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Mastino Tibetano: un cane da record

Lo sapevate che un esemplare di Mastino Tibetano, e precisamente un mastino rosso, si è assicurato il primato di cane più costoso del mondo? Il cane in questione, di nome Big Splash, è stato comprato da un milionario cinese per un totale di quasi 10 milioni di yuan pari a 1.1 milioni di euro. Il suo valore spropositato lo ha fatto entrare nel Guiness dei primati come il cane più costo del mondo! Prima di Big Splash i cani più costoso al mondo erano altri due mastini tibetani di nome Red Lion e Yangtze River Number Two. Una vera razza da record!

Il Mastino Tibetano (Tibetan Mastiff) è l’antenato di numerosi “mastodonti” della specie canina, e a questo proposito, figura in tutte le opere di cinologia. Peraltro, bisogna confessare che, fino a non molto tempo fa, ben pochi cinofili avevano avuto il privilegio di osservarlo realmente. Così possiamo citare il testo del dottor Luquet, autore di “Dogues et Bouledogues”, che ammetteva si trattasse di un cane “totalmente sconosciuto nelle nostre contrade” e che egli stesso non ne aveva mai incontrati in 50 anni di frequentazione assidua delle esposizioni canine.

I mastini tibetani sono dei cani potenti e ben costruiti, il cui aspetto, che è contemporaneamente maestoso e pieno di bontà, può comunque impressionare. Ma non dobbiamo lasciarci ingannare: il mastino tibetano ha assimilato la saggezza orientale e, pur avendo un carattere forte, il suo umore è molto stabile

Alcuni dati sulla razza:

FCI – Standard N° 230 / 02.04.2004 / GB
DO-KHYI (Tibetan Mastiff)
ORIGINE : Tibet
PATROCINIO : FCI
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VALIDO : 24.03.2004
UTILIZZO : Cane da guardia e compagnia
CLASSIFICAZIONE F.C.I. : Gruppo 2 Pinscher e Schnauzer-Molossoidi – Cani Bovari Svizzeri
Sezione 2.2 Molossoidi / Cani da montagna / Senza prova di lavoro.

 

Prima di addentrarci nei dettagli di questa splendida razza, vediamo una bella galleria di foto di questi cani:

 

Ecco un bel video-documentario:

Scopriamo da vicino questo bellissimo “peluche” gigante. 

1. Mastino Tibetano - Origine e storia

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Il Mastino Tibetano era forse sconosciuto in Europa, ma questo non gli impediva affatto di essere famoso per il suo aspetto tutt'altro che banale e in particolare per la sua taglia che si riteneva gigantesca. Aristotele stesso non aveva forse detto, riferendosi a lui, che si sarebbe potuto credere di trovarsi dinnanzi al "prodotto dell'incrocio tra un cane e una tigre"?

In effetti, questa leggenda che circonda il mastino tibetano trova un'ulteriore conferma nel racconto di Marco Polo: "Essi hanno dei cani mastini, grandi come degli asini, che sono molto abili nel prendere le bestie selvatiche... una razza di cani così feroci e arditi, che 2 di essi potrebbero attaccare un leone". Così scriveva il famoso viaggiatore nel 1298 nel suo libro "Il Milione", nel  capitolo dedicato a "quelle genti cattive della provincia del Tibet".

Senza dubbio, il celebre esploratore non faceva che riportare delle frasi ascoltate alla corte del Gran Mogol nel 1271, cioè 20 anni prima di scrivere le sue memorie. Comunque sia, il suo Mastino Tibetano grande come un asino, non era niente in confronto alla chimere, ai liocorni e ad altri animali favolosi che riempivano i bestiari dell'epoca: nel XV secolo, il poeta inglese Chaucer paragonava la taglia dei Mastiff a quella  dei cervi, mentre il padre gesuita Campion, nella sua Storia d'Irlanda pubblicata nel 1570, disse di aver visto dei Wolfhound grandi come i puledri. Del resto, gli asini di quel tempo non raggiungevano il metro e 20 al garrese.

