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Marijuana: i veri pericoli

La Cannabis (nota anche come marijuana, ganja, pot, kif, hemp e almeno altri trecento nomi diversi), e’ una delle piu’ antiche piante psicoattive conosciute dall’umanita’.

In realtà, per il suo status illegale, la cannabis rimane ancora una pianta quasi sconosciuta sotto il profilo scientifico anche se compare per la prima volta oltre 5.000 anni fa come antidoto per emicrania e insonnia in un manuale di medicina dell’imperatore cinese Shen Nong.

Originaria delle regioni dell’Asia Centrale, lungo il corso dei secoli si e’ diffusa praticamente ovunque, superando ogni tipo di avversità ambientale.

Possiamo trovarla in tutto il bacino mediterraneo e nelle Americhe, nelle regioni più interne dell’Africa e in nord-Europa, nel continente australiano e nell’Oriente più estremo.

L’Istituto Superiore di Sanità ha fato sapere che “la cannabis genera un’assuefazione, al pari di farmaci come gli ansiolitici, comunque minore rispetto ad altre sostanze come la nicotina contenuta nelle sigarette”.

Secondo il più recente studio sugli effetti del thc dell’Università del Queensland in Australia pubblicato su Lancet, l’erba induce dipendenza solo nel 9% dei consumatori, mentre la nicotina colpisce il 32% dei fumatori e l’alcool il 15% dei bevitori.

Attualmente in Italia, in due centri di ricerca, a Rovigo e Firenze, si può coltivare per scopi medici la marijuana, l’erba che per i suoi effetti positivi e negativi divide da sempre gli scienziati. Vediamo il perché.

1. La marijuana “terapeutica”

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Lo Stato italiano è diventato produttore di marijuana.

I ministeri della Difesa e della Salute hanno dato il via libera alla produzione dell’erba preferita da Bob Marley ma solo per scopi medici.

Si tratta della marijuana “terapeutica”, un termine generico che ne riassume tutte le applicazioni mediche: dai farmaci sperimentali a infusioni e aerosol.

Nel 2014 le aziende Farmalabor di Canosa di Puglia e Acef di Fiorenzuola d’Arda sono state autorizzate a distribuire farmaci derivati dall’erba fino a oggi acquistata all’estero.

A partire dall’inizio del 2015, invece, le piante di marijuana destinate ai malati si coltivano nello stabilimento chimico dell’Istituto farmaceutico dell’Esercito a Firenze.

Le regioni Toscana e Puglia hanno già approvato una legge per consentirne l’utilizzo terapeutico ma quello degli effetti dell’erba, negativi e positivi, è da sempre un argomento controverso che divide scienziati, politici e opinione pubblica.

A raccogliere per primo l’appello lanciato l’estate scorsa dal New York Times, il più autorevole quotidiano statunitense, per liberalizzare la marijuana negli Usa, dove già si può fumare erba in 37 Stati, è stato Umberto Veronesi (nella foto), oncologo di fama internazionale ed ex ministro della Salute.

«La marijuana non fa male e i presunti danni derivati dagli spinelli sono inesistenti», ha spiegato Veronesi. «Perfino l’Organizzazione mondiale della sanità, consapevole degli ultimi dati scientifici sul tema, ha invitato i governi a depenalizzarne l’uso personale».

2. Oltre 400 sostanze

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La ricerca medica si concentra non solo sugli eventuali danni indotti dalle “canne” ma sulle proprietà benefiche dell’erba.

«La marijuana è derivata dalla cannabis o canapa in italiano, una pianta originaria del continente indiano che cresce nei climi tropicali e contiene oltre 400 sostanze, tra le quali il thc, abbreviazione di delta-9-tetraidrocannabinolo (nella foto), il principio attivo dello sballo che si accumula sotto forma di resina su inflorescenze che crescono come cime sui rami», ha spiegato ripetutamente Gianpaolo Grassi, primo ricercatore del Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) di Rovigo e responsabile della prima piantagione di marijuana autorizzata in Italia per scopi scientifici.

«Si conoscono già le proprietà dei semi e dell’olio di cannabis, che non contengono thc e sono ricchi di acidi grassi come Omega 3 e Omega 6 che rallentano l’invecchiamento», continua Grassi, «e adesso la comunità scientifica è interessata a studiare anche gli effetti positivi del thc».

"Il thc agisce su due recettori del cervello umano, Cb1 e Cb2, che controllano movimento, appetito, percezione del dolore e sono concentrati soprattutto nel sistema nervoso centrale e nel midollo spinale", ci fa sapere l’Istituto Superiore di Sanità, l’ente pubblico con compiti di ricerca, controllo e monitoraggio in materia di salute.

«E quando il thc si lega a questi recettori esercita per esempio un’azione antiemetica regolando i centri del vomito nel cervello e riducendo la nausea, dovuta per esempio al mal di mare o a trattamenti farmacologici pesanti come la chemioterapia per la cura del cancro».

Per quanto riguarda invece l'olio ricavato dai semi di canapa, uno dei principali testimonial delle proprietà nutritive di quest’olio è stato il ciclista statunitense David Zabriskie che nel 2011 ha affrontato i 3.430 chilometri del Tour de France seguendo una dieta vegana basata anche su farine di semi e olio di cannabis.

L’alta concentrazione di acidi grassi Omega 3 e Omega 6 si è rivelata una manna per arrestare l’invecchiamento della pelle e controllare la presenza dei grassi nel sangue.

In Italia, il ministero della Sanità ha autorizzato già da alcuni anni la commercializzazione di prodotti salutistici e integratori alimentari a base di olio e semi di canapa.

