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Maria Stuarda: la regina scozzese che non regnò mai nel suo Paese

Maria Stuarda divenne regina di Scozia nel 1542, quando aveva solo una settimana di vita, a seguito della morte del padre Giacomo V.

Egli voleva ardentemente un erede maschio, e la nascita di una femmina provocò in lui una cupa disperazione, tanto che sul letto di morte pronunciò parole che si riveleranno profetiche per Maria: «Da una donna ci è venuta la corona, con una donna essa perirà».

Maria fu incoronata solennemente il 9 settembre 1543 all’età di nove mesi, e assunse la reggenza del regno la madre Maria di Guisa. Il mito di Maria è legato alla sua tragica morte.

Pare fosse una donna molto affascinante, che non attraeva gli uomini solo per il titolo o per la bellezza, ma anche per le sue qualità intellettuali, molto decantate dagli scrittori francesi durante la sua permanenza in Francia.

Dal suo secondo matrimonio con Lord Darnley nacque il futuro re, Giacomo, che alla fine riuscì ad unire sotto un’unica corona Inghilterra e Scozia.

Maria fu usata fin dalla nascita come pedina di scambio negli intrighi di corte dell’epoca: ma la sua maggiore disgrazia fu quella di essere cugina di Elisabetta I d’Inghilterra, di cui fece male a fidarsi.

Ma chi era Maria Stuarda di Scozia? Scopriamolo insieme.

 

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1. Una fanciulla nobile...

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Maria Stuart nacque l’8 dicembre 1542 a Linlithgow, a una trentina di chilometri da Edimburgo, da re Giorgio V Stuart di Scozia e dalla sua seconda moglie Maria di Guisa, una principessa francese appartenente a una della più nobili e importanti famiglie di Francia.

Appena due settimane prima, il 24 novembre, Giorgio V Stuart era stato sconfitto dagli inglesi a Soway Moss e per il dispiacere sarebbe morto il 14 dicembre.

Essendo l’unica erede legittima, Maria divenne così regina di Scozia all’età di sei giorni.

Immediatamente si trovò al centro di intrighi: sia gli inglesi sia i francesi speravano di mettere le mani sulla Scozia facendole sposare un loro candidato.

Quando Maria aveva solo sei mesi, il re inglese Enrico VIII costrinse gli scozzesi a un accordo per farle sposare il proprio figlio Edoardo (che aveva sei anni).

Preferendo l’alleanza con Parigi, la madre di Maria si oppose e nascose sua figlia per impedire che venisse consegnata agli inglesi in attesa del matrimonio.

Enrico VIII reagì scatenando quello che fu chiamato “il brutale corteggiamento”, ossia l’invasione della Scozia per cinque anni (senza peraltro riuscire a piegare la regina madre).

 

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2. “La più perfetta” va in Francia

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La piccola Maria venne trasferita in Francia dove ricevette la migliore educazione possibile: oltre lo scozzese parlava il francese, il latino, il greco, lo spagnolo e l’italiano.

Suonava il liuto e il virginale (un antenato del clavicembalo) e sapeva cavalcare, cacciare con il falcone e ricamare.

Crescendo, acquisì dalla madre l’altezza (misurava circa 1,80 metri) e la bellezza: in Francia la chiamavano la plus parfaite, la più perfetta.

La sua caratteristica più apprezzata era la pelle bianchissima, ma Maria era anche generosa, vivace e amabile, capace di instaurare immediatamente un rapporto di confidenza con chi la incontrava.

Il 24 aprile 1558 finalmente si sposò con Francesco II, figlio del re francese Enrico II e suo erede al trono. La vita sembrava schiuderle un tranquillo avvenire come futura regina di Francia.

Invece, dopo pochissimi mesi, il 17 novembre di quello stesso anno, morì Maria Tudor, ultima regina cattolica d’Inghilterra. Le successe la sorellastra Elisabetta, anch’essa figlia di Enrico VIII Tudor.

Ma c’era un’altra erede legittima al trono d’Inghilterra ed era proprio Maria Stuart: sua nonna Margherita, infatti, era sorella di Enrico VIII.