Comunque per gli occidentali, l'antenato di tutti i giganti della specie canina non poteva essere che smisuratamente grande. Tale era per lo meno l'avviso di certi cinofili del XIX secolo che partirono alla ricerca di questo cane da favola. E dovettero essere molto  delusi: il professor Max Siber, che percorse tutti i contrafforti dell'Himalaya, non trovò che degli esemplari di taglia molto simile a quella dei molossi conosciuti e di tipo piuttosto variabile; ne concluse che il Mastino Tibetano dovesse vivere  in contrade ancora più remote e che non potesse che "rammollirsi", cioè degenerare, lasciando i climi rigidi e l'aria rarefatta degli altopiani. La sua taglia, spiegava il professore, aveva dovuto ridursi alle basse attitudini per effetto della  pressione barometrica evidentemente maggiore.

Max Siber, nella sua opera "Der Tibethund (Il cane del Tibet)", apparsa nel 1897, indicò, dunque, una tagli ache poteva raggiungere i 90 cm e un peso di 100 kg. Poi fece eseguire un ritratto ideale del  Tibetan Mastiff dal disegnatore di animali Richard Strebel, il quale, più tardi, quando ebbe occasione di osservare un esemplare autentico, fu senz'altro sgomento per l'inesattezza del suo disegno e iniziò immediatamente un secondo ritratto più  inerente alla realtà. Tra la metà e la fine del XIX secolo, il mastino tibetano era comunque arrivato in Europa: dai primi esemplari che si riuscì ad importare, nacquero delle rare cucciolate, e di fatto questi cani, per quanto impressionanti,  possedevano delle misure che non avevano nulla di eccezionale.

Nel 1879 Vera Shaw, nel suo libro Book of the Dog, diceva di essi: "Assomigliano a un Terranova dall'aria scontrosa, con la coda portata ben al di sopra del dorso, di colore generalmente nero focato". In quell'epoca i Terranova non erano eccessivamente grandi. Molti di questi esemplari si acclimatarono male in Europa e morirono prematuramente. Così, la coppia che si procurò il visconte d'Orléans produsse una cucciolata, "in un'estate  di grande calore", precisa Paul Mégnin, ma poco dopo morirono tutti. Allo stesso modo, i 2 esemplari provenienti da Diggarschee, di cui il dottor Wallich fece dono al giardino zoologico di Londra, si estinsero rapidamente. Il conte Szechenlii, da  parte sua, riuscì ad avere 3 Mastini Tibetani, ma, sfortunatamente, questi cani si dimostrarono terribilmente aggressivi al punto che se ne dovette abbattere uno, perché aveva ferito il suo padrone e assalito una persona. Secondo il dottor Luquet,  uno di questi esemplari deve esistere ancora, impagliato, nel museo della Scuola Veterinaria di Maison-Alfort: i curiosi possono controllare.

Quelle prime importazioni delusero, quindi, i numerosi cinofili avidi di sensazioni forti. L'infatuazione  per questa razza si esaurì rapidamente: non solo questo mitico cane non era grande come si era creduto, ma c'erano anche grosse difficoltà nel riuscire a farlo adattare alle condizioni di vita europee, nonché nel tentare di renderlo più docile.  Malgrado la perseveranza di alcuni allevatori inglesi (negli anni 30 si iniziò un allevamento e un primo standard della razza vide luce in Gran Bretagna), il Mastino Tibetano cadde praticamente nell'oblio. Si dovette attendere l'inizio degli anni 70  perché gli allevatori Europei ed Americani si preoccupassero finalmente di salvare la razza.

