probabilmente usata per spingere e manipolare il cibo proprio come facciamo noi umani. A differenza nostra, tuttavia, i pinguini non sentono il sapore del pesce che mangiano, poiché non hanno i geni necessari per distinguere i sapori dolci, amari o salati (umami).
Gli scienziati pensano che questo sia dovuto al fatto che ingoiano il cibo intero e che le proteine necessarie per inviare i segnali di gusto al cervello non funzionano correttamente alle basse temperature.

2. RICCIO DI MARE, DAL BASSO VERSO L’ALTO

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La bocca del riccio di mare si trova nella parte inferiore del suo corpo... e questa è probabilmente la caratteristica meno bizzarra della sua alimentazione.

All’interno di questo strano animale si trova infatti una struttura complessa composta da cinque placche calcaree, dette piramidi, costituita da carbonato di calcio, un materiale duro e gessoso presente anche nel corallo.

La faccia interna di ogni piramide è provvista di un dente uncinato sulla punta. L’intero apparato è controllato con precisione da una rete di muscoli allungati.

Agendo come le gru a pesca verticale delle sale giochi, la piramide può muoversi verso l’alto e il basso e inclinarsi. Può persino spostare ciascuna piramide per raschiare, afferrare, scavare e persino tritare le rocce.

Le singole sezioni si affilano scorrendo l’una sull’altra, quindi sono sempre estremamente efficienti. Questa macchina biologica ad artigli, propriamente chiamata lanterna di Aristotele, è così unica che ha fornito agli ingegneri l’ispirazione per progettare nuove macchine per raccogliere campioni di suolo su Marte.

Grazie a queste strane ma potenti mascelle, i ricci di mare si nutrono voracemente: una singola colonia di questi appuntiti parenti delle stelle marine può distruggere un’intera distesa di alghe spaccando addirittura le rocce su cui crescono.

3. SQUALO TAGLIATORE E SGOMBRO INDOPACIFICO

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- SQUALO TAGLIATORE, MANDIBOLA SPORGENTE
Negli anni ’70, diversi sottomarini della Marina americana tornarono dalle missioni con le apparecchiature sonar danneggiate.
I timori iniziali di una nuova arma nemica si dissiparono una volta identificato il vero colpevole: lo squalo tagliatore.
Questi strani predatori sono in grado di lasciare tracce di morsi perfettamente rotondi nei grandi pesci e nei mammiferi marini (nonché nelle coperture di gomma sulle cupole dei sonar dei sottomarini). Il loro stile di caccia si basa sulla furtività: si nascondono nelle acque profonde finché qualcosa di grosso e appetitoso non gli si avvicina, a quel punto si attaccano alla preda con le labbra grasse e carnose per poi scavare nella pelle con gli stretti denti superiori.
Quindi, si dimenano e si contorcono, muovendo le mascelle inferiori avanti e indietro come una sega a nastro, finché non ritagliano un disco di carne perfettamente rotondo prima di sgattaiolare di nuovo nell’oscurità delle profondità marine.
Gli squali tagliatori sono innocui per gli esseri umani, e poco più che parassiti per le enormi prede, ma possono causare problemi durante le operazioni oceaniche poiché danneggiano le apparecchiature e i cavi di telecomunicazione non protetti.

 

- SGOMBRO INDOPACIFICO, SBAFFA TUTTO
La maggior parte degli animali è piuttosto esigente quando si tratta di cibo, e preferisce solo piante o solo carne facendo affidamento su strategie di approvvigionamento o caccia.
Lo sgombro indopacifico rappresenta un’eccezione, perché utilizza due diversi modi di alimentazione, il filtraggio e la cattura, passando efficacemente dall’uno all'altro a seconda della necessità.
La cattura è per le singole prede, come farebbero uno squalo o un pinguino.
Il filtraggio, invece, è lo stesso modo in cui si nutrono i bivalvi e i misticeti e comporta l’estrazione di cibo dall’acqua. Questi sgombri usano la parte inferiore delle branchie, provvisti di uncini ossei (detti uncini branchiali) come setacci improvvisati per catturare organismi in sospensione nell’acqua.
Quando le prede sono piccole e numerose, come il plancton, il filtraggio assicura la maggior quantità di cibo con il minimo sforzo. Per le prede grandi o sparse la singola cattura è la tecnica migliore. Non essendo troppo esigenti riguardo all’alimentazione, gli esemplari di sgombro indopacifico hanno sempre la pancia piena, anche quando si spostano in banchi numerosi.