Poiché Elisabetta era considerata illegittima da molti stati europei (in quanto suo padre Enrico VIII aveva ripudiato la madre di Elisabetta, Anna Bolena), c’era la possibilità di rivendicare il trono inglese per Maria: una opportunità politica che Enrico II di Francia, in quanto suocero di Maria, non si lasciò sfuggire.

Iniziò da qui la lunga contesa che vide contrapposte Maria, sostenuta dal mondo cattolico, ed Elisabetta, che invece raccoglieva le simpatie del mondo anglicano e protestante.

Nel 1559 Enrico II morì inaspettatamente in un torneo: gli successe Francesco II e di conseguenza Maria diventò regina di Francia. La situazione avrebbe potuto stabilizzarsi se l’anno successivo non fosse morto anche Francesco per una infezione al cervello.

Curiosità: Maria si firmava Stuart, non Stewart! Fu il primo membro della casa reale scozzese a utilizzare la grafia francese Stuart: quella usata fino a quel momento era l’inglese Stewart. L’adottò durante la sua permanenza in Francia e continuò sempre a usarla, imitata dai suoi discendenti.

 

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3. Resta vedova e torna in Scozia

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Maria aveva appena 18 anni e si trovava a essere regina vedova.

Ruolo impossibile da sostenere in Francia, dove c’era già un’altra regina vedova, Caterina de’ Medici, madre di Francesco II.

Fu lei a ordinare a Maria di togliersi di mezzo e tornare in Scozia. E qui cominciarono i guai veri. La situazione nel suo Paese natale era infatti profondamente cambiata.

Il Parlamento aveva scelto di abbracciare la religione calvinista: così quando Maria, che era cattolica, sbarcò in Scozia nel 1561 scoprì di essere malvista dal popolo.

Cercò allora degli alleati: tentò inutilmente di incontrare Elisabetta per rappacificarsi con lei e poi sposò nel 1565 il cattolico Enrico Stuart, conte di Darnley, nonché suo cugino.

Darnley le diede un figlio, il futuro Giacomo I, ma poi tentò di comportarsi come se fosse il vero re di Scozia, costringendola a esautorarlo da tutti i ruoli ufficiali.

Il 10 febbraio 1567 Darley venne assassinato in modo plateale: la casa in cui risiedeva a Edimburgo venne fatta saltare per aria con una gran quantità di polvere da sparo.

I sospetti, oltre che su Maria, si appuntarono su James Hepburn, conte di Bothwell, aiutante della regina, il quale subì un processo farsa e fu poi rimesso in libertà.

Il 24 aprile Bothwell rapì Maria che stava tornando a Edimburgo da una visita al figlio Giacomo, la rinchiuse nel castello di Dunbar e la violentò (ma secondo alcuni si trattò solo di una messinscena per salvare le apparenze). 

Maria rimase incinta di due gemelli, che però abortì.  Il 15 maggio 1567 Bothwell e Maria si sposarono con rito protestante.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso: la nobiltà scozzese insorse contro Maria con la scusa di vendicare la morte di Darnley, sfidandola apertamente il 15 giugno a Carberry, a poche miglia da Edimburgo.

Non ci fu vera battaglia: Bothwell fuggì e Maria si consegnò ai ribelli dietro l’assicurazione che l’avrebbero rimessa sul trono. Fu l’inizio della fine per Maria.

I lord scozzesi infatti tradirono il giuramento e la imprigionarono nel castello di Loch Leven, costringendola ad abdicare a favore del figlio Giacomo I.

Nella foto sotto, i 3 consorti di Maria: Francesco, Enrico e Giacomo. Francesco II (a sinistra), erede al trono di Francia: Maria lo sposa nel 1558, ma lui muore nel 1560. Al centro: Enrico Stuart, conte di Darnley. Maria lo sposa in seconde nozze nel 1565, ma lui viene assassinato nel 1567. A destra: James Hepburn, conte di Bothwell. Maria lo sposa nel 1567, ma lui fugge un mese dopo.

 

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4. Prigioniera in Inghilterra

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Ancora una volta Maria riuscì a fuggire e a organizzare un piccolo esercito, ma fu definitivamente sconfitta a Lanside (Scozia) il 13 maggio 1568.

