Opulente, magnifiche, regali, carnose, provocanti e tremendamente sensuali.
Le peonie schiudono, tra la fine di aprile e la fine di maggio, le enormi corolle prorompenti di colore e carnalità, per la gioia dei nostri occhi.
A buon diritto contendono lo scettro di “regine dei fiori” alla rosa, fra noi Occidentali, che non le proclamiamo Regine perché il loro splendore – purtroppo – si esaurisce in 30 giorni, mentre le rose ci regalano emozioni fino a ottobre inoltrato…
Ma nella loro patria, l’Estremo Oriente e in particolare la Cina, le peonie vincono il titolo: fra l’altro, dal 1903 con la dinastia Qing questo è il fiore nazionale cinese.
Laggiù, sono un elegante quanto anti-elitario simbolo culturale: a Luoyange a Heze, nella Cina centro-orientale, dottori e contadini, manager e casalinghe, politici e spazzini, in totale decine di migliaia di persone pagano un biglietto per sedersi una mezz’ora in meditazione davanti a una peonia in fiore. E i grandi saggi orientali sono sempre ritratti in contemplazione di una peonia.
Perché la peonia (e il mondo vegetale in generale) fa parte del bagaglio culturale e sociale acquisito fin dalla più tenera infanzia, in tutte le classi sociali: come da noi è normale apprezzare e divertirsi a un concerto o al cinema, nelle Terre del Dragone (e del Sol Levante) è altrettanto acquisito trascorrere il proprio tempo libero in ammirazione di una fioritura – delle peonie piuttosto che dei Prunus da fiore – o di una pianta bonsai.
D’altronde in Cina la coltivazione incominciò alla metà del VIII secolo, e data ad allora la varietà “Cento once d’oro’, il prezzo per ammirarne la fioritura, non certo per averne una pianta… E il Giappone, dove le peonie arrivarono attorno all’anno 1000, è oggi il maggior produttore mondiale di queste inebrianti piante.
1. Tutti pazzi per lei
L'Europa colta ne conobbe la sola descrizione - "un fiore simile a quello delle rose, ma di dimensione più grande e portato da steli privi di spine" - alla metà del XVI secolo, ma dovette attendere la fine del XVIII secolo per vedere i primi esemplari.
Li portò dalla Cina il botanico Joseph Banks ed erano peonie arboree (Paconia suffruticosa), che vennero piantate nel Kew Garden di Londra.
Già all'inizio dell'800 scoppiò la peonia-mania, complice un regalo nel 1803 da parte dall'Imperatore della Cina all'imperatrice Giuseppina, di una magnifica collezione di peonie, soprattutto erbacee (P. lactiflora), per il suo giardino della Malmaison.
La creazione di nuove varietà prese avvio nel 1840, quando l'esploratore britannico Robert Fortune portò dalla Cina una ventina di piante.
Da quel momento, si scatenarono i floricoltori di tutta Europa: francesi, olandesi e inglesi in testa. Gli statunitensi seguirono a ruota, tra la fine dell'800 e l'inizio del '900.
Oggi sono gli Usa e l'Olanda i due Paesi europei più vivaci nella creazione di nuove varietà, seguiti da Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia. Da noi è il vivaio Peoniamia (Castel San Pietro, Bo, www.peoniamia.com) a lasciare da 30 anni a bocca aperta, visitandolo in maggio.
In un continuo carosello di tinte, di strabilianti forme e di inebrianti profumi, vi convivono più di 40mila piante, per oltre 300 varietà e ibridi naturali di peonie, su un'estensione di circa 4 ettari di terreno.
2. Arborea, un tesoro da preservare
Pare incredibile, ma la peonia arborea soffre del concreto rischio d'estinzione: in Cina specie e varietà stanno progressivamente scomparendo, decimate dall'impiego farmaceutico delle loro radici.
Forse i cinesi si sono dimenticati di uno dei loro più antichi proverbi: chi pianta una peonia non lo fa soltanto per la sua vita, ma anche per quella dei suoi figli e per quella dei suoi nipoti.
Sacrificano infatti piante che vivrebbero per almeno 200 anni, e anche fino a 300.
Longeva, robusta e autonoma, la peonia arborea o arbustiva è un piacere da coltivare: perfino le cure di cui ha bisogno sono talmente minime da non creare alcuna ansia.
C'è un solo precetto indispensabile da rispettare: la profondità giusta d'impianto. Il punto d'innesto deve sempre rimanere a 10-12 cm di profondità, per venire poi rincalzato negli anni successivi, in modo che l'innesto arbustivo possa radicare, rafforzando la pianta rispetto al "vivace" portinnesto erbaceo.
Per li resto, bastano una buona terra del giardino, una concimazione a fine fioriturae in autunno, e un apporto regolare d'acqua in primavera se non dovesse piovere dal cielo.
L'armonioso cespuglio ci ringrazierà lignificando annualmente una parte dei nuovi getti, e crescendo - assai lentamente - fino a un paio di metri d'altezza. Spoglio durante l'inverno, schiude le gemme già a febbraio e fiorisce in aprile-maggio, mantenendo poi il fogliame fino a settembre.
