Libri da leggere assolutamente – L’ appuntamento mensile con i libri (Novembre 2022)

Per questo mese di Novembre 2022 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.

Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.

“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)

1. "Irriducibile. La coscienza, la vita. i computer e la nostra natura" di Federico Faggin

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Federico Faggin è il padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia e il mondo in cui viviamo. Con questo libro stravolge ancora una volta il nostro modo di vedere i computer, la vita e noi stessi. Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c'è qualcosa di irriducibile nell'essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente.

"Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi...
È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano... In una macchina non c'è nessuna 'pausa di riflessione' tra i simboli e l'azione, perché il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo". 
Il pioniere della rivoluzione informatica arriva così a mettere radicalmente in discussione la teoria che ci descrive come macchine biologiche analoghe ai computer e che tralascia di considerare tutti quegli aspetti che non rispettano i paradigmi meccanicisti e riduzionisti: "Se ci lasciamo convincere da chi ci dice che siamo soltanto il nostro corpo mortale, finiremo col pensare che tutto ciò che esiste abbia origine solo nel mondo fisico. Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa e il colore arancione?".
Finiremmo col pensare che i computer, e chi li governa, valgano più di noi.
Irriducibile è un saggio entusiasmante, capace di tenere assieme rigore scientifico, visionarietà tecnologica e afflato spirituale, che suggerisce una irrinunciabile e inedita fisica del mondo interiore.
Cristallino nelle sue parti divulgative (meccanica quantistica, coscienza, teoria dell'informazione...), illuminante nelle nuove connessioni che propone e, infine, esaltante nell'idea che promuove di come essere davvero, profondamente, umani.


Federico Faggin (1941, Vicenza, foto sotto) è un fisico, inventore e imprenditore italiano.
È stato capo progetto e designer dell’Intel 4004, il primo microprocessore al mondo, e lo sviluppatore della tecnologia MOS con porta di silicio, che ha permesso la fabbricazione dei primi microprocessori, delle memorie EPROM e RAM dinamiche e dei sensori CCD, gli elementi essenziali per la digitalizzazione dell’informazione. Nel 1974 ha fondato la Zilog, con cui ha dato vita al famoso microprocessore Z80, tuttora in produzione.
Nel 1986 ha co-fondato la Synaptics, ditta con cui ha sviluppato i primi Touchpad e Touchscreen. Il 19 ottobre 2010 ha ricevuto la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione dal presidente Obama, per l’invenzione del microprocessore.
Nel 2011 ha fondato la Federico and Elvia Faggin Foundation, una organizzazione no-profit dedicata allo studio scientifico della coscienza, con cui sponsorizza programmi di ricerca teorica e sperimentale presso università e istituti di ricerca statunitensi.
Tra le sue pubblicazioni: Silicio. Dall'invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza (Mondadori, 2019).

2. "La setta" di Camilla Läckberg e Henrik Fexeus

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Dopo il successo del Codice dell’illusionista, il nuovo thriller della regina del giallo nordico segna il ritorno di Vincent Walder e Mina Dabiri.
Quando un bambino sparisce da una scuola materna di Södermalm, a Stoccolma, l'agente Mina Dabiri è di nuovo in prima linea.
Due anni dopo i drammatici eventi che li hanno fatti incontrare, Mina torna a chiedere aiuto a Vincent Walder, finendo per coinvolgere il celebre mentalista in un'indagine che questa volta la toccherà molto da vicino.
All'esperto di psicologia e comunicazione non verbale, che molti ritengono perfino capace di leggere nel pensiero, saltano subito all'occhio le analogie con un caso di qualche anno prima, un dramma dal tragico epilogo. E adesso tutto fa pensare che altri bambini siano in pericolo.
I rapimenti che si succedono sembrano seguire uno schema rigorosamente logico e allo stesso tempo folle, in cui si possono riconoscere aspetti quasi ritualistici, se non addirittura simbolici. È possibile che dietro comportamenti tanto estremi si nasconda una setta? Ma chi ne manovra i fili? E, soprattutto, qual è il suo obiettivo?
Mentre Mina cerca di tenere a bada i ricordi e allontanare il passato e Vincent crede ancora di poter ignorare l'ombra che la sua anima nasconde, la fortezza inaccessibile che ognuno dei due ha eretto intorno a sé comincia a sgretolarsi.


