Il Groenlandese: un cane artico, resistente, devoto e leale

Il Groenlandese è una delle più antiche razze del mondo ed è stata utilizzata dagli Eschimesi, fin dai tempi remoti, per il trasporto e la caccia.

La selezione dei soggetti per l’allevamento è stata basata principalmente su qualità come energica forza, ardimento e resistenza, senza però che si sia trascurato un aspetto attraente.

Con la sua robusta costituzione, il Groenlandese è il cane adatto a chi ama la vita all’aria aperta. È un compagno eccellente per quelli che amano passeggiare nei boschi o sui monti con i loro cani che tirano o portano il loro equipaggiamento.

Il carattere del Groenlandese“, secondo il Club Italiano Razze Nordiche che si occupa della razza, “esprime fierezza, indipendenza e coraggio; riunito in muta, il cane si fa non poco pregare all’inizio del lavoro, per prodigarsi in seguito con la massima generosità, incurante della fatica e delle avversità naturali, accontentandosi di poco e rustico nutrimento.
Di fronte al carnivoro più grosso e più dotato, l’orso polare, il cane, soprattutto stimolato dall’uomo, in gruppetti di 3 o 4 esemplari, lo attacca con una tecnica tendente a stancare l’animale per averne ragione in seguito; malgrado molti cani vengano feriti mortalmente, gli altri continuano la caccia per ore e giorni, dimentichi della fame e della fatica, come del resto gli Eschimesi in questa occasione.
Il linguaggio del Groenlandese è del tutto particolare, non abbaia ma urla. Si distinguono alcuni latrati, che per lo più esprimono gioia o pena, alcuni uggiolii ripetitivi, rivolti soprattutto all’uomo, e infine l’ululato singolo o corale  (il cosiddetto cry of wild) a imitazione o risposta ad altri suoni simili, che certamente hanno carattere rituale o sociale
“.

Ma vediamo un po’ meglio questo splendido cane artico, lavoratore instancabile e resistente, compagno molto devoto e leale.

1. Origine e storia

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Disceso direttamente dai cani eschimesi, il Groenlandese è tra i cani da slitta quello che è rimasto più vicino alle sue origini: straordinariamente robusto e resistente, ha conservato un acuto senso della muta, un potente istinto di caccia e un piacere marcato nel lavoro al traino.

Di origine asiatica - siti archeologici che risalgono al 3.000 a. C. sono stati portati alla luce nella valle di Amour -, gli Eschimesi, sospinti dalle pressioni dei conquistatori cinesi, furono costretti a superare lo Stretto di Bering (per lungo tempo chiuso dai ghiacci); poi, attraverso l'Alaska, raggiunsero gli arcipelaghi artici e la Groenlandia.

Durante queste lunghe migrazioni, essi furono aiutati dai cani, i quali, in una maniera o nell'altra, non possono essere altro che gli antenati del Lajka Russo, del Siberian Husky e dell'Alaskan Malamute, e uomini e cani condivisero per millenni lo stesso cibo di base, la carne di foca o di tricheco.

L'eminente cinologo E. M. Weyer e numerosi specialisti con lui sono inclini a pensare che i cani degli Eschimesi hanno come culla gli elevati altopiani del Tibet.

Inoltre, certi autori immaginano che il Groenlandese, molto più tardi, sarebbe stato incrociato con i grandi cani scandinavi portati da Erik il Rosso nel 982, al momento del suo arrivo in Groenlandia. Anche se quest'ipotesi appare molto interessante, in particolare perché spiegherebbe la taglia relativamente grande del Groenlandese, bisogna pur riconoscere che sembra, comunque, poco credibile.

Al contrario, se ci si appoggia ai criteri non solo fisici ma anche comportamentali di questo cane, appare chiaramente come suo ascendente più evidente il lupo (Canis lupus), con il quale divide la grande taglia, l'ossatura forte, gli occhi estremamente obliqui, il collo molto potente, ma anche l'istinto della muta, il senso della gerarchia e l'attitudine alla caccia.

D'altra parte, sempre secondo specialisti illuminati, se è vero che tutti i cani nordici attuali - Samoiedo, Elkhound (Cane da alce), Lajka - mostrano una sorprendente somiglianza con quelli che vivevano all'età della pietra, questi cane si distinguono da tutti gli altri per il fatto che sono rimasti globalmente piuttosto simili al lupo, ed in particolare il caso del Groenlandese, il quale, costantemente nel corso dei secoli, è stato arricchito con sangue del leggendario predatore.