Era tempo, in quanto l'avanzata dei Cinesi sul "tetto del mondo" minacciava già la civiltà tradizionale tibetana e di conseguenza l'esistenza stessa dei suoi  cani. Attualmente, la maggior parte dei Tibetan Mastiff proviene in effetti dal Nepal, paese confinante col Tibet, che si è aperto agli occidentali a partire dal 1950 e che si interessa ugualmente al destino di questi cani, come è testimoniato dalla  presenza di un Kennel Club nepalese. Da 10 anni l'allevamento occidentale si è ben sviluppato, ma la sintesi dei differenti tipi è ancora solo agli inizi, in quanto i Mastiff di questa regione dell'Asia, sono molto più vari di quanto si possa credere.  Né Inglesi, né Americani, Olandesi o Tedeschi, che sono essenzialmente i responsabili del rinnovamento della razza, sono ancora riusciti a unificarla, così come è dimostrato dalle successive redazioni degli standard in Germania e in Gran Bretagna,  nei quali il Mastino Tibetano appare sensibilmente diverso, se non addirittura trasformato, dall'idea che si aveva di lui precedentemente.

2. Mastino Tibetano - Le prime importazioni in Europa

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Gli Inglesi furono senza dubbio i primi ad importare il Mastino Tibetano, che essi potevano trovare in India, nei loro possedimenti. Così, un esemplare che rispondeva al nome di Stiring, fu regalato al principe di Galles, e lord Harding, nel 1847, ne acquistò uno, il celebre Bru. Qualche decennio più tardi il maggiore W. Douglas portò in patria un Mastino Tibetano dopo un epico viaggio (descritto nel New Book of the dog, pubblicato nel 1907). Arrivato finalmente a destinazione, Beothian fu esposto al Crystal Palace nel 1906. Verso il 1928, il colonnello Eric Bayley mostrò uno dei suoi Tibetan Mastiff, Tomtru, all'esposizione dei Cruft e, nel 1935, il colonnello Duncan riuscì a trovare, nella regione himalayana di Ladakh, un riproduttore per la sua femmina acquistata in Gran Bretagna: è a questi due allevatori che si deve il primo ceppo europeo, oggi sfortunatamente estinto.

Nell'Europa continentale si intrapresero dei tentativi di allevamento fin dalla fine del XIX secolo. Una prima cucciolata era stata registrata, in effetti, in Germania nel 1898, ma si dovettero attendere gli anni precedenti la seconda guerra mondiale per veder costituito un vero ceppo europeo: nel 1939 il dottor Schaffer  acquistò diversi esemplari a Lhassa che costituirono questo nuovo ceppo del Mastino Tibetano, piuttosto diverso del resto dall'allevamento inglese. Si può, dunque, affermare che, anche se la razza è rimasta per lungo tempo nascosta al grande pubblico, ciò non significa che non fosse presente in Europa da svariati decenni.

3. Mastino Tibetano - Carattere e comportamento

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Se l'aspetto del Tibetan Mastiff può variare molto da un esemplare all'altro, la razza è invece piuttosto omogenea per quanto riguarda il temperamento. Il Mastino Tibetano non è sicuramente quell'animale selvaggio e pericoloso descritto in passato; al contrario, è piuttosto calmo, di umore non variabile, ed è abbastanza facile vivere con lui, purché si impari rapidamente a confrontarsi con il suo carattere forte nel quale resta sempre ben ancorato un fondo di indipendenza.

In effetti, questo cane può essere piuttosto testardo e disobbediente. E' dunque necessario intraprendere un'educazione molto precoce, in cui la pazienza si allei a una grande fermezza, esente comunque da ogni forma di brutalità. Per quanto riguarda la coabitazione, questo cane dal temperamento dominante non è certo disposto a un suo congenere ma non è neppure un attaccabrighe per principio; il comportamento del Mastino Tibetano non differisce per nulla da quello di tutti i grandi cani: la coppia, maschio e femmina, non crea mai dei problemi.

Con gli sconosciuti, invece, lo scontro è inevitabile tra due dominanti dello stesso sesso, al di fuori di ogni considerazione di taglia o di razza. Con i bambini questo cane dà prova di grande pazienza e indulgenza. Il Mastino Tibetano possiede un carattere molto stabile e una natura  che ama la discrezione (in contrasto con la sua mole che raggiunge gli 80 kg) e non si arrabbia facilmente, in quanto non rivela il suo atavico istinto di cane da guardia se non quando sia necessario; in questo caso allora può assumere un aspetto impressionante: si gonfia, emette un sordo brontolio, e peggio per chi non vorrà dare ascolto a questo suo solenne avvertimento.