3. Erba anestetica

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Il principio attivo della marijuana stimola l’appetito e la buona tavola ma si è rivelato anche un rimedio efficace contro i dolori lancinanti.

Al contrario della maggior parte degli anestetici che attenuano il dolore dei muscoli o dall’apparato scheletrico, il thc agisce in forma diretta sul dolore neuropatico, una forma cronica indotta da un cortocircuito tra le fibre nervose di cui è fatto il cervello e i centri del dolore.

Si tratta di un male presente in pazienti che hanno subito paralisi, amputazioni, lesioni del midollo spinale e persone affette da malattie degenerative come Sclerosi multipla e Parkinson. Il thc contribuisce a ristabilire una comunicazione corretta tra le diverse aree del cervello.

In alcuni casi poi, sono stati sperimentati farmaci a base di thc per la cura del glaucoma, una malattia degli occhi che può provocare danni permanenti: il thc abbatte la pressione oculare, uno dei principali fattori di rischio per questo genere di patologia.

In realtà, per il suo status illegale, la cannabis rimane ancora una pianta quasi sconosciuta sotto il profilo scientifico anche se compare per la prima volta oltre 5.000 anni fa come antidoto per emicrania e insonnia in un manuale di medicina dell’imperatore cinese Shen Nong (nella foto).

Per studiarne tutte le proprietà è in corso la prima mappatura genetica della cannabis nell’ambito del progetto europeo MultiHemp, coordinato a livello italiano dall’Università del Sacro Cuore a Piacenza. Il Dna completo della cannabis sarà sequenziato in Olanda entro il 2017.

4. Dipendenza: sì o no?

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La marijuana, come altre droghe, è sul banco degli imputati perché provoca dipendenza.

L’Istituto Superiore di Sanità ha fatto sapere che "la cannabis genera un’assuefazione, al pari di farmaci come gli ansiolitici, comunque minore rispetto ad altre sostanze come la nicotina contenuta nelle sigarette".

Secondo il più recente studio sugli effetti del thc dell’Università del Queensland in Australia pubblicato su Lancet, l’erba induce dipendenza solo nel 9% dei consumatori, mentre la nicotina colpisce il 32% dei fumatori e l’alcool il 15% dei bevitori.

Rimane il problema delle sigarette: la marijuana si fuma insieme al tabacco, un killer per la salute umana. E sarebbe un paradosso parlare di terapie che prevedono l’uso delle “bionde”.

«La cannabis si può aspirare anche con un aerosol, un vaporizzatore che non richiede tabacco», si legge nella relazione effettuata per conto dell’Istituto superiore di sanità.
«E sarebbe un sistema che garantisce l’assimilazione immediata e completa del principio attivo. Una pastiglia o una pillola a base di thc, come qualsiasi altro farmaco assunto per bocca, non sarebbe in grado di assicurare oltre il 70% di assorbimento».

A oggi la marijuana in Italia è classificata dal Ministero dell’Interno tra le sostanze illegali alla stregua di altre droghe come cocaina, eroina e anfetamine. La pessima reputazione è dovuta a effetti sul cervello che possono degenerare in forme di ansia e psicosi.

Una recente ricerca pubblicata sul Journal of Neuroscience, realizzata negli Usa dalla scuola di medicina della Northwestern University in collaborazione con il Massachusetts General Hospital e l’Harvard Medical School, dimostrerebbe che basta qualche fumata occasionale per danneggiare il cervello, soprattutto nei più giovani.

Il thc, in base a questo studio, rallenta lo sviluppo cognitivo degli adolescenti, riduce il rendimento scolastico e lavorativo compromettendo a livello fisico forma, volume e densità di alcune aree del cervello.



5. L’erba nel mondo

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  • In Europa
    - Legalizzata ogni forma di consumo: Olanda
    - Legale coltivarla: Spagna (fino a 200 grammi a persona), Svizzera (fino a 4 piante a persona)
    - Depenalizzata: Belgio (fino a 3 grammi a persona) Portogallo (fino a 25 grammi a persona)
  • In America
    - Nel 76% del territorio statunitense si può acquistare erba in farmacia.
    - In California o a New York serve una prescrizione medica mentre in Colorado e nello stato di Washington basta presentarsi al banco con un documento di identità.
    - Negli Usa 37 Stati su 50 hanno legalizzato la marijuana seguendo in parte l’esempio dell’Uruguay dove anche lo Stato è diventato coltivatore e distributore di erba.
    - Anche nella vicina Argentina hanno depenalizzato gli spinelli.
  • In farmacia...
    La marijuana terapeutica prodotta dalla Farmalabor di Canosa in Puglia si può acquistare in Italia a partire dall’8 maggio del 2014. I farmaci si chiamano Bedrocan, con il 19 per cento di thc, e Bedrobinol, con una concentrazione del 12% di thc. «Sono infiorescenze che si possono assumere in tisane, infusi o decotti o per inalazione», spiega Pietro Siciliano, responsabile della comunicazione scientifica di Farmalabor. «Ma Farmalabor vende i prodotti solo alle farmacie, per specifiche tipologie di pazienti e su prescrizione del medico».
  • ... e con consegna a domicilio
    - A San Francisco è nata Eaze, una start-up per la consegna rapida della marijuana terapeutica.
    - Mentre a Seattle chi è in possesso del tesserino medico per acquistare erba può scaricare Canary, una app per smartphone per ordinare a casa fino a 30 grammi di erba scegliendo da un menù con varie qualità.
    - In Colorado, invece, sono arrivati i distributori automatici. La prima macchina, dotata di un sistema di verifica di età e identità dei clienti attraverso una videocamera e il controllo dei documenti è stata installata in una parafarmacia.








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