Il grande maestro dell'etologia moderna, Konrad Lorenz, è comunque più cauto. Egli stima, in effetti, che i cani nordici sono nati da incroci molto antichi: "Nessuno di loro", scrive Lorenz, "è di puro sangue di lupo. Si può ragionevolmente supporre che l'uomo, nella sua avanzata verso il nord, portasse con sé dei cani con sangue di sciacallo già addomesticati, e furono incroci ripetuti con animali con sangue di lupo che generarono queste nuove razze".

Per certi autori, comunque, non vi è nessun dubbio che il Groenlandese sia stato incrociato con il lupo. E' di questo avviso il viaggiatore polare e scrittore ceco Jan Welzl, autore di una notevole "Vita degli Eschimesi", e anche A. Vachellerie, il quale, nel suo libro "Le chiens nordiques" (I cani nordici), precisa che non è raro trovare dei cani che possiedono il 50%, se non il 75% di sangue di lupo.

Del resto, quest'idea, nell'ambiente cinofilo, non è affatto nuova. Già nel XIX secolo Stanley P. Young comparava i meriti rispettivi dei lupi addomesticati, dei loro discendenti e degli ibridi di lupo nelle loro attitudini al lavoro, mentre qualche decennio prima Alexander Henry aveva notato che gli accoppiamenti tra lupi e cani erano frequenti intorno al forte di Red River, nel Mackenzie, dove si trovava come avamposto.

Quanto all'inglese B. R. Ross, questi affermava, nel 1861, che gli esemplari nati dagli incroci tra cani e lupi erano forti, solidi e resistenti al lavoro. Molto più recentemente, infine, Roland Berton, che ha passato un mese sulla costa Ovest della Groenlandia, ha raccontato che gli Eschimesi incrociano, ogni 5 o 6 generazioni, i loro cani con i lupi, perché questo conserverebbe alla discendenza l'istinto della pista e della caccia. 

Comunque sia, i cani eschimesi hanno cominciato a essere conosciuti in Europa all'inizio del XIX secolo. Sono loro, esclusivamente, che sono stati utilizzati al tempo delle prime ricognizioni e poi al tempo delle missioni di esplorazione delle terre polari. Si sono rivelati dei preziosi ausiliari di Peary al Polo Nord e di Amundsen al Polo Sud, assicurando il successo di queste spedizioni.

Tutti i conquistatori del grande deserto bianco hanno vantato la straordinaria resistenza dei loro cani. Mac Millan, uno degli esploratori dell'Artico, racconta così che il suo tiro di cani eschimesi percorse in una sola tappa circa 160 chilometri in 18 ore. Il celebre esploratore statunitense, dottor Elisha Kent Kane, che diresse la seconda spedizione Grinnel, impiegò un tiro di 6 cani per trainare una slitta pesantemente caricata (più di 300 kg) su 1200 km, che furono percorsi in 15 giorni.

Ma è soprattutto Paul-Émile Victor, il famoso esploratore ed etnologo francese, il capo delle spedizioni polari francesi, che si deve il riconoscimento delle fantastiche qualità del Groenlandese. Dal 1936 Victor ha avuto l'abitudine di acquistare a Jakobshavn, il principale borgo della costa occidentale della Groenlandia, i cani che l'hanno accompagnato in tutte le sue spedizioni (più di 20). In numerose opere, delle quali una delle ultime è "Cani da slitta, compagni di rischio", egli ha elogiato questi indispensabili ausiliari delle spedizioni polari.

Presenti in Francia a partire dal 1937 grazie a Paul-Émile Victor, i Groenlandesi si erano già acclimati in Svizzera dal 1913. Si legge, infatti, in un testo dell'epoca "I primi Groenlandesi arrivarono in Europa nel 1913. Furono importati in Svizzera al tempo della costruzione della ferrovia della Jungfrau, al fine di rimpiazzare i Samoiedi, importati qualche mese prima e che si erano mostrati troppo deboli per il lavoro richiesto: il trasporto quotidiano di merce su una distanza di 34 km e su delle piste al 30% nella neve profonda".