4. Mastino Tibetano - Le basi del ceppo attuale

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I Mastini Tibetani attuali provengono dall'importazione iniziata negli anni 70. Un primo maschio di nome Kalu arrivò negli Stati Uniti nel 1969. Due femmine, Yulha e Kipu, importate poco dopo, diedero alla luce le prime cucciolate americane. Numerosi cani, provenienti dal Nepal e dall'Europa, completarono, in seguito, il ceppo americano. Anche gli Europei non sono rimasti inattivi. Nel 1972 gli svizzeri fecero arrivare dal Napal il loro riproduttore Castor, padre della prima cucciolata continentale.

Gli allevatori olandesi ricevettero 4 esemplari nel 1977. L'allevamento tedesco si era distinto per la presenza del campione Tu-Bo, arrivato dal Nepal nel 1979. Il ceppo francese è stato costituito  a partire dal 1982 con degli esemplari venuti dai Paesi Bassi prima e dalla Svizzera poi: Nirvan Van Desaal, importati dalla signora Kerhervé e iscritta come numero 1 al LOF nel 1983, diede alla luce la prima cucciolata nel 1984. Ma sono stati, soprattutto, gli esemplari che ha allevato l'attore Alain Delon che hanno contribuito, in gran parte, a far conoscere la razza al grande pubblico. L'allevamento del Mastino Tibetano è ancora poco sviluppato, anche se è diffuso in molto paesi. In Italia i primi esemplari sono stati importati dalla Germania e attualmente esistono una mezza dozzina di allevamenti.



5. Standard del Mastino Tibetano

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Aspetto generale
Potente, pesante, ben costruito, dotato di una buona ossatura, impressionante per l'aspetto che desta poso affidamento.

Caratteristiche
Buon compagno; cane da guardia e da difesa, si forma lentamente, raggiungendo il meglio della forma solamente all'età di 2 o 3 anni nella femmina e di almeno 4 anni anni nel maschio. La lunghezza del tronco deve superare di poco l'altezza al garrese.

Temperamento
Distante e protettivo

Testa
Piuttosto larga, pesante e forte.
Cranio: massiccio: bozza occipitale e stop fortemente marcati; la lunghezza del cranio, dall'occipite allo stop, è uguale a quella della canna nasale, dallo stop all'estremità del tartufo, ma la canna nasale può essere un po' più corta.
Muso: è di buona larghezza, pieno e quadrato, sia visto di faccia sia di profilo. Abbastanza ampio, bello pieno e profondo. Il tartufo è largo e ben pigmentato.
Naso: largo, il più scuro possibile in relazione al colore del pelo, narici ben aperte.
Labbra: ben sviluppate e che coprono la mascella inferiore. 
Mascella - Denti: mascella forte con una perfetta, regolare e completa chiusura a forbice (gli incisivi superiori si sovrappongono in modo aderente agli incisivi inferiori dando una forma quadrata alla mascella). Livello di chiusura accettabile. La dentatura combacia precisamente.
Occhi: di media grandezza, tutti le gradazioni di marrone in relazione al colore del pelo, da preferirsi le tonalità più scure possibili. Posizionati ben distanti, ovali e leggermente obliqui. Le palpebre avvolgono perfettamente la pupilla. Espressione 
di dignità.
Orecchie: di media grandezza, triangolari, pendenti, posizionate tra il livello del cranio e degli occhi, ricadenti in avanti e pendenti attaccate al capo; portate in avanti quando attento. La pelle delle orecchie è ricoperta da un pelo soffice e corto.

Collo
Forte, muscoloso, ben tornito. Non ci deve essere eccessiva presenza di giogaia. Il collo è coperto da una folta criniera il cui pelo si può rizzare.

