Per alcuni possono sembrare semplici accostamenti cromatici, ma per i tifosi sono molto di più.
I colori delle maglie delle squadre di calcio, infatti, sono un vero e proprio simbolo, un vessillo da sfoggiare con orgoglio, una sorta di divisa che comunica e certifica la propria adesione a una fede calcistica.
Non solo. Tutte hanno una storia: alcune sono nate per un errore, altre grazie all’estro di un artista, altre ancora per contrapposizione ai rivali o come riferimento a eroici fatti storici.
Sta di fatto che le maglie calcistiche raccontano un pezzo della storia d’Italia.
Dal granata del Torino al giallo-rosso della Roma, dal bianco-nero della Juventus al viola della Fiorentina: i colori delle casacche indossate dai calciatori raccontano storie del passato di cui oggi si è persa la memoria. Invece è sempre bene ricordarle!
1. Torino e Juventus
- Il colore del Torino riprende il fazzoletto della Brigata Savoia
Nella Torino di fine Ottocento il calcio era uno sport molto seguito e all’alba del nuovo secolo numerose squadre si contendevano il primato cittadino: tra queste, la Juventus, fondata nel 1897.
Fu proprio per iniziativa di alcuni dissidenti della squadra bianconera, come lo svizzero Alfredo Dick, che il 6 dicembre 1906, presso la birreria Voigt in via Pietro Micca, venne fondato il Torino Football Club.
Fin dalla prima partita ufficiale (16 dicembre 1906 contro la Pro Vercelli) adottò la divisa granata.
Sulla scelta di questo colore esistono diverse ipotesi, ma la più accreditata fa riferimento alla Brigata Savoia e al fazzoletto rosso granata che la contraddistingueva.
Secondo la tradizione, infatti, il 7 settembre 1706 un portaordini di questa brigata riuscì a comunicare la notizia della vittoria dell’esercito di Vittorio Amedeo di Savoia contro francesi e spagnoli, nonostante fosse ferito al collo e avesse quindi imbrattato di sangue il fazzoletto.
Fu dunque un gesto di eroica dedizione che ispirò il colore di una delle più importanti squadre di calcio di sempre.
- Juventus, bianco-nera per errore
Quando, nell’autunno 1897, alcuni studenti del liceo classico Massimo D’Azeglio di Torino fondarono il Juventus Football Club, si trovarono a scegliere i colori delle divise.
Nella città sabauda, militavano già altre formazioni calcistiche e occorreva avere una maglia che si distinguesse e spiccasse in campo, senza spendere cifre esorbitanti.
La scelta cadde su una partita di pezze di cotone rosa, donata da uno dei soci del club, e con essa vennero confezionate delle camicie leggere con colletto bianco, ornate da un cravattino nero e vistose cinture, sempre nere.
Il bel rosa vivo del cotone, però, con il tempo prese a sbiadire e Gordon Thomas Savage, giocatore inglese della Juventus, pensò di ordinare da Nottingham (Inghilterra) delle maglie più resistenti.
Per un errore di spedizione, però, a Torino arrivarono maglie a strisce verticali bianco-nere invece che rosa.
Inizialmente stupiti, i giocatori della Juventus decisero comunque di adottare quella divisa che sarebbe diventata quella ufficiale.
2. Roma e Lazio
- Il giallo-rosso della Roma rende omaggio alla città
Il 7 giugno 1927 tre squadre della capitale, l’Alba Audace, la Fortitudo ProRoma e il Foot Ball Club di Roma (Roman), annunciarono la fusione nell’Associazione Sportiva Roma.
Per la divisa furono adottati gli stessi colori del Roman, giallo oro e rosso porpora, che piacevano ai soci ed erano gli stessi del gonfalone del Campidoglio, cioè il Municipio di Roma.
Si riferiva alla città anche il simbolo scelto dalla squadra, la mitica lupa che allatta Romolo e Remo.
La Roma adottò quindi stabilmente maglie rosso porpora con bordi e colletti giallo oro. Per due stagioni, tra il 1928 e il 1930, la squadra affrontò invece gli avversari con una maglia a strisce verticali gialle e rosse.
L’opzione venne presto abbandonata a favore della maglia che ancora oggi indossano i giocatori della Roma.
- La Lazio scelse il bianco e il celeste della bandiera greca
La Società Sportiva Lazio fu fondata il 9 gennaio 1900 come società di podisti, il cui ideale era rappresentato dallo sport olimpico, risorto nel 1896 ad Atene con la prima edizione dei Giochi moderni.
Proprio alla Grecia fecero quindi riferimento i fondatori nella scelta dei colori sociali, bianco e celeste, come quelli della bandiera ellenica.
Alla sezione podistica della Società Sportiva Lazio si affiancò presto quella calcistica, che fece il suo esordio già nel 1902.
Come divisa adottò inizialmente una maglia bianca con il nome Lazio cucito sul petto a caratteri celesti.
Nel 1912 la casacca divenne come l’attuale, completamente celeste con il colletto e i bordi bianchi.
3. Fiorentina e Milan
- Fiorentina: il viola che piaceva al marchese Ridolfi
Nell’agosto 1926, alla nascita della Fiorentina, risultata dalla fusione della sezione calcistica della Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas (con maglia rossa) e il Club Sportivo Firenze (con divisa bianca), i calciatori indossavano maglie che ne combinavano i colori.