2. Comportamento

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Il ricercatore Pierre Robbe, che si è dedicato allo studio delle società eschimesi e che, per fare ciò, si è integrato in quel mondo, ha acquistato un attacco di cani e ha vissuto con loro per un determinato periodo; ciò gli ha permesso di studiare nei minimi particolari il comportamento di questi animali.

Il Groenlandese ha un comportamento estremamente tipicizzato, il che spiega in gran parte il fatto che non è stato adottato nell'Europa occidentale da parte del gran pubblico (fortunatamente! diranno i suoi ammiratori e utilizzatori).

Si è anche ipotizzata una grandissima sensibilità della razza al cimurro nelle regioni temperate, ma è una spiegazione che attualmente non vale più. Il clima non è d'altronde un elemento suscettibile di frenare veramente la sua diffusione.

In effetti, se il Groenlandese può resistere a temperature molto basse (fino a -60 °C, e occorre tenere conto delle burrasche che abbassano ulteriormente la temperatura), sopporta perfettamente i 30 o 35 °C che il termometro raggiunge nel cuore della corta estate artica.

D'altra parte, quali che siano le condizioni meteorologiche, gli Eschimesi non fanno rientrare i loro cani affinché si mantengano temprati per il lavoro. Quando, di notte, la tempesta imperversa, con venti che soffiano a più di 100 km all'ora, i cani arruffano il loro pelo che si ghiaccia, scavano un nido nella neve e vi si infilano fino al mattino.

Si capisce che il Groenlandese, strutturato per le mansioni più rudi e che sopporta i più grandi rigori climatici, abbia un carattere un po' burbero. Se è molto socievole e amichevole nei confronti dell'uomo, è comunque meno dolce e meno affettuoso di un Husky. Ma questo cane, che abbaia raramente, non è fatto per la guardia o la difesa ed è sconsigliabile allevarne uno a tale scopo.

Altro elemento riguardo al quale il Groenlandese non ha niente da invidiare all'Alaskan Malamute e al Siberian Husky: colui che voglia educare un Husky come cane da pastore deve attendersi dei dispiaceri e il Malamute è più difficile ancora, ma senza esserlo tanto quanto può esserlo il Groenlandese!

Si capisce subito che occorre offrire a questo cane, se si vuole acquistarne uno, un genere di vita ben particolare, che non è di tutto riposo per il padrone. Quest'ultimo, sedotto dalla lettura di Jack London o di Paul-Émile Victor, dovrà ricordarsi che un Groenlandese è fatto per la slitta e per l'avventura; come gli altri cani da traino - l'Husky e il Malamute - è prima di tutto un animale da muta, che vive bene in gruppo e che deve sentire un'autorità ben ferma.

Leale e amichevole, non è comunque un animale che si attacchi generalmente a una sola persona; può al contrario, adattarsi a dei cambiamenti di proprietari nell'esercizio del suo "mestiere". Cane dal carattere del tutto indipendente, capace di una forte determinazione, è uno specialista delle fughe.

E, poiché il suo istinto di caccia non chiede che di esprimersi, non sono poche le noie che può dare al suo padrone, se gli fa compagnia in un mondo "civilizzato"... E non mancherà di certo una scappatella, se si presenta l'occasione.

Offrire a questo cane le occasioni di cui ha bisogno per spendere le proprie energie, è necessaria una vita più avventurosa possibile - anche quando quest'ultima non può avere per cornice che i sentieri di una foresta!

Occorrerà quindi, di preferenza, avere più cani e poter far loro lasciare il canile (al quale si abituano d'altronde assai bene, e senza abbaiare) per addestrarli quotidianamente, non fosse che per trainare un kart sulle strade; infatti, tali cani, abituati da generazioni a tirare un attacco, non vivono che per questo.

Certamente, nelle nostre contrade, troppo civilizzate, non c'è posto per l'avventura con la A maiuscola, la traversata del "deserto dai mille orizzonti bianchi"; ma dedicare il proprio tempo libero a dei cani da slitta conduce, comunque, a un tipo di vita poco banale.

C'è subito l'apprendimento ai finimenti, al kart e al traino; questo presuppone un addestramento continuo, dopo il lavoro e durante i fine settimana.

Ci sono poi gli incontri con gli altri "mushers" e subito l'ingranaggio della competizione, con le migliaia di chilometri su strada che ne derivano, la neve, il rumore e il furore delle corse! Se esige da voi dei sacrifici, il Groenlandese vi procurerà in cambio delle forti emozioni.