Il freddo scivola sui nudi rami fino a 20 C° sotto lo zero: anzi, per fiorire, deve sentire i rigori invernali per un certo periodo di tempo. Meglio dunque coltivarla sulle Alpi, piuttosto che in riva al mare.
3. Per pazienti appassionati
Ma le peonie arboree non sono per tutti: non sono per chi ha poca disponibilità economica (una pianta a un ramo parte da 35 euro circa).
Non sono per chi ha fretta: non di rado passano anche 4-5 anni dall'impianto per avere il primo fiore, e anche 6-7 se si conta dall'anno d'innesto.
Non sono per chi cambia idea: ancora più delle erbacee, le arbustive vanno messe a dimora nella posizione definitiva, quella dove prospereranno per centinaia d'anni; non sopportano infatti di venire espiantate e ricollocate, stentano a riprendersi e raramente riescono a crescere di nuovo con rigoglio.
Non sono per la coltivazione in vaso: il loro robusto e profondo apparato radicale soffre già dopo pochissimi anni anche in un mastello, azzerando la fioritura.
Non sono per chi privilegia l'olfatto rispetto alla vista: il profumo è meno intenso rispetto alle erbacee, e alcune varietà ne sono quasi prive, o ne emanano uno quasi sgradevole, troppo cipriato. E non sono per chi ama riempire gli ambienti domestici di fiori recisi: una volta separate dalla pianta, le corolle si sfogliano rapidissimamente, facendo rimpiangere di averle resecate...
Sono invece adatte a chi ha l'equilibrio per attendere tempi e modi, a chi - ogni minuto libero - ama vivere il giardino più che gli ambienti interni, e a chi ne sa apprezzare la bellezza prolungata fino all'autunno, momento in cui i cespugli si ammantano di mille tinte calde, dal giallo al rosso, regalando una seconda stagione di splendore a chi lo sa cogliere.
Le peonie arbustive, infatti, si fanno ammirare anche per il portamento dei rami e del fogliame, inciso e danzante a ogni alito di vento. Poi - certo - anche per i fiori, che però hanno un corto stelo e, staccati dalla pianta, si "spetalano" subito.
Quanto al portamento dei petali e al colore, l'insieme risulta sorprendentemente variato, per forme e tinte, tanto da aver solleticato la fantasia dei Cinesi nel denominare specie e varietà, assegnando loro vere e proprie definizioni ricche di fascino e fantasia.
Cosa dire di 'Montagna splendente fiorita' (foto sotto), 'Rossi bagliori del sole', 'Nuvola bianca dal cuore rosso', 'Bianco fresco profumo', 'Fiore porpora della pianta delle uova' e via elencando? Certo, nella traduzione (ardua) sovente si perde quel mix di armonia, stupore, imprevedibilità e ammirazione che caratterizza le definizioni madrelingua...
4. Con quella erbacea, grandi mazzi. A metà fra arbustiva ed erbacea
La peonia erbacea (P. lactiflora) è più "proletaria", se così vogliamo definirla, a partire dal più accessibile prezzo di vendita (da 5 euro circa in su per una radice), passando per l'adattabilità al vaso (grande) per almeno una decina d'anni, e terminando con la durata dei fiori nell'acqua del vasetto in salotto.
Infatti, gli appassionati di peonie erbacee ne amano il profumo penetrante e particolare che riempie gli ambienti domestici, e la versatilità che permette di recidere i lunghi steli portandosi in casa grandi mazzi colorati e odorosi, in buona forma anche per una decina di giorni se l'ambiente è fresco e l'acqua viene cambiata giornalmente.
Le erbacee, spontanee in America Settentrionale, Europa, Nord Africa e Asia, sono piante perenni le cui radici tuberizzate e fascicolate emettono ogni anno in primavera la parte aerea, che fiorisce in maggio-giugno per poi scomparire con i primi freddi.
I ricacci primaverili partono direttamente dal colletto delle radici carnose, che fungono da serbatoio di accumulo delle sostanze di riserva e permettono alla pianta di superare la stagione fredda senza danni. Ogni anno la pianta produce quindi ex novo i numerosi fusti che portano le foglie e sulla sommità i bottoni florali.
Il cespo, come tutte le piante erbacee perenni, si accresce orizzontalmente, restando però nel corso degli anni sempre della stessa altezza. Anche con loro la cura più importante e ineludibile sta nella messa a dimora, che deve essere ben più superficiale rispetto alla cugina arborea: la corona di gemme sovrastante le radici va coperta appena da 2-3 cm di terra, giusto perché non si asciughi (si dice che "debba sentire le campane").
Disponendole più in profondità rischiamo di non vederle mai fiorire, o di aspettare anni per il primo bocciolo. Anche per le erbacee, consigliare le "migliori" varietà è impresa ardua: dato per scontato che, come per le arboree, tutte le piante offrono ottimi risultati in coltivazione (cioè non esistono varietà più forti o più deboli, resistenti o meno alle malattie ecc.), ogni indicazione può essere solo frutto di un parere personale in termini di estetica...