Jean Edith Camilla Läckberg Eriksson (foto sotto) è cresciuta a Fjällbacka, un paese sulla costa ovest della Svezia dove ambienta preferibilmente le sue storie e dove visse anche Ingrid Bergman. Prima di diventare una delle più celebri e vendute autrici di polizieschi della Svezia, ha lavorato per diversi anni nel marketing.
Oggi, madre di due figli, vive a Stoccolma dove continua a scrivere la sua fortunata serie tradotta in moltissimi paesi, che ha venduto finora nel mondo più di sei milioni di copie.
Dal primo episodio della serie (La principessa di ghiaccio, scritto nel 2002 ed edito in Italia da Marsilio nel 2010), vincitore in Francia del Grand Prix de Littérature Policière, viene realizzato un film, il primo di una serie di successo in Svezia.
Tra gli altri titoli: Predikanten - Il predicatore (2004, edito in Italia da Marsilio nel 2010), Stenhuggaren - Lo scalpellino (2005, edito da Marsilio nel 2011), Olycksfågeln - L'uccello del malaugurio (2006, Marsilio 2012), Tyskungen - Il bambino segreto (2007, Marsilio 2013), Sjöjungfrun - The Mermaid (2008), Fyrvaktaren - Il guardiano del faro (2009, Marsilio 2014),
Il segreto degli angeli (Marsilio, 2015), Tempesta di neve e profumo di mandorle (Marsilio, 2015), Il domatore di leoni (Marsilio, 2016), Ali d'argento (Marsilio, 2020), Il gioco della notte (Einaudi, 2021) e Il codice dell'illusionista (Marsilio, 2021).

Henrik Fexeus (1971, Örebro, foto sotto) è un mentalista, autore e presentatore svedese. Ha studiato psicologia e si è occupato di analisi dei media e di marketing, per poi diventare esperto di comunicazione e speaker motivazionale.
Per i suoi libri e le apparizioni pubbliche, ha ricevuto diversi premi ed è riconosciuto in tutto il mondo per le sue ricerche sulla comunicazione non verbale.
Nel 2017 ha iniziato a scrivere narrativa con The Lost, il primo volume di una trilogia per giovani adulti, acclamato dalla critica.
Nel 2021 esce anche in Italia per Marsilio Il codice dell'illusionista, primo volume di una nuova trilogia scritta con Camilla Läckberg.

3. "Tasmania" di Paolo Giordano

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«Se proprio dovessi, sceglierei la Tasmania. Ha buone riserve di acqua dolce, si trova in uno stato democratico e non ospita predatori per l’uomo. Non è troppo piccola ma è comunque un’isola, quindi facile da difendere. Perché ci sarà da difendersi, mi creda».

Tasmania è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo. La paura e la sorpresa di perdere il controllo sono il sentimento del nostro tempo, e la voce calda di Paolo Giordano sa raccontarlo come nessun’altra. Ci ritroviamo tutti in questo romanzo sensibilissimo, vivo, contemporaneo. Perché ognuno cerca la sua Tasmania: un luogo in cui, semplicemente, sia possibile salvarsi.

Ci sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un’altra direzione. La chiamiamo crisi.
Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande.
Con lui ci sono Lorenza che sa aspettare, Novelli che studia la forma delle nuvole, Karol che ha trovato Dio dove non lo stava cercando, Curzia che smania, Giulio che non sa come parlare a suo figlio.
La crisi di cui racconta questo romanzo non è solo quella di una coppia, forse è quella di una generazione, sicuramente la crisi del mondo che conosciamo – e del nostro pianeta. La magia di Tasmania, la forza con cui ci chiama a ogni pagina, è la rifrazione naturale fra ciò che accade fuori e dentro di noi.
Così persino il fantasma della bomba atomica, che il protagonista studia e ricostruisce, diventa un esorcismo: l’apocalisse è in questo nostro dibattersi, e nei movimenti incontrollabili del cuore.
Raccogliendo il testimone dei grandi scrittori scienziati del Novecento italiano, Paolo Giordano si spinge nei territori più interessanti del romanzo europeo di questi anni, per approdare con felicità e leggerezza in un luogo tutto suo, dove poter giocare con i nascondimenti e la rivelazione di sé, scendere a patti con i propri demoni e attraversare la paura.


Paolo Giordano (1982, Torino, foto sotto) nell'anno accademico 2006-2007 ha conseguito la laurea specialistica , in fisica delle interazioni fondamentali presso l'Università degli studi di Torino.
Ha vinto una borsa di studio per frequentare il corso di dottorato di ricerca in fisica delle particelle, presso la Scuola di dottorato in Scienza e alta tecnologia del medesimo ateneo.
È autore del romanzo La solitudine dei numeri primi (Mondadori, 2008 - Premio Campiello Opera Prima, Premio Fiesole Narrativa Under 40 e Premio Strega 2008).
Un suo racconto è incluso nell'antologia Dignità! Nove scrittori per Medici Senza Frontiere (Feltrinelli 2011).
Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l'argento (Einaudi 2014), Divorare il cielo (Einaudi 2018) e Tasmania (Einaudi 2022).
La solitudine dei numeri primi ha inaugurato nel 2014 la collana innovativa della Mondadori Flipback.
Nel 2020 pubblica con Einaudi il saggio Nel contagio.