Il bianco e il rosso richiamavano i colori del Comune di Firenze, ma furono sostituiti nel 1929 dal presidente della squadra, il marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano: questi, alla fine del 1928, aveva assistito a una partita tra la Fiorentina e la squadra ungherese dell’Újpest, che vestiva una maglia color viola bordata di bianco.
La combinazione gli piacque così tanto che decise di adottarla anche per la propria squadra, rendendola, dal punto di vista cromatico, davvero unica.
- Milan: rossi come il fuoco e neri come la paura che vogliono suscitare nei rivali
Rafael Leão Herbert Kilpin, assistente in un magazzino di tessuti ricamati, aveva 21 anni quando giunse in Italia dalla natia Nottingham (Inghilterra) per insegnare l’uso corretto dei nuovi telati inglesi alle maestranze italiane.
Portò con sé anche la passione per il calcio: Kilpin, infatti, ci aveva già giocato nella sua città di origine e, una volta giunto da noi, militò in alcune squadre prima di fondarne una nuova.
Riuniti alcuni compatrioti e altri appassionati italiani in una saletta dell’Hotel du Nord (attuale Principe di Savoia) di Milano il 13 dicembre 1899, diede vita al Milan Foot-Ball and Cricket Club.
Fu sempre lui a imporne i colori: «Saremo una squadra di diavoli», disse, «i nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo negli avversari».
Così il Milan adottò la maglia a strisce verticali rosso-nere.
4. Inter e Napoli
- A ispirare il nero-azzurro dell’Inter fu una matita
Il milanese Giorgio Muggiani era un giovane artista con due passioni: il disegno (diventerà un grafico e illustratore richiesto dalla pubblicità) e il calcio.
Iscritto al Milan Foot-Ball and Cricket Club, nel 1908 decise, con altri dissidenti, di fondare una nuova squadra di calcio: il 9 marzo 1908, presso il ristorante L’orologio, in via Mengoni, vicino alla Galleria Vittorio Emanuele, nacque il Football Club Internazionale Milano.
Bisognava decidere i colori sociali e l’estro artistico di Muggiani venne in aiuto. Mentre pensava a un abbinamento cromatico che si distinguesse dal rosso-nero del Milan, fu colpito da una matita a doppia punta rossa e blu.
Per contrastare gli avversari del Milan non poteva che essere scelto il blu, anzi, l’azzurro, e il nero, “per creare maggiore contrasto”.
- Le maglie del primo Napoli erano azzurro-celeste come il mare
Nei primi anni del 1900 a Napoli c’erano due squadre di calcio, il Naples Foot-Ball Club, nato nel 1906, e l’Unione Sportiva Internazionale Napoli, creata 5 anni più tardi.
Nel 1922 i due team si fusero nel Foot-Ball Club Internazionale-Naples, che nel 1926 adottò il nome di Società Sportiva Calcio Napoli.
Per le maglie si optò per quelle usate dal Naples Foot-Ball Club, casacche a strisce azzurre e celesti, che sembra fossero ispirate al mare e al cielo del Golfo di Napoli. L’azzurro divenne quindi il colore della squadra che, negli anni, adottò una maglia senza strisce.
Ma l’azzurro è anche il colore della Nazionale italiana e il motivo della scelta cromatica si deve far risalire ai Savoia: nello stendardo della casa sabauda, infatti, la fascia sopra lo scudo nobiliare è azzurra. La Nazionale adottò tale colore per omaggiare i reali.
Debuttò il 6 gennaio 1911 contro l’Ungheria.
5. Alessandria e Casale
- Dal calcio al ciclismo, l’Alessandria veste in grigio
L’Alessandria vanta due primati: è stato il team dove ha esordito Gianni Rivera prima di passare al Milan ed è anche l’unica compagine italiana in maglia di colore grigio.
Alla fondazione nel 1912 la maglia era diversa e coincideva con quella del torinese Vigor Football Club, fondato nel 1908: bianca e azzurra con 3 grandi strisce verticali con il bianco al centro.
Pochi mesi dopo, però, Giovanni Maino di Spinetta Marengo, titolare dell’omonima fabbrica di biciclette, decise di allargare il suo raggio di azione sportivo e donò ai calciatori divise grigie, come quelle del suo team ciclistico, dove militarono Giovanni Cuniolo (primo campione italiano), Giovanni Gerbi (detto il “Diavolo rosso”) e Costante Girardengo (futuro campione del Giro d’Italia).
- Casale: tutti neri per opporsi ai rivali della Pro Vercelli, in bianco
Oggi il Casale Calcio milita nel campionato italiano di Serie D, ma vanta uno scudetto conquistato nella stagione 1913-1914.
Fondato nel 1909, aveva divise nere. Una scelta originale che aveva le sue ragioni: si trattava di pura contrapposizione e sfida ai rivali della Pro Vercelli, in bianco, vincitori nellastagione 1908 del primo di 7 scudetti.
Ad arricchire la maglia fu posta una stella bianca, che, secondo la leggenda, venne ritagliata da un cartoncino dagli allievi dell’Istituto Tecnico Leardi e appuntata alle maglie dei calciatori con una spilla.
I giocatori del Casale divennero quindi i mitici nero-stellati che raggiunsero la vetta del campionato italiano e, soprattutto, sconfissero gli acerrimi nemici della Pro Vercelli.