Gli ibridi intersezionali, chiamati anche "Ibridi di Itoh", sono un incrocio - ritenuto impossibile fino a 50 anni fa - fra peonie erbacee e arbustive con caratteristiche di entrambi i gruppi. Lignificano infatti solo una piccola porzione vicino al suolo e crescono in modo molto simile alle peonie erbacee; presentano però ramificazioni nei fusti, mentre le foglie e i fiori sono simili a quelli delle peonie arbustive.
In autunno tutta la parte aerea si dissecca come nelle peonie erbacee, resistendo però ancora verde fino a ottobre.
Si tratta di piante molto vigorose e resistenti alle malattie fogliari e radicali, senza dimenticare che il loro accrescimento è molto rapido: già in un paio d'anni si possono avere piante grandi.
Anche la fioritura dà maggiori soddisfazioni, perché - pur partendo un po' più tardi, nella prima decadedi maggio- si prolunga spesso fino all'ultima decade di giugno. Vanno coltivate esattamente come le peonie erbacee.
5. Dove metterle e come coltivarle
- DOVE METTERLE
Stanno bene ovunque, tranne che in riva al mare: non sopportano il caldo afoso, il sole rovente e l'aria salmastra. Adorano invece il gelo: in Cina tollerano senza problemi i 40 °C sotto lo zero. Anzi, per la fioritura, necessitano proprio di un certo periodo di tempo al freddo invernale, per cui si vivono benissimo anche sulle Alpi.
Utilizziamole come esemplari i solati, in un punto focale (centro dell'aiuola, ai duelati dell'ingresso, in cima a una collinetta, a bordare le colonne del portico...). Ma anche in macchie (rispettando le distanze fra loro, all'incirca 2 m a pieno sviluppo) abbinando varietà diverse in armonia di colori (le gialle è meglio tenerle separate). Oppure in filare ai lati del vialetto d'ingresso, per un passaggio spettacolare.
Piantiamole tra novembre e febbraio se sono arbustive, tra novembre e aprile se erbacee, in terreno non gelato. Le peonie erbacee vanno lasciate più in superficie: la corona di gemme sovrastante le radici va coperta da 2-3 cm di terra; le peonie arbustive esigono che il punto d'innesto sia a 10-12 cm di profondità, per venire rincalzate negli anni successivi. Lasciamo intorno a loro uno spazio di 1.5 m se erbacee, 2m se arbustive.
- LA RINCALZATURA
Una pratica necessaria per le arbustive nei primi 7-8 anni dall'impianto e sporadicamente in seguito; si effettua in autunno. Consiste nell'ammucchiare una montagnola di terra tutt'intorno ala base del fusto, per coprire la prima parte di legno.
Lo scopo è quello di far radicare l'innesto arbustivo, in maniera che da un lato la pianta si rafforzi grazie a un apparato radicale più esteso, e dall'altro non prenda il sopravvento il portinnesto erbaceo che, essendo più "vivace" tende a sopraffare la marza arbustiva se il punto d'innesto è disposto troppo in alto rispetto alla superficie del terreno.
- COME COLTIVARLE
Richiedono annaffiature abbondanti all'impianto fra febbraio e aprile se il terreno non è umido a sufficienza, poi medie e regolari per tutto il primo anno dall'impianto, soprattutto in primavera. In seguito solo tra marzo e giugno se non piove a sufficienza. Dunque sono ecosostenibili.
Si concimano in marzo e in novembre con un prodotto granulare a lenta cessione per arbusti da fiore (es. per rosai) o da giardino. La concimazione autunnale può essere effettuata anche con un prodotto organico: letame ben maturo, stallatico pellettato, compost, cornunghia ecc. Eliminiamo i fiori sfioriti se non ci interessano i frutti, dall'architettura barocca.
- I NEMICI
La muffa grigia (Botrytis paeonia e B. cinerea) appare soprattutto nelle primavere molto piovose: provoca il marciume dei getti, che imbruniscono e si ricoprono di muffa grigiastra; ai primi segni bisogna trattare con un anticrittogamico contro la muffa grigia.
L'anguillosi fogliare è causata da Nematodi (Achelenchoides olesistus)che attaccano le foglie, che si presentano clorotiche e traslucide e poi marciscono o disseccano, mentre le piante colpite hanno fioriture stentate: bisogna trattare il terreno circostante la peonia con un prodotto nematocida (anche biologico).
Le cetonie (Cetonia aurata, foto sotto, e altre, inclusa Popillia japonica) sono ghiotte di nettare contenuto alla base dei petali e, per assaporarlo, distruggono l'intero fiore; non sono eliminabili se non raccogliendole a mano e liberandole in aperta campagna (la Popillia invece va schiacciata per la sua pericolosità).
- ANCHE IN VASO
In contenitore resistono solo le peonie erbacee, in un diametro iniziale di almeno 30 cm e rinvasando fino a 45-50 cm. Il drenaggio dev'essere ottimo e il terriccio per metà per piante da fiore e per metà di foglia.
Le annaffiature devono essere regolari anche d'estate, e bisogna aggiungere una concimazione a fine giugno con il prodotto granulare.