A questo punto dovette pensare di non avere altre speranze se non fidarsi di Elisabetta, che in una lettera sembrava prometterle aiuto: invece, il 19 maggio, passata la frontiera ed entrata in Inghilterra, venne immediatamente catturata.

La sua prigionia durò quasi vent’anni. Elisabetta non sapeva come comportarsi con lei. Formalmente l’accusa contro Maria era di aver ordinato l’uccisione di Darley.

Tuttavia la legge inglese prevedeva che un sospettato venisse giudicato da una giuria di suoi pari e ovviamente nessuno era sullo stesso piano di una regina, che oltretutto era considerata tale per volontà di Dio.

Tuttavia il semplice fatto che Maria fosse viva rappresentava un problema politico per Elisabetta: in quanto cattolica, era un possibile centro di aggregazione della protesta contro di lei. In più di una circostanza Maria fu accusata di aver complottato contro Elisabetta, ma riuscì a evitare sempre il processo fin quando, nel 1587, la tensione internazionale crebbe.

Il timore che il cattolicissimo sovrano spagnolo Filippo II rovesciasse Elisabetta per mettere al suo posto Maria fece precipitare le cose. L’occasione fu il complotto ordito dal giovane nobile cattolico Anthony Babington, che voleva uccidere Elisabetta e liberare Maria.

Le dettagliate lettere tra lui e Maria furono intercettate: Maria non aveva dato l’assenso all’uccisione di Elisabetta. Così una spia britannica aggiunse di suo pugno un paragrafo in cui l’autorizzava. Ciò fu sufficiente per farla condannare a morte.

 

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5. Vestita di rosso all’esecuzione

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L’8 febbraio 1587 sir Thomas Andrews andò a bussare alle otto del mattino agli appartamenti privati di Maria nel castello di Fotheringhay, dove era tenuta agli arresti.

La regina pregava in ginocchio. Disse solo: «Sono pronta». Indossava un abito nero su cui spiccava un velo bianco, che dal capo scendeva fino ai piedi secondo la moda francese.

In testa aveva un piccola cuffia. In una mano teneva una croce d’avorio, nell’altra un libro di preghiera in latino; al collo aveva un medaglione raffigurante il Cristo come agnello sacrificale.

Salutò tutti i servitori di palazzo, esortandoli a temere Dio e a vivere in obbedienza. Al suo cameriere personale, che era in lacrime, disse: «Dovresti rallegrarti che le sofferenze di Maria Stuart stanno per finire. Io muoio come una vera donna devota e anche come una vera scozzese e una vera francese».

Quando il messo lesse la sua condanna a morte davanti a un migliaio di persone, Maria restò impassibile, «come se la cosa non la riguardasse minimamente», commentarono i testimoni.

Quando il decano Richard Fletcher cominciò le sue preghiere secondo il rito anglicano e in inglese, Maria replicò a voce altissima con preghiere cattoliche in latino, augurando a Elisabetta di regnare a lungo e con giustizia.

Poi le tolsero l’abito nero e si scoprì che la sottoveste era rosso cupo, il colore del sacrificio. Maria continuò a recitare salmi fino all’ultimo momento: il boia, innervosito, sbagliò il primo
colpo che finì sul nodo della benda che era stata legata attorno agli occhi della condannata.

Dovette colpirla ancora, ma anche questa volta il capo rimase attaccato al corpo. Solo al terzo tentativo la regina venne definitivamente decapitata.

Ma quando il boia fece per prendere in mano la testa mozzata, afferrò quella che solo in quel momento si scoprì essere una parrucca, mentre la testa rotolò verso gli spettatori.

Curiosità: Tutti i re inglesi sono “figli” di Maria! Ironia della sorte, tutti i regnanti della casata reale inglese discendono da Maria Stuart e non da Elisabetta I. Questa, infatti, non ebbe figli e alla sua morte, nel 1603, l’erede legittimo più prossimo era proprio Giacomo Stuart (foto sotto), figlio di Maria. Quando anche questo ramo della casata si estinse, la corona passò ai discendenti tedeschi di una sorella di Carlo, tra cui figura anche l’attuale regina Elisabetta II.

 

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