4. "Gli anni" di Annie Ernaux

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Un romanzo autobiografico e al contempo una cronaca collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a oggi.

«Tutta la forza critica che chiediamo a un romanzo è qui, in uno dei libri cruciali del nostro tempo» – Corriere della Sera

Come accade che il tempo che abbiamo vissuto diviene la nostra vita? È questo il nodo affrontato da Gli anni, romanzo autobiografico e al contempo cronaca collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a oggi, nodo sciolto in un canto indissolubile attraverso la magistrale fusione della voce individuale con il coro della Storia.
Annie Ernaux convoca la Liberazione, l'Algeria, la maternità, de Gaulle, il '68, l'emancipazione femminile, Mitterrand; e ancora l'avanzata della merce, le tentazioni del conformismo, l'avvento di internet, l'undici settembre, la riscoperta del desiderio.
Scandita dalla descrizione di fotografie e pranzi dei giorni di festa, questa «autobiografia impersonale» immerge anche la nostra esistenza nel flusso di un'inedita pratica della memoria che, spronata da una lingua tersa e affilatissima, riesce nel prodigio di «salvare» la storia di generazioni coniugando vita e morte nella luce abbagliante della bellezza del mondo.


Annie Ernaux (1940, Lillebonne, Seine-Maritime, foto sotto) è una scrittrice francese vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022.
Di famiglia operaia, ha vissuto fino all’adolescenza in Normandia, mantenendo in seguito un forte legame con l’ambiente sociale d’origine e le tematiche della differenza di classe.
Ha esordito con il romanzo Gli armadi vuoti (Les Armoires vides, 1974), nella tradizione del realismo sociale, cui è seguito Il posto (La place, 1984), ricostruzione del proprio ambiente familiare.
Nei romanzi successivi ha continuato a indagare, in un linguaggio «vero», che si vuole oggettivo e depurato da evasioni stilistiche o di finzione romanzesca, i luoghi e le sensazioni della propria autobiografia al femminile: Passione semplice (Passion simple, 1991), La vita esteriore (La vie extérieure, 2000, nt), Perdersi (Se perdre, 2001), L’uso della foto (L’usage de la photo, 2005, nt), L'altra figlia (L'autre fille, 2016). Gli anni (Les années, 2008), pubblicato da L'orma nel 2016, è vincitore del Premio Strega Europeo 2016 e finalista del Premio Sinbad 2015 - Narrativa straniera. Con L'Orma ha pubblicato Memoria di ragazza (2017), La vergogna (2018) e La donna gelata (2021).
Nel 2022 è vincitrice del Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: "per il coraggio e l'acutezza clinica con cui scopre le radici, le estraneità e i vincoli collettivi della memoria personale".





5. "L' Ucraina e Putin tra storia e ideologia" di Andrea Graziosi

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L’invasione russa dell’Ucraina non è soltanto una tragedia, ma rischia di essere anche lo spartiacque tra due diverse fasi della storia europea. Per comprendere le cause e le ragioni di questi avvenimenti è necessario conoscere la storia dei due paesi e l’ideologia di cui sono imbevuti Putin e la sua classe dirigente.

Perché Putin ha pensato di poter conquistare in pochi giorni l’Ucraina con il consenso dei russi ma anche degli ucraini? Cosa vuol dire ‘denazificazione’?
Per spiegare questa tragedia che cambia il mondo occorre ritornare ad alcuni passaggi essenziali della storia del Novecento prima e dopo il 1991.
Una vicenda complessa, che parte dal rapporto dell’Ucraina con il potere sovietico di Lenin e che passa dall’Holodomor, la terribile carestia provocata da Stalin che nel ʼ32-ʼ33 fece in Ucraina più di quattro milioni di vittime.
Una storia che continua con la seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista e prosegue con la fine dell’Urss e le difficoltà degli Novanta, cui l’Ucraina ha risposto guardando all’Unione Europea mentre in Russia si affermava la svolta autoritaria di Putin, fondata sul consenso a una ideologia di potenza radicata nella storia russa e condivisa da una classe dirigente formatasi tra declino sovietico e riaffermazione del potere dello Stato.
Una ideologia che spinge Putin a disprezzare un Occidente opulento e corrotto in declino economico e demografico. E che gli fa pensare che sia arrivato il momento per ridare alla Russia il suo ruolo di grande potenza mondiale.


Andrea Graziosi (foto sotto), nato il19 gennaio 1954, è uno storico italiano , professore di storia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Napoli Federico II , ricercatore associato presso il Centro Davis dell'Università di Harvard e il Centro per gli studi mondiali russi, caucasici e dell'Europa centrale (CERCEC) dell'École des Hautes Etudes en Sciences Sociales .
Specialista della Unione Sovietica e l' Ucraina , è autore di numerose opere in particolare dedicata alla collettivizzazione , l' Holodomor ucraino e il Grande Terrore del 1937 - 1938.








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