4. LAMPREDA E MEGATTERA

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- LAMPREDA, BOCCA MOSTRUOSA
Diverse creature di Hollywood, tra cui i vermi della sabbia di Dune, il kraken de I Pirati dei Caraibi e il sarlacc de Il ritorno dello Jedi, sono caratterizzate da un’evoluzione della mostruosa bocca di una lampreda.
C’è qualcosa di estremamente inquietante in quegli anelli concentrici di denti aguzzi che conducono nelle profondità nere della gola del mostro.
Nella vita reale, le lamprede sono animali antichi dal punto di vista evolutivo, che si sono separati dal resto dei vertebrati oltre 500 milioni di anni fa, prima dello sviluppo delle mascelle e delle ossa.
Mediante una combinazione di aspirazione e uncini in cheratina (la proteina di cui sono fatte le unghie), la lampreda riesce ad attaccarsi a grandi pesci, balene o persino squali.
Nel giro di qualche giorno, la lampreda penetra nella carne della vittima con una lingua affilata e raschiante che agisce come un pistone, succhiando sangue e fluidi. L’aspetto spaventoso e le abitudini discutibili della lampreda le hanno conferito una cattiva reputazione.
In realtà, è un elemento importante dell’ecosistema: le larve di lampreda, infatti, filtrano l’acqua e i sedimenti nei fiumi, come i bivalvi, e sono un’importante fonte di cibo per i predatori dei fondali, come lo storione.

 

- MEGATTERA, CIBO A VOLONTÀ
Le megattere si nutrono solo dalla primavera all’autunno, mentre trascorrono le vacanze nelle acque ricche di cibo dell’Artico e dell’Antartico. Dovendo riempire una pancia così grande e avendo un tempo limitato per farlo, adottano una strategia ingegnosa nota come “rete di bolle”.
Le megattere, che spesso agiscono in gruppo, si immergono al di sotto della preda, quindi risalgono lentamente verso la superficie in una spirale, emettendo delle bolle che spaventano e confondono le prede (piccoli pesci e crostacei simili a gamberetti chiamati krill).
A questo punto, le balene effettuano virate sempre più strette, aiutate dalle lunghe pinne, compattando il loro futuro pasto vicino alla superficie.
Alla fine, a turno, si lanciano in avanti, a bocca aperta inghiottendo decine di migliaia di litri in un solo boccone. A quel punto, lasciano fuoriuscire l’acqua dalla bocca, filtrandola attraverso i fanoni, lamine strette e sottili che agiscono come un setaccio.
I pesci e il krill rimangono intrappolati tra le lamine robuste ma flessibili, per essere poi ingoiati interi dai loro predatori.





5. TARTARUGA LIUTO E PACU

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- TARTARUGA LIUTO, GOLA SPINATA
Le tartarughe liuto trascorrono la maggior parte della loro vita in mare aperto, inseguendo le prede nelle acque profonde durante il giorno e in quelle basse di notte.
Sono sempre alla ricerca di meduse, il loro cibo preferito, e ne mangiano così tante (centinaia di chilogrammi per ogni singolo esemplare) che contribuiscono attivamente a tenerne sotto controllo la diffusione. Occasionalmente si concedono uno spuntino con altre prelibatezze, come calamari o piccoli crostacei.
Le meduse sono notoriamente viscide e mollicce, quindi difficili da afferrare, ma le tartarughe liuto riescono a sminuzzarle in pezzi digeribili usando le loro mascelle simili a forbici. Inoltre, la gola della tartaruga liuto è rivestita di spine rivolte all’indietro, che impediscono alla preda scivolosa di fuggire una volta ingerita (dopo tutto, le meduse riescono a sopravvivere persino se vengono tagliate a metà).
Probabilmente, queste spine forniscono anche una certa protezione dalle cellule urticanti delle prede, poiché le tartarughe liuto riescono a mangiare creature velenose come la caravella portoghese senza subirne le conseguenze.

 

- PACU, SCHIACCIANOCI
Un bel sorriso per la fotocamera! I pacu hanno una bocca piena di denti piatti e quadrati che donano loro un sorriso simile a quello umano. Soprannominati “piranha vegetariani”, a causa della forma del corpo e della loro colorazione, preferiscono pasteggiare con un “muesli” di acqua dolce anziché con carne fresca.
I loro denti a forma di molare frantumano i gusci duri della frutta secca e i semi che gli altri animali non riescono a scalfire, garantendo loro il giusto apporto di grassi e proteine nonostante una dieta vegetariana.
Sono considerati i giardinieri dell’Amazzonia e svolgono un ruolo ecologicamente importante nella diffusione dei semi lungo gli affluenti del fiume e le pianure alluvionali.
Il tambaqui, la varietà più famosa della sua famiglia, può raggiungere le dimensioni di un Golden Retriever.
Con un metro di lunghezza e un peso di 30 kg, è il secondo pesce più grande dell’Amazzonia (dopo l’arapaima). Sono un cibo popolare in Sud America, dove vengono spesso venduti sotto forma di tagli con l’osso come le costolette di maiale. Sono richiesti anche sul mercato degli animali esotici, malgrado necessitino di una certa esperienza e di un acquario enorme per prosperare.








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