3. Carattere, tradizione e modernismo

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"Il carattere del Groenlandese", secondo il Club Italiano Razze Nordiche che si occupa della razza, "esprime fierezza, indipendenza e coraggio; riunito in muta, il cane si fa non poco pregare all'inizio del lavoro, per prodigarsi in seguito con la massima generosità, incurante della fatica e delle avversità naturali, accontentandosi di poco e rustico nutrimento.
Di fronte al carnivoro più grosso e più dotato, l'orso polare, il cane, soprattutto stimolato dall'uomo, in gruppetti di 3 o 4 esemplari, lo attacca con una tecnica tendente a stancare l'animale per averne ragione in seguito; malgrado molti cani vengano feriti mortalmente, gli altri continuano la caccia per ore e giorni, dimentichi della fame e della fatica, come del  resto gli Eschimesi in questa occasione.
Il linguaggio del Groenlandese è del tutto particolare, non abbaia ma urla. Si distinguono alcuni latrati, che per lo più esprimono gioia o pena, alcuni uggiolii ripetitivi, rivolti soprattutto all'uomo, e infine l'ululato singolo o corale  (il cosiddetto cry of wild) a imitazione o risposta ad altri suoni simili, che certamente hanno carattere rituale o sociale"
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Il Groenlandese soffre di alcuni handicap: per esempio, il suo temperamento lo predispone meno alla compagnia rispetto al Siberian Husky; d'altra parte nella competizione è soppiantato da questa razza, la cui velocità, sulle corte distanze delle prove, è insuperabile.

Tuttavia, il Groenlandese è la sola razza che possa concorrere con i tiri degli Husky, come il Suisse Pascal Nicoud dimostra regolarmente; alcuni "mushers" (conduttori di slitte) sono dei partigiani incondizionati di questo cane.

Il lavoro, specialmente a fini turistici, e lo sport sono dunque gli impieghi favoriti che possono permettere ai Groenlandese di perpetuarsi nell'Europa occidentale - preferibilmente, certo, nelle regioni montuose. Si poteva temere, al contrario, che, nella sua isola d'origine la razza andasse verso la rovina a causa dell'occidentalizzazione rapida e generalizzata dei costumi degli Eschimesi.

Fortunatamente non è successo. A Jakobshavn si contano 6000 cani per... 3000 abitanti. L'allevamento è prospero e i cani ben nutriti: ciascuno di loro ha il proprio chilo di pesce quotidiano. Pur impiegandoli per accompagnare i turisti, gli Eschimesi non ha hanno per questo abbandonato l'utilizzo tradizionale di questi cani.

Certamente lo "scooter delle nevi" li ha rimpiazzati come mezzo di locomozione ordinario, ma partecipano sempre alle spedizioni di caccia (che durano da 1 a 2 settimane): i cani sono, in effetti, meno rumorosi delle macchine e seguono le tracce della selvaggina (orsi, renne). Sono ugualmente utili nella pesca per tirare le lenze di fondo, lunghe da 200 a 300 metri e talvolta pesantemente cariche.

Così la tradizione e il modernismo sembrano andare d'accordo, dandosi il cambio, per esempio, sul terreno dell'alimentazione: quando partono per la caccia, gli Eschimesi portano dei sacchi di alimenti secchi per nutrire i loro cani fino a che non sarà stata abbattuta della selvaggina, il che migliora la sorte dei cani: è lontano il tempo quando Nils Otto Gustaf Nordenskjöld, l'esploratore svedese, poteva descrivere l'abbandono dei cani in estate, che dovevano provvedere da soli al loro cibo, accontentandosi dei pesci rigettati sulle spiagge.

Oggi i cani, che hanno un certo valore commerciale, sono ben curati; lo stato dei loro piedi è regolarmente controllato, il pelo tra i cuscinetti è tagliato ogni mese (per evitare che si formino dei ghiaccioli), i finimenti sono confezionati su misura per ciascun cane: se uno di loro è troppo affaticato, lo si carica sulla slitta per 1 ora o 2 affinché si riposi.

Nuova sensibilità che spinge a migliorare la condizione degli animali? Non idealizziamo. Si tratta, più prosaicamente, di amministrare bene un patrimonio. Per l'Eschimese il cane è in effetti un compagno di piacere, per le partite di caccia e di pesca che servono anche a integrare le entrate ordinarie: il denaro che deriva da una pesca eccezionale può servire, per esempio,  all'acquisto di un magnetoscopio (l'età della pietra è lontana anche per gli Eschimesi).