Arti anteriori
Dritti, ben angolati, coperti da pelo forte.
Spalle : Ben inclinate, muscolose.
Gomiti : Non girati verso l’interno né verso l’esterno
Avambracci : Diritti. Forte ossatura..
Metacarpi (Pastorali) : Robusti, leggermente inclinati.

Arti posteriori
Potenti, muscolosi, con buona angolazione. Visti da dietro paralleli.
Coscia superiore : piuttosto lunga; forte, con buoni muscoli solidi, ma non rigonfi (sporgenti).
Grasselle : ben inclinate.
Garretti : solidi, posizionati bassi.
Speroni : facoltativi

Corpo
Forte; il dorso è diritto, muscoloso e la groppa è quasi impercettibile. Il petto è profondo e di larghezza moderata; le costole sono ragionevolmente cerchiate in modo da creare una cassa toracica a forma di cuore. La regione dello sterno scende al di sotto dei gomiti. La lunghezza del corpo è leggermente superiore all'altezza al garrese.

Piedi
Arcuati, di media grandezza e ben chiusi, sono ben provvisti di pelo fra le dita; i polpastrelli sono ben elastici.

Coda
Di lunghezza media, non supera la punta dell garretto. Attaccata alta a livello della linea superiore. Si arrotola di lato sul dorso. E' ricoperta di lunghi e folti peli.

Portamento e movimento
Movimento potente, sciolto, sempre leggero ed elastico. Nelle andature rapide il cane tende ad avvicinare gli arti ad un piano mediano. Il passo appare lento e misurato.

Pelo
La qualità è più importante della quantità. Duro; fitto, pelo di guardia non eccessivamente lungo, con sottopelo folto e piuttosto lanoso nei mesi freddi, che si dirada nei mesi più caldi. Nei maschi il pelame è notevolmente più folto che nelle femmine. Pelo fine ma duro, dritto e non eretto. Mai setoso, riccio o ondulato. Collo e spalle ben coperte, che danno un’apparenza di criniera. La coda folta e densamente coperta; Pelo abbondante nella parte posteriore superiore delle cosce.

Colore
Nero intenso, con o senza focature; blu, con o senza focature; gold (fulvo) in tonalità dal miele fino al rosso, con o senza carbonature. Tutti i colori devono essere il più puri possibili. Le focature vanno da un intenso colore castagno fino a una tonalità più chiara.Stella bianca sul petto ammessa. Accettate piccole chiazze bianche sui piedi. Focature al di sopra degli occhi, nella parte inferiore delle zampe e nella parte sottostante la coda. Focature nella zona del muso. Tollerate macchie a forma di “occhiali” attorno agli occhi.

Misura:
Altezza al garrese:         
Maschi:    66 cm (26 ins) minimo.
Femmine: 61 cm (24 ins) minimo.

Peso: da 64 a 82 kg.

Difetti
Qualsiasi scostamento da quanto precedentemente detto deve essere considerato come difetto che sarà penalizzato in funzione della sua gravità e delle sue conseguenze sulla salute e sul benessere del cane.

Difetti gravi

  • Mancanza di salute e condizioni di forma.
  • Testa leggera o troppo rugosa
  • Labbra pendenti
  • Giogaia pronunciata
  • Orecchie grandi e/o posizionate basse
  • Occhi chiari o espressione assente (fissa).
  • Scarsa pigmentazione, in particolare del tartufo.
  • Costole a botte
  • Coda strettamente arricciata sopra le anche
  • Posteriori eccessivamente angolati o dritti.
  • Movimento impacciato, innaturale.
  • Altezza sotto il minimo, 2 cm di tolleranza

Difetti eliminatori

  • Soggetti aggressivi o eccessivamente timidi
  • Chiusura prognata o enognata.
  • Tutti gli altri colori non menzionati: bianco, crema, grigio, marrone (fegato), lilla, sabbia, tigrato, multicolore.
  • Tutti i cani che mostrino evidenti anomalie fisiche o comportamentali vanno squalificati.

N.B. : I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali discesi dallo scroto.






Note

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