Ma è soprattutto un animale da lavoro, sul quale non ci si intenerisce oltre misura: se scoppia un litigio, i protagonisti sono separati a pedate; quanto ai cani inutili (e ai cuccioli di deboli costituzione) sono abbattuti. In più, affinché i cani non rosicchino i guinzagli, si limano loro i denti, dopo una "anestesia" sommaria che può sconvolgere la nostra sensibilità.

Tenuto conto della sua utilità riconosciuta, la popolazione dei Groenlandesi non è dunque in pericolo nella sua regione d'origine - essendo lì la selezione fondata sempre sui soli criteri di attitudine al lavoro.

4. Tra cane (Groenlandese) e lupo (Artico), gli ordini e gli attacchi

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Il Groenlandese ha veramente nelle sue vene del sangue di lupo?

Anche se la questione, che ha provocato tante discussioni, è ben lontana dall'essere definita, possiamo comunque annotare alcuni argomenti, di ordine puramente fisico, contrari o a favore di questa ipotesi.

Nel capitolo dei punti in comune, oltre all'analogia del profilo e del pelame, si possono notare, nella testa, l'occhio obliquo e le orecchie piccole e, nella morfologia generale, la potenza del treno anteriore del collo.

Naturalmente, il Groenlandese è meno grande e meno resistente del lupo polare (che è un lupo di grande taglia); il suo muso è meno forte e il suo stop più pronunciato; il suo treno posteriore è meno discendente (il lupo ha il garrese più alto delle anche) e la coda a pennacchio è portata arrotolata sul dorso, a differenza di quella del lupo; infine, il suo mantello è spesso screziato, macchiettato.

Per quanto riguarda il suo carattere, il può aver ereditato dal lupo l'istinto della muta, l'indipendenza. Esso è anche, tra cani da slitta, quello che ha conservato più fortemente l'atavico istinto della caccia: avendo un forte senso della pista, sa dare prova di grande coraggio, anche di fronte a un orso.

Gli ordini: è importante che si impieghino termini ben distinti per ciascun ordine, e che questi non interferiscano con il nome di un cane. Il tono ha ugualmente una grande importanza: l'ordine di partenza schiocca, come un colpo di frusta, quello di arresto mira, al contrario, a calmare i cani.
Essendo le tradizioni e i modi di agire radicalmente diversi nelle prove sportive e nelle corse puramente utilitarie, gli ordini devono essere diversi secondo i casi. Ecco quelli impiegati in Groenlandia per le competizioni:

  • partenza: kra!
  • a destra: illi-illi
  • a sinistra: youk-youk
  • arresto: ay...ay...

 

L'etnologo Jean Malaurie riporta dei termini differenti, impiegati dagli Eschimesi nella loro vita quotidiana:

  • avanti: hak! hak!
  • presto: agssiout!
  • a destra: agssouk! agssouk!
  • a sinistra: harò! harò!
  • indietro: haye! haye!
  • vieni! vieni! (quando l'uomo è davanti al cane): hàa! hàa
  • addosso all'orso: chorfà

 

Gli attacchi: esistono molte maniere di attaccare dei cani alla slitta; quella che si è imposta nelle prove sportive consiste nel disporre i cani a 2 a 2, da una parte e dall'altra di un tiro centrale. L'attacco tradizionale canadese consisteva nel disporre i cani in un'unica fila, tra 2 tiri.
Gli Eschimesi, invece, attaccano i loro cani a largo ventaglio e ciascun cane traina la slitta con un tiro individuale. Il cane di testa non supera generalmente i suoi simili che di una testa, talvolta anche di più. La scelta del cane di testa, del leader (chiamato nàlagaq nella lingua eschimese), riveste una grande importanza; è su di lui, in effetti, che si basa la coesione dell'attacco.
La slitta eschimese, fabbricata da ciascun utilizzatore, è di grandi dimensioni (circa 4 m di lunghezza per 0,90 m di larghezza); è realizzata in frassino e in abete ed è munita di due pattini di un sol pezzo. Gli attacchi comprendono il più delle volte da 6 a 10 cani, con una predominanza dei maschi (non si conta che una femmina per 6 maschi).
Ma esistono talvolta attacchi da 18 esemplari. Un cacciatore ricco possiede almeno 13 cani; uno povero deve accontentarsi di 4 o 5. I cani lavorano fino all'età di 8 anni. Individualmente possono trainare da 40 a 50 kg. Un buon attacco su ghiaccio liscio può percorrere da 50 a 60 km al giorno a una velocità di 5-6 km all'ora, tirando circa 400 chili.



5. Lo Standard del Groenlandese

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FCI Standard N° 274 / 05.05.2003 GROENLANDESE
ORIGINE: Groenlandia
PATRONATO Danimarca
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 25.03.2003
UTILIZZAZIONE: Cane da slitta
CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 5 Cani di tipo Spitz e primitivo
Sezione 1 Cani nordici da slitta
Senza prova di lavoro

ASPETTO GENERALE
Uno spitz polare molto forte, costruito per la resistenza e lo strenuo lavoro di cane da slitta nelle condizioni dell’Artico. Sono permesse alcune varianti sulla taglia, purché la capacità lavorativa e l’armonia non siano alterate.

PROPORZIONI IMPORTANTI:
Il corpo è un rettangolo corto, con la proporzione: altezza al garrese/ lunghezza del corpo = 10 a 11. Le femmine possono avere il corpo leggermente più lungo.

COMPORTAMENTO-CARATTERE
Le qualità caratteriali predominanti del Greeland Dog sono: energia, forza mentale e audacia. È un cane da slitta volonteroso e instancabile. Con le persone – anche estranee – è amichevole, ed essendo un cane da slitta, non è strettamente legato ad una particolare persona, e non è adatto come cane da guardia. Quando caccia la foca e l’orso polare mostra un istinto venatorio molto forte. 

TESTA

REGIONE DEL CRANIO
Cranio: è largo e leggermente bombato, più ampio fra gli orecchi
Stop: definito, ma non fortemente marcato

REGIONE DEL MUSO
Tartufo: grosso e scuro, in armonia col colore del mantello, spesso color fegato nei cani dal mantello rosso-oro. Può diventare rosa in inverno (“ winter nose” )
Muso: a forma di cono; largo alla base, si va restringendo verso il naso, ma non è appuntito. La canna nasale è diritta e ampia dallo stop al naso.
Labbra: sottili e tese, ben aderenti ai denti molto robusti.
Mascelle/Denti: mascelle potenti con denti regolari, fermi e forti. Chiusura a forbice 
Occhi: si preferiscono gli occhi scuri, ma si accettano colori in armonia con il mantello. Sono leggermente a mandorla, non infossati né sporgenti. Espressione franca e coraggiosa. Le rime palpebrali sono strettamente aderenti.
Orecchi: piuttosto piccoli, triangolari, con punte arrotondate, portate fermamente erette. Gli orecchi sono molto mobili e, con la loro posizione, esprimono l’umore del cane.

COLLO: molto potente e piuttosto corto

CORPO: forte e piuttosto compatto, appena un po’ più lungo dell’altezza al garrese
Linea dorsale: orizzontale o appena un po’ discendente
Dorso: diritto
Rene: ampio
Groppa: leggermente discendente
Torace: profondo e ampio, ma la cassa toracica non è a botte.
Ventre: segue la linea del petto. Accettato se leggermente retratto

CODA: inserita alta, spessa e cespugliosa. Portata con una curva o leggermente arrotolata sopra il dorso.

ARTI

ANTERIORI: visti di fronte: appiombi perfettamente diritti, con muscoli potenti e pesante ossatura
Spalle: moderatamente oblique
Braccio: diritto e forte, leggermente più lungo della scapola.
Gomiti: ben aderenti al corpo, ma che possano muoversi liberamente.
Avambraccio: diritto e forte
Carpo: forte e flessibile
Metacarpo: forte ed elastico, solo leggermente obliquo.
Piedi anteriori: piuttosto grossi, potenti e arrotondati, con unghie e cuscinetti forti.

POSTERIORI: visti da dietro sono perfettamente diritti. Posteriori molto muscolosi con ossatura potente e moderate angolazioni.
Coscia: potente e molto muscolosa
Garretto: ampio e forte, moderatamente angolato
Piedi posteriori: come gli anteriori

ANDATURA: Un trotto efficiente, armonioso, fluido e instancabile è molto importante per un cane da slitta. Nel ring il cane dovrebbe essere esposto con guinzaglio lento ad un trotto moderato per mostrare buon allungo dell’anteriore e buona spinta dal posteriore. Visto dal davanti quando cammina, un Greeland Dog non adotta il “single track”, ma come la velocità aumenta, gli arti devono convergere gradatamente verso l’interno fino a che i piedi seguano una linea centrale.

MANTELLO

PELO: doppio mantello, cioè un soffice, fitto sottopelo e un mantello esterno di pelo fitto, diritto e ruvido, senza riccioli o ondulazioni Sulla testa e arti il pelo è piuttosto corto, sul corpo è più lungo e abbondante. Il pelo è lungo sulla parte inferiore della coda, alla quale dà un’apparenza cespugliosa.
COLORE: è permesso qualsiasi colore, (unicolore o multicolore), tranne l’albino che andrebbe squalificato.

TAGLIA
Altezza al garrese : Maschi 60 cm. e più - Femmine 55 cm e più

DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra va considerata come difetto e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità
• Ossatura leggera
• Gambe corte, corpo basso sugli arti
• Temperamento timido

DIFETTI GRAVI:
• Pelo lungo e soffice
• Orecchi non portati fermamente eretti

DIFETTI ELIMINATORI:
• Temperamento aggressivo o eccessivamente timido
• Albinismo
• Occhi di colore diverso
• Occhi blu o gazzuoli.

Qualsiasi cane che mostri chiaramente anomalie fisiche o di comportamento sarà squalificato.

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto






Note

RAZZE AFFINI

Il Groenlandese è apparentato al Siberian Husky e all'Alaskan Malamute; questa parentela è rivelata sia dalla sua silhouette sia dal suo comportamento e dalle sue attitudini.

Di sagoma e mantello più variabile di quello dei suol due 'cugini', rappresenta infatti una specie di compromesso tra loro (come si vede, in particolare, per ciò che riguarda la sua velocità e i carichi che può trainare).

  • L’Alaskan Malamute, che deriva il suo nome dalla tribù indiana dei Mahlemuts, del nord-ovest dell’Alaska, è la 'locomotiva della neve': questo soprannome la dice lunga sulla sua forza e sulla sua resistenza.
    Al contrario, non è molto rapido e, per questo fatto, lo si vede in corsa sempre meno; è più adatto alle grandi scorribande, in cui la sua resistenza fa meraviglie.
    È stato introdotto negli Stati uniti dopo il 1900, al seguito della grande corsa all'oro del Klondike. I primi attacchi che vinsero le grandi corse di slitte trainate da cani erano d'altra parte composti di Malamute e gli equipaggi di John Hagness o Scotty Allan sono entrati nella leggenda.
    La razza è stata riconosciuta dall’American Kennel Club nel 1935 e, da allora, ha beneficiato di uno standard e di un club apposito. Assai popolare negli Stati Uniti, il Malamute è stato introdotto in Europa nel 1959, in Gran Bretagna prima di questa data, in Italia è il cane da slitta più diffuso, attualmente, dopo il Siberian Husky e il Samoiedo; in Francia è il più diffuso dopo l'Husky.
    Cane affettuoso, piuttosto dolce, è fatto per vivere in muta; la sua indipendenza di carattere richiede una sicura fermezza. Di bella statura (il maschio misura in media 63,5 centimetri al garrese e pesa circa 40 chilogrammi), non è comunque un cane da guardia.
  • Il Siberian Husky è divenuto, grazie ai suoi seducenti occhi blu, un cane da compagnia molto ricercato. Sfortunatamente, si è tentati di dire, poiché questo cane non è fatto per vivere in appartamento (né nello spazio, troppo ristretto, di un giardino).
    Malgrado la sua dolcezza e la sua socievolezza, è prima di tutto un cane da corsa, il più veloce di tutti, e compone la maggior parte degli attacchi da competizione.
    A partire dal 1909 ha vinto tutte le gare nord-americane (fu verosimilmente condotto dai Russi al tempo della loro occupazione dell'Alaska nel XVIII secolo). L'Husky è di taglia media, ha una struttura un po’ più leggera di quella degli altri cani da slitta; il maschio misura da 54 a 60 centimetri (al massimo) alla spalla, per un peso che oscilla tra i 20 e i 27 chilogrammi.
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